Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MiakaHongo    01/02/2020    5 recensioni
Elsa si ritrova a vivere per la prima volta come leggenda nell'epoca di Jack Frost, ma le cose non sembrano così semplici come avrebbe creduto.
Fa davvero per lei quella realtà?
I guardiani la accatteranno o la vedranno come una minaccia?
Si pentirà delle sue scelte?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Vita da leggenda

ATTENZIONE: questa oneshot é godibile benissimo da sola, ma teoricamente è ambientata subito dopo la mia fic: 'La Regina di Ghiaccio'.
Quindi scegliete voi se leggere prima la long o se direttamente questa! Vi auguro, buona lettura!

Fisso perplessa il libro scritto di pugno da una delle persone più orribili che abbia mai conosciuto: Hans. Stento a credere che è proprio grazie a quel libro “la regina delle nevi”, se sono diventata una leggenda!
Non è passato molto tempo da allora e mi chiedo perché la luna abbia scelto proprio Hans come scrittore della mia leggenda: mi ha dipinta dal suo punto di vista, quindi come una cattiva!
La cosa di certo non sta spingendo i bambini a credere in me, e quei pochi che lo fanno, hanno perlopiù paura.
So che la luna mi è sempre stata accanto e che mi sta permettendo di andare a trovare mia sorella quando voglio grazie alla polvere fatta da Sandy, ma al momento mi sento abbastanza amareggiata: tutte le leggende sono famose ed i bambini credono in loro, mentre io mi sento così inutile.
Inoltre da quando sono qui Jack si è comportato in modo strano: lo vedo più distante e non ha detto a nessuno di ciò che è accaduto tra noi… certo non che io desideri sbandierarlo, ma inizio a chiedermi se non si sia pentito del bacio e di tutto il resto…
Il mio flusso di pensieri viene interrotto dall’inaspettata voce di Jack che mi fa sobbalzare, facendomi cadere il libro dalle mani.
“Eccoti qui Elsa, ti ho cercata ovunque! Pensavo fossi da tua sorella ed invece ti trovo qui a leggere la tua stessa fiaba? Se non ti conoscessi direi quasi che mi stai evitando!”
Dice con il suo solito sorriso ma io non lo trovo divertente: di certo di noi due non sono io quella che sta evitando l’altro ultimamente!
“Non dire assurdità”
Mento, non che lo stessi proprio evitando ma in realtà sentivo il bisogno di stare un po’ da sola.
“Qualcosa non va?”
Mi chiede stavolta con un’espressione più seria e d’un tratto mi ricordo il potere che ha sempre avuto di sapermi leggere dentro. Raccolgo il libro e glielo mostro.
“È solo che è difficile far credere ai bambini in me con una leggenda simile!”
Ammetto mesta e lui mi poggia una mano sulla spalla, quel semplice contatto mi sorprende e sento il battito accelerare nonostante non ce ne sia motivo.
“Elsa non ti devi preoccupare per tutti noi è stata dura all’inizio. Lo so, la luna agisce in modi discutibili a volte: mi sono spesso chiesto perché non rispondesse alle mie domande o perché non mi aiutasse quando ne avevo più bisogno, ma solo dopo molto tempo ho capito che in realtà ha sempre vegliato su di me, lasciandomi comunque la capacità di scegliere e di capire da solo quale fosse la cosa giusta da fare!”
In parte è vero: la luna mi ha  sempre supportata ed aiutata fino ad ora, forse devo solo credere di più in lei e nelle sue decisioni. Accenno un lieve sorriso a Jack: alla fine riesce sempre a tirarmi su il morale in qualche modo.
“Bene, è questa l’unica espressione che voglio vedere sul tuo viso! Io ora ho da fare: devo andare a trovare un bambino a cui ieri avevo promesso che l’indomani sarei passato per giocare con lui. Vuoi venire anche tu?”
“No grazie, penso proprio che rimarrò qui”
Per quanto io adori far nevicare e giocare con i bambini, in questo momento non ho proprio la voglia di vedere un altro bambino che probabilmente non crede in me.
“Oh ma dai, ci divertiremo un mondo vedrai!”
Ridacchio a quelle parole e al suo dolce tentativo di farmi sentire meglio.
“Non ne ho dubbi, ma sono davvero stanca: sarà per la prossima volta!”
Dallo sguardo di Jack capisco che non è molto convinto dalla mia risposta. Vorrei solo che smettesse di leggermi dentro.
“Se non vuoi venire ok, ma almeno mi prometti che non passerai tutto il tempo a rimuginare?”
“Ok”
“A più tardi allora regina di ghiaccio!”
A sentire quel nome, come ogni volta che viene pronunciato da lui, mi si scalda il cuore: adoro quel modo in cui solo lui mi chiama, mi ha fatto sempre sentire speciale.
Lo saluto e lo osservo volare via chiedendomi se forse tutti quei dubbi non fossero solo mie impressioni. Forse lui aveva ragione: stare da sola a pensare non mi avrebbe aiutato, decido quindi di cercare gli altri guardiani. Forse il parlare con loro ed ascoltare le loro esperienze mi avrebbe aiutata in qualche modo.

 

 

 

Arrivo davanti al palazzo di Nord e trovo con mia sorpresa ben tre guardiani lì davanti: Dentolina, Calmoniglio e Sandy.
Sto per salutarli quando mi accordo che pur non avendomi ancora vista, stanno parlando di me: d’istinto mi nascondo dietro un albero per ascoltarli, non so nemmeno io il motivo, sto quasi pensando che sia stato un riflesso stupido quando quello che sento mi paralizza.
“Avete visto la nuova leggenda, Elsa? Ha dei denti bianchissimi!”
Dice Dentolina euforica.
“Già… ma non capisco perché sia così onnipresente tra noi, non è una guardiana!”
Ribatte Calmoniglio.
Sandy fa comparire sulla sua testa con la sabbia un’immagine circolare, ma è nuovamente il coniglio a rispondere.
“Si lo so che l’ha scelta la luna ma come leggenda, non come guardiana!”
“Ammettilo hai paura per le tue uova ora che hai due leggende con i poteri di ghiaccio!”
Afferma Dentolina con un sorriso complice.
“Si deve solo avvicinare alle mie uova! Dico solo che mi sembra strano che sia sempre con Jack… insomma sono amici, ok! Hanno sconfitto insieme Pitch nella sua epoca, ma anche noi lo abbiamo fatto!”
“Che c’è sei geloso del tuo migliore amico adesso?”
Chiede Dentolina facendolo visibilmente imbarazzare.
“Cos- ma che dici? Migliore amico con quello scansafatiche? Non credo proprio!”
Dentolina e Sandy se la ridono.
“Certo, come no! Comunque magari sono spesso insieme per un altro motivo… forse c’è qualcosa sotto… infondo sono entrambi dei ragazzi con dei denti così belli!”
Dice lei con aria sognante.
“Non tutti hanno un problema con i denti come te Dentolina! E poi figurati se ad una come Elsa interessa uno scapestrato come Jack!”
Ok, ne ho decisamente abbastanza; quindi cammino in direzione opposta alla loro, ho decisamente la necessità di parlare con qualcuno ma so che c’è solo una persona con cui potrei farlo al momento.
Uso la polvere di Sandy e vado da mia sorella.

 

 

Una volta arrivata ad Arendelle vado subito da mia sorella, la quale come di consueto mi abbraccia felice di vedermi. Le spiego cosa e successo e come mi sento: lei ascolta tutto con pazienza, una volta finito incrocia le braccia al petto e scuote la testa.
“Oh Elsa dovresti avere più fiducia in te stessa! Se persino io sto imparando ad essere una regina, tu puoi di certo imparare ad essere una buona leggenda!”
Sto per controbattere ma non me lo permette, continuando con il suo flusso di parole.
“Ti farai tanti amici vedrai! Quei guardiani hanno parlato così solo perché non sanno quello che so io su di te: mostraglielo e sono sicura che lo capiranno anche loro!”
“Oh Anna come farei senza di te?”
Le dico, contenta di aver deciso di andare da lei, non avevo dubbi di poter contare sul suo supporto.
“E poi questo Jack capirà di sicuro quanto vali, altrimenti verrò appositamente nel futuro a mollargli un bel pugno in faccia!”
Entrambe ridiamo, non resisto al solo pensiero del povero Jack che potesse fare la stessa fine di Hans.
Di certo lui non se lo meritava! Solo in quel momento mi accorgo che ho parlato di lui ad Anna come un amico, non che io le voglia nascondere nulla, ma semplicemente non mi sento pronta, non sono abituata a queste situazioni e mi imbarazza parlarne, soprattutto ora che non sono convinta di come stiano effettivamente le cose tra noi.
D’un tratto mi trovo a chiedermi se anche lui si stesse comportando in quel modo per lo stesso motivo, ovvero se aveva solo paura di esternare a tutti i suoi sentimenti…
Impossibile! Lui è sempre così diretto ed allegro che non ce lo vedo proprio a comportarsi come me… o almeno credo…
Il mio flusso di pensieri è nuovamente interrotto da Anna.
“Certo che deve essere proprio speciale questo Jack per darti tanta pena!”
Mi fissa con sguardo complice e mi sento arrossire, sperando di non averlo fatto davvero tanto quanto mi sento bruciare la faccia.
“Ma che dici: siamo solo amici!”
Mia sorella mi fissa dubbiosa e con tono assolutamente non convinto dice.
“Ceeerto…”
“Discorso chiuso”
Taglio corto con tono secco, sperando vivamente che cambiasse argomento.
“Come vuoi… allora raccontami altre cose bizzarre del futuro!
Dice poggiando il viso sui pugni e guardandomi con aria supplichevole come faceva da bambina quando voleva ottenere qualcosa.
“Anna, lo sai che probabilmente non dovrei!”
“Andiamo, non ne parlerò ad anima viva, promesso! Dai dai dai, ti-prego ti-prego ti-prego!”
Sospiro, consapevole che potrebbe benissimo continuare a supplicare per tutto il giorno.
“Va bene ma solo se poi mi accompagnerai al mercato a comprare delle cose: forse ho appena avuto un’idea per provare stringere maggiormente amicizia con i guardiani!”
“Affare fatto!”
“Ok allora vediamo… cosa ti potrei dire? Ci sono tantissime cose che sembrano delle vere magie ma Jack dice che non lo sono, che è solo ‘tecnologia’!”
“Tipo?”
Mi fissa con aria impaziente di ascoltare la risposta.
“Le carrozze ad esempio: hanno una forma diversa e si muovo da sole senza la necessità di cavalli o renne! Jack dice che hanno bisogno solo di uno strano liquido di cui non ricordo il nome”
“Ma dai!”
“Inoltre c’è un oggetto di metallo enorme che hanno tutti in casa e che mostra immagini di persone, luoghi o animali e racconta anche delle storie come se stessero accadendo davanti a te; in realtà puoi vederle ogni volta che vuoi!”
“Davvero? Faccio fatica ad immaginarmelo ma deve essere incredibile!”
“Ci sta anche un cilindro metallico da cui esce la voce di una specie di maggiordomo onnisciente!”
“In che senso?”
“Bé puoi chiedergli che tempo fa o che ore sono, e lui lo sa! Inoltre puoi chiedergli di fare cose come spegnere le luci o di suonare della musica, e lui lo fa… il tutto solo tramite la voce!”
“Ma dai è assurdo! Come fa a non essere magia?”
“È quello che mi chiedo anche io!”
Ridiamo entrambe e passiamo il resto della giornata spensieratamente.

 

 

 

Una volta tornata nella mia nuova epoca, mi dirigo decisa davanti al covo di Nord: ho detto a Sandy di chiedere ai guardiani se potevano farsi trovare lì nel caso in cui non avessero impegni più urgenti.
Vedo che per il momento ci sono solo Dentolina, Sandy e Calmoniglio.
Poco male, vorrà dire che inizierò da loro!
“Ciao a tutti! Spero di non avervi distolto troppo dai vostri impegni…”
“Ma figurati è sempre un piacere parlare con te e osservare i tuoi magnifici denti!”
Dentolina prende la mia testa tra le sue mani ed osserva i miei denti con entusiasmo, la fisso perplessa e dal mio sguardo sembrerebbe aver captato il mio disagio, infatti si stacca mettendo le braccia dietro la schiena imbarazzata.
Mostro ai presenti i pacchi che ho portato.
“Questi sono dei regali per voi: qualcosa dalla mia vecchia epoca! Certo non saranno entusiasmanti come la vostra tecnologia… ma spero vi piacciano!”
Sembravo davvero sorpresi ed iniziando a dire cose tipo ‘non dovevi’ ma si vede che sono impazienti di aprirli.
Bene Elsa, forse come primo passo stai andando bene.
Il primo ad aprire il suo regalo è Sandy: appena vede il cuscino in seta con ricamata con filo dorato la frase ‘Sogni d’oro’, lo stringe fortissimo sprofondandoci dentro la testa beato.
“Deduco che tu l’abbia apprezzato, mi fa piacere!”
Ridacchio a quella tanto buffa quanto tenera immagine.
Dentolina apre il suo impaziente di sapere cosa ci troverà dentro, anche perché è il pacchetto più piccolo di tutti: è una collana con un ciondolo di legno a forma di spazzolino con le setole bianche.
È la cosa più adorabile che abbia mai visto, non vedo l’ora di mostrarla alle mie fatine, grazie!”
Esclama lei. Il suo entusiasmo mi rallegra, inizio a convincermi che forse le cose andranno davvero meglio adesso.
“E questo è per il coniglio musone!”
Dico ironica porgendo con un sorriso il pacco a Calmoniglio, il quale abbassa le orecchie imbarazzato.
“D-davvero ce n’è uno anche per me?”
Stupito lo apre ed al suo interno ci trova dei colori per dipingere.
“Sono colori naturali, so che adori dipingere le uova, così…”
“Sono molto belli, non dovevi!”
Un tenero sorriso si forma sul mio volto notando che il coniglio gigante sembra quasi commosso, con tutte le intenzioni di nasconderlo ovviamente!
“Ma ora noi non abbiamo nulla per te…”
Prova a dire imbarazzata Dentolina ma la freno subito.
“Non ti preoccupare tra amici non c’è bisogno di ricambiare!”
Esclamo, sperando vivamente che non mi guardino male per averli considerati tali ma nessuno sembra turbato, cosa che mi fa tirare un sospiro di sollievo.
“Ne hai uno anche per Nord spero! Perché appena vedrà tutto questo dirà sicuramente qualcosa come: ‘che succede qui? Non è mica Natale!’”
Tutti ridiamo a quella perfetta imitazione fatta da Calmoniglio dell’accento russo di Nord.
 Le nostre risate vengono interrotte dall’arrivo di Jack, sto per mostrargli il tutto ma le sue parole mi anticipano.
“Elsa cosa ci fai qui?”
Quella domanda ed il tono con cui la dice mi gelano nonostante io non senta mai freddo.
“Perché? Non sei contento che io sia qui?”
Ancora una volta la sua risposta non è quella che mi aspettavo: si passa una mano tra i capelli visibilmente imbarazzato ed inizia a comportarsi nuovamente in modo strano.
“Non è questo… è solo che dovevo fare una cosa con i guardiani… sai una missione importante…”
Resto letteralmente senza parole, è Calmoniglio a rompere il silenzio che si era creato andando contro Jack.
“Oh ma andiamo Jack non fare il guastafeste! Elsa è stata così carina da portarci dei…”
“Non importa Calmoniglio, se avete delle cose più importanti da fare lo capisco… continueremo un’altra volta: tolgo il disturbo!”
Mi giro e avanzo con fare tanto deciso quanto furioso lontano da loro, sento solo le loro voci sempre più lontane.
“Ehi aspetta Elsa!”
Tenta Dentolina.
“Visto, te lo avevo detto Dentolina che non poteva avere niente a che fare con questo scapestrato!”
Ribatte Calmoniglio probabilmente rivolto a Jack, che risponde offeso.
“Ehi!”
Poi diocono altro ma ormai sono troppo lontana per ascoltarli.

 

 

 

 

Arrivo fino a davanti la porta di ingresso del palazzo di Nord: decido che sono abbastanza lontana da loro, o meglio da Jack, quindi mi siedo stringendo le ginocchia al petto e mi abbandono ai miei pensieri.
Perché Jack si sta comportando in questo modo così strano davanti agli altri guardiani?
Si vergogna di me forse? Di ciò che c’è stato tra noi?
Gli altri guardiani mi accetteranno mai o mi vedranno sempre e solo come una semplice leggenda non degna della loro amicizia?
Forse la luna ha sbagliato a scegliermi, forse questo non è davvero il posto adatto a me.

Quest’ultimo pensiero mi rabbrividisce, comprendo che quegli strani sentimenti che nutrivo da un po’ stavano prendendo forma: la verità era che in quella realtà non ero riuscita ancora a sentirmi a casa e forse non lo avrei mai fatto.
Una lacrima riga il mio viso quando un rumore deciso mi fa sobbalzare in piedi: è la porta del covo di Nord dal quale ha appena fatto capolino lui in persona! Mi asciugo di fretta le lacrime sperando che lui non le abbia notate.
“Che fai tu qui fiocco di neve? Stai forse escogitando un diabolico piano per entrare nella mia segretissima fabbrica di giocattoli?”
Chiede lui con tono ironico.
“Assolutamente no!”
Dico io sforzandomi di accennare un sorriso.
“Quindi non ti interessa vederla! Certo che sei proprio diversa dall’altro spirito della neve allora!”
“Più di quanto immagini…”
Abbasso lo sguardo: per la prima volta mi sento davvero diversa da Jack e non è di certo per il fatto di voler entrare nella fabbrica di Nord.
“Ed io che volevo farti fare un giro… peccato!”
“Cosa? No, aspetta!”
Tento di fermarlo prima che richiuda nuovamente la porta: chiunque desidererebbe vedere la fabbrica di giocattoli di Babbo Natale, ed io non faccio di certo eccezione!
“Quindi ti interessa adesso?”
Alza un sopracciglio fissandomi con sguardo complice.
“Bé ovvio che mi interessi, ma pensavo che solo i guardiani avessero il permesso di entrarci!”
“Infatti è così, ma è casa mia e diamine decido io chi far entrare, non credi?”
Con un ampio sorriso spalanca la porta invitandomi ad entrare e non me lo faccio ripetere due volte: corro dentro prima che ci ripensi salutando gli Yeti all’entrata, che borbottano contrariati.
La fabbrica è enorme e mi guardo in giro estasiata: ovunque ci sono Yeti o Elfi al lavoro e milioni di giocattoli ovunque, sia in terra che in cielo!
La mia attenzione viene però rapita da degli elfi in un angolo intenti a montare e dipingere una bambola con evidenti scarsi risultati.
“Ottimo lavoro ragazzi, continuate così!”
Mi sorprende l’esclamazione di Nord, ma poi lui si avvicina a me e mi sussurra.
“Li rende così felici credere di essere utili, che non riesco proprio a dirgli la verità: gli continuo quindi a far credere che costruiscano i giocattoli ma in realtà mi aiutano gli Yeti a farlo!”
Rido incredula di fronte ad una simile e bizzarra realtà.
Certo che Nord deve essere proprio un tenerone!
Penso tra me, ma mi incanto nuovamente a guardare la fabbrica all’opera: Nord mi spiega con precisione ogni minima funzione ed io ascolto attenta.
Ad un certo punto mi porta nel suo ufficio e non lo avrei potuto immaginare diversamente: pieno di giocattoli di ogni epoca e di magia!
È incredibile!”
Affermo estasiata, lui sorride compiaciuto e mi mostra dei giochi di legno dicendo di averli intarsiati personalmente: è allora che mi ricordo di una cosa e tiro fuori il regalo dal sacco che stringevo ancora in mano.
“Ecco, questo è un piccolo pensiero per te…”
Nord tira fuori dal pacco un piccolo arnese con incise sul manico le sue iniziali.
“Serve per lavorare il legno… Jack mi aveva detto che ti piace farlo e pensavo ti potesse far piacere”
È bellissimo ma non dovevi… non è mica Natale!”
“Bé posso decidere a chi fare un regalo anche se non è Natale no?”
Rispondo cercando di imitare ciò che mi aveva detto poco prima ed entrambi ridiamo.
“Grazie”
Mi dice con tono sincero.
“Grazie a te… avevo proprio bisogno di tutto questo!”
Dico indicandomi intorno, lui sorride e poi spalanca gli occhi come se gli fosse venuto in mente qualcosa.
“C’è una cosa che voglio mostrarti!”
Prende dall’armadio una matrioska con il suo volto, la apre mostrandomi mano a mano tutte le sue facce, spiegandomi che ognuna rappresenta un lato del suo carattere; quando arriva all’ultima, la più piccola, la prende in mano e fa una breve pausa prima di continuare a parlare.
“Questo è il mio centro!”
“Centro?”
Chiedo dubbiosa fissando la piccola matrioska di lui: sembra quasi un bambino con degli occhi enormi.
“Esatto! Vedi tutti hanno molti lati del proprio carattere che li contraddistinguono e che a volte li fanno comportare anche in modo imprevedibile… ma uno solo è il proprio centro: ciò che sono davvero nel loro cuore ed è anche ciò che possono donare agli altri!”
“Davvero?”
Chiedo incredula cercando di capire cosa possa rappresentare quella matrioska.
“Il mio centro è la meraviglia! È quello che sono davvero: una persona capace di guardare il mondo sempre con meraviglia come un bambino… è ciò che dono e proteggo nei bambini come guardiano e in tutte le persone, ad esempio anche oggi l’ho donata a te portandoti qui, non credi?”
“Quindi è una cosa solo dei guardiani?”
Chiedo, delusa di aver trovato l’ennesima cosa da cui fossi esclusa, ma lui scoppia in una grassa risata.
“Elsa a volte tu sei più ingenua di un bambino! Ma no, è una cosa che hanno tutti il proprio centro, mi sembra ovvio!”
Guardo tristemente la matrioska pensando che non vedo davvero nulla che io possa donare agli altri al momento.
Cosa sono davvero?
Una leggenda?
Ma se i bambini mi conoscono a malapena!
Una bambina nata con degli strani poteri?
Non so nemmeno da dove vengano!
E se non so chi sono, come posso mostrarlo e donarlo agli altri?

“Sono una leggenda penosa, nessuno crede in me, a malapena riesco a farmi degli amici al di fuori della mia famiglia e non ho idea di chi sono: magari sono io che semplicemente non ne ho uno!”
Concludo amaramente con tono duro e facendo esplodere di un colpo la rabbia che mi portavo dentro. Dopo una breve pausa sento nuovamente la rumorosa risata di Nord, il quale mi mette le mani sulle spalle con un’energica scrollata.
“Oh Elsa, mi ricordi così tanto Jack quando è venuto qui per la prima volta: sai anche lui era triste e solo, con la stupida paura di non piacere a nessuno!”
Aggrotto la fronte fissandolo di traverso.
“Non c’è bisogno che tu inventi frottole per farmi sentire meglio: Jack è sempre allegro e circondato da amici e bambini che credono in lui!”
“Il Jack di ora, ma non quello che arrivò qui per la prima volta in quanto scelto da Manny come guardiano! Quel Jack era solo e senza amici: una leggenda in cui nessuno credeva e che poteva vedere… lo è stato davvero per secoli!”
“Davvero?”
Chiedo sbigottita, ricordandomi improvvisamente che Jack me lo aveva accennato. Quando lo vedo annuire porto una mano al petto e stringo con tutte le mie forze il pugno su di esso: non riesco a credere che Jack sia stato così solo e triste per così tanto tempo! Non riesco nemmeno ad immaginarmi una cosa simile: deve essere davvero troppo da sopportare. Al solo pensiero sento una stretta al petto ed il fiato mancarmi.
È orribile…”
Inizio a pensare che forse siamo più simili di quanto immaginassi e non di certo per i poteri di ghiaccio.
I miei tristi pensieri vengono però nuovamente interrotti dalla voce tuonante di Nord, questa volta di nuovo allegra quasi come se non stessimo parlando di una cosa così triste.
“Non ti preoccupare Elsa: vedi? Anche lui alla fine ha trovato il suo posto qui con noi come guardiano, è riuscito a far credere i bambini in lui, a donare a noi qualcosa che avevamo perduto, ed ha trovato il suo centro! E sono sicuro, mia cara Elsa, che anche tu lo troverai! Forse non oggi, né domani… ma sento nella mia pancia che lo troverai e la mia pancia non mente mai”
Ridacchia dandomi un affettuosa gomitata. Mi massaggio leggermente il braccio perché anche l’’affettuosa’ gomitata di Nord si fa comunque sentire, ma in qualche modo comunque le sue parole mi fanno sentire meglio: è strano a volte sapere che può credere in te anche una persona che ti conosce poco, ti riempie di gioia.
Sorrido e lo fisso con sguardo sincero.
“Grazie”
Dico solo questo e lui ricambia il sorriso con fare gioioso, quindi mi riaccompagna alla porta. Lo saluto e d’un tratto capisco che forse mi aveva vista davvero piangere prima, ed aveva fatto tutto questo per farmi stare meglio.
Capisco che forse un amico sono riuscita a farmelo anche qui e la cosa non può che rendermi felice.
Apro la porta per uscire ma trovo Jack che appena mi vede sgrana gli occhi e poi incrocia le braccia al petto imbronciato.
“Come hai fatto ad entrare? A me non mi ha permesso di farlo per anni finché non sono divenuto un guardiano! Nonostante i miei innumerevoli tentativi di infiltrarmi”
Sorrido pensando che a volte sembra proprio un bambino geloso: mi diverto a stuzzicarlo, soprattutto ora che sono ancora arrabbiata per come mi ha trattata prima.
“Forse è perché mi ritiene un’ottima leggenda… ha detto anche che la luna gli ha riferito che mi affiderà l’esclusiva di far nevicare!”
Jack rimane letteralmente spiazzato alle mie parole; non riesce a parlare per qualche secondo e sembra essere diventato più bianco del solito. Poi chiude gli occhi, da un sospiro profondo e mi fissa con aria di risentita.
“Ti stai prendendo gioco di me!”
Non riesco a trattenere le risate.
“Avresti dovuto vedere la tua faccia!”
Sembra arrabbiato ma anche sollevato.
“Bé se ridi vuol dire almeno che non stai così giù come temevo… per fortuna!”
“Lo avevi notato?”
Chiedo stupita, confutando ancora una volta la sua capacità di comprendermi più di chiunque altro.
“Ti va di parlarne?”
Quella domanda mi spiazza, è quello che vorrei più di ogni altra cosa, eppure mi sento bloccata come se le parole non volessero, o avessero paura, di uscire dalla mia bocca.
“È per il fatto che pochi bambini credono in te? Se è per quello non ti devi preoccupare! Ho pensato a qualcosa in merito: motivo per cui mi ero sorpreso a vederti con i guardiani… sai volevo organizzare la cosa… capire se erano d’accordo…”
Di che diavolo sta parlando?
Ma prima che io possa dire qualcosa mi prende per mano e mi trascina dove eravamo prima.
Solo una volta che siamo davanti ai guardiani mi accorgo che mi sta ancora tenendo la mano e la cosa mi imbarazza molto più di quanto avessi pensato: sento il cuore battermi forte.
In quel momento vedo arrivare anche Nord con Calmoniglio: ci sono proprio tutti!
“Calmoniglio mi ha raccontato tutto: sono pronto per la missione che richiede la presenza di tutti i guardiani!”
“È successo qualcosa?”
Chiedo a Jack preoccupata.
“Qualcuno ha bisogno del nostro aiuto, è una missione di prioritaria importanza! Ma anche la tua presenza è fondamentale Elsa”
Lo dice con un sorriso e non riesco a capire se sia davvero una cosa di cui preoccuparsi o meno, pure gli altri mi sembrano sereni e pronti per l’avventura. Li fisso perplessa, chiedendomi cosa possa centrare io in tutto questo: normalmente non partecipo mai alle missioni che richiedono la presenza dei guardiani.
“Dai Elsa non fare quella faccia: ci divertiremo un mondo, vedrai! Basta non ascoltare i borbottii di coda di cotone!”
Mi dice Jack.
“Ehi tu ragazzino, come osi…”
Sta per inveire Calmoniglio ma Sandy si mette tra i due fermandoli.
“Sandy ha ragione: la missione ha la priorità… forza andiamo, non fate i cialtroni!”
Incita Nord e tutti lo seguiamo andando verso la prima casa di alcuni bambini.
“Ma non capisco, cosa dobbiamo fare esattamente?”
Chiedo ancora dubbiosa a Jack.
“Lo vedrai Elsa!”
Risponde lui con l’espressione di chi mi sta nascondendo qualcosa, ma davvero non riesco a capire di cosa possa trattarsi.
Arriviamo a casa dei bambini, i guardiani si mostrano e loro rimangono estasiati di vederli tutti insieme!
Poi accade un qualcosa di inaspettato: i guardiani spiegano ai bambini della mia esistenza e che a differenza della mia fiaba sono buona, che sono un’amica di tutti loro e di Jack e che ho poteri simili ai suoi. I bambini guardano nella mia direzione e mi salutano con un sorriso e chiedono ai guardiani se possono giocare e con noi.
“Ma certo, perché siamo venuti sennò? Non è mica Natale o Pasqua o sono caduti dei dentini giusto?”
Esclama Nord facendoli ridere.
“Possiamo giocare con la neve?”
Chiedono estasiati guardando supplichevoli Jack, lui fa finta di pensarci su.
“Non saprei… penso dovreste chiedere a lei se ha qualche idea, infondo servirà di sicuro tanta neve!”
I bambini corrono da me e mi fissano speranzosi, nel vederli ricordo lo sguardo che aveva Anna da piccola quando mi supplicava di usare i miei poteri per giocare insieme.
“Hai idee regina delle nevi?”
Mi chiedono con un tono dolcissimo.
“Vediamo… potremmo fare un pupazzo di neve?”
“Siiiii!”
Urlano i bambini in coro, correndo al giardino di casa.
Passiamo tutta la giornata a giocare con la neve e a ripetere la visita anche ad altri bambini: i guardiani ogni volta li convincono a credere in me ed insieme inventiamo sempre nuovi giochi.
“Bene questo era l’ultimo per oggi!”
Esclama Nord davanti a tutti mentre Jack lo riaccompagna in camera sua.
“Missione da guardiani di prioritaria importanza?”
Gli chiedo io, ancora incredula che tutti abbiano lasciato i loro importantissimi compiti solo per far credere qualche bimbo in me e divertirsi tutti insieme.
“E cosa c’è di più importante degli amici?”
Chiede Nord retoricamente indicando tutti i guardiani, che mi sorridono. Sono senza parole: davvero hanno fatto tutto questo per me? Ed io che pensavo che a malapena mi considerassero una conoscente.
“Come ti ho detto Elsa, non so quale sia il tuo centro ma sono sicuro che lo scoprirai da sola: sei una persona in gamba o Manny non ti avrebbe scelto per questo ruolo! Nel frattempo puoi contare su tutti noi ogni volta che vuoi, che sia un problema più o meno grave: noi ci saremo. Il fatto che tu non sia una guardiana non vuol dire che non ti consideriamo una di noi… una della famiglia!”
Tutti i guardiani annuiscono e mi asciugo una lacrima di gioia che sento scorrere sul mio viso.
“Grazie ragazzi”
Non riesco a dire altro, ma per la prima volta mi sento a casa anche in questa nuova epoca ed in questo nuovo ruolo, nonostante tutto.
“Penso che la persona che dovresti ringraziare maggiormente è un’altra… sai prima di considerarci come una famiglia, eravamo molto concentrati solo su noi stessi e sui nostri doveri. Un giorno però uno stupido spirito della neve, molto più solo di noi, ci ha insegnato molto di più sull’amicizia e l’esserci sempre per gli altri rispetto a quanto chiunque di noi avrebbe mai potuto fare. E tutto questo è stata una sua idea: ti ha vista triste ed ha subito cercato un modo per renderti di nuovo allegra! E’ proprio un ottimo spirito del divertimento non trovi?”
Dice lui facendomi l’occhiolino.
Tutto questo era un’idea di Jack?
Aveva percepito come mi sentivo e fatto di tutto per farmi stare meglio!

Improvvisamente mi sento una stupida.
“Già! Penso proprio che devo andare da lui!”
“Oh non ti preoccupare tanto ora tutti noi dobbiamo tornare davvero ai nostri doveri… ci saluti tu Jack ok?”
Annuisco, loro mi salutano e si voltano incamminandosi verso le loro case. Mentre vanno via sento Dentolina bisbigliare a Calmoniglio.
“Vedi te lo avevo detto che c’è sotto qualcosa… non li trovi adorabili?”
“Non ci credo, non esiste che uno scapestrato come lui abbia fatto colpo su una ragazza come Elsa!”
Arrossisco fingendo di non aver sentito nulla mentre mi reco verso l’ingresso della casa, ma proprio in quel momento vedo uscire Jack.
“Bambino sistemato! Ma dove sono finiti gli altri?”
“Hanno detto di salutarti perché dovevano tornare ai loro doveri”
Assottiglia gli occhi sospettoso.
“Strano da parte loro non aspettare… ma vabbè, che ti va di fare adesso?”
“Bé prima di tutto devo darti questo: mancavi solo tu! È un pensiero che ho portato dalla mia epoca”
Gli porgo l’ultimo regalo che avevo portato con me.
“Per me?”
Sembra sorpreso e lo apre entusiasta come un bambino a Natale, cosa che mi fa sorridere con tenerezza.
Appena vede di cosa si tratta resta bloccato per qualche secondo: è una sfera con la neve finta che cade se la agiti, con sotto dei bambini in miniatura che giocano con la neve.
“Ti piace?”
Chiedo incerta, con il dubbio di aver scelto male, ma lui la agita facendo nevicare sulle piccole figure dei bambini ed il suo volto si illumina con un sorriso bellissimo.
“La adoro, grazie!”
“Sono io che dovrei ringraziarti… insomma per questo…”
Non so come spiegargli quello che provo ma lui mi interrompe prima che riesca a trovare le parole.
“Non c’è bisogno di ringraziare, sai bene che farei qualsiasi cosa per te regina di ghiaccio! Se c’è qualcosa che non va puoi sempre confidarti con me e farò il possibile per aiutarti, di questo non ne devi mai dubitare”
Mi sento una sciocca ad averlo fatto! Certo magari non si era comportato in maniera egregia, forse non aveva capito esattamente tutto quello che non andava, ma come sempre aveva fatto di tutto per farmi stare di nuovo bene.
Ed è tutto ciò che conta.
“Comunque in realtà vedendoti giù avevo paura”
“Paura?”
Chiedo sorpresa da quella improvvisa ammissione. Si passa una mano tra i capelli visivamente in imbarazzo, distogliendo lo sguardo.
“Bè sì: avevo paura che ti fossi già pentita di essere diventata una leggenda… e della tua scelta”
Non avevo considerato una cosa simile, non avevo immaginato che questa situazione potesse aver fatto stare male anche lui.
“Non mi sono pentita, avevo solo paura di non essere abbastanza per questa nuova realtà e mi sentivo sola… ma forse mi sbagliavo! Mi sono accorta che anche qui ho tante persone accanto che mi sostengono e che mi aiuteranno a trovare la mia strada, anche quando per me è più difficile vederla”
Mi fissa con un sorriso così dolce da farmi arrossire ma non posso fare a meno di ricambiarlo, prende la mia mano.
“Anche io ho una sorpresa per te!”
Lo dice con quell’aria sbarazzina di chi mi sta nascondendo di nuovo qualcosa.
“Quale?”
Chiedo comunque curiosa, ma invece di rispondermi mi attira a sé dalla mano fino a cingermi col braccio sul fianco.
“Lo vedrai… tu tieniti solo forte!”
In quel momento forse capisco cosa intende e mi stringo a lui con tutte le mie forze.
“Vento, portaci in alto”
Dice lui. Non è la prima volta che mi fa volare con lui ma odio che debba farlo sempre in modo così inaspettato.
Chiudo istintivamente gli occhi, dopo pochi minuti sento che ci siamo fermati e mi dice di aprirli; quando lo faccio vedo che siamo praticamente sopra le nuvole da cui si vede un bellissimo tramonto.
Prende il bastone e lo mette in orizzontale sotto di noi e quindi ci sediamo sopra, io mi sto ancora stringendo a lui.
“Puoi lasciarmi adesso: non ti preoccupare il vento ti sosterrà”
Imbarazzata allento la presa, anche se ancora intimorita: provo a mettere piano le mani sul bastone e mi sento più sicura quando noto che effettivamente il vento ci regge senza problemi. Siamo seduti uno accanto all’atra.
“Sai sempre come aiutarmi… è perché anche tu hai provato le stesse sensazioni… anche tu in passato ti sei sentito solo, non è vero?”
Gli chiedo improvvisamente ripensando a ciò che mi aveva detto Nord.
Vedo il suo volto incupirsi e non mi serve una risposta: leggo in quello sguardo le mie stesse sensazioni ed improvvisamente mi sento malissimo, come se avessi sulle spalle il mondo intero.
È così che si era sentito in passato per tutti quegli anni?
È
così che si sente ora anche solo al pensiero?
Non posso fare a meno di stare male per lui. Dopo un breve silenzio però è lui a parlare.
“Sì, ho provato come ci si sente per molto tempo. Quello che conta però è che ora non sono e non mi sento più solo e vorrei che anche tu non lo facessi”
“So che non lo sono”
“Infatti è così”
Mi fissa con sguardo magnetico guardandomi dal basso verso l’alto ed improvvisamente sento il cuore a mille, non penso di poter sostenere quello sguardo a lungo, quindi imbarazzata distolgo il mio fissando il panorama.
“E bellissimo”
“Già”
Mi risponde lui, ma mi accorgo che sta guardando ancora me e non il panorama, mi sento arrossire più del dovuto ma questa volta incrocio di nuovo il suo sguardo senza distoglierlo.
Mi cinge con il braccio fino a posare la mano sulla mia testa, quindi la avvicina delicatamente a lui.
Io lascio semplicemente che mi baci.
In questo momento capisco che forse non sarà facile essere una leggenda, che non saremmo mai stati una coppia normale o come tutti penserebbero, forse avremmo avuto tempi diversi, litigi diversi, momenti bui ed incomprensioni, ma che tutto ciò non importa.
Finché potremo contare l’uno sull’altra, ci potranno sempre essere momenti magici ed indimenticabili come questo bacio al tramonto.

HHHHJ

  

 

 

 

 

 

 

Ed eccomi alla fine delle mia prima oneshot di Elsa in prima persona! Mentre scrivevo la mia long “La regina di ghiaccio – another universe” mi è venuto in mente che mi dispiaceva non aver mai trattato molto la vita ed i problemi di Elsa come leggenda, per non parlare del suo rapporto con gli altri guardiani! Così mi è venuta l’idea per questa oneshot, spero che vi sia piaciuta che abbiate o meno letto le altre opere della mia “saga” (si ormai si può definire tale dopo 3 oneshot e due long XD).
Per scriverla, come in tutte le mie oneshot, ho voluto cogliere l’occasione per provare ad uscire dalla mia confort zone della terza persona per scrivere tutto in prima ma questa volta dal punto di vista di Elsa! Adoro il personaggio di Elsa ed è molto complicato, quindi spero di aver rappresentato bene la sue psiche ed essere rimasta ic.
Data la mia non confidenza con la prima persona spero mi facciate sapere che ne pensate e se avete consigli ovviamente sono sempre ben accetti!
Ma tornando alla storia: ho potuto approfondire maggiormente i dubbi e le incertezze di Elsa, mi ha divertito molto scrivere il pezzo con Anna quando Elsa le descrive la tecnologia moderna: avete capito di cosa parla? (soluzione: macchine, tv e assistente vocale di casa XD).
Sono anche molto soddisfatta di come è venuto il pezzo con Nord: lui lo vedo un po' come un papà che si preoccupa della salute di tutti lì ed è un bonaccione in realtà!
Tanto fluff in questa storia (strano da parte mia ahahahah! No vabbé dai che sono una brava anche se malvagia autrice), comunque una piccola curiosità: la scena alla fine di Elsa che guarda il panorama e Jack che guarda lei mentre dice che è bellissimo, era la scena con la quale pensavo di iniziare il seguito della mia prima fic “La regina di ghiaccio” non appena finita, anche se allora nel mio immaginario erano su un prato a guardare le stelle. Già da allora pensavo ad un seguito della mia long che iniziasse con un momento di pace, ma quando ho iniziato adesso “La regina di ghiaccio – another universe” ho scelto alla fine la scena delle palle di neve. Un po' mi era dispiaciuto di eliminare quella scena, quindi sono contenta di averla in parte riproposta qui.
Ringrazio tutti i lettori, sia della ‘saga’ che occasionali. Se volete lasciatemi un vostro riscontro mi farebbe tanto piacere, che fino ad ora mi hanno sempre spronata a migliorarmi e a continuare questa avventura. 

PS: Per chi sta leggendo “La regina di ghiaccio – another universe” ho approfondito un po' quella che sarà la base per il suo crollo emotivo una volta senza Anna e che quindi darà il via poi agli eventi della long (infondo si accumulano in lei tanti pensieri, dubbi e domande ancora senza risposta)
Non vi preoccupate la prissima cosa che pubblicherò sarà il nuovo cap (che inizierò a scrivere subito dopo questo) ed in futuro nella fic farò forse un piccolo richiamo a questa oneshot.. saprete individuarlo? A presto ;) .

   
 
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