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Autore: Melanto    03/02/2020    4 recensioni
[Soulmate Series - #5.6]
La Famiglia.
Mamoru e Yuzo le attribuiscono ruoli completamente differenti.
Per Mamoru è il suo 'guardaspalle': qualcuno che può lasciare indietro, ma su cui sa di poter contare e che non è lì per tarpargli le ali, quanto per aiutarlo a spiegarle.
Per Yuzo è il nido che saprà sempre tenerlo al sicuro, quando fuori c'è la tormenta, e di cui essere grato ogni giorno.
Fiducia. Rispetto.
Proprio la famiglia è al centro di questa piccola raccolta: cinque one-shot per nove personaggi... e cinque aspetti fondamentali dei rapporti famigliari.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Mamoru Izawa/Paul Diamond, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Soulmate Series'
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Family... warnings

Note Iniziali: Famiglia.

Questo è il tema principale della raccolta che avete appena aperto e che sarà brevissima: solo TRE one shot (già tutte scritte), per tre aspetti diversi delle dinamiche famigliari.

Vedremo vari personaggi in azione per ogni storia e renderemo più solida la base su cui poggerà la long che ho in mente per questa serie (e che la chiuderà).

Va subito detto che queste storie non erano previste… però mi sono capitate in testa e allora le ho buttate giù XD

 

Cominciamo quindi ad affrontare il primo tema: i ‘moniti’.

 

Buona lettura :*

 

 

...warnings

Soulmate series - #5.6.1

 

 

 

 

– Fai attenzione sulla strada.

«Tranquilla, tanto sono imbottigliato nel traffico.»

– E tu stai attento lo stesso.

«Sì, mamma.»

Mamoru sorrise mentre parlava al cellulare. Era incolonnato, quindi si era permesso di rispondere alla telefonata pur senza avere l’auricolare. La sera bruciava nello sprazzo dell’ultimo tramonto e lui era in viaggio da meno di un’oretta.

La mancanza di Yuzo era come quel brandello di sole che spariva oltre l’orizzonte alle sue spalle: bruciava con una luce rossa che feriva gli occhi, mentre la guardava dallo specchietto retrovisore. Al di là della linea sembrava che il mondo stesse andando a fuoco, e lui non poteva più raggiungerlo. Guidando verso Yokohama, Mamoru appariva come quello che era in fuga dall’inferno e tentava di mettersi in salvo da qualcosa che avrebbe finito per ustionarlo. Eppure, gli bruciava anche dentro ed era pericoloso da qualsiasi punto lo guardasse, a qualsiasi distanza fosse.

Yuzo gli mancava.

Gli mancava la follia che lo coglieva quando erano insieme, così istintiva e animale, a volte. Così docile e desiderosa di avvolgersi tutta attorno al portiere in altre.

Gli mancava il corpo, gli mancava l’odore della pelle, gli mancava il calore, gli mancavano gli occhi, gli mancava la voce, gli mancava il sorriso del primo mattino. Una mancanza nata ancora prima di partire, era bastato trovarsi sulla soglia e sapere di stare andando; forte a tal punto da scegliere di salutarlo lì, senza farsi accompagnare fino a dove aveva parcheggiato: doveva mettere un freno ai sentimenti che pascolavano nel cuore a briglia sciolta. Controllarli, serrarli. E scongiurare l’istinto che l’avrebbe colto se si fossero trovati insieme accanto alla sua macchina: l’avrebbe caricato al lato passeggero e l’avrebbe portato a Yokohama con sé, o nel primo love hotel sulla strada.

Voleva farci l’amore. Ancora. Dopo aver passato un intero week-end a non fare altro; l’intera loro vita concentrata tra mura e lenzuola, e divano, e pavimento, e corridoio, e bagno. Ma ora che era in macchina e la crisi d’astinenza si consumava come una candela dimenticata accesa, si era chiesto se non stessero bruciando tutto troppo in fretta.

D’accordo, si erano rincorsi per anni nelle convinzioni sbagliate, avevano castrato quello che provavano lasciando che gli crescesse dentro fino a riempirli, ma era possibile che non finisse ancora di strabordare? Che non si calmasse almeno un po’ e desse loro modo di vivere quella storia in maniera ordinata e regolare?

In quel week-end, di Yuzo aveva avuto quasi paura per un momento, sconvolto dal modo in cui fosse pronto a farsi fare di tutto, accettare che potesse perdere la testa. E poi aveva avuto paura di sé stesso e di quel controllo mandato alle ortiche come mai prima.

Mamoru aveva sempre potuto vantare una chiara conoscenza di sé, ma con Yuzo stava scoprendo di avere un fondo buio e ignoto che lo portava oltre, e parlava lingue che non aveva mai ascoltato e a cui non sapeva rispondere. Non con la mente, almeno, mentre il corpo aveva eseguito alla lettera.

Lui si era spento e il corpo acceso come una lampadina.

Per Yuzo era stato lo stesso, lo aveva sentito, e anche il suo corpo aveva risposto a richiami sconosciuti in maniera immediata e precisa. La sintonia su cui viaggiavano era così esatta da frastornarlo, imbarazzarlo addirittura. Lui che non si imbarazzava praticamente mai.

Dio, se solo pensava a come era stato farlo senza preservativo…

– Aspetta che Sen che ti voleva salutare.

La voce di sua madre gli fece distogliere all’improvviso lo sguardo dallo specchietto retrovisore. Una macchia luminosa a forma di semicerchio era rimasta impressa nella retina. Mamoru sbatté le palpebre più volte e il traffico non si era snellito più di tanto: la colonna aveva messo una breve distanza tra lui e la vettura che lo precedeva, così accelerò leggermente.

– Nii-san!

«Ehi, quale onore, Puffo Pastrocchio

– Sono cresciuto di altri quattro centimetri.

«Tieni il conto, ché devi crescere ancora per superarmi.»

– Vedrai se non divento più alto di te! Ti mangerò in testa!

«Come no. Tutto okay a casa?»

– A posto. Papà è impegnato nelle cose sue, starà fuori un paio di settimane. Mamma sta disegnando la nuova collezione.

«Tutto regolare allora.»

– Perché non sei passato per Nankatsu?

Mamoru tirò il fiato e non rispose. Una frase del genere se la sarebbe aspettata da sua madre, non da suo fratello.

– Eri troppo impegnato a sbaciucchiarti con Yuzo-nii per farti vedere? –  Sen lo insinuò in maniera sfacciata e lui storse le labbra.

«Vedi di non mettere i manifesti, stupido.»

– Tanto sono da solo, mamma è tornata nello studio a disegnare. E comunque era per lei che ho detto di farti vedere, le sarebbe piaciuto. Sei fuori da tanto, non sei tornato mai, neppure per un giorno.

L’espressione di Mamoru virò in una colpevole che lo specchietto retrovisore riflesse senza pietà. «A volte si deve scegliere. Quando sarai più grande e avrai una ragazza ci arriverai pure tu.»

– E diventare scemo appresso a qualcuno? Non sono mica te! A me non frega niente di queste cose. Mamma e papà vengono prima.

«Sì, certo, per te viene prima la tua stanza!»

– Gnèèè. Comunque, a proposito di Yuzo-nii… sai che non ho più visto suo fratello in giro per Nankatsu?

«E non ce lo vedrai.» Mamoru passò una mano sulla faccia e alzò gli occhi al tettuccio.

– Perché?

«Si è trasferito da Yuzo, a Shimizu-ku.»

– A fare che?

«Per fare il tatua-ehi! Perché me lo chiedi?! Ti ho detto di stargli alla larga o sbaglio? Non l’avrai mica cercato?!»

– No! Era per dire! Non l’avevo visto e mi era sembrato strano. Tutto qua! Perché parti in quarta?!

«Perché quello è una fottuta piaga, okay? Adesso vive da suo fratello, immagina la mia gioia!»

– Oh! Tu e Yuzo-nii non avete potuto fare i piccioncini?

«Piantala! E comunque ci vuole molto di più che un fratello tamarro per fermarmi. Impara questo, fratellino: quando gli Izawa vogliono qualcosa, non mollano l’osso fino a che non l’hanno ottenuta!»

– Sì, okay. E senti… ma li porta ancora i capelli tutti colorati?

«Perché vuoi saperlo? Non ti avrà già influenzato male, vero?! Cazzo, lo sapevo! Ci sei stato a contatto due minuti e ti ha contaminato con la sua tamarraggine! È come i virus!» Mamoru si era irrigidito e agitava a caso l’indice. «Chiariamo subito, Sen Izawa: non sognarti di presentarti a casa combinato in quel modo o vengo dritto da Yokohama a rasarti a zero! È chiaro?!»

– Uffa, quanto sei pesante. Sono certo che mamma e papà non direbbero niente.

«Mamma e papà hanno altro cui pensare che stare dietro alle tue cretinate da moccioso, quindi sono io a dirtelo e sono tuo fratello maggiore! Scordatelo o vedi che succede, sei avvisato! Non voglio che diventi un teppistello da quattro soldi; con un pessimo gusto, per giunta! Dai capelli colorati al tatuaggio è un attimo! Ci mancherebbe solo quello.»

– Se voglio colorarmi i capelli saranno affari miei? Il fatto che a me piacciano cose diverse dalle tue non significa che le mie facciano schifo!

«Ma che ti sei messo in testa?! Hai solo undici anni!» Mamoru non capiva quell’impuntarsi ribelle di Sen: per anni aveva vissuto chiuso nel suo eremo – la cameretta – e ora veniva fuori per battere i piedi su una cosa tanto futile quanto assurda. E poi… perché prendere ispirazione proprio da uno come Shuzo?! Aveva sempre snobbato i suoi amici, criticandoli con una certa sufficienza e infine… puff! Il tamarro! Un normalissimo fratello minore avrebbe voluto prendere esempio dal fratello maggiore, soprattutto se di successo come Mamoru sapeva di essere. Sen era davvero strano, chissà che diavolo faceva tutto il giorno chiuso in camera a smanettare tra pc e videogame, la testa sempre infossata nel cellulare. Avrebbe dovuto trascinarlo fuori da quelle mura più spesso, fargli respirare un po’ d’aria.

– Niente, niente. Lascia perdere. Ciao, okay? Ciao.

La chiamata chiusa senza dargli modo di aggiungere altro. Mamoru guardò la schermata luminosa del display di nuovo sulla home del telefono.

Sen gli aveva chiuso il telefono in faccia.

Strabuzzò gli occhi e poi lanciò il cellulare sul seggiolino con un moto seccato e uno sbuffo. E Yuzo che aveva anche il coraggio di dire che suo fratello era tanto carino; certo! Lui era abituato con la piaga, quindi tutto il resto gli sembrava oro, ma anche Sen stava mettendo su un caratterino niente male. Fantastico.

…e se davvero si fosse presentato a casa con i capelli come uno spaventapasseri punk?

Mamoru crollò sul volante, poggiandovi la fronte, mentre restava fermo in un tratto qualunque della strada per Yokohama.

«No, vi prego, questo no. Due tamarri in famiglia non potrei mai reggerli.»

D’improvviso, il fatto che Shuzo si fosse trasferito a Shimizu-ku non gli risultò più tanto detestabile: almeno suo fratello non avrebbe preso altra ispirazione dal Morisaki sbagliato.

Perfetto, ironizzò sprofondando il viso in una mano, la mia solita fortuna.

Allora guardò fuori il paesaggio immobile e le macchine che si muovevano a passo di lumaca nel traffico della sera, tutto rigido e ordinato in colonne. Desiderò avere quello stesso ordine anche nel proprio cuore, dove tutto era un guazzabuglio d’incertezze e fratelli porta-guai. Ma poi pensò a Yuzo e un sorriso involontario gli distese le labbra.

Sullo strisciare della sera, non avrebbe mai creduto che anche il caos potesse divenire così calmo. 

 

 

 

 


 

 

Note Finali: E i fratelli Izawa hanno avuto l’onore di aprire questa brevissima raccolta con i loro ‘moniti’! XD

O meglio: i moniti di Mamoru nei riguardi di Sen e quel rimarcare, vita natural durante, che deve stare alla larga da Shuzo Morisaki. XDDDD

Mamoru è terrorizzato all’idea che Sen possa venire influenzato dal suo Nemico Numero Uno. Se davvero tornasse a casa con i capelli arcobaleno, gli prenderebbe un colpo secco (a lui solo, però! Perché i genitori non accuserebbero più di tanto XD Diciamo che il problema in sé per sé è solo di Mamoru, ecco! LOL).

 

Anche se la storia è breve, possiamo avere un altro assaggio del rapporto che c’è tra i fratelli: a distanza. Si vogliono bene, questo è scontato, ma si conoscono molto poco e nessuno dei due fa un reale passo per andare più a fondo. Sen è vittima della fama di Mamoru, che diventa sempre più abbagliante ogni giorno che passa e preferisce restare nell’ombra. Mamoru è più grande e ha tante altre cose cui pensare e si ferma all’apparenza che vede suo fratello riservatissimo, e anche un po’ nerd, così non scava più a fondo, non pone le domande giuste e, anzi, tende a essere un po’ troppo ‘impositivo’ nei suoi confronti.

 

Nella prossima shot affronteremo un altro aspetto dei rapporti famigliari: il ‘perdono’. E non penso sia difficile indovinare tra chi. :3

 

Stay tuned! :D

 

 

 

   
 
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