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Autore: Vanex23    03/02/2020    0 recensioni
[...]
Una ragazza dai capelli biondi stava seduta fuori da un locale alle 22:00 di sabato sera, intenta a finire delicatamente la sua ultima sigaretta, cercando di non pensare a ciò che si stava perdendo all'intero del posto. I suoi occhi color cioccolato si erano quasi incantati a fissare il nulla, all'estremità della strada, da cui passavano auto su auto e aveva ormai perso il conto di quante ne aveva viste in quelle serata.
Si stava annoiando e stava aspettando e ciò la portava alla seccatura più totale perché odiava aspettare, soprattutto chi era in ritardo.
Si stava interrogando se le scelte che aveva fatto fin quella sera potevano essere giuste oppure no, ma d'un tratto si scordò pure perché stava pensando, quando incrociò il suo sguardo con uno sguardo azzurro, che la scrutavano come sempre e, uno sguardo così non te lo puoi dimenticare. Non te lo puoi dimenticare soprattutto se ci sei cresciuta insieme, se ci hai sperato almeno una volta nel vederlo addosso a te. Non te lo puoi dimenticare se ci hai passato tutte le notti più brutte della tua vita con quello sguardo che ti rassicurava [...]
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Trentanovesimo Capitolo


Era passata esattamente una settimana da quando c'era stato quell'incidente e da quando Chris aveva seriamente capito di essere esposto così tanto ai rischi per la sua vita ma ciò non lo fermava dall'andare ancora da solo in giro la notte, andando come sempre incontro a tutti i suoi casini e per di più cercando di scappare quando invece riusciva solo ad andarci sempre più vicino. Il suo unico modo per combattere questa forte passione nell'immischiarsi ai guai era bere o fumare, fumare o bere, non riusciva a trovare soluzione migliore perché ciò lo portava a giustificarsi come meglio credeva col mondo intero. Ma forse per la prima volta, dopo un anno, forse riuscì a pensare per la prima volta quasi lucidamente e riuscì a ragionare, capendo che forse per la prima volta poteva piuttosto andare da qualcuno e pensare a questo malessere che aveva dentro e parlarne con qualcuno. Senza troppe esitazione e nonostante il fatto che fosse quasi mezzanotte, uscì dal bar in cui era stato per quasi un'ora, seduto, al bancone, riflettendo tra un amaro e l'altro, mise su il cappuccio che solitamente indossava quando stava in mezzo a queste serate un po' "nere" e andò nell'unico posto in cui, da un paio di settimane, andava sempre, e che pure stando a fissarlo senza mai sfidare il coraggio, sentiva come una sorta di casa, ovvero come se fosse in parte ormai anche casa sua e il suo rifuggio. Arrivò a destinazione dopo pochi minuti, si sentì forse a disagio per la prima volta, dopo aver seriamente pensato di presentarsi in quel posto, non osò nemmeno guardare il telefono per constatare che ore fossero, tossì solo una volta col tentativo che quella tosse potesse mettere a tacere le voci che invece dentro di sé potevano arrivare addirittura ad urlare e senza guardare la direzione che stava attraversando la sua mano in quel momento, posò le dita, leggermente sul campanello della casa in cui voleva entrare quella sera, schiacciò piano, sentì il rumore e senza nemmeno continuare, lasciò immediatamente la presa perché sapeva già che quel suono era troppo e che in cuor suo quello si trattava di aver disturbato qualucun altro, che forse poteva non esserci, che forse nemmeno voleva essere disturbato e che forse stava già a disturbarsi nel suo mondo senza volere la presenza di nessun altro. Si allontanò di poco dalla porta, fermandosi nuovamente davanti al portico e davanti la finestra, notò l'ombra della tv accesa che faceva da luce e ricreava una sorte di atmosfera come se in realtà tutto ad un tratto gli fosse venuto sonno. All'improvviso una luce si aprì, pensò fosse quella dell'altra casa, invece era la finestra accanto, dove c'era la luce della cucina che la faceva da regina in quel momento. Le porte erano chiuse, ma poteva vedere una sagoma muoversi, con i capelli raccolti in una coda un po' disordinata, una felpa più grande che sembrava il costume di Batman e una mano che si avvicinava a spostare la tenda. La figura della ragazza in quel momento era davanti a lui, un po' agitata perché sapeva perfettamente che quello era l'orario meno bello del giorno per ritrovarsi sotto casa di una ragazza che forse in quel momento gli piaceva ma che con questo atteggiamento avrebbe potuto spaventare e quando anche lei notò i suoi occhi verdi che la stavano leggeramente esaminando, anche se non ci credevano nemmeno più in una semplice risposta, sorrise compiaciuta di quello che si trovò davanti. Entrambi sorrisero, ma non con gli occhi, bensì con lo sguardo e fu qualcosa di sincero e unico, più bello di un sorriso spontaneo e più bello anche dell'attesa stessa del rispondere ad un maledetto citofono mentre aspetti e capisci che forse non saresti dovuto essere lì. La luce si spense poi, la figura della ragazza sparì, Chris ritornò davanti alla porta e subito dopo si aprì la luce dell'entrata e Keira era fuori, davanti a lui, con la felpa larga grigia, le braccia che sporgevano in avanti e una mano che gli accarezzava la guancia e i capelli ancora raccolti in quella coda, mentre la frangia rimaneva su un po' disordinata. Chris si accorse di essere rimasto zitto troppo allungo e che forse avrebbe dovuto parlare, notando anche se gli occhi color nocciola della ragazza stavano praticamente diventando bui perché si stava preoccupando e perché chiunque a quell'ora sapeva perfettamente che non si sarebbe mai trovato lì per caso.

"Ciao." Disse in un sussurrò Chris, prima di sorridere di nuovo, sempre con i suoi occhi, perché sapeva che con Keira poteva e che lei avrebbe capito, ricambiando perfettamente il gesto e riportando la pace tra i due.
"Ciao. Come stai?" Chiese subito la ragazza, notando che il volto di Chris, nonostante potesse essere tranquillo, era stanco, non rilassato del tutto e il suo corpo era leggermente teso.
"Bene, grazie. Oggi ci siamo visti a scuola, per cui.." Lasciò in aria la frase, sperando che ciò lasciasse Keira soddisfatta.
"Sì, lo so, ma non siamo a scuola adesso e se sei qui vuol dire che è successo qualcosa, perciò.." Disse stavolta Keira, dubbiosa.
"No, non è successo nulla, stavolta nessuno ha potuto interrompermi dal suonarti a casa a mezzanotte e dopo essere stato due giorni in ospedale e tre giorni in casa come fossi in reclusione, oggi sono tornato a vivere." Sospirò Chris, tenendo sempre le mani dentro le tasche della sua felpa, come faceva sempre e come ormai sapeva Keira anche, quando si parlava seriamente di una cosa.
"Quindi sei qui perché volevi vedermi dopo tutti questi giorni passati in casa senza vedermi?" Domandò sorridendo la bionda.
"Sì." Sospirò Chris abbassando lo sguardo.
"Ne sono felice." Rispose Keira ancora contenta per questa piccola dichiarazione d'attenzione.
"Ma so anche che è tardi, forse ti ho svegliata, per cui posso anche andare adesso. Magari c'è tua madre dentro e potrebbe pensare molto male di me o tuo padre, oddio che ho fatto?" Chiese preoccupato il ragazzo, strofinandosi gli occhi, un po' in panico e un po' stanco.
"Sono sola. Puoi entrare e tenermi compagnia. Mia madre è a lavoro, ha il turno di notte e mio padre non vive più qui ormai, sei il benvenuto in ogni caso." Disse Keira, tirando dentro Chris per la manica della felpa.
"Ah, e tu che facevi?" Chiese il ragazzo chiudendosi il portone alle spalle.
"Ti stavo pensando sinceramente." Rispose Keira ridendo.
"Mi pensavi bene a quanto pare, visto che sei sporca di salsa all'angolo della bocca." Notò Chris, passando il pollice sull'angolo della bocca di Keira, ancora sporco.
"Eh avevo fame, perciò stavo facendo un piccolo spuntino notturno." Spiegò, sedendosi sul divano accanto a Chris. Il ragazzo di tutta risposta sbadigliò evidententemente e alla ragazza scappò un sorriso, perché notando quanto fosse comunque stanco il ragazzo, era lì da lei perché voleva veramente vederla e questa cosa la fece diventare davvero felice per quella sera.
"Assolutamente, sarebbe un peccato rimanere a digiuno." Disse Chris avvicinandosi al viso della ragazza e in quel momento Keira sentì l'odore di alcool che emanava Chris e allontanandosi di poco da lui, accarezzò i suoi capelli un po' dispiaciuta. Allora era lì perché aveva bevuto e non perché voleva davvero vederla.
"Hai bevuto?" Chiese solamente lei.
"Sì." Rispose sincero lui. Keira alzò subito lo sguardo e lo spostò sulle mani di Chris che tremavano, era nervoso e per la prima volta lo percepiva debole e così vicino a lui.
"Perché me lo hai detto se adesso stai tremando come se io non dovessi saperlo?" Chiese preoccupata Keira.
"Perché non è da me mentire e perché non ci vedo niente di male nel dirti che prima di venire qui ero a bere, ma nonostante tutto ho voluto smetterla perché volevo venire da te e vederti per smettere di pensare e di stare male. Ma adesso potrei avere paura del fatto che tu voglia sapere il perché." Spiegò calmo, apparentemente, Chris.
"Se ti fa stare meglio non te lo chiederò." Specificò Keira.
"Ma tu vorrai saperlo." Rispose subito Chris. Si voltò subito, guardando il portone. Rimase in silenzio esattamente per due secondi. Girò le spalle, si sdraiò sul divano, poggiando il collo e la testa sulle spalle di Keira, la guardò negli occhi, anche se in quel momento poteva vederla al contrario e chiuse gli occhi, strizzandoli.
"Io.. certo che vorrei saperlo, ma sempre e solo se tu vorrai dirmelo. Non costringo nessuno." Disse Keira, accarezzando con una mano la guancia di Chris e con l'altra, tenendo i capelli di Chris alzati.
"Un anno fa è morto uno dei miei migliori amici, Finn. Te lo avevo detto, penso, in infermeria, quel giorno, prima di baciarci. Da un anno, ogni notte, prima di andare a dormire, mi guardo allo specchio, cercando di riconoscermi, ma al mio posto trovo il volto di Finn che supplica di non essere ucciso e poi ci sono io in un angolo che lo guardo morire senza fare nulla, io urlo e basta, dico di lasciarlo andare, di non fargli del male ma è tutto inutile. Quando poi, provo a dormire, vedo Finn a terra, morto, in una pozza di sangue che non finisce più e che mi raggiunge, arrivando a bagnare la mia scarpa sinistra, la pistola buttata accanto al suo corpo, fredda come lui. E non  dormo. E quindi o esco e vado a bere per zittire le mie urla con le sue e il colpo di pistola che lo uccide oppure rimango a fissare il vuoto della mia camera che è uguale al vuoto che ho io dentro. Ma stasera è stato diverso, perché mi sono fermato per fermare quel vuoto e sono qui invece." Spiegò Chris brevemente.
"E adesso questo vuoto l'ho fermato io?" Domandò Keira estremamente piano e come se non volesse spezzare la pace di Chris mentre, con gli occhi chiusi raccontava questa cosa e si beava le carezze della ragazza.
"Sì." - Cominciò piano anche Chris. - "Sette anni fa, mia madre morì dando alla luce mia sorella Astrid, a Londra. Era lì con mio padre, per motivi di lavoro, mentre io ero rimasto qui da William per non saltare la scuola. Dovevo farmi dare il mio attestato come giocatore migliore dell'anno della squadra di pallanuoto ed essere il capitano della prima squadra, William sarebbe stato il coo-capitano. Il giorno dopo aver raggiunto il mio obiettivo, chiamai mia madre ma al posto suo rispose mio padre, dicendomi che era in travaglio e che ci saremmo sentiti dopo. Staccai la chiamata e aspettai una chiamata che quel giorno non arrivò mai. Dopo due ore chiamò mio padre dicendomi quello che era successo, tramite cellulare. Non andai mai al funerale di mia madre, mai. Non andai a trovarla al cimitero per ben 5 anni dopo la sua morte. Andai l'anno scorso, dopo la morte di Finn, perché non sapevo con chi parlare di Finn e andai da lei, alla sua tomba, a parlarle, a dirle che ero stato un fottuto codardo, lo ero stata con lei perché non ero riuscito ad elaborare il lutto nonostante fossero passati quasi 7 anni e lo ero stato con Finn perché potevo esserci io al suo posto." 
"Tua madre è sicuramente fiera di avere un figlio come te, Finn è sicuramente fiero di avere un amico come te." Disse Keira, asciugandosi le lacrime dopo aver sentito Chris parlare e instintivamente il ragazzo si alzò di scatto, mettendosi a sedere e guardando la ragazza coi suoi occhi grandi e verdi. Keira alzò lo sguardo su di lui e vide che erano lucidi, si stava trattenendo dal piangere, davanti a lei.
"Non ho mai pianto né per la morte di mia madre, né per quella di Finn. Ho urlato, magari anche preso a pugni i muri di camera mia, ma mai pianto." Disse Chris, facendo ritornare subito i suoi occhi normali, non erano più lucidi.
"Io ho pianto fino a finire le lacrime, per mio fratello." - Sussurrò Keira, accarezzando teneramente il viso del ragazzo. Chris chiuse di nuovo gli occhi e sospirò sonoramente. - "Ho iniziato a piangere solo sentendo lo sparo, figurati quando l'ho visto sull'asfalto davanti a me, morto."
"Sei come mia madre." Commentò Chris a voce alta.
"Cosa?" Chiese Keira, stupita.
"Tu e mia madre, ve ne fregate di mostrare al mondo le emozioni, siete cazzute per questo e nonostante tutto, io non riesco a parlare di lei al passato." Spiegò Chris.
"Più ti tieni dentro questo e più ti ucciderà. Lo so perché l'ho passato." Disse piano Keira, indicando di nuovo gli occhi lucidi di Chris.
"Non so come si faccia a tirarlo fuori, adesso." Sorrise amaramente il ragazzo.
La mano di Keira si posò sul fianco del ragazzo abbracciandolo stretto a sè. Chris ricambiò subito l'abbracciando, lasciando andare il suo volto nell'incavo del collo di Keira e beandosi del suo profumo.
"Succederà prima o poi."
"Se fuori piove, io dentro nevico. E' così che mi sento." Descrisse il suo stato d'animo il ragazzo.
Le mani della ragazza salirono dai fiachi del ragazzo alle sue spalle, per tenerlo più saldo a sé, ma quando Keira alzò lo sguardo, notò che la sua mano era sporca di sangue. Sbarrò gli occhi e allontanò di scatto Chris.
"Alza la maglietta." Gli disse subito. Il ragazzo alzò la maglietta e Keira notò una macchia di sangue sotto la felpa grigia che aveva macchiato interamente la maglietta bianca che teneva al di sotto di essa.
"Cosa succede?" Chiese confuso Chris.
"Si è aperta la ferita, quella che dovevi medicare ogni giorno, mattina, pomeriggio e sera. Lo hai fatto vero?" Chiese Keira arrabbiata.
"Certo, l'ho medicata prima di uscire di casa, alle cinque del pomeriggio." Disse Chris.
"Vieni." Lo fece alzare dal divano per accompagnarlo di sopra, nel bagno e poterlo medicare, ma il ragazzo avvertì una fitta sotto le costole non poco indifferente che gli fece prontamente uscire un lamento.
"Cazzo." Disse solamente.
"Che hai?" Domandò preoccupata Keira.
"Fa male."
"Si è riaperta, il dolore avresti dovuto averlo anche dapprima." Spiegò Keira.
"Io lo sento solo ora."
"Siediti sul WC, togli la maglietta e soprattutto cerca di stare il più rilassato possibile."
"Sei per caso un'infermiera?" Domandò un po' ridendo Chris.
"So i trucchi del mestiere.. Adesso fammi sedere un attimo addosso a te, altrimenti non so come fare." Spiegò Keira concentrata.
Per tutta risposta il ragazzo allargò di più le gambe, tenendo dalle cosce la ragazza e lasciarla lavorare. Ogni tanto le spostava qualche giocca di capelli che usciva dalla coda per posizionarsi davanti il suo volto ma non diceva nulla per distrarla, rimaneva zitto e il più fermo possibile per non sussultare al dolore e bruciore che provocava la ferita.
Il bacino di Keira si spostò lentamente un paio di volte ed essendo posizionata sopra il ragazzo, produsse in lui un senso di eccitazione non passando inosservato, soprattutto a lui.
"Keira, se continui così la vedo dura." Mormorò Chris al suo orecchio un attimo interdetto ed eccitato al contempo.
"Ho finito." Sussurrò solamente la ragazza, muovendosi ancora, ma adesso lo stava facendo apposta e sapeva che il ragazzo non avrebbe allentato la presa delle mani sulle sue cosce.
"Mhh." Disse solo Chris, prima di avvicinare il petto della ragazza al suo e schiacciare il suo seno tra il petto e le sue mani che la tenevano adesso dalla schiena. Immediatamente le labbra del ragazzo si trovarono su quelle della ragazza, baciandola, inizialmente piano e poi sempre più in modo poco casto. Keira ricambiò subito, non lasciando nemmeno aspettare il ragazzo per permettergli di inserire anche la lingua, ma al contempo continuava a muoversi su di lui e lo lasciò ancora più stupito in modo positivo, fin quando non le morse il labbro alzandosi in piedi con lei in braccio e incollandola tra il muro e il suo corpo. La coda della ragazza si sciolse del tutto e i capelli le finirono sul volto comprendo parzialmente il volto di Chris che cercava con la mano libera di spostarli senza fare male a Keira.
"Dovrei tagliarli." Disse ancora sulle labbra del ragazzo Keira.
"No, a me piacciono così." Rispose semplicemente Chris, mettendo giù Keira e lasciandola respirare. Aveva avvertito il suo essere tesa e ciò lo fece allontanare, anche se Keira teneva la sua mano sul braccio muscoloso del ragazzo.
"Che c'è?" Chiese Keira, notando il voto incupito di Chris.
"Forse ti ho spaventata." Disse a voce alta, allontanandosi di più.
"Assolutamente no." Disse Keira.
"Non sembra, stai letteralmente tremando e non penso sia perché ti ho appoggiata al muro." 
In quel momento la ragazza capì perché si trovava in quello stato. La scena le aveva ricordato di quando Joey l'aveva violentata e non riusciva a capire perché stava rovinando quel momento con Chris anche quando sapeva perfettamente che lui non le avrebbe mai fatto nulla che non volesse.
"Io.. è successa una cosa ma non voglio parlarne per ora, non voglio che tu pensa di avermi spaventata o che io non voglia baciarti o fare altro, assolutamente questo no. Non posso permettere di rovinare anche questo." Si avvicinò Keira, mostrando un sorriso sincero, mentre con la sua mano, fece voltare il viso del ragazzo, baciandolo dolcemente questa volta. Con la mano libera, andò invece a scendere, dove trovò il cavallo del ragazzo un po' gonfio.
"Signorina.." Soffiò Chris sulle labbra di Keira, mentre entrambi sorrisero.
"C'è un problema qui." Disse piano Keira.
"Un grande problema." Sottolineò Chris, facendo l'occhiolino. In quel momento, Keira, sbottonò il bottone dei pantaloni di Chris e piano piano si abbassò in ginocchio all'altezza dell'ombellico del ragazzo.
"Risolviamo subito." Rispose la bionda, ricambiando l'occhiolino del ragazzo.
"Keira.." Cominciò Chris, tenendo la ragazza per la mano, ma Keira lasciò anche la sua mano per dedicarsi interamente al membro del ragazzo e prenderlo in bocca. In quel momento, Chris cominciò a percepire davvero un senso di eccitazione molto più ampio e quando la ragazza iniziò, con più vigore a fare i movimenti, il ragazzo andò sempre più a percepire l'apice del piacere, arrivando all'orgasmo. La sua mano aveva semplicemente tenuto per tutto il tempo la testa di Keira in mezzo alle sue gambe ma non aveva tenuto conto del fatto che tutto quello che la ragazza fece, lo face senza che lui la direzionasse in nessun modo e questa cosa era stata forse una delle cose che meno si aspettava da lei. Dopo pochi minuti che il ragazzo era venuto nella bocca della ragazza, Keira ritornò in piedi davanti a lui, Chris sistemò i suoi pantaloni e tornò a guardare il viso di lei. Si avvicinò per baciarla ma la ragazza si spostò un attimo, un po' divertita.
"Chris, ho ingoiato. Fammi lavare i denti." Rispose ridendo.
"Ah sì, scusami." Disse semplicemente Chris, rimettendo anche la felpa, mentre aspettava Keira che finisse di sistemare tutto. Dopo pochi minuti uscirono insieme dal bagno e il ragazzo le prese il volto baciandola con una passione che fino a quel momento, nemmeno Keira stessa aveva percepito da parte sua.
"Adesso posso." Disse semplicemente lui, prima di baciarla ancora. Keira sorrise contro le sue labbra e ricambiò in modo passionale anche lei il bacio.
"Vuoi rimanere a dormire da me? E andiamo insieme a scuola domani?" Chiese Keira, incerta sulla risposta del ragazzo però.
"Sì. Ma sono a piedi." Rispose subito Chris.
I due scoppiarono a ridere insieme, Keira invitò il ragazzo a dormire nel suo letto con lei, lo abbracciò subito da dietro la schiena, Chris si girò a voltarla, la vide davvero felice e si scordò anche di aver pensato di averle messo paura.
"Va bene anche a piedi, io voglio andare a scuola con te, non voglio andare a scuola con la tua auto o moto." Precisò la bionda. In cambiò il bacio di Chris le scaldò cuore dandole una delle buonanotte più dolce di sempre.


***


Il giorno dopo i due ragazzi arrivarono a scuola insieme, a piedi ma mano nella mano e la cosa sorprese molto i loro amici a vedere la scena, tanto quanto loro stessi. Non sapevano nemmeno entrambi come definirsi ancora, ma nonostante ciò si sentivano un po' di appartenere l'uno all'altro e la cosa era piacevole per entrambi.
Durante la pausa pranzo, Keira, Allison e Steffy si ritrovarono insieme, al solito posto, a parlare del più e del meno ma l'entrata della bionda e il ragazzo dagli occhi verdi non era passata inosservata soprattutto alle due amiche.
"Allora.." Cominciò Allison tamburellando con le dita sul tavolo.
"Tu e Chris.." Continuò Steffy.
"Chris ha passato la notte da me, è successa una cosa stanotte e l'ho aiutato." Spiegò semplice Keira.
"Aiutato in che modo?" Chiese maliziosa Steffy, facendole un occhiolino.
"Intendo emotivamente."
"Puoi aiutare una persona emotivamente in tanti modi."
"Non sempre come tu aiuti Calum però." Disse Allison ridendo.
"Sei scorretta! E comunque anche tu aiutavi Eric emotivamente così, o no?" Chiese Steffy ridendo.
"Per la prima volta, dopo tanto tempo, ho parlato un po' a qualcuno di Eric." Disse Keira, facendo voltare Steffy ed Allison nella sua direzione.
"Com'è stato?" Chiese Allison quasi emozionata.
"Per la prima volta non è stato strano, lui capiva cosa gli stavo dicendo ed io capivo cosa mi stava dicendo." Spiegò brevemente la bionda.
"Quindi è una cosa seria." Constatò Allison.
"Keira, promettimi che con lui ci farai sesso. Devi." Disse Steffy speranzosa.
"In realtà, ho già fatto qualcosa.." Disse Keira lasciando la frase in sospeso.
"Lui ti piace, non è vero?" Chiese la ragazza, sedendosi accanto alla sua amica.
"Non penso che mi piaccia e basta, onestamente, è diverso." Spiegò la bionda, sorridendo.
"Ti stai innamorando di Christoffer!" Esclamò entusiasta Steffy.
"Stiamo esagerando." Disse Keira, voltando il suo sguardo. In quel momento stavano passando alcuni ragazzi dalla mensa, tra cui anche il gruppo di Christoffer, con William, Noora e Mercedez dietro lui. I due ragazzi si guardarono subito, incastrando perfettamente il loro sguardo senza perdersi un attimo e in quel momento, Chris face un occhiolini a Keira che ricambiò subito con un sorriso ampio e luminoso.
"Possiamo sederci qui?" Chiese Noora, arrivando subito a salutare le ragazze.
"Certo, io sto anche aspettando il mio ragazzo, sempre se si ricorda di avere una ragazza perfetta come me." Rispose Steffy, indicandosi.
"Ciao." Sorrise subito Christoffer, sedendosi a fianco a Keira, mentre con il braccio libero circondava le spalle della ragazza, appoggiando il suo braccio sullo schienale libero della sedia della bionda.
"Ciao." Rispose semplicemente lei, osservandolo. Anche solo con una maglietta nera era bello comunque e i suoi occhi verdi erano più verdi e lucidi del solito.
"Sono distrutto, oggi l'allenamento è stato mortale." Commentò William mangiando una cotoletta.
"Eh si vede, solo tu riesci a mangiare." Rispose Christoffer, anche se nel suo tono di voce era percepibile un po' di tristezza.
"Dai che dalla prossima settimana ritorni ad allentarti con noi e potrai finalmente stare in acqua, per ora devi solo visionarci." Disse William facendo tornare il sorriso al suo amico.
"Ritorno nel mio habitat." Constatò fiero il ragazzo.
"Piuttosto.. stanotte alla fine non sei venuto al ritrovo, è successo qualcosa?" Chiese William dubbioso.
"Assolutamente nulla." Rispose Chris tranquillo, ma William non fu soddisfatto della risposta.
"Sappi che se eri di nuovo in quel locale o a farti menare da qualcuno, mi incazzo." Rispose William un po' scocciato.
"Era a casa mia Will.." Disse Keira, vedendo che William si stava innervosendo e Christoffer stava perdendo anche lui le staffe.
"Ah." 
"Tu a Christoffer piaci tanto. Io lo sapevo che eri da lui, ma mi ha detto di non dire niente a William perché gliene voleva parlare di persona." Disse piano Noora, sussurrando all'orecchio della ragazza.
"Will, dobbiamo parlare un attimo. Ma dopo la scuola, vengo da te." Disse Chris facendogli un occhiolino. I due avevano un linguaggio che ormai riuscivano a capire solo loro e coi gesti difficilmente qualcun altro capiva cosa si comunicavano. Difatti Keira più volte si era accorta di ciò.
"Stavate aspettando me?" Chiese contento Calum arrivando al tavolo e baciando la sua ragazza con un bacio non del tutto casto.
"Sì, razza di idiota, io tra un'ora ho gli allenamenti di pallavolo e tu ci metti ore ad arrivare qui." Disse offesa Steffy.
"Scusami, ma ho finito ora i miei allenamenti di basket, prossima settimana abbiamo la partita e la dobbiamo anticipare per la gita." Rispose Calum, facendo notare effettivamente la stanchezza.
"Oh cazzo! La gita!" Disse Allison sconvolta.
"Cosa? Che c'è?" Chiese Steffy stranita.
"Prossima ora diranno le mete che hanno scelto per la gita." Commentò sempre Allison.
"Che ore sono?" Chiese Calum.
"Le due." Rispose Chris.
"Le mete le diranno adesso!" Esclamò Allison e tutti si alzarono dal tavolo, scappando ognuno per le proprie classi.
"Ma io avevo fame." Rispose sconsolato Calum, seguendo Steffy che lo tirava, mano nella mano, per andare in classe.








Angolo Autrice:

EECCOMIIIIIIIIIII dopo quasi più di un anno e mezzo (scusatemi, ci colpa l'università per avermi tolto tutto questo tempo) ho aggiornatooooo. E' un capitolo abbastanza normale in realtà questo, da transizione a qualcosa di nuovo, anche perché io ritorno sempre ad aggiornare comunque o almeno ci provo sempre per voi che seguite ancora la mia storia e spero ovviamente che vi stia piacendo. Che dire, ancora ne succederanno di altre quindi tenetevi pronti sempre e comunque. 
Ovviamente vi lascio sperando che vi sia piaciuto anche questo capitolo e vi auguro buona lettura.
Al prossimo aggiornamento.
xoxo, Vanex23



 

SPOILER:


[...]
"Puoi attaccarmi quanto vuoi, in una scuola io non risponderò mai." Disse il ragazzo sorridendo.
"Fermati!" Gli dissero i suoi amici.
[...]
  
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