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Autore: _Amaryllis    03/02/2020    3 recensioni
Fu solo a lavoro, solo soletto in una libreria deserta e poco frequentata, che si ricordò del giornale che aveva nella borsa. Non avendo molto da fare e avendo sistemato gli ultimi arrivi già da qualche oretta, si permise di essere una normale persona con normali interessi e recuperò il giornale, dalla cui prima pagina tuonava con fare minaccioso “Megxit: a rischio la corona?”. Sbuffò, quasi tentato di rimettere in borsa il quotidiano, se non proprio buttarlo, ma si fermò col braccio a mezz’aria, attirato dal nome sull’editoriale in prima pagina: Arthur Pendragon. Ed ecco che gli partì una risata isterica, totalmente fuori luogo, che gli meritò un’occhiataccia perplessa dell’unico signore di mezza età presente in biblioteca – che, a dirla tutta, gli ricordava un po’ Gaius. Non poteva trattarsi di lui. Lui che non si era degnato di tornare con conflitti mondiali, epidemie, osava tornare perché un principe aveva deciso di trasferirsi oltremanica? Questo era il colmo! Un Pendragon a commentare le vicende di un Windsor.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Prologo


Merlin diede inizio alla sua mattinata con una sensazione strana, di febbrile eccitazione, totalmente fuori dalla normalità, visto la monotonia che connotava la sua vita nel gennaio del 2020. Prima di uscire di casa si guardò allo specchio: aspetto stanco, occhi cerchiati di sonno, t-shirt anonima e jeans ancora più anonimi, sembrava un normale adolescente del terzo millennio con quelle cuffiette che gli spuntavano sotto la felpa. Anzi, forse sarebbe sembrato un adolescente vecchio stile, visto che si rifiutava categoricamente di cadere in quella malsana versione di cuffie senza filo che avrebbe perso due minuti dopo esserne entrato in possesso. Dopo essersi voltato, si girò di scatto un’ultima volta verso lo specchio, come mosso da un’improvvisa illuminazione: doveva fare qualcosa per il suo aspetto, farsi crescere la barba, invecchiare un po’. Avrebbe dovuto mostrare più o meno venticinque anni, per Diana, non certo diciassette!
Sulla scia di quei pensieri sul mantenimento di una vita normale secondo i canoni prettamente umani, chiuse dietro di sé la porta del piccolo buco che chiamava appartamento e si diresse verso la metro, pronto per dare inizio a una delle sue solite giornate, senza scopo come da un migliaio di anni a quella parte.
Nel suo cammino, schivò un ragazzino su uno skateboard e, poco più avanti, bloccò sul nascere lo scontro tra una portatrice di caffeina in bicchiere con un viaggiatore su monopattino: i suoi sensi, sempre all’erta, servivano ormai per lo più per i piccoli incidenti di vita quotidiana.
A pochi metri dalle scale che lo avrebbero portato al reticolo sotterraneo di mezzi in acciaio, afferrò di malavoglia un giornale gratuito che un ragazzo gli porgeva e lo mise alla rinfusa nella borsa a tracolla malmessa, senza neanche dare un’occhiata alla prima pagina. Varcato il passaggio, seguì la schiera di lavoratori e studenti diretti nella sua direzione, confondendosi nella mischia senza troppe pretese. Si isolò completamente grazie alla musica del suo walkman, retaggio degli anni ‘90 che portava in giro con orgoglio, e non sentì nulla della conversazione delle sue vicine di posto, tutte preoccupate dell’ultima news riguardante i reali d’Inghilterra.

Fu solo a lavoro, solo soletto in una libreria deserta e poco frequentata, che si ricordò del giornale che aveva nella borsa. Non avendo molto da fare e avendo sistemato gli ultimi arrivi già da qualche oretta, si permise di essere una normale persona con normali interessi e recuperò il giornale, dalla cui prima pagina tuonava con fare minaccioso “Megxit: a rischio la corona?”. Sbuffò, quasi tentato di rimettere in borsa il quotidiano, se non proprio buttarlo, ma si fermò col braccio a mezz’aria, attirato dal nome sull’editoriale in prima pagina: Arthur Pendragon. Ed ecco che gli partì una risata isterica, totalmente fuori luogo, che gli meritò un’occhiataccia perplessa dell’unico signore di mezza età presente in biblioteca – che, a dirla tutta, gli ricordava un po’ Gaius. Non poteva trattarsi di luiLui che non si era degnato di tornare con conflitti mondiali, epidemie, osava tornare perché un principe aveva deciso di trasferirsi oltremanica? Questo era il colmo! Un Pendragon a commentare le vicende di un Windsor.
Ricompostosi dallo sgomento, sistemò di nuovo il giornale e, con un’attenzione che mai avrebbe riservato a un articolo su simili fatti, iniziò a leggere per capire se si trattasse di un’assurda coincidenza o altro da identificare.
 
Una questione reale
di Arthur Pendragon
Checché ne dicano i più, una notizia del genere era nell’aria già da tempo. I duchi di Sussex smettono di essere membri senior della Corona. Scelta logica, ritengo io, dopo la débâcle del giornalismo inglese degli ultimi due anni: un tiro a bersaglio senza sosta, con i due duchi nel mirino.
Attenzione: chi vi scrive è un fervente repubblicano, convinto che la monarchia sia ormai un’istituzione obsoleta, fuori dal tempo, buco nero dei soldi dei contribuenti…
 
E lì Merlin fu costretto a reprimere un attacco di risate come non ne aveva da quando… Non ne aveva idea, da quando. Possibile che A) l’asino fosse tornato; B) l’asino fosse tornato per la Megxit; C) l’asino riteneva che la monarchia – la monarchia! - fosse un’istituzione obsoleta? O quello era uno scherzo del destino e semplicemente si trattava di un caso – assurdo peraltro – di omonimia oppure la morte aveva cambiato totalmente l’assetto cerebrale del re di Camelot. Scettico se continuare la lettura o no - di uno scetticismo totalmente di facciata, perché moriva dalla voglia di sapere di più sul ritorno del suo principe – Merlin si chiese se allora fosse davvero giunto il momento, se fosse la Corona ad aver richiesto la presenza del Re del Passato e del Futuro e che cosa questo comportasse. E davanti a tutti quegli interrogativi, le cui risposte gli erano oscure, solo a una domanda seppe rispondere, e cioè se fosse o meno pronto a quel nuovo capitolo della storia di Camelot: aveva atteso migliaia di anni e più, non sapendo quanto dovesse aspettare, ma era certo di essere pronto per il suo re. Se davvero fosse tornato.











 
Angolo dell’autrice

Salve!
Dopo un paio di anni ci riprovo. Tempo fa ho scritto sono una brevissima fic in questa sezione e mi è sempre rimasta la voglia di scrivere una long ma, vuoi per pigrizia, vuoi per mancanza di ispirazione duratura, non riuscivo mai a portare a termine qualcosa di meritevole di pubblicazione. Non che questo prologo sia meritevole di pubblicazione – sta a voi questa decisione ;)
Detto questo, se siete arrivati fin qui vi ringrazio per il tempo che mi avete concesso, ci risentiremo presto!
[Edit 19.41: ho corretto The Once and Future King in Il Re del Passato e del Futuro, scusatemi, è che di solito penso alle cose relative a Merlin in inglese e avevo lasciato in inglese anche questa espressione]
Amaryllis
  
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