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Autore: Nephertiti    04/02/2020    1 recensioni
* Sequel di "Girl of light"
E' trascorso un mese da quando Mitsuko ha varcato la soglia d'ingresso di villa Sakamaki.
Il suo rapporto con i sei fratelli sembra aver raggiunto un equilibrio.
E mentre la ragazza si gode le vacanze estive, qualcuno la osserva nell'ombra.
L'arrivo di una nuova famiglia di vampiri porterà a galla nuove verità sul conto di Mitsuko.
Lei è molto più di una sposa sacrificale e lo scoprirà ben presto a sue spese.
***
Non è necessario aver visto entrambe le stagioni dell'anime, tuttavia sarebbe il caso di leggere la mia prima fanfiction.
La trama si intreccia appena con le vicende di "Diabolik lovers more blood"
Ma non tutto è come sembra.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 19

- The peace before the Storm -

 

 

 

 

 

 

Dopo qualche ora passata ad ascoltare musica, tralasciando il piccolo intervallo in cui Shu, incapace di resistere oltre, mi aveva morsa, era ormai mezzogiorno e decisi di andare a preparare dei biscotti.

Più precisamente, i biscotti preferiti da Kanato.
Nella speranza di ristabilire l'equilibrio che avevamo raggiunto, prima di essere "sequestrata" dai Mukami.

Andai in cucina e disposi tutti gli ingredienti sul bancone.
Il caso volle che Kanato si materializzasse all'improvviso alle mie spalle, facendomi sussultare.
Quando mi ripresi dal quasi-infarto che mi aveva fatto venire, gli domandai se volesse aiutarmi, tuttavia rifiutò con vigore.

Dimenticavo che non avevo a che fare con Azusa.
Decisi che la strategia migliore, sarebbe stata ignorarlo.
Così mi dedicai all'impasto, osservata dallo sguardo vigile del vampiro e anche del suo orsacchiotto.
Una volta messi in forno i biscotti, aspettai che cuocessero e provai un'altra tattica.
"Si, anche io penso che verranno molto buoni, Teddy." esclamai, rivolgendomi al pupazzo.

Kanato mi osservò, in un misto di stupore e gelosia.
Nessuno poteva rivolgersi al suo orsacchiotto.
Almeno non senza la sua approvazione.
Ma io non ci badai, in questo modo avrei costretto il vampiro a parlare con me.
"Ne potrai assaggiare uno, se vorrai!"
Kanato assunse un'espressione stizzita.
"Teddy non parla con te."
"Eppure lo sta facendo, diglielo Teddy." continuai, sperando fosse il metodo giusto.

Non volevo provocare Kanato, sarebbe potuto diventare molto molto violento.
Ma notai che bisbigliava qualcosa all'orecchio del peluche e forse la mia tattica aveva funzionato.
"E dunque?"
"Ha detto che non vuole assaggiare i tuoi biscotti."

Scrollai le spalle e li estrassi dal forno, il profumo invase la cucina.
Kanato li osservava di sottecchi.
"Ma posso assaggiarli io per lui.", aggiunse, avvicinandosi timidamente.

Provai a celare un sorriso soddisfatto e porsi il vassoio con i biscotti fumanti al vampiro.
Ne prese uno e lo mangiò avidamente, non curandosi del fatto che fossero ancora bollenti: in fondo, non glieli preparavo da tempo.

"Pensi che a Teddy piacerebbero?", domandai.
Kanato si pulì le labbra con il dorso della mano e bofonchiò qualcosa al peluche, poi tornò a guardarmi.
"No."
Il mio tentativo di riappacificarmi era fallito.
Esasperata, sistemai i biscotti in una ciotola, chiunque ne avesse avuto voglia, avrebbe potuto assaggiarli.
Ne rubai uno e mi avviai fuori dalla cucina, ma, prima di uscire, Kanato parlò a bassa voce.
"Teddy, a me piacciono i biscotti di Ellen."
Scossi il capo e sorrisi, poi imboccai la scalinata d'ingresso.

***

Dopo aver sgranocchiato il biscotto, passai davanti la stanza col piano e mi dissi che suonare mi avrebbe fatto bene, era da tempo che non potevo dedicarmi a quello strumento musicale.
Mi accomodai sullo sgabello ed iniziai a far scorrere le dita sui tasti.
Suonai una melodia semplice, non che ne conoscessi molte, e, senza rendermene conto, tutte le preoccupazioni vennero assorbite dalla musica.

"Bitch-chan non credevo sapessi suonare il piano."
Al suono della sua voce, produssi una nota stonata e sollevai le dita, colta di sorpresa.
"Conosco solo qualche melodia."

Il vampiro si avvicinò e mi fece un gesto con la mano: capii le sue intenzioni e gli feci spazio sullo sgabello.
Si accomodò al mio fianco e mi fissò divertito.
Sapeva che effetto mi provocava la sua vicinanza.
Ero molto più rigida e le guance si tingevano di un lieve rossore.
Per non parlare dei battiti cardiaci accelerati, che il suo udito supersviluppato sicuramente percepiva.

"Potrei insegnarti qualcosa.", propose Raito.
Ricordai a me stessa che lui non aveva alcun interesse nei miei confronti, nulla che andasse oltre l'attrazione fisica.
Probabilmente era annoiato e si stava offrendo per farmi da maestro, pur di passare il tempo.
Ad ogni modo accettai, ci tenevo a migliorare le mie capacità musicali.

Quindi iniziò a suonare: riconobbi immediatamente, e con stupore, il brano: si trattava della melodia del mio carillon.
Possibile l'avesse imparata per me?
No, probabilmente la conosceva già.
Quella melodia mi aveva sempre trasmesso una certa tristezza, forse perché mi ricordava la mia vecchia vita, la normalità e mio padre.

Eppure, in quel momento, emanava una strana sensazione, strana ma senza dubbio positiva.
Ed ero ben lieta di impararla: impiegai diversi minuti per ricordare le note principali, il resto venne da sé.

Nel giro di un'ora riuscii a riprodurre il brano senza l'aiuto di Raito, che mi osservava compiaciuto.
"Impari in fretta, Bitch-chan."
Lo ringraziai timidamente, forse avrei dovuto approfondire gli studi, ma da bambina non capivo quanto fosse soddisfacente saper suonare il pianoforte.

All'improvviso, una mano si posò sulla mia.
"Hai delle dita agili - mormorò Raito, portandole vicino le labbra - e anche così esili."
Quando il vampiro mi leccò un dito, strabuzzai gli occhi.
"Raito."
Doveva essere un rimprovero, ma uscì come un sospiro.
Il rosso ridacchiò malizioso e leccò di nuovo indice e medio, più lentamente stavolta.
Mi sentii avvampare.
"Che stai facendo?" squittii, decisamente imbarazzata.
"Ti assaggio... sei così deliziosa."

Provai a liberarmi della presa, ma fu un tentativo inutile.
E così il vampiro strattonò a sé la mia mano, mordendomi il polso.
"Così dolce..." sussurrò, mentre il mio sangue gli macchiava le labbra.
Lo leccò via.
Sarebbe stato un gesto seducente, se non si fosse trattato del mio sangue.

Non poteva essere, che ne so, cioccolata? pensai.
Mi afferrò il collo, senza alcun preavviso, e sussultai: che intenzioni aveva?
"Bevo il tuo sangue più e più volte, ma non è mai abbastanza.", dichiarò, stringendo le dita intorno alla gola.
Constatai che era già la seconda volta, nello stesso giorno, che mi ritrovavo in quella situazione.
Possibile che tutti mi volessero strangolare?
Ed io avevo anche scelto di ritornare in quella casa...
"Mi... soffochi." mormorai.

Il vampiro inspirò il mio profumo, esalando un piccolo sospiro di piacere.
Dimezzò la poca distanza che ci divideva, sempre tenendo la mano intorno al mio collo, e i suoi occhi verdi brillarono.
"Mi farai impazzire."

"Se solo... - cercai di dire, respirare mi costava fatica - se solo capissi ciò che provo..."
Raito scansò la mano, permettendomi di respirare, e mi fissò confuso.
"Cosa vorresti sentirti dire, Bitch-chan?"
Abbassai lo sguardo: non poteva dirmi ciò che avrei voluto sentire.
Non era nella sua natura.
"Se non vuoi parlare - esclamò all'improvviso - allora sentirò la tua voce soave in altro modo."

Mi morse sul collo con foga, strappandomi un mugolio di dolore.
Bevve avidamente il mio sangue e io mi sentii svenire.
"Mi... mi fai male..."
Notai le sue guance tingersi di un lieve rossore, ben evidente sulla carnagione chiara.
Ritrasse i canini e leccò le labbra.
"La verità è che ti piace sentire le mie zanne dentro di te."
Anche io arrossii ed ignorai il doppio senso.

"Non è questo che voglio!", protestai.
Ma Raito sorrise languido.
"In fondo ho ragione."
"Lo sai che non è questo!"

Ero frustrata: possibile non riuscisse a capire che ne ero innamorata?
Per tutta risposta, il vampiro si abbassò per mordermi nuovamente, ma presi il suo volto tra le mani e gli stampai un bacio sulla bocca.

Lui rimase per un momento a fissarmi, inebetito.
Di certo non si aspettava un gesto simile da parte mia.
Desideravo farlo da tempo, ma avevo sempre il timore che lui avrebbe frainteso.
In quell'istante, però, avevo agito di impulso e non me ne pentii.

Inaspettatamente, Raito mi afferrò per i fianchi e mi sollevò.
Io cacciai un urletto e mi ritrovai seduta sul pianoforte.
Poi si avventò sulle mie labbra, come se ne avesse un disperato bisogno.
Ed io ricambiai.

Sapevo che per lui, probabilmente, era solo un desiderio carnale da soddisfare, ma in quel momento non ci badai.
L'unica cosa che riuscivo a percepire erano le labbra impetuose del vampiro... La sua lingua famelica.
Tecnicamente, non era il mio primo bacio.
Oltre a quel bacio a stampo, che Raito mi aveva rubato settimane prima, a quindici anni, durante una serata estiva tra amici, mi ero scambiata un piccolo bacio con il ragazzo per cui avevo una cotta.
Tuttavia era stato un bacio breve e poco piacevole.

Avrei preferito ricevere da Raito il primo bacio.
Forse lui aveva ricevuto baci migliori e, sicuramente, non gli attribuiva tanta importanza quanto invece ne davo io.
Ma la passione con cui cercava le mie labbra, la smania con cui mi stringeva a sé per i fianchi, mi scombussolavano lo stomaco, mi percuotevano l'anima.

Mi allontanai un istante, per riprendere fiato e calmare il cuore, che batteva all'impazzata.
E Raito ne approfittò per scendere a baciarmi il collo.
Credevo mi avrebbe morsa, invece si limitò a leccare la mia pelle.

"Bitch-chan... - mugolò - non credevo che volessi certe attenzioni. Avresti dovuto dirlo subito."
Tornò a guardarmi con i suoi incantevoli occhi smeraldo, attualmente ricolmi di lussuria.
"Se l'ho fatto è perché io ti...- inspirai a fondo - io ti a..."

Raito si allontanò repentinamente, lasciandomi di stucco.
Sembrava che avesse percepito qualcosa.
Poi parlò.
"Tuo padre è qui."

   
 
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