Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: _Naki_    04/02/2020    1 recensioni
Questa storia è una Klaine ed è ispirata al romanzo " Our Souls at Night" , opportunamente riveduto per adattarsi alla nostra coppia :)
- - - - - -
Kurt Hummel e Blaine Anderson sono due uomini soli che vivono uno accanto all'altro da quasi vent'anni, ma che non si sono mai interessati l'uno all'altro. Tutto cambia quando una sera Blaine si presenta a casa di Kurt con una proposta molto particolare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Premessa: ciao a tutti! mi è venuta questa idea simpatica e volevo provare a renderla qualcosa di concreto. Non so se riuscirò ad arrivare alla fine, perchè non ho mai fatto un adattamento di questo tipo e non sono sicura di come gestirò la situazione con l'avanzare dei capitoli. Comunque , farò del mio meglio .
La storia è tratta dal romanzo " Our Souls at Night" di K. Haruf che ho letto in lingua originale ed ho trovato davvero stupendo, leggetelo se vi va, è molto breve! Tendezialmente resterò molto fedele al libro, salvo i casi di scene non adattabili ( speriamo di non fare un disastro! ). Pensavo di seguire capitolo per capitolo il libro e riprendere nella struttura i fatti salienti, per poi arricchirli e modificarli a mio piacimento. 
Ora faccio ancora due precisazioni: nel libro la storia non è ambientata a New York; ed i personaggi sono piuttostosto anziani, mentre i Klaine di questa storia avranno all'incirca quarant'anni. Inoltre, alcune caratteristiche e aspetti dei due protagonisti saranno un po' diversi, in parte per mia scelta personale, in parte perchè riducendo l'età dei personaggi di una ventina d'anni, certi passaggi non era proprio adattabili.

 
 
Detto questo, buon divertimento! 
Aggiornerò una volta a settimana :) 
Naki 


 



1.
 

Sing me to sleep

I don't want to wake up

On my own anymore

( Asleep, The Smiths.  https://www.youtube.com/watch?v=5mF4pKSi2SU )



 
 
Era il 13 Maggio, un giorno che Blaine Anderson e Kurt Hummel avrebbero ricordato per sempre. Erano vicini di casa da molti anni, ma escludendo i convenevoli d’occasione, non si erano mai rivolti realmente la parola. Per anni avevano vissuto l’un accanto all’altro sapendo dell’esistenza reciproca, ma ignorandosi. Per anni, a pochi metri di distanza senza mai realmente incontrarsi, si erano osservati senza mai spendere tempo a esaminarsi per davvero.
Poi arrivò quel giorno speciale, il giorno in cui Blaine Anderson fece una chiamata a Kurt Hummel. Era una tranquilla serata di Maggio con una lieve brezza né troppo fredda né troppo calda, solo piacevole. Il sole aveva già attraversato l’orizzonte di New York costellato dai grattaceli  e il quartiere era immerso in quella lieve penombra che  precede l’oscurità della notte.
Dalla zona in cui vivevano si vedevano in lontananza i grandi palazzi scurirsi al tramonto come inchiostro nero su tela infuocata, per poi illuminarsi delle prime luci artificiali con il buio. Abitavano uno accanto all’altro in St. James Street, nella zona dell’Upper West Side più vicina a Central Park. I loro appartamenti, pur situandosi in due condomini adiacenti, erano materialmente attaccati: un solo muro li separava, rispettivamente quello della cucina e della camera da letto.
Era stata una giornata afosa, ma al giungere della sera la temperatura si era lievemente abbassata. La lieve brezza primaverile accarezzava la pelle del braccio stretta nella leggera camicia a quadri, provocandogli una leggera pelle d’oca. Si passò distrattamente una mano su di esso per darsi un po’ di calore. Camminò lungo il breve pezzo di strada che separava i due edifici e salì le scale fino al piano dove si trovava l’appartamento di Kurt.
Quando Kurt venne alla porta rimase stupito di vederlo. Lo riconobbe subito, era Blaine Anderson, quel ragazzo sempre gentile e dal sorriso dolce che viveva nel condominio “ Orchidea” affianco al suo. Quel ragazzo che qualche anno prima era finito sulla bocca di tutti per la morte improvvisa del suo compagno, proprio qualche mese dopo il tragico incidente che aveva coinvolto il loro bambino più piccolo.
Blaine Anderson era proprio lì, davanti alla sua porta, e lo fissava con un sorriso timido e lievemente imbarazzato sul volto sciupato, ma comunque bello. Gli occhi non avevano più quella scintilla di purezza che aveva catturato Kurt le poche volte che li aveva incontrati; erano più duri, maturi, quasi sofferenti.
“ Posso entrare? Devo parlarti di una cosa “ disse, proprio come si stesse rivolgendo ad un suo amico abituale, non ad uno sconosciuto di cui a malapena conosceva il nome e l’aspetto. Kurt si riprese dallo stupore iniziale e, non sapendo che altro fare ed incuriosito dal suo strano comportamento, si fece da parte e lo lasciò entrare.
Blaine Anderson non disse più niente, semplicemente percorse il piccolo salotto di Kurt e si sedette sul divano in pelle a due posti al centro della stanza, proprio davanti al pianoforte da muro.
“ Posso offrirti qualcosa da bere?” tentò di fare gli onori di casa, un po’ in imbarazzo. Era da tempo che non riceveva visite. Tutti gli amici che aveva se n’erano andati insieme ad Adam, il suo compagno dai tempi del college e poi marito, che quindici anni prima era morto in un incidente stradale, lasciandolo da solo ad occuparsi della loro bambina di appena quattro anni. Era stato un duro colpo, perché fra loro due Adam era quello che dava la forza ad entrambi per affrontare la vita. Ed erano stati anni duri perché si era trovato impreparato a tutta una serie di difficoltà, come la crescita di Amy, le incombenze quotidiane e il dover imparare a farsi forza da solo per andare avanti. Era arrivato ad odiare Adam per averlo abbandonato.
No, grazie. Tanto non rimarrò qui a lungo, di certo non abbastanza per bere qualcosa “ disse Blaine in tono educato, sempre quel timido e composto sorriso tirato in volto. Poi si guardò intorno “ La tua casa è davvero carina, Kurt ”
“ Non devi dirlo per forza. Adam era quello che rendeva la casa “ carina”. Io sto solo tentando di imitarlo, ma non mi riesce bene allo stesso modo” gli uscì di getto, con noncuranza. Si portò subito una mano alla bocca, stupito. Non era da lui nominare così Adam, come se avesse superato e accettato il lutto e  fosse nella posizione di poter nominare suo marito morto senza conseguenze. D’altronde, non era nemmeno da lui avere visite e parlare con qualcuno di cose che non riguardassero formalità o convenevoli. La verità era che era impreparato a quella situazione perché non rientrava nei suoi schemi; quello strano comportamento del suo vicino di casa non rientrava nelle sue abitudini.
Portò lo sguardo su Blaine, che era rimasto per tutti il tempo in silenzio a fissarlo, come se stesse analizzando la sua reazione dall’esterno in un modo così penetrante che Kurt ebbe quasi paura che potesse entrargli direttamente nel cervello con quegli occhi così grandi e dal colore indefinito.
Ci stai riuscendo bene. Non vengo qui da anni, ma le cose non sono affatto cambiate ” disse poi, accompagnando le parole con un gesto della mano. Alla fine sorrise. Era un sorriso comprensivo, che significava “ sta tranquillo, so cosa stai pensando e non hai bisogno di dirmi nulla”.
Blaine poi guardò fuori dalla finestra della cucina, quella che dava sull’orizzonte della città che la notte stava lentamente inghiottendo nella sua oscurità.  
Kurt si soffermò ad osservarlo per davvero, per la prima volta quella sera da quando era piombato in casa sua. Notò che anche su di lui il peso degli anni aveva iniziato a farsi sentire. Era ancora in piena forma fisica come un ventenne; ma stava iniziando a formarsi qualche ruga in più intorno agli occhi e nel complesso esibiva un’espressione più matura.
“ Probabilmente ti starai chiedendo che cosa ci faccia qui” disse poi, distogliendolo dalla sua contemplazione.
“ Beh, non credo proprio che tu sia venuto fin qui per dirmi che il mio appartamento è carino “ rispose Kurt, recuperando un po’ della sua sottile ironia. Era un buon segno, significava che stava iniziando a reagire positivamente alla situazione piuttosto che rimanerne travolto passivamente.
Blaine lo fissò di nuovo in modo penetrante, facendolo vacillare nella sua sicurezza appena riacquisita  “ No infatti, volevo chiederti una cosa” disse poi, calmo.
“ Chiedermi?”
“ Si esatto. Si tratta di … una sorta di proposta” aggiunse.
Kurt lo fissò, confuso “ Okay …” non aveva mai amato le faccende misteriose, o qualunque cosa suonasse ambigua.
Non sto per farti una proposta di matrimonio “ ironizzò lui, forse nel tentativo di far distendere l’espressione corrucciata che si stava formando sul viso del castano. Fu una mossa vincente.
Non l’avevo neanche pensato “ rispose infatti Kurt, accennando un sorriso. Il primo di quella sera.
“ In ogni caso, è una questione che riguarda in parte lo stare assieme. Ma … non so se ce la faccio ora. Forse, è meglio andarci piano” rise debolmente, sembrava quasi imbarazzato “ Ciò che ho appena detto assomiglia molto ad un comportamento di coppia, vero?”
 “ Che cosa?” chiese Kurt, faticando a seguire il filo del suo confuso discorso.  Blaine gesticolava e farfugliava alternando ad un tono di voce tendenzialmente basso acuti  improvvisi che rendevano difficile stargli al passo. 
Andarci piano” specificò Blaine, disinvolto.
“ Si … Potrebbe sembrare”
Si, vero. Dunque  … ho cambiato di nuovo idea, te lo dirò ora. Meglio togliere il dente subito ” dichiarò il moro, sistemandosi meglio sulla sedia, come se ciò che stava per esplicitare necessitasse di un minimo di formalità. Kurt notò che ora i suoi occhi brillavano leggermente di un qualcosa che non riusciva bene a decifrare.
Sto ascoltando” lo incoraggiò , sempre più curioso ed un po’ divertito da quello strano comportamento.
Mi chiedevo se volessi considerare di venire qualche volta a casa mia a dormire …  la notte, intendo
Kurt spalancò gli occhi e la bocca di colpo, non proprio sicuro di aver capito bene ciò che Blaine gli aveva appena chiesto; a quel punto nemmeno così sicuro di non star vivendo un sogno tremendamente realistico. Questa seconda ipotesi avrebbe spiegato molte cose, rottura degli schemi prestabiliti in primis.
Cosa??! Sei pazzo?” esclamò dando voce alle uniche due parole che  gli rimbombavano nel cervello. Si pentì subito dopo della sua irruenza. 
Lo so, suona strano. Ma … voglio dire … siamo entrambi soli … siamo simili … e siamo stati per nostro conto per un sacco di tempo, troppo forse. Per anni. Io … mi sento solo. E credo che anche per te sia la stessa cosa, lo vedo nei tuoi occhi. Mi chiedevo se la notte volessi venire e dormire accanto a me. E … parlare
Kurt lo squadrò da cima a fondo, ancora sconvolto. Si sentiva curioso ora, ma  decise di rimanere estremamente cauto. Era un proposta strana, non c’erano dubbi al riguardo; e non se la sentiva di esprimere un parere a mente calda, senza aver soppesato le varie variabili. Lui e Blaine Anderson erano due perfetti sconosciuti, non erano neanche definibili conoscenti. Adam e Sebastian, i rispettivi compagni, quando erano vivi erano soliti scambiarsi quattro chiacchiere di tanto in tanto, non certo loro. E da quando entrambi erano scomparsi le interazioni reciproche si erano ridotte all’osso. Si chiese se quella strana proposta non fosse altro che un tentativo di Blaine per avvertirlo che si sentiva solo e che voleva una “data” compagnia, più personale di quella che traspariva esplicitamente dalle sue parole. Nell’eventualità, non sapeva davvero come avrebbe reagito, nella sua vita ne aveva combinate parecchie ad Adam, ma lo aveva comunque amato molto, e forse lo amava ancora. Nonostante fosse ancora giovane e avvenente e nelle condizioni più che giuste per trovarsi un nuovo compagno non era sicuro di poter sopportare l’idea di mettere da parte i suoi ricordi con Adam, nonostante l’idea apparisse in parte allettante.
Non stai dicendo più niente. Ti ho lasciato senza parole?” Chiese poi Blaine dopo minuti di silenzio.
Kurt alzò lo sguardo ceruleo sul moro e aprì la bocca per parlare; ci vollero ancora una paio di secondi prima che effettivamente le sue corde vocali decidessero di funzionare.  “ Credo di sì” mormorò.
Non sto parlando di sesso. Nel caso te lo stessi chiedendo” aggiunse con espressione decisa in volto che non lasciava spazio a repliche di sorta. Ciò sollevò in parte Kurt, ed in parte lo deluse. Non c’erano più dubbi al riguardo e l’idea di non sapere in realtà quali fossero le sue intenzioni rendeva la situazione in sé più entusiasmante. Ed erano anni che qualcosa di eccitante non entrava nella sua vita.
Si. Me lo stavo chiedendo, in effetti
Nono,  niente sesso “ ripeté Blaine, scuotendo risolutamente la testa “ Non intendevo questo. Io credo che, dopo quello che è successo, sai … Non mi sono più sentito attratto sessualmente da nessuno. Io parlavo solo di superare la notte. E stare insieme a letto, per tenerci compagnia. Sai … la notte è il momento peggiore. Tu non credi?”
“ Si, lo penso anche io”
Stupido. Kurt si sentiva un vero idiota ad aver fatto pensieri simili sul sesso quando per Blaine sembrava essere un  argomento intoccabile. E si sentì anche leggermente infastidito, in quel modo particolare che ti coglie quando credi che la persona davanti a te sia migliore di te stesso. Blaine aveva detto di aver perso l’impulso sessuale perché doveva considerare la sua relazione con Sebastian davvero unica e speciale, così speciale da privarsi di quel piacere per sempre dopo la sua dipartita. Per Kurt non era così, lui lo sentiva eccome l’impulso sessuale, e non era certo la prima volta che faceva un pensiero del genere su qualcuno. Lui non era stato e sicuramente non era un compagno sincero e fedele come doveva essere Blaine. E questo, faceva male ammetterlo, lo faceva sentire inferiore.
“ Io finisco sempre per prendere i sonniferi per andare a dormire e poi leggere fino a tardi. Quando mi sveglio mi sento sempre intontito. Non è così bello, soprattutto se capita ogni giorno … né per me, né per chiunque altro “ aveva continuato Blaine, non rendendosi conto del tormento interiore del castano.
“ L’ho fatto anche io, per un periodo” confessò. Ed era vero, i primi tempi, quando Amy era ancora molto piccola , non potevano permettersi di non dormire la notte e non avere le forze per affrontare la giornata. Quando poi era cresciuta, la sua routine si era decisamente tranquillizzata ed anche il suo sonno si era leggermente regolarizzato.
I loro sguardi si incontrarono di nuovo e restarono a fissarsi in silenzio. Lo sguardo di Kurt era serio, impassibile; quello di Blaine lucido e profondo, come se fosse così pieno di emozioni ormai troppo difficili da trattenere .
“ Io credo che potrei dormire di nuovo se ci fosse qualcun altro a letto con me. Qualcuno di … piacevole. E non sarebbe nemmeno così male … parlare nella notte, nell’oscurità” disse poi. Aspettò una risposta da parte di Kurt e lo fece senza distogliere lo sguardo penetrante dal suo viso. Aveva fatto la sua confessione e, anche se non voleva realmente darlo a  vedere forse nemmeno a se stesso,  pretendeva una risposta.  Dal canto suo,  Kurt si sentiva tremendamente sottoanalisi.
“ Io non so davvero che dirti” mormorò Kurt, passandosi una mano nel ciuffo “ Quando vorresti iniziare questa cosa? “
Gli occhi di Blaine a quella domanda si illuminarono. Kurt lo vide sistemarsi meglio sulla sedia, di nuovo sull’attenti. “ In qualunque momento tu voglia. Se …  “ aggiunse, soffermandosi bene sul se “ vuoi tentare … anche questa settimana. Tipo … domani
 “ Lasciami il tempo per pensarci “ rispose Kurt.
“ D’accordo” disse Blaine, tranquillamente “ Ma voglio che tu mi chiami il giorno che vorrai venire, se succederà. Così so che dovrò aspettarti” agli occhi di Kurt sembrava davvero convinto su questa cosa, il ché lo fece quasi dubitare che se lui non avesse accettato sarebbe andato a proporlo a qualcun altro.
“ Va bene. Lo farò “ lo assicurò.
“ Allora … attenderò tuo notizie” disse il moro, alzandosi dal divano e dirigendosi verso l’uscita.
E se russassi??” gli chiese Kurt quando fu esattamente al suo fianco, quasi spalla contro spalla. Blaine era più basso di lui di una mezza spanna e per guardarlo Kurt doveva abbassare leggermente il capo. Blaine rimase immobile alcuni istanti come a soppesare la questione; poi alzò lo sguardo su di lui con gli occhi luccicanti ed un sorrisetto provocatorio dipinto in volto.
Imparerai a stare zitto” dichiarò poi, facendolo ridere forte.
Tutto sommato, era stato un buon inizio.
Poi, Blaine salutò Kurt, uscì e camminò fino a casa, nell’edificio di fianco. Kurt andò in camera da letto e ascoltò i rumori che l’uomo produsse non appena aprì la porta di casa e rientrò in cucina. Stava fischiettando una canzone che non riconosceva, ma che al moro sembrava piacere molto. Lasciò che la sua immagine gli balenasse nuovamente alla mente; il riflesso di quel ragazzo di trentacinque, quarant’anni … non lo sapeva bene, con i riccioli sbarazzini e due grandi occhi dal colore indefinito incastonati in viso.
Accidenti, Kurt”  si disse, sottovoce “ In che disastro ti stai per infilare? ” 






- - - - - -
Eccoci alla fine del primo capitolo. Due precisazioni: Kurt e Blaine sono entrambi vedovi, Kurt era sposato con Adam e Blaine con Sebastian, ed entrambi hanno dei figli dal destino ignoto ( per ora ). Detto ciò ... cosa ne pensate??? fatemi sapere presto! Sono curiosa! avete una settimana di tempo ;) 

Naki
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: _Naki_