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Autore: Alba_Mountrel    04/02/2020    0 recensioni
Una ragazza è persa dentro se stessa... ma qualcosa, o qualcuno la salverà
Genere: Generale, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matt, Mello, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ritrovarsi x Capirsi x Perdersi

POV MIHAEL

«Se riuscirai a riprenderti... giuro che diventerò buono e docile... solo con te s’intende. E so che vorresti un po’ d’amore anche per gli altri... ma non ne ho bellezza. Ti dovrai accontentare».
«Mel... Mihael ma... che?».
"Dai donna... qualche parola in più la puoi anche esprimere, non trovi?! Ah dio... questi italiani".
Questo è il mio pensiero sulla ragazza che mi sta di fronte ma sul mio viso si forma un’espressione a me ‘sconosciuta’. Continuando a muovermi nella sua direzione, le sono arrivato dietro, a sua insaputa. In questo modo, se proverà a cedere alla propria ‘sensibilità’, sarò subito pronto e dovrà irrimediabilmente dire addio ai suoi intenti suicidi.
"Però... nonostante la sua instabilità adesso che mi sono mostrato a lei, di sicuro abbandonerà ogni desiderio di questo genere".
Anche questo penso, subito dopo essermi appoggiato con i gomiti al corrimano.
«Già Des, che ti piaccia o no, sono di nuovo qui. Pensavi potessi essere fermato da così poco? Tsz!». Questa mia domanda affermativa non corrisponde a verità ma la mia maschera di freddezza e invincibilità può cadere solo di fronte a quattro persone in tutto il mondo... due delle quali sono morte anni or sono, quand’ero ancora un lattante, quindi solo questa strana ragazza e il mio amico Matt possono vedermi esattamente per quello che sono. D’altronde, io non sono altro che il risultato degli esperimenti degli scienziati e degli psicologi della Wammy’s house, e non sarò mai nulla di più.
«Non ci credo... tu... tu sei qui... sei proprio qui Mihael, sei proprio qui... sei proprio qui... oddio, sei pr...».
«Falla finita donna. Sì, sono qui, non serve ripetersi all’infinito». Blocco sul nascere ogni forma inutile di ripetizione o effusione, cose troppo invadenti per la mia indole violenta: come la descrissero al tempo gli psicologi che ‘tanto ho amato’ alla Wammy’s. Questo era il mio intento ma invece qualcosa va storto perché mi ritrovo le sue braccia, fredde ma morbide, attorno al collo.
"Ma che cazzo le passa per la testa? Oh, forse non avrei dovuto sorriderle... non sono stato molto credibile. Diavolo... i miei piani di mostrami il più distaccato possibile, andati in fumo... persi al vento".
«Des...».
«Oddio! Scusa, scusa... dimenticavo... tu non puoi dare affetto, e quindi inutile darne a te, giusto?!». Ripete le mie parole con un sorriso smagliante.
«Esatto!».
«Invece tu devi sapere una cosa di me... non me ne importa un fico secco di quello che mi dici... Mello... io continuerò a darti tutto l’affetto che voglio. Indipendentemente che tu lo voglia, o no... sai perché?».
«Lo so benissimo come va a finire il discorso... e fermati qui». Ordino perentorio ma purtroppo nell’ultimo anno che son stato lontano dalla malavita ho abbandonato la stoffa del comandante, infatti la ragazza nuovamente mi abbraccia stringendomi più forte che può. All’improvviso un odore forte di alcol mi investe le narici, non mi sono mai abituato del tutto a quest'odore. Ma Des, è sempre stata molto più avanti di noi, però questa sua caratteristica fondamentale, è anche quella che, se non tenuta strettamente sotto controllo, può distruggerla in men che non si dica. Io e il mio amico siamo stati abituati fin dalla tenera infanzia a tenere a bada la nostra mente, lei no. Lei è talmente incline alla depressione che potrebbe tagliarsi le vene qui e subito, con la tecnica che di recente aveva messo a punto poi, le cose sono peggiorate ancora di più. È anche per quello che non ce l’ho fatta più, e me ne sono andato.
«E invece no, no che non lo sai cosa voglio dire... sapevi che voglio assolutamente recuperare Matt, o che voglio dargli un’altra possibilità, o ancora che mi mancate da morire? Immagino che queste cose non le hai affatto immaginate... eh, caro il mio comandante deciso e prepotente?».
«Cosa dovrebbe essere quello, un insulto?». La canzonò.
«Mello...».
«E va bene... Però non chiamarmi mai più con quel nome... te lo concedo solo per sbaglio... so quanto sbadata sei e, non me la prenderò se per sbaglio ti scapperà ogni tanto... infondo hai dovuto ripetere quel nome per almeno un anno, e in ogni caso un pò mi ero abituato anch’io a sentirlo affibbiato alla mia persona, ma non è mai stato veramente mio». Esprimo questo pensiero a Desdemona, parlando con un velato tono di nostalgia, alquanto stonato per la mia abituale risolutezza.
“Io che faccio concessioni? Sono proprio caduto in basso... e tutto, per questa brutta e insulsa donna italiana. Chi me l’ha fatto fare quella volta di farla salvare da Matt...? Potevo benissimo obbligarlo a restare bello bello tranquillo nel covo, e lui probabilmente l’avrebbe fatto. Ci saremmo anche risparmiati di perderlo. Dio... Mail, amico mio. Perdonami".
Mi riscuoto da questo pensiero che per sempre mi attanaglierà la memoria, perché nel frattempo Des mi ha abbracciato di nuovo.
"Come non bastassero le prime due volte, a farmi venire il volta stomaco".
Mi scappa una smorfia di fastidio che lei, attenta, nota subito.
«Sei sempre molto affettuoso Mel... Mihael. Ma... una domanda... con la mafia è tutto a posto? Cos'hai combinato in questo anno che te ne sei andato? Non ti chiedo neanche i dettagli. Potrei stare male...». Mi guarda ammiccante.
«Preferisci non saperlo principessa, credimi. Comunque, fidati хороший (carina), non abbiamo più niente da temere. Eravamo in quella situazione per causa mia. Quel maledetto me lo disse chiaramente il motivo delle sue intenzioni: era mosso da un antico rancore di suo padre verso di me... e tutti coloro che mi erano vicini. Perciò, una volta allontanatomi da voi per tenervi il più al sicuro possibile, mi sono diretto subito da quel succhia seno, ed ho indetto una festa in suo onore: l’ultima». Termino con un ghigno soddisfatto.
«E quella volta... oh, se mi sono divertito. Hai presente "l’ultima cena" il quadro? Ecco... tra suppliche e gemiti sono riuscito a fargli fare di tutto. Anche a riprenderli». Rido di gusto a questo ricordo.
«Ti ho sempre detto che non voglio i dettagli delle tue stragi. Preferisco vederle sulla scena, che sentirle raccontare da te». Fa finta di rabbrividire come se l’abbia sconvolta, reazione che mi provoca un’enorme ilarità, tutte le volte che la vedo da lei.
«Va bene, va bene Des... non andrò avanti, non ti dirò che...».
«Ehi, ehi! Ho detto no...». Urla puntandomi il dito contro, snello e scattante. Questa sua reazione ha un che di esilarante ma allo stesso tempo mi fa sorridere quasi teneramente. Sono abituato a un ambiente falso e malato, quindi le sue emozioni mi scaldano il cuore. Sembrava impossibile che Io potessi provare qualcosa, e alla fine è riuscita a fregarmi. Dev’essere una strega, se è riuscita in un’impresa del genere... con me nessuno è stato in grado di smuovermi dai miei obiettivi, e dal mio muro d‘indifferenza e di crudeltà. Alto e sconfinato muro.
«Allora... glupaya devushka (sciocca ragazza), vuoi ancora buttarti o preferisci seguirmi fino all’ospedale per recuperare il tuo "amico"?». A questa frase la giovane sbianca impercettibilmente e le muoiono le parole in gola.
«Mello... ma come puoi parlare di Mail, il povero Matt in questo modo? Non possiamo andare a prenderlo così, non sappiamo se sia guarito, o se potrebbe avere delle ricadute. Inoltre... temo sia io in qualche modo, la causa maggiore scatenante della sua malattia». Le lacrime le riempiono gli occhi ma non scendono, è troppo orgogliosa per permettere loro di manifestarsi in tutto e per tutto, preferisce trattenerle.
«Vedi Des, te lo avrò spiegato mille e più volte... se Matt ha un problema con te che non dipenda direttamente da te... non è affar tuo».
«E ti ho risposto ogni volta che affar mio o no, non voglio che gli altri soffrano per colpa mia, non senza meritarlo davvero».
«Disse quella che tagliò la testa di questo e quello senza battere ciglio».
«Ehi... ero obbligata...». Mi risponde la ragazza dai capelli lunghi e verdi, con uno sguardo misto delle precedenti lacrime e di derisione, che contraccambio con piacere.
«Certo... anch’io ero obbligato ad entrare nella mafia la prima volta». Entrambi scoppiamo a ridere di gusto e dopo un minuto lei finisce per abbracciarmi di nuovo, questa volta con più trasporto, in modo più intimo.
"Da quando do peso a certi dettagli? Beh certo, sono abituato ad essere abbracciato per essere derubato delle armi... o ad essere abbracciato dalle prostitute... se penso questo, é ovvio che per me un abbraccio sentito sia un evento insolito. Ah Des, se Mail non fosse andato in malora, sarei l’uomo più felice del mondo. Beh, nulla vieta che io possa diventarlo, mi basterà aspettare il momento e l’occasione gusta...".
«Me lo dicevi spesso... ricordi?».
«Cos’è che ti dicevo Mel... ehm, Mihael?».
«Che per la felicità bisogna aspettare il momento e l’occasione giusta...». Sulle prime mi guarda stranita, ma subito dopo capisce il mio ragionamento, e lo sguardo le si illumina. Si addolcisce, al pensiero di ciò che ho detto.
«Sì Mihael... proprio così, bisogna crederci e aspettare».
«Ok principessa ma adesso non fare la filosofa, sai che non lo sopporto».
"Nonostante le mie parole scostanti, non posso trattenere un sorriso di compiacimento per ciò che ho raggiunto in questi tempi, e soprattutto per la sicurezza che Des ha acquisito. Come minimo le devo questo sorriso... quello che non le ho mostrato quella notte. Però, non sono qua per questo. Basta chiacchierare".
«Senti Des, che tu lo voglia o no, stanotte ti porterò da lui, e tornerà con noi nel covo. Ho trovato un lavoro sicuro e legale per tutti e tre, così saremo puliti d'ora in poi». Le si spegne appena il sorriso.
"Le fa piacere tornare pulita ma non sopporta l'idea di rincontrare dopo tanto tempo il suo vecchio amore. Prevedibile come sempre".
Lei distoglie lo sguardo dal mio, segno che, per l'appunto, è rimasta delusa, e da un momento all'altro, può rinchiudersi in se stessa.
"La capisco, non dev'essere stato facile per lei in quest'anno senza noi, senza nessuno. Però... non posso aspettare tutte le tue benedette fasi di ripresa. Non posso obbligarti a venire ma mi basterebbe fare perno suoi tuoi sentimenti per Matt, però no, non sono più un manipolatore. Quella parte di me deve scomparire nel nulla cosmico. Le farò credere semplicemente che la lascerò scegliere di seguirmi o no, tanto alla fine cederà anche da sola. La conosco fin troppo bene".
«Des... a te la scelta. Io non mi opporrò». Lei si fa pensierosa, segno che sta analizzando le mie parole e il loro reale significato, e, come volevasi dimostrare non si accorge o evita di accorgersi del mio bluff; quindi, senza indugio ne malizia mi stampa un bacio sulle labbra. Preso alla sprovvista mi stacco dopo poco, con un misto di sorpresa e disgusto. I rimorsi non hanno mai fatto parte di me ma da un pò di tempo sono cambiato radicalmente, quindi era inevitabile la mia reazione. Al che Desdemona si distacca da me e abbassa il suo sguardo intenso, per riflettere sul perché sembri che all'improvviso le donne mi siano diventate repellenti. Poi, evidentemente comprende.
«Mi dici che non devo preoccuparmi delle reazioni di Mail alla mia persona ma... vedo che te ne preoccupi molto più di me... caro il mio leader, calcolatore e spietato».
"Colpito e affondato, come i suoi sentimenti del resto ma d'altronde se non inizia a tenere a freno la sua ingenuità, non farà altro che distruggere tutto ciò che di buono c'è in lei. D'altro canto, però... non è compito di un vero leader raccogliere i pezzi dei propri compagni?". Mi domando, già con il voltastomaco in corso per ciò che dovrò compiere, e non c'è bisogno di risposta.
«Des...»
«No, andiamo a recuperare Matt...». Dice risoluta ma ancora le sue gambe non accennano a spostarsi, quindi insisto.
"Potrebbe anche destabilizzarsi... ma...".
«Des...». Ribadisco con più enfasi, cercando comunque di mantenere il controllo.
«No, niente Des...» nel proseguire poi, le si incrina la voce «In tutti questi anni che vi conosco, mi hai sempre tenuta in sospeso» vacilla pericolosamente «Ogni giorno avrei voluto chiederti cos'avessi. Volevo conoscerti meglio, sapere di quella donna di cui ti eri tanto interessato; eppure mi sono sempre fatta gli affari miei, per non distrarti dai vari obiettivi, e alla fine...». Le si inumidiscono gli occhi nuovamente ma subito riprende il controllo di sé, e ribadisce la propria posizione.
«Ho detto no... senti non me la sento di...». Tronco volentieri la sua frase a metà, perché so benissimo che vuole dirmi di lasciarla andare da sola.
"Primo Little Des, non posso permettere che con le tue emozioni esagerate rovini tutto il mio piano in un attimo; e secondo, ti devo stabilizzare. Sembro ancora un opportunista? Sì, e me ne sbatto altamente, perché non lo sono più".
Capisco che non c'è altra soluzione se non agire, e le tappo la bocca con non curanza, fermandole invece la schiena, e quindi i movimenti con l'altro braccio. Prova a divincolarsi e non riuscendovi le si iniettano gli occhi di sangue, caratteristica acquisita negli ultimi mesi, immagino. Al che capisco che sto per perderla e mi costringo a fare l'unico gesto che vuole. Darle un bacio. Dura poco, le sue lacrime e i singulti appena accennati le fanno abbandonare le mie braccia e... le mie labbra.
"Per lei erano un porto sicuro, che ora ho incrinato forse irrimediabilmente. È brutto essere donna, almeno quando sei Veramente donna".
La abbraccio per evitarle lo svenimento imminente ma serve a poco. Il mio egoismo è il più feroce degli squali, il più devastante degli tsunami, il più duro e freddo ghiacciaio del mondo; quando fa capolino può distruggere anche, appunto, il cuore di una Donna.
«Hai il cuore malandato, povera Des. Appena avrò recuperato Matt, te lo assicuro, non attenderò un secondo e ricostruirò anche te. Infondo, è colpa mia».
"Cos'ho appena ammesso? Devo essere totalmente impazzito, però se è giusto è giusto".
Smette qualche secondo di singhiozzare ed evidentemente si accorge anche lei che mi sono alzato addossato una mia colpa.
"Cosa del tutto speciale e unica se si parla di me, a parole non ammetto mai la sconfitta o un errore, anche se so benissimo di essere un uomo: Soltanto un uomo".
Mi guarda spaesata e cerca qualcosa: domande, risposte e non sa bene nemmeno lei cosa, ma per ora la priorità è tutta concentrata sul mio migliore amico.
"Devo assolutamente escogitare qualcosa per  farlo uscire da quel cazzo di  manicomio, e portarlo da Near".
«Vieni Des, andiamo a riprendere Mail». Di nuovo le si illuminano le iridi e il mio cuore ha un sussulto, poi un altro. Uno per il suo sorriso, e un altro per la punta di gelosia che sta per colpirmi al pensiero di come finirà, tutto in un soffio, tra me e lei. O meglio, per ciò che ricomincerà tra lei e Matt. Nonostante l'apparente felicità, il suo umore sembra ancora sotto le scarpe.
"Non me ne importa niente, se vorrà tornare insieme a Mail, ben venga. Per una volta la mia sete di vendetta e di potere si farà da parte. Per lui lo farei a occhi chiusi, e lo farò. Sicuro al cento per cento che lui sia ancora innamorato di questa bellissima ebete frignona. Bellissima? No, no. Non è bella, e non mi interessa. Basta cazzate".
«Tesoro. Nel frattempo che andiamo voglio fare un piccolo discorso, che non vuole assolutamente essere una liberazione dalle mie responsabilità verso di te...». Provo a dire ma vengo interrotto bruscamente.
«Sta zitto». Sorrido.
"Ho aperto una breccia nella depressione che l'attanaglia".
«Te lo dirò lo stesso: posso anche ferirti. Tu non dimenticare mai chi sei e cosa sei diventata».
«Ho detto sta zitto, cazzo!». Ripete con più fervore, e capisco che non posso più fare altro se non lasciarle un po' di spazio, nonostante non ci vediamo da ben un anno, un mese e venti giorni.
«E va bene». Le concedo.
"Il discorso può anche dirsi concluso. Continua principessa, continua a districarti dal mare di pensieri negativi".
Nel frattempo però, ai miei occhi la ragazza non smette di apparire pensierosa e assente.

POV DESDEMONA

"Se penso a tutte le volte in cui sono stata male, a causa dei comportamenti violenti e scostanti di quest'uomo, o al fatto che ci sono andata a letto... Oddio, ho tradito Matt, Mail... Ti ho tradito, e per questa persona. Mi odio per come sono andate le cose, e tanto. Mi dovevi lasciare morire Michael, ma no... tu vuoi dei sudditi che stiano dietro alle tue manie".
«Ok».

POV MIHAEL

Io l'assecondo, conosco bene la mia boccaccia, potrebbe sputare fuori solo cattiverie.
"Questa risposta a una domanda inesistente non è un buon segno. Di sicuro vorrà farmi capire, se non altro, che l'ho ferita... patetica. Anzi no, questo non sono più io, sono diverso ma... non posso neanche cambiare il passato, quindi forse sarebbe meglio per lei evitarmi, in futuro. Non sono una compagnia adatta... a nessuno, in effetti".

Grazie della lettura.
Spero apprezziate questo capitolo, è uno dei miei preferiti e comunque fa parte della storia, quindi ci tengo a prescindere. Beh ditemi se c’è qualcosa che non va o che non vi convince, e buona scrittura a tutti, belli e brutti. Ehhehehe
Ringrazio tantissimo NicoRobs per tutto quello che fa per me e la mia scrittura e JAPAN_LOVER perché recensisce sempre ogni capitolo e lo fa con attenzione ma anche calore.
Grazie mille. Adesso, non dirò che scrivo per gli altri perché non è vero… ma devo ammettere che preferisco fare conoscere a tutti una mia storia, che tenerla per me, inoltre anche sapere cosa uno ne pensa lo apprezzo tantissimo… perché vuol dire che sto facendo qualcosa in modo giusto, utile e apprezzato.
   
 
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