Film > Re Leone
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Autore: PaikeApirana    04/02/2020    1 recensioni
Durante Siku Ya Oracle, il Giorno dell'Oracolo, a Rafiki viene concesso dagli antenati di vedere il destino del sovrano e il futuro del regno. Durante la reggenza di Scar, tuttavia, le sue parole non avrebbero potuto essere più terribili per le leonesse: la stirpe del secondogenito di Ahadi è infatti destinata a grandezza e gloria.
"Quando il Re Polvere siederà a fianco della Luna, scesa sotto forma di leonessa, le loro terre non temeranno né nemici, né carestia. La loro discendenza regnerà nei secoli".
Dopo il ritorno di Simba, però, le ambizioni di Scar, che viene esiliato assieme ai suoi seguaci, sembrano infrangersi per sempre. Ovviamente Zira, la sua compagna, non è la luna scesa in terra e Nuka, un erede debole secondo lui, ne è la prova vivente. Eppure è proprio quel figlio che fa di tutto per ottenere un minimo di affetto dai genitori a incontrare, mentre vagabonda da solo nelle terre esterne, una giovane leonessa dal manto candido come la luna.
Scar è davvero il Re Polvere, destinato a regnare per secoli? O la profezia si riferisce a qualcun'altro? E quale sarà la scelta di Nuka quando si troverà diviso tra la fedeltà a suo padre e l'amore?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuka, Scar, Zira
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Il leone e la iena camminarono per un po’ nella piana arida, in silenzio. Il freddo pungolava la pelle sotto lo strato di pelliccia, mentre condensava i loro fiati in una effimera nuvoletta.

Asante non riusciva a non guardarsi intorno a ogni passo. Non era abituato a quella solitudine, all’assenza totale di rumore, e Nuka lo sapeva. Sin da cuccioli avevano ascoltato rapiti i concerti delle cicale e degli altri insetti ogni sera all’imbrunire. Crescendo, lui aveva imparato ad apprezzare il bello di entrambi.

Da un lato l’allegria di quella festa notturna nel regno di Mwezi scacciava la solitudine, ma dall’altro il silenzio del deserto era ottimo per concentrarsi e riordinare i pensieri. In quel momento Nuka aveva bisogno proprio di quello.

Il terrore che un qualsiasi pericolo potesse minacciare la sua amata era tale da contorcergli tutte le viscere. Ma perché quel cavolo di babbuino era stato così criptico?

Non poteva semplicemente dirgli cosa stava succedendo? Avrebbe protetto meglio Mwezi.

Inoltre poi c’era tutto il resto del suo discorso sulle scelte che avrebbe dovuto compiere quella sera. Riguardo a quello, però, il leone credeva di avere una mezza idea su
ciò a cui si riferiva.

Nella sua testa non faceva che ripetersi che, una volta a casa, avrebbe chiesto ai suoi genitori delle risposte, ignorando gli sguardi infuocati di sua madre. Poi avrebbe annunciato il fidanzamento con Mwezi. Almeno di quello sperava che si sarebbero rallegrati, che avrebbero ammesso il loro errore.

Guardò nel cielo, meravigliandosi della miriade di stelle che lo puntellavano ma rimpiangendo l’assenza della luna. Il suo amore già gli mancava. Un pomeriggio di coccole, solo loro due, gli sembrava troppo poco. Voleva essere di nuovo accanto a lei, sentirne il respiro nella criniera, il profumo nelle narici e la voce nelle orecchie…

Una volta risolto tutto non dovrò più fare questa maledetta strada, si disse per infondersi un po’ di coraggio, Dormirò e mi sveglierò al suo fianco…

-Che giornata eh?- fece d’un tratto Asante, che sembrava non reggere più quel silenzio assordante –I miei due migliori amici si sono messi insieme e poi è arrivato Rafiki con qualche profezia di terrore-

Sfoggiava un sorriso abbastanza nervoso, ma negli occhi il leone vi leggeva la sua supplica a parlare di qualcosa, a non farlo sentire solo in quella piana sconfinata e sterile.

-Già- rispose Nuka, prima di dargli una scherzosa spallata – Ed è tutto merito tuo. Senza di te, non avrei mai trovato il coraggio per andare dalla principessa. Ti devo un enorme favore Asante…-

-Per gli amici questo e molto di più- disse lui, poi fece una pausa –Cosa conti di fare con tuo padre? Continuerai a seguirlo?

-A essere sincero, non lo so- disse Nuka – Voglio…voglio prima capire perché mi ha mentito, perché mi ha detto quelle cose… Forse però Rafiki ha ragione: stanotte accadranno scelte importanti.

-Pensi ancora che sia un leone buono?- insistette Asante, con uno sguardo che tradiva la speranza di ricevere un no come risposta. Il giovane leone, però, era più propenso a credere che tra i suoi genitori fosse proprio Scar il buono. In fin dei conti era sempre stato lui quello che lo incoraggiava, mentre Zira non perdeva occasione per spronarlo e criticare i suoi fallimenti. Se proprio c’era qualcuno che non gli voleva bene era lei.

- Tu pensi ancora che sia stato un tiranno?- chiese alla iena.

-Non lo penso- rispose sicuro –Lo so. L’ho visto nelle Terre del Branco.

Non avevano più parlato di quell’argomento per molto tempo, da quando avevano deciso di diventare amici. In circostanze normali, Nuka gli sarebbe saltato addosso obbligandolo a rimangiarsi tutto ciò che aveva detto o persino pensato, nei confronti di suo padre. Tuttavia non voleva rovinare una bella giornata come quella.
Quindi dette all’amico una risposta neutra: - Domani mi sarà tutto più chiaro. Per il momento pensiamo a rivederci domani allo stesso posto e tenere gli occhi aperti per ciò di cui parla Rafiki. Mwezi deve restare al sicuro-.

Asante annuì con una fermezza simile a quella di sua madre. Quella raccomandazione era superflua per una iena che aspirava a entrare a far parte delle guardie. Dopo qualche istante però tornò a fare il buffone, come suo solito, per sbollire la tensione. Gonfiò il petto orgogliosamente e sfilò davanti a Nuka gongolando: -Non so se sai che sono stato nominato sua guardia personale mentre eri via.

- Allora sì che la mia amata è spacciata- lo provocò il leone, ricevendo in cambio una zampata leggera.
 

Si salutarono quando riuscirono a scorgere nelle tenebre le sinistre vette del termitaio, che svettavano nell’oscurità simili ai denti di qualche gigantesco animale. Asante preferiva non essere fiutato dalle iene e rischiare quindi di incontrare sua zia Shenzi.

Nuka avrebbe voluto maggiori dettagli sul perché di questo suo desiderio, ma per una sera i misteri erano già troppi e ora aveva altro a cui pensare.

Avvicinandosi alla sua casa notò da subito che c’era qualcosa di strano. Due iene di guardia avrebbero già dovuto venirgli incontro per accertarsi che non fosse un nemico. Inoltre i piccoli ripari situati fuori dalla tana più grande erano completamente vuoti, quando buona parte delle iene si era già coricata a quell’ora.

Nessun rumore di denti che rosicchiavano vecchie ossa, nessun russare lo accolse. Il gigantesco termitaio sembrava abbandonato, fermo in una dimensione immutabile del tempo. Nuka non riuscì a scacciare un nodo allo stomaco nel vedere la sua casa così desolata. Dove erano finiti tutti? Annusò il terreno, preoccupato, accorgendosi che l’odore delle iene e di due leoni era ancora fresco e impresso nelle rocce sedimentate dagli insetti. Non dovevano essere molto lontani.

Tendendo l’orecchio riuscì a cogliere l’eco della voce di suo padre, che si perdeva nell’immensità del deserto. Proveniva dall’altro lato del termitaio. Il tono sembrava enfatico e trascinante, ma non riusciva a cogliere le parole complete.

Affrettando il passo, fece il giro del termitaio fino a ritrovarsi alle spalle dell’intero branco di iene. Erano riunite attorno a Scar, che dall’alto di una roccia levava una voce possente e autoritaria che Nuka non ricordava di avergli mai sentito usare. Gli occhi erano infervorati, mentre scorrevano su ognuno dei suoi seguaci. Un sorriso sicuro e tracotante scopriva le zanne ingiallite, ma sempre affilate come le rocce più spigolose. Teneva il petto in fuori, sfoggiando il fisico magro ed elegante, avvolto quasi completamente nella zona anteriore, da una criniera folta e nera come il catrame.

Sotto di lui, Zira lo guardava ammaliata e quasi orgogliosa. Nuka però non riusciva ancora a capire cosa stesse dicendo. Si avvicinò, passando in mezzo alle iene e cercando di non pestare la coda a nessuno. Quando non ci riuscì tuttavia, loro sembrarono non badarci.

Gli occhi di tutti erano fissi sul re che li stava spronando dall’alto della roccia, carichi di una supplichevole speranza, derivata da tutte quelle lune di stenti a cui erano stati costretti dall’ambiente arido.

- Nelle stelle è scritto che noi dobbiamo regnare!- ruggì Scar – E grazie alla mia discendenza, presto non dovremmo più preoccuparci di sentire il più piccolo languore! Il regno di Furaha sarà nostro!-

Le iene esplosero in latrati accorati ed esultanti, che sembravano aver trattenuto fino a quel momento. Il giovane leone fu l’unico a restare in silenzio, in mezzo a quella baraonda, immobilizzato dalle parole di suo padre, che erano state come una secchiata di acqua gelida.
   
 
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