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Autore: _Freiheit_    04/02/2020    3 recensioni
[Mini long post terza serie]
E finalmente eccola lì. Lì, con quei suoi capelli infuocati e scarmigliati dal vento. Lì, sorridente con quella sua espressione che solo lei era capace di assumere. Lì, a fissarlo così tanto intensamente da fargli perdere quel poco fiato che gli era rimasto in corpo.
La sua Anna.
[Avventimenti: SPOILER!] [Anna/Gilbert]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Shirley Cuthbert, Gilbert Blythe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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E finalmente eccola lì. Lì, con quei suoi capelli infuocati e scarmigliati dal vento. Lì, sorridente con quella sua espressione che solo lei era capace di assumere. Lì, a fissarlo così tanto intensamente da fargli perdere quel poco fiato che gli era rimasto in corpo. 

La sua Anna.

Vederla dopo una così lunga e logorante separazione fu come ricevere nuova aria nei polmoni, nuova speranza per alleviare il dolore e l’angoscia delle sue fredde giornate a Toronto. L’unica al mondo a farlo sentire vivo e completamente appagato. E come poteva meritare tutto quel benessere? Come poteva essersi guadagnato - dopo quelli che erano sembrati secoli – quel sorriso così dolce e innamorato che ora lei gli stava rivolgendo? Non era forse ingiusto? 

In un attimo ripercorse con la mente ogni occasione mancata che aveva sprecato con lei, ogni parola non detta che invece avrebbe dovuto urlarle, sussurrarle, ogni tocco mancato… e tutto questo solo per paura. Paura che lei non lo amasse, che lo disprezzasse, quando invece nutriva anche lei i medesimi timori che avevano attanagliato lui.
Eppure eccola lì, a corrergli incontro, reggendosi maldestramente la gonna ingombrante con una mano e il cappellino con l’altra: fu come assistere alla discesa dal paradiso di un angelo, un magnifico, dolce e tenero angelo dai capelli rossi. 

La sua Anna.

Cosa poteva fare allora, se non correre a sua volta? Le gambe si mossero molto prima che il suo cervello avesse elaborato cosa stava succedendo, ignorando completamente la stanchezza che aveva giù accumulato con la corsa di poco prima. Ma a lui non interessava, nulla aveva più importanza da quando, voltato l’angolo, l’aveva vista. 

Lei, con quel bellissimo vestito azzurro tutto pizzo e merletti – che sapeva adorare. 

Lei, con quel viso puro e candido che avrebbe fatto sciogliere tutti i ghiacciai della Terra. 

Lei, che in quei lunghi mesi di distanza era riuscita a diventare ancora più bella dell’ultima volta che l’aveva vista.

Avvolgerla tra le sue braccia fu come avvolgere l’essenza stessa della gioia, la sua unica ragione di vita, l’unica cosa che davvero contasse e per la quale avrebbe smosso mari e monti. Inspirò profondamente il profumo dei suoi capelli e la strinse ancora più a sé, tanta era la paura che lei potesse lasciarlo ancora una volta, che potesse sparire. 
Ogni giorno durante la loro separazione lui l’aveva sognata, l’aveva persino vista - come una bellissima visione ad occhi aperti che solo i cuori davvero innamorati possono fare - e come aveva desiderato e bramato che lei fosse davvero lì, che lui potesse davvero toccarla e stringerla a sé proprio come stava finalmente facendo. Come aveva sognato che anche lei sentisse e provasse le stesse sensazioni che provava lui, gli stessi sentimenti che ormai lo tormentavano da una vita intera.

La sua Anna.

Ed ora eccola lì, in lacrime e avvinghiata a lui come se fosse stato l’unico appiglio che avesse al mondo per continuare a sopravvivere, e infondo lui voleva esserlo, sarebbe diventato qualsiasi cosa per lei, tutto, pur di renderla felice. 
Allentò appena la stretta, giusto lo spazio per potersi perdere ancora nei suoi occhi azzurri come il cielo e poter così anche rimirare quelle dolci lentiggini che lui non era mai riuscito a disprezzare, come invece avevano sempre fatto tutti gli altri, lei compresa. Le posò un casto bacio sulla guancia, umida dopo che delle calde lacrime avevano iniziato a scorrerle sul viso.

«Oh Anna, perché piangi?» le domandò così, ponendo subito rimedio a quella dispettosa goccia che aveva osato sfuggire al controllo della sua proprietaria. 

Lei lo fissò intensamente, sempre senza dire una sola parola – assurdo dato che la Anna che conosceva non avrebbe mai e poi mai perso così tanto tempo senza esprimere ciò che stava provando, che fosse gioia o tristezza. Com’era crudele la sua Anna. Perché tacergli così ancora dopo tutta la lontananza che erano stati costretti a patire? Perché non rivelargli invece tutto ciò che stava pensando?

«Sono lacrime di gioia, Gilbert. Sono così felice di rivederti che mi sento mancare il respiro e sento così tante farfalle nello stomaco che mi sembra quasi che facciano male! Sono così felice che vorrei urlarlo al mondo intero e non avere cura delle buone maniere e di ciò che potrebbero pensare le persone intorno a noi.

Eppure, adesso che ti ho finalmente rivisto, il mio cuore mi ha tradito e impedisce alle mie parole di uscire dalla mia bocca e frena il mio corpo dal fare tutto quello che vorrebbe fare» rispose lei tutta d’un fiato, guardandolo a sua volta con gli stessi occhi sognanti che lui sapeva avere sul suo stesso viso. 

La sua Anna.

Quelle parole furono la goccia che fece traboccare il vaso e il contegno decoroso da perfetto gentiluomo di Gilbert andò a farsi benedire e, infischiandosene degli sguardi curiosi e delle parole di sconcerto che i passanti stavano loro rivolgendo, strinse nuovamente a sé la sua Anna e calò finalmente sulle sue dolci e morbide labbra che tanto aveva sognato di assaggiare ancora. La realtà superò persino le sue più fervide fantasie, ricordandogli finalmente qual era il vero sapore della sua bocca e quanto quel contatto riusciva a scuoterlo nel profondo, facendo crescere in lui ancora di più l’amore che provava per lei. E dopo un assaggio non poté trattenersi dall’averla ancora e ancora, fino a che le voci della gente intorno a loro diventarono così insistenti da farli tornare alla realtà e dovettero interrompersi.

«Anna» le sussurrò a fior di labbra cingendole il viso con entrambe le mani.

Avevano entrambi il fiato corto, un po’ per la corsa e un po’ per la troppa emozione, ma mai si sarebbero sognati di interrompere quel momento solo per prendere una sana boccata d’aria, quella avrebbe aspettato. Nessuno dei due accennò a distogliere lo sguardo l’uno dall’altra, essendo loro ormai l’unica cosa che contasse in quel momento e che avrebbe continuato nel tempo. 

«Mi sei mancata così tanto…» sussurrò Gilbert a un soffio dalle sue labbra.

La sua Anna.

In risposta la ragazza gli carezzò delicatamente il viso, ora ricoperto da una timidissima barba, provocando nel giovane una nuova ondata di felicità. Il suo cuore era ormai diventato un vero e proprio tamburo, ma anziché dettare un ritmo lento e regolare, quello sembrava divertirsi a fargli perdere colpi di tanto in tanto, mozzandogli il fiato e facendogli tremare le mani e la voce. Oh, quanto potere aveva su di lei quella creatura! Quanto forti erano i suoi sentimenti per lei! Probabilmente non sarebbe bastata una vita intera per descriverli appieno, per decantarli insieme a lei al chiaro di luna. 

E alla fine si scostarono, l’etichetta aveva vinto sulle emozioni, ma un solo sguardo bastò per intendersi che non sarebbe finita lì, che presto avrebbero avuto tutto il tempo a loro disposizione per recuperare quello che era andato perduto. 













Note dell'autrice:
Ebbene si, non sono riuscita a trattenermi e ne ho fatta un'altra! La serie mi ha presa moltissimo e non riesco a smettere di pensarci *-* 
Passando alla storia, premetto che sarà una mini-long, molto mini ahahaha e sarà completamente incentrata proprio sulla loro storia d'amore "mancata". 
Spero tanto che vi sia piaciuto questo brevissimo primo capitolo! 
A presto! 

_Freiheit_

 
   
 
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