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Autore: HikariMoon    05/02/2020    2 recensioni
Temporaneamente al sicuro nel Regno di Smeraldo, manca solo il Guerriero Giallo per rendere ancora una volta completo il gruppo dei Maestri della Luce. Mentre Yuuki torna sulla Terra alla sua ricerca, e con un altro compito che sente di doversi assumere, Mai, Hideto, Kenzo e Dan hanno una diversa missione. Per avere un vantaggio sui propri nemici, varcheranno il portale per il futuro in cerca dei Brave. E un’unica domanda rimane fissa nella loro mente: cos’è diventato il futuro del Guerriero Giallo?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clackey/Clarky Ray, Dan Bashin, Moonlight Barone/Barone Chiaro di Luna, Yuuki Momose
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Battle Spirits Resurgence - I Guerrieri della Luce'
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CAPITOLO 8

Yuuki si avviò sul vialetto che separava la strada dalla residenza Nakano. L’automobile di Kosuke non c’era più, segno che aveva finito di sistemare il giardino. Entrò nell’atrio e posò zaini e borsoni.

“Yuuki, sei tu? Viene in salotto, caro.”

“Signori Nakano,” disse il Guerriero Bianco non appena mise piede nel salottino. I due coniugi, nonni di Elisabeth, erano seduti sul divano. La donna aveva gli occhi vagamente arrossati mentre l’uomo stringeva tra le dita il pomolo del suo bastone, le nocche quasi bianche.

“Nostra nipote ci ha raccontato il motivo del tuo ritorno.”

Yuuki si limitò ad annuire. Non era compito suo cercare di giustificare la situazione. Elisabeth era una Maestra della Luce. Era solo suo diritto decidere se rispondere alla chiamata oppure no. Aveva già sbagliato in passato, obbligando o manipolando la decisione in quelli che ora erano i suoi amici. Non più. Lui non si sarebbe opposto, qualunque fosse stata la sua decisione.

La nonna di Elisabeth abbassò lo sguardo sulle proprie mani strette in grembo, che continuava a stringere tremanti.

“Tu sai che la nostra famiglia ha avuto una storia complicata, lo sai che c’è voluto un soffio che Reiko venisse portata via da sua madre.”

“Ci è rimasta solo lei. Prenditene cura,” si intromise il nonno incrociando il suo sguardo, penetrante e severo come ogni volta che qualcosa legato alla famiglia entrava in un discorso.

Rumore di passi affrettati giunsero dalla scala, qualcosa sbatté contro il muro. Elisabeth si fiondò nella stanza un istante dopo, arrestandosi appena in tempo prima di finire contro Yuuki. La ragazza aveva in spalla uno zaino che sembrava più grande di lei. A tracolla indossava invece la sacca dei suoi attrezzi.

“Mi sembrava di averti visto arrivare!” trillò eccitata per poi voltarsi verso i due anziani. “Nonni, ne abbiamo già parlato! So cavarmela e Yuuki e tutti gli altri saranno con me.”

“Tesoro mio, ci preoccuperemo finché non ti rivedremo.”

Elisabeth corse al divano e, nonostante gli zaini, abbracciò i due. “Mi mancherete così tanto.”

“Stai attenta, Reiko.”

La sveglia sull’orologio di Yuuki suonò. Gli altri tre presenti nella stanza si voltarono verso di lui.

“Gli altri stanno per tornare. È ora di andare, Elisabeth.”

La ragazza annuì. Fulminea, si piegò ancora una volta per schioccare un bacio sulle guance dei due anziani.

“State bene. E salutate ancora Kosuke. E la signora Yoshido. E-”

“Staremo bene, nipote. Andate.”

Elisabeth sorrise verso i due e uscì dalla stanza. Yuuki si voltò un’ultima volta verso i due coniugi.

“Avete la mia parola.”

La nonna sorrise malinconica, il nonno annuì solennemente.

Yuuki raggiunse Elisabeth in corridoio e la vide sollevare il borsone che lui aveva preparato prima di uscire.

“L’ho preso dalla tua stanza quando ti ho sentito arrivare.”

“Sicura di riuscire a portare anche quello?”

“Tu ne hai tre da portare, credo di potermela cavare per qualche metro.”

Il Guerriero Bianco cedette e, ripresi in spalla i tre zaini e borsoni, uscì accompagnato da Elisabeth. In silenzio, uno di fianco all’altra, raggiunsero il punto in cui, ore prima, si era aperto il portale che aveva riportato lì Yuuki.

I due si fermarono.

“Dobbiamo aspettare? O fare qualcosa?”

“Ci sono dei varchi per Gran RoRo, nei punti più sottili tra esso e questo mondo. Se il Nucleo Progenitore non si oppone alla loro apertura, possono essere usati per attraversarli, soprattutto se sei un Maestro della Luce. Basta solo concentrarsi e volerlo.”

Yuuki chiuse gli occhi per un battito di ciglia. Un tenue chiarore bianco, che nella luce del giorno uno avrebbe potuto neanche accorgersene, tremò davanti a loro. Poi un lampo a pochi passi da loro. Elisabeth si voltò di scatto, la bocca spalancata e gli occhi sgranati. A pochi passi un varco luminoso era apparso, bianco e lucente, attraversato da scosse di energia.

Elisabeth deglutì, sentendosi improvvisamente piccola piccola. E folle. Oltre quel varco l’aspettava un mondo che non conosceva, pieno di pericoli che non conosceva. Avrebbe rischiato di essere solo un intralcio per gli altri Maestri della Luce. Quasi certamente più debole nei duelli, certamente più inesperta rispetto a loro che quel mondo lo avevano già salvato.

La ragazza strinse le mani a pugno e sentì i palmi freddi e sudati. Il cuore accelerò i suoi battiti. E lei continuava a fissare, affascinata e terrorizzata, il varco luminoso.

Stava davvero prendendo la decisione giusta?

Yuuki le posò una mano sulla spalla. “Puoi ancora cambiare idea.”

Elisabeth trasalì e incrociò il suo sguardo, si rese conto che lui era veramente sincero. Tornò a voltarsi verso il portale. Chiuse gli occhi e inspirò.

“No.”

Aprì nuovamente gli occhi e sorrise. “Ho preso la mia decisione. E, poi, qualcuno deve tenerti d’occhio!”

Yuuki annuì ed Elisabeth lo imitò. Insieme, affiancati, attraversarono il varco luminoso.

I nonni di Elisabeth rimasero a guardare dalla finestra finché l’ultimo lampo di luce svanì nel nulla.

L’attraversamento del portale fu più breve di quanto Elisabeth si sarebbe potuta aspettare, giusto il tempo di chiudere gli occhi contro l’accecante bagliore. La ragazza li aprì e niente era come un attimo prima.

Le aiuole curate del giardino, che aveva visto crescere negli anni, erano state sostituite da una foresta lussureggiante, enorme e piena di piante che non avevano nulla da spartire con quelle della Terra.

Elisabeth lasciò cadere a terra il borsone di Yuuki, evitando per puro caso una pozzanghera, e avrebbe fatto cadere anche il suo se non fosse stato ben saldo sulle sue spalle, e si portò le mani alla bocca. Il suo sguardo continuava a muoversi, ogni cosa attirava la sua attenzione e le impediva di formulare un pensiero coerente.

“Sono davvero a Gran RoRo,” sussurrò contro i palmi delle sue mani.

“Tutto bene?”

La Guerriera Gialla distolse bruscamente lo sguardo da un fiore tigrato e lo fermò sul volto divertito di Yuuki.

“Benvenuta a Gran RoRo, Elisabeth.”

E lei scoppiò a ridere, allo stesso tempo euforica e incredula. Corse avanti e chiuse gli occhi, ruotando su sé stessa. Si fermò un attimo dopo e incrociò ancora lo sguardo di Yuuki, nuovamente seria.

“Sicuro che sia stata una buona idea portarmi qui? Non ho alcuna esperienza a differenza vostra.”

Yuuki alzò le spalle e le sorrise rassicurante, sollevando anche il proprio borsone.

“Tu non hai visto gli altri nei loro primi giorni a Gran RoRo. Qualche volta, mi chiedo ancora come abbiamo fatto a sconfiggere il Re del Mondo Altrove.”

“Erano veramente così –”

“Peggio, ma in loro difesa, li avevamo quasi obbligati a venire.”

Il Guerriero Bianco si avviò tra la boscaglia, su un sentiero che lei non riusciva a vedere, confermandole che la loro metà era la famosa Limoviole. Elisabeth lo affiancò immediatamente, anche se dovette accelerare per stare al suo passo.

“Non ero uno dei buoni, Elisabeth. Non per tanto tempo.”

Elisabeth sbuffò e obbligò Yuuki a cederle il borsone dopo un paio di strattoni. “Ma ti sei pentito e hai rimediato. Possiamo non cambiare discorso? Sono io il pesce fuor d’acqua in questa situazione.”

“Andrà tutto bene.”

Il portale li aveva riportati a poca distanza da dove lui aveva lasciato Gran RoRo, ma per il tragitto di ritorno impiegarono quasi il doppio del tempo. In parte, la colpa era di tutto l’armamentario di zaini e borsoni che si stavano trascinando dietro, in parte (la causa maggiore) era perché ogni cosa attirava lo sguardo e la curiosità di Elisabeth. Più di una volta Yuuki l’aveva convinta a proseguire dopo l’ennesima domanda, in genere sulla flora e la fauna di quel regno, di cui lui non conosceva minimamente la risposta.

Il Guerriero Bianco fu decisamente sollevato di vedere il profilo dell’astronave sbucare dal sottobosco.

Ai piedi della Limoviole, a pochi passi della rampa, Aileen e Magisa erano sedute a gambe incrociate. Entrambe aprirono gli occhi e si voltarono nella loro direzione al loro arrivo. Serjou emerse dall’astronave e le raggiunse. Elisabeth zittì di botto e rallentò bruscamente il proprio passo.

Il granroriano fu il primo a venire loro incontro e ad affiancare Yuuki.

“Sono lieto nel constatare che la vostra missione ha avuto buon esito, Guerriero Bianco.”

“Più di quanto potessimo sperare,” replicò e indicò con un cenno del capo i borsoni che avevano con lui.

Serjou afferrò il borsone di Mai, voltandosi verso Elisabeth. Aileen e Magisa li raggiunsero nello stesso momento. La ragazza si immobilizzò a pochi passi da loro, deglutì e si inchinò così bruscamente che, per un attimo, lo zaino sulle sue spalle sembrò avere tutta l’intenzione di finire oltre la sua testa. Il borsone di Yuuki finì ancora una volta a terra con un tonfo.

“Onorata di conoscervi. Sono Elisabeth Reiko Nakano. Ma preferisco che mi chiamiate Elisabeth. O Liz. Cioè, se avete bisogno di chiamarmi. O devo imparare a rispondere a Guerriera Gialla?”

Serjou chinò il capo verso di lei, Aileen sorrise divertita e Magisa scoppiò a ridere, raggiungendola e posandole le mani sulle spalle per farla rimettere ritta.

“Non so cosa ti hanno raccontato i Maestri della Luce, ma non siamo così formali e non mordiamo.”

“I suoi stivali sì,” aggiunse Aileen piegandosi in avanti e sussurrando dietro alla mano.

Elisabeth arrossì di bottò e abbassò lo sguardo, balbettando sottovoce. Per rialzare bruscamente la testa alle parole della granroriana e gettare uno sguardo allarmato ai piedi di Magisa.

“Io sono Maga Magisa, ma solo Magisa va benissimo. E gli stivali mordono solo i maleducati,” proseguì la donna lanciando un’occhiataccia ad Aileen. “Felice di averti qui con noi, Elisabeth.”

La Guerriera Gialla rialzò di scatto lo sguardo, inspirò rumorosamente e sorrise a trentadue denti.

Quella Maga Magisa? La Maga del Mondo Altrove? La Maestra del Nucleo Progenitore? Ti ho visto in uno dei servizi televisivi!”

Magisa drizzò la schiena e allargò le spalle, compiaciuta e inorgoglita. “In persona.” Poi allungò la mano ai capelli, esitò e tornò ad abbassarla ridacchiando nervosamente. “Anche se ora sto affrontando un po’ di problemi. E temporaneamente non custodisco più neppure il Nucleo.”

“Oh,” Elisabeth si morse un labbro e si voltò verso Yuuki indignata. “Potevi anche dirmelo!” E ruotò per guardare nuovamente la Maga. “Ma se non l’hai tu…”

Aileen fece un passo avanti, alzando la mano e sforzando un tono allegro. “Presente!”

Quando i loro sguardi si incrociarono, la granroriana porse la mano, ancora parzialmente bendata. “Aileen Dealan, temporanea Maestra del Nucleo Progenitore. Tecnicamente sarei solo la Guerriera Verde, come Kenzo, ma si fa quel che si può. Conto che risolveremo il problema il prima possibile.”

“Piacere mio.”

Aileen lasciò la presa e intrecciò le loro braccia, guidandola verso la Limoviole.

“Vieni che ti mostro dove sistemarti. Credo che condividerai la stanza con Mai.”

Mentre le due si avviavano, Magisa afferrò il borsone lasciato indietro da Elisabeth e si accodò a Yuuki e Serjou nel seguirle verso l’interno, inclinando la testa verso i loro fardelli.

“Saranno felici di tutto questo.”

“Ci sono anche gli album di Hideto.”

Magisa ghignò. “Siamo felici di tutto questo.”

“Cosa ne pensate?”

Barone posò la mano sopra la scrivania e spostò lo sguardo sulle proiezioni di Duc, Shima e Izarz. I due coniugi avevano espressioni gravi.

“Dato che non sei il tipo da disturbare le persone per sentire le tue lodi,” replicò con tono divertito Izarz, “immagino ti riferisca alla situazione del Guerriero Rosso.”

Barone si limitò ad alzare un sopracciglio, per poi voltarsi verso Duc.

“Potrebbe essere simile a quanto ti successe otto anni fa?”

Il mazoku interpellato sospirò e incrociò le braccia. “Non sono un esperto, ma temo che quanto mi successe non possa essere confrontabile con le conseguenze dell’interazione con la Rampa di Lancio.”

“Dopotutto, mio marito subì soltanto un lavaggio del cervello, per quanto indotto da poteri magici.”

Izarz si girò verso la coppia, piegandosi leggermente in avanti con le mani congiunte davanti a sé. “Nessun rancore, mi auguro.”

Shima gli rivolse uno sguardo gelido e le zampe di ragno attorno al suo corpo si contrassero. Izarz tornò dritto sorridendo nervosamente.

“Comunque,” riprese con tono spavaldo, “posso confermarlo anche io. Ero perfettamente consapevole che Duc avrebbe recuperato progressivamente tutti i suoi ricordi se fosse riuscito a sfuggi-” Shima tossì. “Ehm, se fosse riuscito a restare sufficientemente a lungo alle cure della propria famiglia. Se speravi di trovare in noi un rimedio per recuperare la memoria di Bashin-”

Barone si alzò dalla sedia e spostò lo sguardo sulla città visibile oltre la vetrata del suo ufficio. Non si era illuso di trovare la risposta. Anche Gilfam lo aveva messo in guardia, quando l’aveva ricontattata per richiedere ulteriori dettagli su quanto avesse fatto intendere di sapere sulla condizione di Dan durante la riunione.

“Viole Mai è stata cauta nel presentare i rischi che comporta riportare indietro qualcuno dal Nucleo Progenitore. E fin troppo ottimista nel presentare il recupero della memoria di Bashin.”

Il mazoku tornò ad avvicinarsi alla scrivania, appoggiandovi una mano.

“Neppure in tutte le tue ricerche nel mondo della magia?”

Izarz posò una mano sul fianco e scosse la testa. “Dovrei essere a Gran RoRo per riuscire a far ricerche su un potere pari a quello del Nucleo Progenitore. Attualmente, non credo di poter darti più informazioni di quelle che la Regina Gilfam ti ha sicuramente già fornito.”

“Vi ringrazio.”

Le tre proiezioni svanirono e la stanza tornò a farsi silenziosa. Barone si sedette nuovamente, estraendo il proprio deck e rivelando le prime quattro carte. Pheonix-Siegwurm, Strike-Apollodrago, Nemelion e Archerion.

“Ho fiducia in te, Bashin Dan.”

“E raccontate, raccontate di quella volta che avete fatto a gare su chi dei due reggesse meglio l’alcol!” Kenzo biascicò in mezzo alle risate.

Mai e Hideto inorridirono, sbiancando leggermente, al veder tirare fuori quella vicenda che si erano giurati a vicenda di non nominare mai.

Clarky, Angers, Plym e Yus, pure Dan travolto dall’entusiasmo del gruppo, furono fin troppo interessati a quella notizia.

“Questa la voglio sentire. Mi sono perso la vostra prima sbornia!” Clarky si portò una mano al petto, fingendosi ferito.

“Se vi può tirare su di morale,” aggiunse Plym, “non è che Yus-”

“Plym! Avevi giurato!”

La giovane donna zittì e gli mostrò la lingua. L’attenzione di tutti tornò sui due Maestri della Luce, ancora a bocche cucite e con sguardi che promettevano vendetta.

“Credo che fosse il compleanno di Hideto,” iniziò Kenzo ignorando le mute minacce degli amici. “Non mi ricordo neppure com’è iniziata. Abbiamo provato a fermarli, eh, io e Yuuki. Ma abbiamo fallito.”

“Mai, no! Non puoi testare se in skateboard arriveresti al piano terra prima che con l’ascensore.”

La ragazza ondeggiò e saltò per l’ennesima volta. La punta delle sue dita non riuscì neppure a sfiorare il bordo dello skateboard, saldamente tenuto a distanza di sicurezza da Yuuki. Quando atterrò, il Guerriero Bianco le afferrò il braccio per evitarle un capitombolo sul divano.

“Preferirei che la tua famiglia ti ritrovi intera al loro rientro da Kyoto.”

“Dai, Yuuuuki! Non fare il guastafeste.” Le lamentele di Mai vennero interrotte da un singhiozzo.

La ragazza ridacchiò e afferrò una bottiglia mezza vuota da un mobile. La sollevò alle labbra per ritrovarsi la mano vuota. Mai aggrottò la fronte e portò le mani sui fianchi, ondeggiando una seconda volta. La bottiglia era in mano a Yuuki.

“Se hai lo skateboard, la bottiglia è mia.”

“No.”

“Nooiooso.” A braccia conserte e con il broncio, Mai si sedette pesantemente sul divano, dopo qualche tentativo, a gambe incrociate.

Yuuki abbassò il braccio senza distogliere lo sguardo da lei.

La ragazza si illuminò. “Oppure potrei…”

“No.”

Mai afferrò un cuscino sbuffando.

“Yuuki, vieni a salvarmi.” Kenzo si voltò verso il Guerriero Bianco dalla sedia in cui era intrappolato a causa di Hideto che, bottiglia stretta in mano, continuava ad agitarla per sottolineare le sue parole.

“Lo sapete, non ho mai acconsentito a essere ancora la vostra baby-sitter.”

“E, il peso dell’età, della conoscenza, delle responsabilità,” si intromise Hideto annuendo solennemente. “Da grande potere derivano grandi responsabilità.” E si scolò un sorso.

“Quanto sei originale,” sbottò Kenzo.

“L’originalità, esiste ancora l’originalità? O tutte le storie sono già state raccontate? E ora non resta che ripeterle.”

“Yuuki!”

Il Guerriero Bianco roteò gli occhi e raggiunse i due amici.

“Ho una domanda per te, Hideto,” Yuuki gli strappò la bottiglia dalla mano. “Se potessi salvare una sola carta dai tuoi album, quale sarebbe?”

“Qu- car- una?”

“Una.”

Hideto spalancò gli occhi e chiuse la bocca. Kenzo ne approfittò per sgusciare via e nascondersi alle spalle di Yuuki.

“Guastafeste,” bofonchiò Mai semi-distesa sul divano.

“Niente più gare, avete capito?”

Kenzo dovette smettere di raccontare. Non che la sua voce avrebbe potuto essere sentita oltre le risate sguaiate di tutti i presenti. Yus e Plym erano uno afferrato all’altra, mezzi piegati in due. Angers aveva la testa schiacciata contro la spalla di Clarky che continuava a passarsi una mano sugli occhi per togliere le lacrime. Anche Dan si era unito all’ilarità.

Mai era rossa in volto e stava torturando una ciocca di capelli, Hideto si era nascosto la faccia dietro al cappello.

“Cioè, non è cambiato niente da quell’estate?”

Kenzo si voltò con un ghigno verso Clarky. “Niente.”

“Possiamo smetterla!” Mai si intromise con forza. “Non riderei Clarky, sono sicura che Angers e gli altri non sanno tutte le storie che-”

Gli acuti trilli di un allarme bloccarono nella sua gola le parole. Il sorriso scomparve dal suo volto, come da quello di Kenzo e Hideto.

Uno dopo l’altro, anche gli altri smisero di ridere.

“Che succede?” Yus suonò titubante.

Il Guerriero Verde esitò, incrociò lo sguardo degli altri e, alla fine, recuperò dalla tasca il proprio cellulare.

Il timer era arrivato allo zero.

“Succede,” deglutì, “succede che dobbiamo andare via.”

E non rialzò lo sguardo, tenendolo fisso sullo schermo.

“Oh.” Gli occhi di Plym si inumidirono. Yus strinse le labbra e distolse lo sguardo. Clarky e Angers intrecciarono le dita, cercando forza l’uno nell’altra.

Nessuno si era illuso diversamente al loro arrivo. Nessuno aveva pensato che la presenza di Mai, Dan, Hideto e Kenzo potesse essere qualcosa di più di un fugace incontro.

Eppure, con ogni parola, ogni risata, ogni momento passato insieme, la consapevolezza del sempre più vicino addio si era fatta da parte, nascosta dall’allegria, dalla felicità.

Si erano tutti un po’ illusi che, in fondo in fondo, quelle ore non sarebbero finite mai.

Ma le ore erano finite.

E l’addio non poteva essere più rimandato.

Rientrare nella sala della macchina del tempo, dove solo poche ore prima erano arrivati, sembrava completamente diverso da allora.

Anche se si erano ritrovati armi puntate contro, la stanza era stata piena di entusiasmo, di attesa nel rivedere amici salutati tanti anni prima senza la certezza di poterli mai rincontrare.

Ora, la stanza non solo era più vuota, ma l’aria era pesante, tanto da sembrar voler piegare giù gli angoli delle bocche tirate in sorrisi malinconici.

In un certo senso, era un addio quasi più difficile di otto anni prima. Avevano avuto tempo di prepararsi allora e, dentro di loro, avevano bramato quella possibilità di allontanarsi dal dolore che ancora li aveva accompagnati dopo un mese. Ed era stato come mettere un punto a quel capitolo della loro vita; era stato triste ma appagante.

Invece, quel giorno, erano tornati a rinsaldare con così tanta facilità l’amicizia, gli affetti che quell’addio faceva male come un improvviso schiaffo in faccia.

Hideto, una volta entrato nella stanza e notata la propria moto appesantita da contenitori scuri, aveva provato a scherzarci su, ma le risate erano state solo superficiali. L’allegria non aveva raggiunto gli occhi di nessuno di loro.

Senza contare che, la fila delle persone che avrebbero potuto salutare, era assai più breve di quella che avrebbero voluto. Barone, Clarky, Angers, Yus, Plym, Stella e Kazan erano gli unici presenti.

En, Fant, Zolder, Flora, Lugain, Duc, Shima, Izarz, Zack, Gilfam, Gaspard e tanti altri ancora non erano lì.

Mai fu la prima a farsi coraggio, avvicinandosi a uno a uno e stringendoli in un forte abbraccio, anche alla dottoressa Stella e Kazan.

“Vi ringrazio, per Lord Yuuki.”

La Guerriera Viola annuì e passò avanti. Strinse Yus e Plym, che le si aggrappò addosso come se non volesse farla andare via. Abbracciò Angers augurandole tanta fortuna e felicità per la loro famiglia.

Salutò Barone in silenzio, scambiandosi uno sguardo di intesa e un cenno del capo.

Arrivata a Clarky, gli lanciò le braccia al collo, alzandosi sulle punte per riuscire a posare il mento sulla sua spalla. Come otto anni prima. Così diversamente da otto anni prima.

“Mi mancherai, Clarky.” La sua voce tremò.

“Saluta Andrew, i miei genitori e Kaoru.” Clarky strinse gli occhi. “E state attenti.”

Kenzo aveva salutato Barone, si era fatto stringere, arruffare i capelli e si era fatto anche chiamare piccolo da Clarky, Angers, Yus e Plym. Aveva accettato tutto di buon grado, perché lamentarsi non avrebbe fatto altro che ingrossare il groppo in gola e liberare le lacrime che premevano ai bordi dei suoi occhi. Salutò con un inchino Kazan e si fermò davanti alla dottoressa Stella.

La donna deglutì e gli porse bruscamente un hard-disk argentato.

“Tieni. Ci sono tutti gli articoli che ti ho promesso e anche qualcun altro, i dati, i programmi. Tutto. E anche una marea di foto e video con cui Plym ha pensato di intasare la memoria.”

Kenzo annuì, strizzando più volte gli occhi. “Grazie.”

E le gettò le braccia attorno al corpo. Stella, quella volta, non si fece cogliere di sorpresa. Lo strinse forte per poi staccarlo delicatamente.

“Un po’ di decoro, Kyrò.”

“Mi chiamo Kenzo,” sussurrò afferrando l’hard-disk e facendo un passo indietro.

Tutti fecero finta di niente quando la dottoressa si voltò di lato e, velocissima, sollevò gli occhiali per asciugarsi gli occhi.

Hideto salutò Barone e Stella con una stretta di mano, Plym con un cinque e Yus con una calorosa pacca sulla spalla. Accettò l’abbraccio di Angers e quello successivo di Plym che decise di imitarla. Lui e Clarky si afferrarono gli avambracci e si abbracciarono.

Arrivato davanti a Kazan, i due si sorrisero e accennarono un inchino del capo.

“Grazie ancora per le carte. Ci saranno davvero di grande aiuto.”

“Vi auguro buona fortuna, Guerriero Blu. Possa la vostra battaglia essere vittoriosa.”

Hideto afferrò la tesa del proprio cappello e la piegò in avanti.

I saluti per Dan furono i più difficili. E non più per i motivi che lo avevano messo a disagio durante l’iniziale incontro. Non ricordava ancora nessuno di loro. Sapeva di loro solo quel poco che gli avevano raccontato. Eppure, in quelle ore, erano riusciti a farsi largo dentro di lui.

Forse non aveva nessuno dei ricordi del vecchio Dan che rattristassero quel saluto, ma il nuovo Dan era riuscito comunque ad affezionarsi, in un certo senso, a loro. E quello rendeva doloroso e allo stesso tempo più spontaneo dir loro davvero addio.

Non gli fu difficile scambiare il solenne cenno di saluto di Stella e Kazan.

Non gli fu difficile ricambiare l’abbraccio stretto di Plym o la lunga stretta di mano con Yus.

Non gli fu difficile augurare il meglio a Clarky e Angers o accettare l’abbraccio dell’uomo che un tempo era stato suo amico.

Non gli fu difficile neanche stringere ancora una volta la mano di Barone o sorridere ripensando al duello che ancora lo faceva entusiasmare.

“Non dimenticare le mie parole, Bashin Dan.”

“Non lo farò. Non dimenticherò nulla.”

Niente di quello gli fu difficile, non come sarebbe stato poche ore prima. Ma ognuno di quei gesti, marchiato nei suoi nuovi ricordi, lo obbligò a usare tutta la sua volontà per andare avanti.

Ma avanti ognuno di loro doveva andare.

Scambiarono gli ultimi saluti, gli ultimi abbracci proprio nell’istante in cui, alle loro spalle, un sibilo anticipò il lampo di luce del varco per Gran RoRo.

Hideto spinse la moto in avanti e gli altri Maestri della Luce si allinearono dietro di lui. Ognuno di loro tornò a voltarsi più volte, agitando le mani e ripetendo saluti a tutti.

Ma non potevano rimandare all’infinito.

E Mai, Dan, Hideto e Kenzo, uno dopo l’altro, tenendo gli occhi fissi sugli amici che salutavano, svanirono nel varco di luce.

Il portale svanì davanti ai loro occhi, separando ancora una volta il passato dal futuro. Clarky rimase immobile e Angers intrecciò le proprie dite con le sue, l’altra mano che sfiorava la curva del vestito. Il Capitano ricambiò la stretta.

Per lunghi istanti, nessuno di loro spezzò il fragile silenzio che li avvolgeva, nessuno di loro fece notare agli altri i rivoli bagnati che rigavano le guance di più di qualcuno di loro.

Plym tirò su con il naso, rumorosamente, e si strofinò un braccio sugli occhi. Yus, tenendo la testa bassa, pescò un fazzoletto dalla tasca e glielo porse.

Kazan inspirò lentamente, portò le mani dietro alla schiena e fece un passo avanti, girandosi verso di loro.

“Dottoressa Stella, mi auguro che tutto abbia aderito al protocollo.”

“Affermativo.” Tornò a rizzarsi, gli occhi asciutti, l’espressione sicura, la postura della scienziata. “Nell’hard-disk non c’è nulla che possa far loro sospettare la nostra situazione.”

“Siamo stati attenti, Comandante,” proseguì Angers con tono pacato. “Siamo sempre stati con loro.”

Kazan annuì lentamente. “Ottimo. Comunicherò la partenza dei Maestri della Luce.” Si voltò verso Clarky e Barone. “Fatemi sapere quando volete discutere della situazione di Cardinal Sign e Ascendant Sign.”

Il Comandante, seguito dalla dottoressa Stella, fu il primo a uscire. Plym e Yus, in silenzio, li imitarono un attimo dopo.

Barone, solo allora, distolse lo sguardo dal punto in cui era svanito il portale.

“Credi davvero sia stato giusto non dire loro nulla?”

“È come deve essere,” replicò a bassa voce Clarky. Poi, chiuse gli occhi per un istante, espirò e li riaprì, alzando il mento e drizzano la schiena. “Se Gran RoRo e il loro tempo sono in pericolo, è di quello che si devono preoccupare.”

Umano e mazoku si fissarono negli occhi.

Al messaggio della dottoressa Stella, ne avevano parlato veloci, con fermezza e senza esitazione, ottenendo rapidamente l’appoggio del Consiglio e impartendo silenziosi ordini insieme a Kazan. Avevano nascosto le tracce di quello che si stava abbattendo sul mondo, avevano mostrato al gruppo di Maestri della Luce solo quello che si sarebbero aspettati di vedere.

L’alleanza tra le diverse culture.

La ricostruzione.

Le piccole gioie che, nonostante tutto, riuscivano ancora a proteggere.

Avevano mentito con facilità, forse per concedere anche a loro stessi alcune ore in cui i malumori non esistevano, in cui Cardinal Sign, Ascendant Sign e quello che rappresentavano non esistevano.

Clarky e Barone, in quella stanza ormai vuota, dove le voci seppur basse rimbombavano, si strinsero ancora una volta la mano: umano e mazoku, amici e compagni d’arme, uniti per scelta e per destino a guidare quel futuro. Era la promessa che si erano fatti otto anni prima tra le macerie, tra la speranza e l’ottimismo che rinascevano.

“Questa è la nostra battaglia.”

La luce attorno a loro svanì, il metallo lasciò spazio all’erba, il soffitto d’acciaio alle folte chiome della foresta del regno di Smeraldo.

Barone, Clarky e gli altri che si erano lasciati alle spalle, furono sostituiti da coloro che li stavano aspettando.

Yuuki, Magisa, Serjou e Aileen sorridevano a pochi passi da loro.

Mai, Hideto, Kenzo e Dan lasciarono che la tristezza, la malinconia, il dolore affondassero nei loro cuori, e sorrisero a loro volta.

Magisa gli guardò uno per uno e il suo sguardo si addolcì.

“Spero che abbiate rivisto i vostri amici.”

La Guerriera Viola annuì con gli occhi lucidi. “Sì. Clarky vi saluta.”

Kenzo strinse al petto l’hard-disk, Hideto strinse le dita attorno al manubrio. Poi, il Guerriero Blu spinse avanti la moto.

“Mi auguro ci sia spazio per la moto sulla Limoviole.”

“Vedremo cosa si potrà fare, Guerriero Blu.”

Hideto annuì e cominciò a sganciare le cassette scure. “Prima però ci sono le carte. Ne troverete sicuramente che vadano bene per il vostro stile di gioco.”

Dan si guardò attorno e poi si voltò verso Yuuki. “Non sei riuscito a trovare il Maestro della Luce?”

Gli altri Maestri della Luce accanto a lui trasalirono, rendendosi conto solo in quel momento dell’assenza della nuova aggiunta al loro gruppo.

Mai si morse un labbro alla mancata risposta del Guerriero Bianco. “O non è voluto venire?”

“Sorpresa!”

Da dietro alle spalle di Yuuki, Elisabeth saltò fuori con le braccia spalancate e un enorme sorriso sulle labbra.

Mai, Hideto e Kenzo sgranarono gli occhi. “Elisabeth!”

“Sono una Maestra della Luce!” E, ridendo, la nuova Guerriera Gialla si lanciò contro Mai, gettandole le braccia al collo.

La Guerriera Viola, dopo un attimo di esitazione, ricambiò la stretta e ben presto le due ragazze iniziarono a saltellare strette assieme.

“Non ci posso credere!”

“Non ci credevo neppure io! L’avevi predetto!”

Le due risero e strillarono dalla gioia. Poi Mai si staccò da lei, con un sorriso luminoso sulle labbra.

“E siamo tre! Tre ragazze! Avevo avuto Kajitsu per un periodo l’altra volta ma,” Mai rise, “ero sempre circondata da ragazzi!”

Elisabeth ghignò e le afferrò il braccio, strattonandola verso Aileen a cui si aggrappò al braccio.

“Faremo un sacco di cose!”

“E reintrodurremo la serata dei film,” aggiunse Mai voltandosi verso gli altri Maestri della Luce. “Se solo avessi i miei hard-disk…”

“Credo siano tra le tue cose,” si intromise Yuuki indicando con la mano la rampa della Limoviole. “Le vostre famiglie hanno preparato un borsone per ciascuno di voi.”

Mai scattò a correre per prima, trascinandosi dietro Elisabeth che, a sua volta, trascinò dietro di sé una sconcerta Aileen che non era riuscita a liberarsi dalla presa.

“Il mio shampoo! E il balsamo! Fa che ci sia il mio bagnoschiuma preferito! E la mia macchina fotografica!”

L’elenco di cose bramate dalla Guerriera Viola proseguì fino all’interno, quando fu troppo lontana perché si sentisse ancora la sua voce.

Kenzo si guardò attorno e poi corse dietro di loro. “I miei libri!”

Magisa scambiò uno sguardo divertito con Serjou. “Immagino ne avessero sentito la mancanza durante il primo viaggio.”

Serjou, nella cui mente riaffiorò la prima sosta che la Guerriera Viola aveva preteso non appena entrata in possesso della Limoviole e la scorta che aveva fatto di saponi e profumi, annuì.

La Maga scoppiò a ridere e si voltò verso il Guerriero Blu. “Tu non hai niente che ti manca?”

Hideto alzò le spalle. “Sono abituato ad andare avanti con quello che capita. Succede a viaggiare per il mondo con solo uno zaino in spalla.”

Yuuki inarcò un sopracciglio e ghignò. “Dovresti ridurre il numero di album allora, sembrava mi portassi dietro mattoni con il tuo zaino.”

“Album?” Hideto aggrottò la fronte. Poi spalancò la bocca. “La mia roba è a Gran RoRo? I miei album sono a Gran RoRo!”

Il Guerriero Blu riagganciò la cassetta che aveva già staccato e iniziò a spingere la moto.

“Aiutami a portarla su! Dai! Non stare lì impalato, Yuuki!”

Il Guerriero Bianco scosse la testa e iniziò a spingere dal lato opposto. Dan li raggiunse, aiutandoli dal fondo della moto. Magisa scosse la testa e li anticipò insieme a Serjou.

A metà della rampa, Yuuki si voltò indietro, incrociando lo sguardo del Guerriero Rosso.

“C’è una borsa anche per te.” Il Guerriero Blu si voltò sorpreso verso di lui. “So che non te li ricordi, ma la tua famiglia ha voluto prepararti qualcosa comunque.”

Dan si rabbuiò e abbassò lo sguardo sulla moto, che ormai erano riusciti a spingere sulla piattaforma esterna dell’astronave.

“Non credo che-”

“Erano felici di poterti aiutare,” interruppe Yuuki ignorando la sorpresa del guerriero Blu. “E ti vogliono bene Dan. Te ne vorranno anche se non recupererai la tua memoria.”

Il ragazzo annuì lentamente senza alzare gli occhi.

Una volta sistemata la moto contro il parapetto e accanto alle sdraio, Hideto si fiondò all’interno. Quando anche Yuuki rientrò all’interno della Limoviole, trovò Kenzo seduto sui divani che impilava quasi reverenzialmente una pila di libri, Hideto che abbracciava i suoi album di carte e Mai seduta a terra accerchiate da bottigliette colorate e da due divertite Elisabeth e Aileen.

Il Guerriero Bianco controllò che Dan stesse effettivamente guardando cosa la sua famiglia li avesse preparato e superò il gruppo per raggiungere i divani. Lì, prese la busta affidatagli dalla maggiore Shinomiya e raggiunse il gruppo di ragazze sedute a terra.

“Kaoru mi ha chiesto di consegnarti anche questa.”

“Kaoru?” Mai si rialzò in piedi e afferrò la busta che Yuuki le porgeva. Staccò la colla quasi aspettandosi fosse uno scherzo o le minacce della sorella di tornare sana e salva. “Credevo fosse ancora in America.”

Dentro c’era una foto.

La Guerriera Viola la tirò fuori corrugando la fronte. E spalancò gli occhi ed emise un verso di sorpresa che bloccò sbattendosi la mano sulla bocca. Gli altri si voltarono subito verso di lei. La ragazza, ignara completamente dei loro sguardi, aveva chiuso gli occhi e sorrideva, nonostante lacrime le imperlassero le ciglia, stringendo la foto al petto.

“Mai?”

“Sto bene,” replicò riaprendo gli occhi e strofinandosi le guance. Scoppiò a ridere. “Vado a sistemare le mie cose.”

Afferrò il proprio borsone, gettò all’interno alla rinfusa tutto ciò che aveva già tirato fuori e corse al ponte inferiore, senza lasciare tempo agli altri di opporsi.

Hideto, aiutato da Yuuki e Dan, portò all’interno della Limoviole tutte le cassette scure contenenti le carte. Una dopo l’altra, le ammonticchiarono contro la parete.

Dopo aver posato l’ultima, il Guerriero Blu portò le mani ai fianchi e annuì soddisfatto.

“Qui nessuno tocca niente senza chiedermi il permesso.”

Yuuki incrociò le braccia e alzò un sopracciglio. “Sei veramente sicuro di non averle prese di nascosto? Devo chiedere la conferma a Mai e Kenzo?”

“Se sei così scettico, non te ne lascerò prendere neppure una.”

“Come se non tu non avessi già deciso quali carte potrebbero interessare a chi.”

Hideto ruotò sui piedi e scoppiò a ridere. “Mi hai beccato. Vuoi che te ne mostri un paio?” Si voltò verso Dan. “Ho alcuni consigli per come potresti ampliare il tuo mazzo.”

Il Guerriero Rosso sorrise e picchiettò la propria tasca. “Non ti preoccupare. Per il momento sono a posto.”

“Come vuoi.”

Hideto era già inginocchiato a terra, scrutando le cassette per intuire quale fosse il ragionamento con cui le carte fossero state inserite all’interno.

“Sai che posso scegliermi le carte da solo,” proseguì Yuuki posandosi contro la parete della Limoviole.

“E non ti faresti aiutare dal tuo caro e vecchio amico? Mi ferisci.” Hideto aprì metà delle cassette davanti a lui, ci passò un dito sopra ciascuna di essa e poi ne afferrò la quarta. “Qui ci sono i Brave bianchi!” Si sedette a gambe incrociate e fece segno a Yuuki di avvicinarsi. “Sono sicuro che li adorerai anche tu.”

M.A.I.A. volò attorno a loro, li fissò un attimo con gli occhi di pixel per poi continuare il suo volo. Sfrecciò oltre la testa di Dan che si stava avvicinando ai divani e sorvolò il tavolo centrale, facendo trasalire ogni volta Elisabeth, che ancora non si era abituata al piccolo androide volante. Poi, il robot si fermò sopra l’hard-disk e il computer di Kenzo.

Il Guerriero Verde si lanciò in avanti e afferrò l’hard-disk, rivolgendo un’occhiataccia al robot.

“Questo è mio. Ti converrà trattarmi un po’ meglio, se vorrai vedere anche solo mezzo di questi dati provenienti dal futuro.”

M.A.I.A. emise un bip indispettito, quasi uno sbuffo, e ruotò su sé stessa allontanandosi.

“Guarda te se mi interessa, Kiodò.”

Kenzo le mostrò la lingua alle spalle. Poi, afferrò il cavo usb dell’hard-disk. A un soffio dal collegarlo al computer, però, si fermò.

“Qualcosa non va con i dati?”

Kenzo incrociò lo sguardo con Hideto, arrivato in quel momento alle spalle del divano insieme a Yuuki. Scosse la testa e tornò a fissare lo schermo con il logo di attivazione.

“No.”

“E allora che cosa c’è?”

“Non lo so. Ma è come se qualcosa mi sfuggisse. E da quando siamo tornati che-”

Kenzo corrugò la fronte e fissò l’hard-disk argentato che gli aveva dato Stella. Non era in grado neppure lui di spiegare perché qualcosa gli sembrasse fuori posto. Aveva come l’impressione che ci fosse qualcosa di ovvio che lui non stava considerando, ma cosa fosse non ne aveva idea.

“Lascia stare, starò ancora elaborando tutto quello che è successo in queste ore.”

Il Guerriero Blu si posò con entrambe le mani allo schienale. “Non posso darti torto. Qualcun altro vuole vedere un po’ delle carte del futuro?”

Aileen si illuminò e si spinse in avanti per alzarsi dal divano. “Io-”

“A me piacerebbe tanto che qualcuno mi racconti qualcosa di più su questo regno!” esclamò Elisabeth con entusiasmo.

“Piacerebbe anche a me,” aggiunse Dan.

Il sorriso sul volto della granroriana si rimpicciolì, ma tornò comunque a sedersi. Hideto scrollò le spalle e si staccò dal divano.

“Come volete, più divertimento per me e Yuuki.”

Aileen lanciò un’occhiataccia alle sue spalle, ma presto la sua attenzione fu rivolta alle domande che la Guerriera Gialla cominciò a farle su tutte le piante che aveva visto durante il tragitto.

Con tutti impegnati in un modo o nell’altro, Magisa raggiunse Serjou sulla plancia di comando e si posò al parapetto metallico. Alle sue spalle, il granroriano attivò i comandi della Limoviole, che vibrò all’accensione dei motori, e iniziò il cauto attraversamento della foresta. Finalmente riuniti, non sarebbe stato saggio fermarsi ancora a lungo nello stesso luogo.

La Maga rimase a fissare il gruppetto dei Maestri della Luce, sorridendo dolcemente.

“Non credevo avrei rivisto di nuovo una scena del genere.”

“Riporta alla mente tanti ricordi, vero?”

“Già.”

Mai raggiunse quella che era diventata la sua stanza, che avrebbe condiviso con Elisabeth, e posò la foto sul letto. Sistemò con cura tutto ciò con cui la sua famiglia le aveva riempito il borsone, i cambi di vestiti furono piegati e riposti nell’armadio a muro, le altre cose sparse tra le poche mensole e il piccolo bagno.

Prima di uscire, si sciacquò il viso e, ancora sgocciolante, sorrise verso lo specchio. “Quanto vorrei raccontartelo, Clarky.”

Uscì e riprese la foto, lisciandola e guardandola dolcemente. Poi, la posò sul comodino contro la sua macchina fotografica. Lasciò la stanza e sullo stipite si voltò ancora una volta verso la foto.

Il negativo di un’ecografia.

E sopra, scritto in penna rosa acceso, il messaggio della sorella: Non azzardarti a non tornare. Kaoru.

Mai emerse nuovamente sul ponte superiore e si sentì mancare il fiato. Tutti gli altri Maestri della Luce erano là, chi seduto chi in piedi, e M.A.I.A. che saettava tra le teste. Aileen stava raccontando qualcosa sul regno, indicando più volte ciò che c’era fuori dalle vetrate. Elisabeth, soprattutto, e Dan ascoltavano affascinati. Magisa sorrideva rasserenata e alle sue spalle intravedeva la testa di Serjou impegnato ai comandi. Kenzo era sul divano con il naso infilato nel computer. Yuuki e Hideto erano in piedi, posati appena contro gli schienali dei divani, e ridevano per qualcosa che il Guerriero Blu aveva appena detto.

La Guerriera strinse le dita sul passamano e sorrise dolcemente, un’ondata di malinconia, nostalgia e contentezza la riportarono indietro con la memoria. A un’altra avventura. A un’altra Gran RoRo.

Molte cose erano cambiate, ma in fondo tutto era rimasto lo stesso.

“Mai, che fai? Non ci raggiungi?” domandò Hideto, appena accortosi del suo arrivo.

La ragazza rise e avanzò verso i divani.

Gran RoRo poteva essere in pericolo. Potevano essere in svantaggio contro i propri nemici. Ancora un sacco di cose sarebbero potute andare male. Avrebbero dovuto combattere. Avrebbero sicuramente sofferto.

Ma, finalmente, nel piccolo mondo di Mai tutto era al suo posto.

Nel piccolo mondo dei Maestri della Luce tutto era al suo posto.

E, per il momento, era sufficiente così.

… TO BE CONTINUED …

SPAZIO AUTRICE:

Mi crederete se vi dico che, oltre ad avere avuto qualche problemino con la sorpresa, mi ero completamente dimenticata che dovevo anche preparare le anticipazioni per il prossimo episodio?

Comunque…

Finalmente, siano arrivati alla fine anche di questo episodio. Un episodio un po’ particolare perché segna per me la fine di quello che considero il primo arco di Battle Spirits Resurgence. Ora che i Maestri della Luce sono riuniti, inizia una nuova fase della nostra storia.

E, in un certo senso, non abbiamo (almeno io e voi lettori) salutato definitivamente Clarky e coloro che si trovano nel futuro. Non avranno un ruolo centrale in Resurgence ma, ogni tanto, vedremo come la situazione stia evolvendo nel futuro.

Detto ciò ringrazio davvero dal più profondo del cuore tutti coloro che hanno letto (anche i lettori silenziosi, a cui ricordo che io sono qua: anche due righe sono in grado di rendermi felice). E un grazie speciale va a:

FantasyAnimeManga96, lalla20fairy e ShawnSpenstar.

Se continuo a scrivere questa storia è anche un po’ grazie a tutti voi.

E, come promesso, vi lascio qui i turni e i mazzi di questo episodio (in grassetto ci sono le carte create da noi e con (R) viene indicato che la versione utilizzata, anche se all’interno della storia non ha alcun impatto, è quella considerata Revival):

*(TURNO 1) Strike-Apollodrago, Supremo Imperatore Stellare, Zaneegun, Pescata della Rinascita, Suprema Spada dell’Oscurità Lucente + Chamaeleopus (R)

*(TURNO 2) Archerion, Brave del Sagittario Rinato, Siegwurm-Altair, Drago Scintillante, Aura Impavida, Pescata Estiva, + Pescata Estiva; (Drago della Pioggia, Siegwurm-Nova, Drago Supernova)

*(TURNO 3) Sliderbear

*(TURNO 4) Drago del Vento Solare

*(TURNO 5) Nemelion, Brave del Leone Rinato; (Codice di Riavvio, Fiamma Sacra)

*(TURNO 6) Pioggia Stellare della Rinascita; (Sprite-Dragon, Rottura Vulcanica)

*(TURNO 7) Pheonix-Siegwurm, Drago Fenice della Luce Lunare

*(TURNO 8) Energia Big Bang

*(TURNO 9) Dorado-Dragon

*(TURNO 10) Gornic-Eagle

*(TURNO 11) Archerion, Brave del Sagittario Rinato

(DAN) Siegwurm-Nova, Drago Supernova 1x, Sieg-Meteorwurm, Supremo Drago Stellare 1x, Siegwurm, Possente Drago Imperatore del Tuono 1x, Siegwurm-Altair, Drago Scintillante 1x, Darkwurm, Oscuro Drago Imperatore 1x, Drago del Vento Solare 3x, Staba-Dragon 2x, Sprite-Dragon 2x, Corona-Dragon, Guardiano dallo Scudo Fiammeggiante 3x, SunGlazer, Drago Cometa 3x, Dragone Arco di Luna 2x, Drago della Pioggia 3x, Tempesta della Fiamma Rinata 1x, Rottura Vulcanica 2x, Terreno Infiammato 2x, Energia Big Bang 2x, Pioggia Stellare della Rinascita 3x, Pescata Estiva 3x, Aura Impavida 3x, Tempio della Pietra del Sole 2x, Nido del Dragone di Oort 2x, Città Stellare dell’Eruzione Magmatica 2x, Deserto delle Stelle 2x, Archerion, Brave del Sagittario Rinato 3x, Gaimimus 2x, Gornic-Eagle 2x

(BARONE) Strike-Apollodrago, Supremo Imperatore Stellare 1x, Lunatech-Strikewurm, Supremo Drago della Luce Lunare 1x, Strike-Siegwurm, Drago della Luce Lunare 1x, Strikewurm-Betelgeuse, Drago dell’Ombra Lunare 1x, Pheonix-Siegwurm, Drago Fenice della Luce Lunare 1x, Delfino Diamante 2x, Dorado-Dragon 2x, Aquilam 2x, Asterio-Venera 9, Macchina da Caccia 3x, Sliderbear 3x, Chamaeleopus (R) 3x, Cigno-Kigna Mk-II 2x, Zaneegun 3x, Fiamma Sacra 2x, Pescata della Rinascita 2x, Lucchetto del Silenzio 2x, Potenziamento Magico 2x, Codice di Riavvio 3x, Aura Impavida 3x, Suprema Spada dell’Oscurità Lucente 2x, Cubo Fortezza 2x, Risveglio della Divinità Demone delle Fiamme 2x, Nemelion, Brave del Leone Rinato 3x, Archerion, Brave del Sagittario Rinato 3x, Karkinos, Brave del Cancro Rinato 3x

Come per il mazzo di Mai, anche quello di Dan è solo una prima versione. E mi sono resa conto solo ora che ogni volta ho indicato il nome italiano (o quello tradotto da me delle carte inglesi) senza pormi il dubbio se fosse chiara la carta che era indicata. Nel caso, fatemi sapere.

Ed ecco qui che le anticipazioni del prossimo episodio. Lascio la parola al nostro Guerriero Rosso, Dan:

Ancora incerti sulla nostra mossa successiva, incroceremo la nostra strada con quella di un gruppo in ricognizione del villaggio di Aileen. L’iniziale riunione felice verrà però messa da parte nel tentativo di raggiungere prima del Governatore una delle carte più potenti del regno. E, mentre Aileen sarà messa alle strette dal fratello che ritiene sia tempo per lei di tornare da loro, il duellante più forte tra i Maestri della Luce dovrà farsi avanti per fermare il Governatore. Tutto questo nel prossimo episodio: OMBRE NELLA FORESTA.

Con questo vi saluto e vi ringrazio ancora. Non so dirvi con certezza quando arriverà il prossimo episodio, sicuramente non prima di qualche settimana. Cercherò di non farvi aspettare troppo. In ogni caso, farò del mio meglio per tenere aggiornata la mia pagina autrice.

Varco Apriti, Energia!

Alla prossima, HikariMoon

P.S. per la sorpresa, dovrete cliccare su questo link che vi porterà a una pagina del forum di EFP (dove, se doveste avere voglia, potete accedere e rispondere anche se non siete iscritti): https://www.freeforumzone.com/d/11678850/HikariMoon-s-Gallery/discussione.aspx. Fatemi sapere che cosa ne pensate!

  
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