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Autore: miss_MZ93    06/02/2020    3 recensioni
Marinette ed Adrien hanno ormai diciotto anni. Le loro vite continuano ad essere minacciate dalla presenza di Papillon ma qualcosa sta per cambiare. Gli anni iniziano a farsi sentire e gli equilibri fragili che esistevano tra i due ragazzi iniziano a spezzarsi. Tra Adrien e Marinette qualcosa cambierà radicalmente, lasciando uno spiraglio per qualcuno che, in segreto, non ha mai smesso di provare grandi sentimenti per Marinette.
Tra dolci e sensuali drammi, i nostri protagonisti dovranno affrontare anche un nuovo pericolo per Ladybug.
Ho iniziato a scrivere la storia prima dell'uscita della terza stagione, quindi mancheranno alcuni personaggi o dettagli particolari.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nella vita di tutti i giorni, io sono Marinette, una ragazza normale con una vita normale ma c’è una cosa che mi riguarda che nessuno conosce, perché ho un segreto. Quando le forze oscure padroneggiate da Papillon attaccano la città più romantica al mondo, vesto i panni di Ladybug, la supereroina pronta a fronteggiare il male. In questa lotta estenuante non sono sola. Chat Noir combatte al mio fianco, giorno dopo giorno. Inizialmente ho temuto di non essere all’altezza del ruolo che il Maestro mi aveva affidato ma le parole incoraggianti del mio compagno di avventure mi hanno spronata a dare il meglio di me in questa battaglia.
Essere l’eroina di Parigi però è solo metà di ciò che sono.
Se Ladybug è forte, coraggiosa, intrepida e senza paure, Marinette è l’esatto opposto. Nel mio quotidiano sono solo una ragazzina infantile, goffa ed intimidita dai sentimenti che provo per il mio compagno di classe, Adrien Agreste. Lui è presente in ogni luogo e non perché io sia talmente innamorata da vederlo comparire ovunque vada ma perché invade la città con poster, cartelloni pubblicitari e totem. Adrien è il modello di punta di ogni collezione del grande stilista Gabriel Agreste, mio artista preferito, mio punto di riferimento per il più grande sogno che ho e padre del ragazzo di cui sono perdutamente innamorata.
A volte mi capita di pensare ancora a come ci siamo conosciuti, al malinteso che mi portò a paragonare quel dolce e sensibile ragazzo a Chloé, che di dolce ha solo il profumo costoso che vanta a scuola.
Sono passati anni da quando conobbi Adrien, anni da quando incontrai Tikki, anni da quando mi scontrai con Chat Noir tra i tetti della capitale ma ancora adesso continuo a combattere le akuma che invadono Parigi.
 
"Marinette! Sbrigati o farai tardi!"
Mia madre non ha mai smesso di urlare il mio nome la mattina presto nonostante io abbia imparato ad alzarmi ben mezz’ora prima dell’inizio delle lezioni. A volte fatico ancora ad arrivare in orario a scuola o agli appuntamenti con i miei amici ma piccoli progressi sono comunque stati fatti in questi anni.
"Mamma, sono qui"
Mia madre si volta nella mia direzione lasciandomi la solita espressione incredula che vedo ogni mattina.
"Scusami tesoro"
Scruta il mio abbigliamento e poi mi sorride dolcemente rimproverandomi per l’ennesima volta per non aver indossato qualcosa di più adatto ai suoi canoni di bellezza. Il giorno del mio sedicesimo compleanno, mia madre mi regalò un vestito dalle fattezze cinesi, in onore delle mie origini. Da quel momento ogni scusa è buona per ricordarmi quanto io mi sia allontanata dallo stile orientale preferendo quello parigino. Ancora adesso che ho diciotto anni, lei si preoccupa di farmi sentire inadatta. Continua a scrutarmi soffermandosi sui miei vestiti, un pantalone attillato scuro ed una t-shirt bianca semi nascosta dal maglione rosso mattone.
Mio padre entra nella stanza salvandomi dal millesimo litigio e posando sul tavolo dolci, biscotti ed ogni ben di Dio che la pasticceria produce tutti i giorni. Mentre lui saluta mia madre con un dolce bacio, io afferro un cornetto ripieno di marmellata e assaporo il mio cappuccino caldo. Senza farmi notare, complici le tenere effusioni che ancora si stanno scambiando i miei genitori, riempio un piccolo sacchetto con alcuni biscotti al cioccolato e lo lascio nella borsa. Tikki mi guarda sorridendo, gli occhi le brillano mentre inizia ad assaporare le delizie che crea mio padre. È una creatura così dolce che spesso mi stupisco di quanta fortuna io abbia avuto nell’incontrarla. Lancio un’occhiata all’orologio sulla parete e mi avvio in strada salutando i miei genitori. L’aria tiepida di fine marzo sfiora la mia pelle mentre velocemente mi dirigo verso scuola.
 
Nell’atrio trovo i miei amici intenti a guardare qualcosa sul telefono di Alya. Mi avvicino a grandi passi per capire cosa ci sia di tanto interessante ed una fotografia cattura la mia attenzione. Il titolo dell’articolo scritto dalla mia amica mi lascia letteralmente senza parole: “Chat Noir e Ladybug finalmente insieme?”. Non so se ridere per l’ipotesi così lontana dalla realtà o arrabbiarmi nuovamente con il mio collega.
"Chat ma cosa combini?"
Il mio sussurro passa inosservato mentre Adrien inizia a sembrarmi più felice di tanti altri giorni. Mi allontano da lui di qualche centimetro, arrossendo vergognosamente mentre i miei occhi lo guardano senza pudore. I suoi capelli biondi sono poco più lunghi di come li teneva da ragazzino ma i suoi occhi verdi sono rimasti gli stessi smeraldi splendenti che riescono ad incantarmi ogni giorno. Il suo volto è rilassato e contento mentre osserva la foto pubblicata da Alya sul blog. Il modello si volta nella mia direzione, probabilmente colpito dal mio sguardo costantemente fisso su di lui.
"Ciao, Marinette"
"C-ciao, Adrien"
Dopo tutti questi anni non riesco ancora a parlare con lui senza balbettare, è ridicolo. Lo guardo trattenere una risata, l’ennesima rivolta al mio “buffo” modo di comportarmi nei suoi confronti.
"Marinette! Hai visto che scoop?"
Alya mi strappa violentemente dai miei pensieri scomodi riportandomi alla realtà.
"Come hai fatto ad avere questa foto?"
Torno a concentrarmi sull’oggetto che spicca nella bacheca del ladyblog. Inevitabilmente, chiudo le mani sentendo le unghie affondare quasi nella carne morbida.
Nell’ultimo anno io e Chat Noir abbiamo dato inizio ad una specie di tradizione. Dopo una battaglia, attenti ai rintocchi dei nostri Miraculous, ci rifugiamo sulla torre Eiffel per festeggiare tra croissant, pasticcini e torte, tutti accuratamente preparati da mio padre. La foto ritrae uno di quei momenti, Ladybug si sta leccando dalle dita un po’ di crema alla vaniglia mentre Chat Noir le scocca un bacio sulla guancia.
"Prima o poi lo appendo a testa in giù"
Continuo a sussurrare parole poco gentili verso quel gatto randagio, finché non sento starnutire Adrien. Si starà ammalando? Nino si volta verso il suo amico lasciandogli una pacca sulle spalle.
"Qualcuno parla male di te, bro"
"Dici?"
Non riesco ad immaginare qualcuno che possa parlar male di Adrien. Come si può detestare una persona tanto dolce, gentile e premurosa? Scuoto la testa velocemente tornando a chiedere ad Alya chi le abbia mandato la foto.
"Chat Noir in persona"
"Cosa?!"
"Sì, mia cara, hai sentito bene. Ieri sera ho controllato la posta in arrivo dal computer e ho trovato questa con scritto semplicemente “So che ne farai buon uso, CN”. Non è meraviglioso? Chat Noir che mi rivela i segreti del suo rapporto con Ladybug!"
"Maledizione!"
"Marinette, che succede? Non sei felice? La tua migliore amica finalmente potrà avere notizie in anteprima dei due supereroi di Parigi! Questo segnerà una grande svolta per la mia carriera"
Mi passo distrattamente una mano tra i capelli legati e le sorrido gentilmente.
"Certo che sono felice! Solo che mi sembra così strano che quei due abbiano iniziato a frequentarsi che non so se credere a questa notizia o meno"
"Perché?"
La voce di Adrien risuona attorno a me e mentre io mi preoccupo di ordinare le parole per formare una frase di senso compiuto, il suo sguardo sembra bruciarmi viva. Non avevo mai visto quegli occhi così cupi e velati da qualcosa di simile a tristezza e rabbia.
"C-come?"
"Perché, Marinette? Perché non potrebbero stare insieme?"
"P-Perché? I-io non lo so"
"Quindi potrebbe essere vero, no?"
"L-ladybug non mi è mai sembrata i-interessata a Chat Noir. Per questo io n-non…"
"Magari ha cambiato idea"
"A-Adrien io non…"
"Cosa puoi saperne dei loro sentimenti?!"
"I-io non pensavo d-di…"
Un boato assordante riecheggia per le strade di Parigi, il rumore di qualche vetro frantumato e le urla delle persone invadono la scuola lasciando che il panico divaghi tra gli studenti.
"Mettetevi tutti al sicuro!"
Il preside allerta gli studenti che si dirigono nelle varie stanze dell’edificio. I miei occhi sono ancora intrappolati in quello sguardo verde e penetrante mentre attorno a noi il mondo sembra svanire. Adrien mi fissa serio e nei suoi occhi leggo risentimento e rimprovero per qualcosa che mi sfugge. Nino trascina l’amico lontano da me ed io seguo Alya fino alla nostra classe. Prima di entrare in quella stanza, le dico di aver dimenticato la borsa nell’atrio e mi dirigo verso il bagno per trasformarmi. Una volta richiusa la porta mi accerto di essere sola ed apro la finestra che conduce fuori dall’edificio. Tikki esce dalla borsa guardandomi preoccupata.
"Marinette, tutto bene?"
"Cosa? Sì, certo"
"Mi dispiace per quanto accaduto"
"Non è colpa tua Tikki ma se vedo quel gattaccio lo lego al primo grattacielo che trovo"
La risata di Tikki mi risveglia dal mio malumore. Le intimo di trasformarmi e pochi istanti dopo una tutina aderente si materializza sul mio corpo. Esco da scuola dirigendomi verso il fulcro di tanto rumore e trovo un enorme bambino vestito da caramella che tiene in mano un ovetto di cioccolato. La sua stazza ostruisce il passaggio verso la metropolitana e rende ogni cosa molle, appiccicosa e dolce. Atterro sopra un palazzo, cercando di studiare il nemico finché posso.
Qualche istante più tardi il ronzio di un bastone agitato in aria mi annuncia l’arrivo del mio compagno. A questo punto la mia mente è divisa su due fronti, il primo vorrebbe incenerire Chat Noir e lasciarlo avvolto dal mio yo-yo da qualche parte, l’altra invece vorrebbe solo sconfiggere l’akuma e far tornare tutto alla normalità il prima possibile.
Il suo sguardo verde rimane impassibile al mio malumore. Lo vedo ancheggiare nella mia direzione, consapevole di avere addosso i miei occhi che lo scrutano. L’unico dettaglio che gli è sfuggito è la mia totale indifferenza nei suoi confronti.
"My lady, è sempre un piacere vederti"
"L’akuma si trova nel dolce che tiene tra le mani"
Come ridestato da un sogno ad occhi aperti, Chat Noir sbatte velocemente le palpebre, regalandomi la visione rara di un gatto confuso.
"Sì, ehm… Ok"
Lo vedo grattarsi nervosamente la nuca e la mia rabbia lascia il posto velocemente alla tristezza.
"Insettina, stai bene?"
"Meravigliosamente"
Salto dal palazzo lasciando che Chat Noir mi segua. Nonostante i buoni propositi di non utilizzare i miei poteri se non per estremo bisogno, mi lascio vincere dalla pigrizia, richiamando il lucky charm, sicura che possa aiutarmi ad evitare il caramello che avvolge la città ed a sconfiggere velocemente l’akumizzato. Il mio potere ci regala due saponette a pois neri, il solito lucky charm ilare. Penso qualche istante a come potrei utilizzarlo e finalmente il mio sguardo si posa su noi supereroi, sulle saponette e sul caramello sparso ovunque. Lascio la prima nelle mani di Chat Noir iniziando a strofinare la superficie su ogni centimetro della tuta. Lo sguardo dubbioso del mio collega mi lascia un sorriso sulle labbra che subito scompare al ricordo dei problemi che è riuscito a crearmi con una semplice fotografia.
"Cosa dovrei fare?"
"Il sapone scivola sul caramello. Ci impedirà di rimanere intrappolati nel liquido"
Scivolando agilmente tra le vie di Parigi, riusciamo a strappare i dolci dalle mani del bambino. Libero velocemente la farfallina riportando la capitale al suo solito splendore ed uno dei problemi sembra svanire dalla mia mente. Ho sempre amato la sensazione soddisfacente che salvare la mia città riusciva a regalarmi ma i problemi di quella mattina rendono amara anche la vittoria.
Ho evitato accuratamente il contatto con Chat Noir per tutta la battaglia, un po’ perché ancora sono arrabbiata con lui, un po’ perché voglio che capisca che c’è qualcosa che non va. Lo vedo allontanarsi, diretto alla pasticceria e ne approfitto per godermi la brezza primaverile che mi scompiglia i capelli mentre mi dirigo alla torre. Nonostante io sia arrabbiata con Chat Noir, la nostra tradizione vince sul desiderio di andarmene, lasciando lui con mille dubbi sul mio comportamento e me con molte domande sul suo. Distrattamente mi chiedo se anche Alya, Nino, Chloé dovrebbero essere coinvolti in questo nostro rituale ma la differenza tra loro e noi mi rende chiara la risposta. Anche volendo, loro sono portatori temporanei ed in quanto tali, combattono solo le battaglie in cui i miei poteri e quelli di Chat Noir non sono sufficienti. Probabilmente dovrei ammettere a me stessa anche un altro piccolo dettaglio, se il mio collega non avesse scattato quella fotografia, probabilmente avrei tenuto segreti i nostri momenti da soli, forse per proteggermi da incomprensioni come quella avuta questa mattina, forse solamente perché considero questi istanti qualcosa di esclusivamente “nostro”.

Qualche secondo più tardi il gatto si siede accanto a me, porgendomi una busta ricolma di dolci. Afferro svogliatamente un croissant addentandolo e lasciando che la crema alla nocciola prenda possesso del mio palato. Questo è sicuramente uno dei dolci più buoni creato da mio padre.
"My lady?"
"Sì?"
"Sembri essere arrabbiata con me. Ti ho fatto qualcosa?"
Mi volto verso di lui immergendomi in quegli occhi verdi che ormai posso dire di conoscere meglio di qualunque altra cosa nonostante non sappia chi si cela dietro quella maschera nera. Il suo sguardo è preoccupato, riflesso della freddezza che posso sentire sul mio volto.
"Perché l’hai fatto?"
"Perché ho fatto, cosa?"
"Hai mandato una fotografia alla ragazza che gestisce il ladyblog. Perché l’hai fatto?"
"Non pensavo potesse darti fastidio"
Sospiro pesantemente tornando a guardare l’orizzonte che si staglia davanti ai miei occhi. La capitale francese è così bella da togliere il fiato.
"Chat, noi non siamo semplicemente due supereroi. Non che esserlo sia una banalità ma Ladybug e Chat Noir sono solo una facciata della medaglia. Oltre questo, io sono una ragazza con pochi pregi e mille difetti"
Lo guardo un momento cercando di immaginare i suoi pensieri. Quando torno a guardare la città sotto i nostri piedi, il mio sguardo diventa triste e malinconico.
"La mia identità civile ha avuto qualche problema per quella foto"
"In che senso?"
Sbuffo silenziosamente ripensando all’accaduto. Se rivelassi nei dettagli ciò che è successo e Chat Noir mi conoscesse anche nella vesti di Marinette, potrebbe essere un problema. Scuoto la testa liberandomi in parte da alcuni pensieri e gli rivolgo un sorriso triste prima di incupirmi nuovamente.
"Posso dirti solo che preferirei non dover tornare alla mia vita comune. Vorrei solo che non fosse sempre così complicata"
"Complicata? Cos’è successo?"
"Ho litigato con una persona a cui tengo molto perché cercavo di spiegare cosa davvero ci fosse tra noi"
Il suo sguardo si illumina di stupore mentre i suoi occhi mi scrutano seri.
"Stai parlando del ragazzo che ti piace?"
Sospiro pesantemente lasciando che un sorriso triste si dipinga sul mio volto.
"Lui sa chi sei?"
"Cosa? No! Nessuno sa che io sono… lei"
"State insieme però, giusto?"
Sospiro conscia della triste realtà.
"No"
Il suo volto si illumina per un istante, prima di arrossire leggermente per un qualche pensiero sciocco.
"Allora perché gli hai dovuto dare spiegazioni?"
"Perché stupidamente non volevo che pensasse che il mio cuore potesse battere per qualcun altro"
Il suo volto è dipinto di incomprensione mentre si sfiora il mento pensando ad una possibile spiegazione alle mie parole. Vedere la sua espressione concentrata in qualche pensiero serio è talmente raro da sembrarmi quasi inverosimile. Una risata bassa mi smuove. Chat Noir riesce a mettermi di buon umore senza far nulla di particolare, è incredibile.
"Dovremmo andare, Chat"
Mi alzo sentendo il suo guardo su di me. Gli tendo una mano che afferra velocemente per poi stringermi a sé in un abbraccio che ha il sapore e la dolcezza di un’amicizia profonda.
"Voglio che tu sappia che mi dispiace. Non ho mai pensato a come avrebbe potuto reagire la ragazza che si nasconde sotto questa maschera rossa e nera. Non volevo ferirti, Ladybug"
Si allontana guardando i miei occhi azzurri e finalmente un sorriso compare sul suo viso, lasciandomi dolcemente colpita dall’intensità del suo sguardo.
"Sono sicuro che tu sia una persona fantastica. Chissà, un giorno potrei innamorarmi anche della tua identità civile"
Così dicendo lo vedo allontanarsi gettandosi dalla torre. Rimango qualche altro secondo a guardare il punto in cui è scomparso domandandomi se mai qualcuno potrebbe davvero innamorarsi di Marinette e non di Ladybug. Chissà chi si nasconde sotto quella tuta nera. Il rumore degli orecchini mi distrae dai miei pensieri e velocemente mi dirigo verso la scuola, prima che la trasformazione mi abbandoni.
Una volta rientrata dalla finestra del bagno, Tikki svolazza esausta tra le mie mani fino a poggiarsi sui miei palmi.
"Scusa il ritardo, Tikki"
"Non fa nulla, Marinette"
Lo spiritello mi guarda stanca mentre io afferro un biscotto dal sacchetto e glielo porgo. Appena assaggia il sapore della pasta frolla al cioccolato, Tikki sembra riprendersi, tornando a nascondersi nella borsa. Il suo sguardo però rimane triste, velato probabilmente dai miei pensieri malinconici.
 
Mi avvio verso la mia classe ripensando alla pessima mattina trascorsa. La mia mente è affollata da due ragazzi, Chat Noir ed Adrien. Nemmeno mi accorgo di trovarmi con la mente tra le nuvole, fino a quando mi scontro con qualcuno proprio davanti alla porta della classe. Alzo gli occhi puntando lo sguardo in quello verde di Adrien e lo vedo afferrarmi prima che io possa cadere a terra come la povera imbranata che sono.
"Marinette? Stai bene?"
"S-sì, Adrien. Tutto male, no scusa, tu-tutto bene"
Gli sorrido timidamente prima che la mia mente rievochi la nostra discussione di quella mattina. Sento le mie labbra piegarsi in una linea retta mentre mi volto verso la porta della stanza. Mi allontano dalla sua stretta velocemente, come se la sua mano mi avesse scottata. In quel momento sento la sua voce richiamarmi mentre varco la soglia, incurante degli sguardi puntati addosso. La professoressa mi intima di accomodarmi senza indugiare oltre ed io percorro il breve tragitto fino al mio posto.
Per il resto della giornata sento lo sguardo di Alya puntato su di me mentre io cerco di trovare interessanti le spiegazioni dei docenti. Quando anche l’ultima campanella risuona nell’edificio, mi alzo svogliatamente salutando la mia amica ed allontanandomi dalla stanza. Una volta arrivata all’uscita, sento una mano stringermi il braccio impedendomi la fuga. So benissimo chi si trovi dietro le mie spalle ma benché la voglia di guardare Adrien negli occhi sia tanta, la tristezza di questa mattina torna a colpirmi violenta.
"Marinette, fermati. Possiamo parlare un attimo?"
Non riesco a trovare la forza di rispondergli e mentre cerco di sputare un semplice “no”, mi accorgo di aver accettato di seguirlo in un parco poco distante da scuola. Distrattamente mi chiedo come abbia fatto a convincere la sua guardia del corpo a lasciarci qualche minuto da soli. È strano come, nonostante la sua età, lui sia ancora intrappolato in quella gabbia dorata che ha costruito suo padre anni prima.
Ci sediamo ad una panchina isolata. Lui guarda me, io guardo i bambini giocare, lui si sporge verso di me ed io verso un gatto nero che ci passa accanto, lui tenta di aprir bocca ed io mi volto ad ascoltare alcuni artisti di strada cantare e suonare dolci melodie. Mi rendo conto perfettamente di sembrare una bambina incapace di affrontare i problemi della vita ma so anche che non mi comporterei in questo modo se al mio fianco non ci fosse Adrien Agreste. Lui riesce a far emergere il mio lato più infantile e disastroso.
"Mi dispiace"
Due parole semplici escono dalle labbra di quel ragazzo meraviglioso ed il mio mondo sembra tornare pieno di colori ed allegria. Mi volto lentamente verso di lui cercando di capire se sia ancora arrabbiato con me o meno ma nei suoi occhi trovo solo dispiacere.
"Marinette, mi rendo conto di aver esagerato questa mattina. Non mi sarei dovuto rivolgere a te in quel modo, scusami"
"Non ti preoccupare"
"Mi preoccupo invece. Tu sei una cara amica per me e non avrei mai dovuto assalirti in quel modo. Non voglio che ci siano incomprensioni tra di noi, Marinette"
Una cara amica, questo sono e questo rimarrò per sempre. I suoi occhi non mi vedranno mai come una giovane donna innamorata di lui, il suo cuore non batterà mai per me, il suo corpo non bramerà mai Marinette.
"Nessuna incomprensione, credimi"
Alzo lo sguardo verso il cielo e, nel farlo, mi accorgo di quanto questa scena mi ricordi il discorso affrontato con Chat Noir poche ore prima. Quel gatto riesce a prendere posto nella mia mente anche quando non è presente. Mi accorgo distrattamente di aver iniziato a sorridere pensando al mio compagno ma la mia felicità viene spazzata via dal pensiero di Adrien ancora accanto a me. L’imbarazzo prende il sopravvento mentre cerco qualcosa di intelligente da dire.
"T-tu pensi che l-loro siano insieme, no scusa, pensi che s-stiano insieme?"
"Parli di Ladybug e Chat Noir?"
"S-sì"
"No. Per quanto la cosa potrebbe rendermi felice, non stanno insieme"
La sua frase mi lascia senza parole. Sembra così convinto e sicuro di ciò che dice da spingermi a pensare che lui sappia qualcosa di troppo sui supereroi di Parigi.
"Come fai a saperlo?"
Lo vedo sussultare alla mia domanda e cercare di nascondere un lieve rossore. Si passa nervosamente una mano tra i capelli, lo fa sempre quando è agitato o nervoso. È un comportamento che adoro, mi ammalia lasciandomi senza parole.
"Beh ecco, io non ne sono sicuro. Posso solo dire ciò che vedo e, purtroppo, vedo che a lei non interessa lui"
"P-posso chiederti una rosa-cosa, una cosa?"
"Certo"
"Hai detto che ti r-renderebbe felice vederli i-insieme. Pe-perché?"
"Perché penso siano due supereroi molto affiatati e si vede quanto a Chat Noir piaccia Ladybug"
Il suo sorriso dovrebbe trasmettere convinzione e serietà ma io posso vedere quanto le sue parole non rispecchino i suoi sentimenti.
"Insomma a chi non piacerebbe averla come fidanzata? Infondo è la ragazza più determinata, forte e coraggiosa che io conosca"
 
“È la ragazza più determinata, forte e coraggiosa che io conosca”
“È la ragazza più determinata, forte e coraggiosa che io conosca”
“È la ragazza più determinata, forte e coraggiosa che io conosca”

Quelle parole non fanno che risuonare nella mia mente. Lui pensa che io sia forte e coraggiosa. Certo, non lo pensa di Marinette ma Tikki ha tentato più volte di convincermi del fatto che Ladybug sia solamente una parte sopita in me. Vengo strappata dai miei pensieri dalla figura di Adrien che lascia la panchina osservando il suo telefono.
"Purtroppo devo andare. Ci vediamo domani a scuola, Marinette"
"C-certo, a do-domani, Adrien"
Rimango qualche altro minuto seduta prima di indossare un mezzo sorriso e dirigermi a casa. Trascorro il pomeriggio a provare sentimenti contrapposti. Da una parte sono felice che Adrien pensi certe cose di me, dall’altra mi sento triste perché so che si rivolgeva a Ladybug e non a Marinette. È strano come io possa essere gelosa di me stessa, è un sentimento che non dovrei né vorrei provare.

***

Cari lettori, come promesso ad alcuni di voi(anche se in tremendo ritardo), vi lascio con il primo capitolo di questa nuova storia. Mi raccomando fatemi sapere se vi piace con un commento!
Un saluto a tutti voi, fan di Miraculous <3
Miss_MZ93
  
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