06.02.2020

Nella Sala D'attesa

Sta mattina ero in una delle sedi dell'INPS. Ho dovuto aspettare due ore di fila per... nulla! Dato che non ho ottenuto ciò che mi serviva per la dichiarazione dei redditi... aaah! Cose da adulti, che paura...! Non sto scherzando... davvero no...

E' così che nasce questa “storiella”... mi annoiavo a morte...

Così, mentre De André cantava negli auricolari, io ho immaginato di scrivere questo...

La stanza è piccola e affollata... sento odore di corpi umani e di microbi... potrebbero anche aprirla una finestra, eh...! Ho capito che è il sei di Febbraio... ma si soffoca, mi manca l'ossigeno...!

Perché ho lasciato le sigarette in macchina...? E' troppo distante: se mi allontanassi rischierei di perdere il turno... che palle!

Cercando di ingannare l'attesa, guardo le persone che mi circondano: c'è una strana prevalenza di giovani, più o meno della mia età o poco più grandi (ne compirò 26 l'11 Febbraio. Ah, ecco la mia dose di informazioni non richieste!)

Sono tutti molto caratteristici in effetti... ci sono tre donne giovani e due anziane, una di loro è con me. Le altre: una ragazza che potrebbe essere, secondo la mia esperienza, Etiope, ha la pelle molto scura e liscia, una voce profonda ma leggera e un abbigliamento elegante ma casual. La seconda è una bionda -tinta-, ha un lungo e sottile cerotto sulla guancia destra, è di aspetto fragile e nevrotico, anche lei vestita casual. La terza ha un aspetto sciatto e malinconico, i capelli neri -probabilmente tinti, ma non posso giurarlo-, e indossa dei pantaloni di tuta troppo attillati per la forma del suo culo...

La prima signora anziana, quella che non è con me, è la classica vecchina, cosa te la descrivo a fare? L'altra è vestita in modo sobrio e dimostra meno anni di quelli che, effettivamente, ha.

Gli uomini, sono quattro: tre giovani ed un anziano.

Il primo, quello seduto alla mia destra, indossa dei morbidi e, presumo comodi, pantaloni di tuta. Non avrà più di trent'anni, gioca ad una specie di Candy Saga e non distoglie mai gli occhi dal cellulare... a giudicare dalle mani, grosse e macchiate, svolge un lavoro manuale. Il secondo, seduto accanto alla signora che mi accompagna, avrà forse trenta, trentacinque anni, è calvo è ha gli occhi, azzurri, vispi ed agitati. Il terzo giovane è un classico millennial... non c'è altro da dire. Poi l'anziano: sono sicura sia il marito della vecchina... ha lo stesso sguardo e taglio d'occhi di Olindo Romano... è uguale, solo più anziano.

Le finestre, mio malgrado chiuse, hanno le sbarre... probabilmente se ci fosse un attacco di zombie saremmo abbastanza al sicuro da quel lato... nel complesso, in effetti, è un buon luogo in cui rifugiarsi, anche perché, per accedere alla sala d'attesa, bisogna oltrepassare due porte, una più dura e pesante dell'altra.

Ma la sala d'attesa ha una pecca, in quanto difesa: c'è un'altra porta che dà direttamente sull'esterno, per quanto spessa... beh, penso che buttarla giù sarebbe più che facile... certo, forse potremmo mettere le sedie ed usare le pareti divisorie come rinforzo... no, okay... se ci attaccano siamo morti.

Mi dispiace, spero che tu non avessi grandi aspettative! Ho passato le due ore ad immaginare la vita di quelle persone e a come difendere la sala da possibili attacchi, giungendo però alla conclusione che hai letto sopra... che tristezza!

Avevo voglia di scrivere una storiella senza arte né parte, beh, obbiettivo raggiunto!

Scusa se ti ho fatto perdere tempo xD