Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: piratatommy    07/02/2020    2 recensioni
La città dell’immaginazione è un luogo famoso eppure nascosto. C’è chi ci abita e c’è chi non c’è mai entrato, ma sono pochi quelli che una volta fuori conoscono la strada per ritrovarla.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La Città dell’Immaginazione si affaccia su una piccola baia: una spiaggia di sabbia finissima accarezzata dal vento che profuma di libertà e felicità. Si può scorgere fin dalla via principale della città come una chiarore lontano all’orizzonte. Non molti ci vanno, è un luogo di poesia e riflessione, di bellezza e solitudine. Eppure è il luogo più spettacolare del paese.
Le onde del mare sussurrano brividi e desideri, mentre i rossi raggi del sole quando sorge o tramonta scaldano il cuore di passione, in un connubio di serenità e stupore. Nonostante ciò non è molto conosciuta nemmeno tra gli stessi cittadini; in pochi si arrischiano ad ascoltare le emozioni che ogni giorno si addensano lì da tutti i vicoli e abitazioni, impetuose e numerose come i granelli caldi e dorati baciati dalla sensualità delle onde.
Io ci arrivai per caso una mattina d’estate: esiliato da tanto tempo, non ci ero nemmeno mai stato. Nuotavo libero nel mare quando superata una barriera di scogli non trovai la solita spiaggia come mi aspettavo, ma le acque calme della baia.
Stupefatto e stanco giunsi fino a riva e lì mi sedetti, attendendo di essere asciugato dal sole brillante e alto nel cielo. Riconobbi subito la città alle mie spalle e fui felice di esserci tornato in qualche modo. Ancora una volta ero a casa. Mi sentivo onorato e in qualche modo ben accetto: questa volta non ero lì di nascosto, o almeno così speravo. Ma non provai ad entrare e rimasi lì, contemplando il panorama che avevo di fronte: il cielo terso e azzurro solcato da un bianco gabbiano, le alte scogliere rocciose che proteggevano quella mezzaluna paradisiaca. Tutto sapeva di tranquillità, il tempo fermo, scandito dalle onde, incantato anch’esso. Camminai lungo la riva osservando l’acqua turchese e, più vedevo e scoprivo, più il paesaggio sembrava arricchirsi e farsi ampio, come ad assecondare un’inespressa sete di meraviglia.
Il rumore della risacca mi cullava mentre il sole compiva il suo corso quando all’improvviso voltandomi vidi una vecchina seduta sulla sabbia che scrutava fissa davanti a sé, i lunghi capelli argentei mossi dal vento. Aveva il sapore di un dejà-vu, ma non avrei potuto dirlo con certezza. Mi avvicinai e mi misi accanto a lei. Era come se fosse lì di proposito ad aspettarmi, concentrando su di sé il significato di quella mia visita.
Si voltò verso di me e mi guardò, ed io la fissai, improvvisamente curioso di sapere quello che aveva da dirmi. Lentamente cominciò a sussurrare una storia, oltre a noi due condivisa solo dal vento e dal mare, un racconto che ascoltai attentamente ma con rispetto, cosciente che era un tesoro che mi sarei portato dentro, un altro pezzo di quella terra che avevo avuto l’onore di conoscere, nonostante tutto.
Con le parole scorrevano i flutti e il tempo, inarrestabile come sabbia che scivola tra le dita, finché il racconto cominciò a volgere al termine.
Il cielo ora era tinto di porpora, oro e sangue, il sole ormai prossimo a morire, irresistibilmente attratto dalla sinuosità e dalla freschezza misteriosa del mare: si ripeteva così ogni giorno, quest’immagine di amore e morte che feriva violentemente il cuore, facendone sgorgare pace mista inspiegabilmente ad una dolorosa nostalgia. La vecchia finì e volse nuovamente lo sguardo avanti, parte di quel mondo.
Seppi che era tardi, non sarei potuto restare oltre, non ne avevo il diritto; senza dire una parola mi alzai e misi in acqua un piede dopo l’altro, fino ad immergermi del tutto e nuotare verso dov’ero venuto, senza voltarmi indietro, fino a diventare un punto distante, fino ad oltrepassare la scogliera e sparire, ristabilendo l’equilibrio rotto dalla mia intrusione.
Non vidi il calare della notte su quella splendida spiaggia, dove la luna con la sua luce candida addormenta le calde passioni sulla sabbia d’argento, dove gli abissi del mare si risvegliano raccogliendo pazientemente i sogni più oscuri dei cittadini, che scorrono e si agitano profondi nelle correnti. Dove, dinanzi alla solennità dei flutti, verità ed intimità, protette tra le braccia della scogliera, si mescolano nel forte profumo dell’aria in modo violento e cristallino, in una visione folle che sopravvivrà fino all’alba.
Visione che allora, col primo raggio del nuovo giorno, si tingerà di saggezza.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: piratatommy