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Autore: FreddyOllow    07/02/2020    1 recensioni
Soggiornò sotto un antica quercia e guardò il firmamento stellato.
Non ti curar di chi decanta amore, mascherando sotterfugi nel costruir parole, poiché ella non mira a nutrir il tuo amore, ma decanta la virtù del suo ego dolore, giacché ella è priva di cuore, e sotto le sue suole, vi è il tuo cuore, innamorato del nulla, appassirai come un fiore, dacché l'anima cieca non vede l'amore, finché ella non muore, allora risorgerà dal suo dolore, medicando tardo amore
Genere: Introspettivo, Poesia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vinto dalle avversità, l'eremita si recò oltre la verdeggiante valle, udendo quel suo quieto vivere, giacché è in esso che trovò la pace. Ma poiché, vinto dalle virtù della vita, si destò dall'incubo che lo rese schiavo, dacché esso non volle lasciarlo, e comprese che ogni male non vien per nuocere. L'eremita, nei suoi incubi silenti, volse lo sguardo ai volti umani, ognuno con le proprie maschere, ognuno ottenebrato dal proprio ego, e comprese che non vi è genuinità nelle persone, tranne chi silente ascolta gli animi accessi, e argomenta l'utile allo sproloquio. Allorché, sapendo che l'uomo rifiuta la verità, l'eremita non si curò di loro, poiché capì, che dietro ogni maschera, si cela un uomo o una donna che sperimenta amore laddove non è; parlano, senza ascoltarsi, professano amore, senza capirsi, attendono l'arrivo l'uno dell'altra, senza amarsi, ma credendo di amarsi. Poiché l'amore è uno scambio, non un dovere, non un appuntamento. Quell'amore è privo di vita, impregnato dall'ego, da chi vuol aver ragione, da chi crede di amare di più, da chi pensa che non è amato abbastanza, che rende ciechi entrambi. Un rapporto costruito su cedevoli fondamenta i cui pilastri, non sono altro che immaginari, dacché un amore del genere sembra intenso al principio, palesandosi amaro al suo perpetuo esistere. Ma essi, non lo diranno mai, non lo ammetteranno mai, poiché essi temano la solitudine più di ogni altra cosa, giacché pensano che sia compagno del fallimento. Perciò gustano la materia che li cinge nella sua morsa dolorosa, rendendoli insoddisfatti.
 
Così, udendo e osservando, comprese che l'uomo e la donna amano essere amati, ma faticano a ricambiar doverosamente, poiché essi prendono, ma non danno, e lasciano quell'alcunché, che fa si che un rapporto duri per abitudine, giacché essi pensano di amare, ma non amano, giacché essi credono di poter amare, ma ne sono incapaci, giacché essi sperano nell'amore, ma odiano la diversità in cui l'altro o l'altra ne sono capaci. Così, l'eremita, con semplici e dirette parole, denudava una donna o un uomo, bruciava le loro maschere; e costoro odiarono l'eremita, ma nel contempo stesso, rimasero colpiti e spaventati da esso. Ma l'eremita non volle né spaventarli, né colpirli, volle solamente mostrare loro l'ombra in cui risiedevano; soli nel proprio ego.
 
Allora s'incamminò in verdi praterie, tra gli alberi fruscianti, tra venti impetuosi, tra mari mossi, tra piogge serene. Chi lo incontrava, indicava la sua umile veste. Ed essi, sproloquiavano sulla materia, ancora, ancora e ancora, giacché essi, sono ebbri della materia, e aridi nei sogni, nell'amore. Allorché l'eremita non diede risposte, dacché sarebbe stato fiato sprecato, e l'unico modo di farli smettere era disintegrare la loro finta maschera di circostanza. Ma così facendo, si attirava addosso astio, ma l'eremita non se ne curò. Così, lasciandoli lì senza una risposta, ma pur sapendo chi fossero realmente costoro, si diresse verso oceani più calmi, laddove l'aria non è pregna di falsi sorrisi, di false parole, di falsi amori, di false speranze. Ed egli camminò.
 
Soggiornò sotto un antica quercia e guardò il firmamento stellato.
Non ti curar di chi decanta amore, mascherando sotterfugi nel costruir parole, poiché ella non mira a nutrir il tuo amore, ma decanta la virtù del suo ego dolore, giacché ella è priva di cuore; e sotto le sue suole, vi è il tuo cuore, innamorato del nulla, appassirai come un fiore, dacché l'anima cieca non vede l'amore, finché ella non muore, allora risorgerà dal suo dolore, medicando tardo amore.
 
   
 
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