Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: ChrisAndreini    08/02/2020    4 recensioni
Cinque coppie, cinque cliché, tropes letterari e delle fanfiction ovunque, e un narratore esterno e allo stesso tempo interno che sembra attirare a sé le più assurde coincidenze e situazioni da soap opera.
Un gruppo di amici si ritrova a passare l'anno più movimentato della loro vita guidati dai propositi, dall'amore, e da una matchmaker che non accetta un no come risposta.
Tra relazioni false, scommesse, amici che sono segretamente innamorati da anni, identità segrete e una dose di stalking che non incoraggio a ripetere, seguite le avventure della Corona Crew nella fittizia e decisamente irrealistica città di Harriswood.
Se cercate una storia piena di fluff, di amicizia, amore, e una sana dose di “personaggi che sembra abbiano due prosciutti negli occhi ma che alla fine riescono comunque a risolvere la situazione e ottenere il proprio lieto fine”, allora questa è la storia che fa per voi.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Corona Crew'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Corona Crew

Propositi

 

Mancavano pochi minuti all’arrivo del nuovo anno, e Norman Smith era seduto su un muretto all’esterno del Corona Café, intento a morire di freddo e ascoltare passivamente una entusiasta conversazione che era passata dagli esami imminenti ai gatti in troppo poco tempo per essere normale. Come ormai accadeva da parecchio tempo, si chiedeva, tra sé, come fosse finito in quel gruppetto di amici.

Norman Smith era una persona normale, completamente ordinaria. Una famiglia nucleare, nessuno fratello, aspetto dimenticabile, vita amorosa inesistente, con sua grande gioia poiché completamente disinteressato, e un futuro che sperava sarebbe stato brillante nell’economia manageriale, che stava studiando all’università, fuorisede. 

E la sede che aveva scelto, fuori dal suo comune di provenienza, era la città di Harriswood, uno di quei rari posti nel mondo dove coabitano luoghi stupefacenti e di interesse enorme, tipo l’università e due enormi aziende di importanza internazionale, ma allo stesso tempo un paese dimenticato dal mondo dove chi ci vive da tempo conosce grossomodo tutti quanti, e dove il bar locale non ha particolare concorrenza, e tutti ci si dirigono sempre.

Il bar locale in questione era il Corona Café. Non è che non avesse concorrenza, in sé, dato che c’erano almeno altri quattro bar in città, ma era il bar degli universitari, questo era certo, e in generale della gioventù, e in ciò non aveva concorrenza, dato che gli altri erano il Bar per impiegati, quello della terza età, quello del centro dove si dirigevano soprattutto casalinghe e proprietari di animali domestici ed infine il bar davanti alla scuola elementare e media, per le famiglie al completo.

Quindi sì, il Corona Café era il bar della gioventù in tutto e per tutto.

Quando Norman si era trasferito in città, un anno prima, per ottenere il master in Economia Manageriale, aveva iniziato da subito a frequentarlo costantemente, per studiare e allo stesso tempo tenere i suoi livelli di caffè nel sangue a norma, che nel suo caso significava molto, molto alti.

Ed era stato durante quel periodo, proprio all’inizio del suo soggiorno in quella strana e pittoresca cittadina, che aveva fatto la conoscenza di Amabelle.

Anticipo immediatamente che non è il suo interesse amoroso. A dire il vero Norman Smith non ha interessi amorosi, in questa storia, e non ha la minima intenzione di averne, data la sua repulsione per qualsiasi situazione sessuale e romantica, almeno nei suoi riguardi.

Ma Amabelle è diventata sua amica.

Non sarebbe potuto essere altrimenti, vista la natura esuberante e a tratti quasi insistente della ragazza nei confronti di chiunque volesse aggiungere alla sua decisamente molto vasta cerchia di amici.

Probabilmente Norman sarebbe rimasto un normale amico del café se non fosse stato per il proprio major.

Fortuna vuole, infatti, che uno dei migliori amici di Amabelle si fosse appena laureato proprio in quella materia. Da cosa era nata cosa, e prima che Norman se ne rendesse conto era finito per essere un membro ufficiale della Corona Crew, praticamente le mascotte ufficiali del café, clienti più abituali, e gruppo di amici con cui uscire e fare baldoria nei weekend. Norman non era mai stato il tipo da entrare nei gruppi, ma doveva ammettere che erano piacevoli, in generale. Soprattutto Mirren, il suo tutor. E suo malgrado doveva ammettere che anche Amabelle era diventata una carissima amica, ormai.

C’era solo un problema.

A volte erano davvero, davvero strani.

Non tanto come personalità loro, in realtà, ma venivano coinvolti in situazioni che Norman considerava decisamente assurde, quasi uscite da film, soprattutto commedie o soap opere. 

Anche se, effettivamente, Norman sembrava causare cose strane con la sua sola presenza. Era sempre stato così, fin da piccolo, nonostante lui, per primo, fosse una persona talmente ordinaria da essere spesso dimenticata.

In quel momento infatti nessuno badava a lui, troppo presi dalla loro conversazione.

Tutti i membri della Crew erano presenti e argomentavano le loro tesi, mentre aspettavano pazientemente che l’orologio segnasse la mezzanotte.

-Sentite, sentite, per quanto mi piacerebbe passare gli ultimi minuti dell’anno a litigare sull’animale domestico migliore, non potremmo cambiare argomento?- si elevò ad un certo punto la voce di Petra, irritata.

Petra Hart, 21 anni, personalità sfuggente. Norman non aveva un grande rapporto con lei, dato che nessuno dei due era un grande chiacchierone e in generale il ragazzo cercava di tenersi alla larga da persone schive e aggressive come lei. O almeno apparentemente tali.

-Non stiamo litigando! È solo una discussione leggermente enfatica!- obiettò Amabelle, saltellando da una parte all’altra per tenersi al caldo.

Amabelle Rosenhan, 19 anni. Era la più giovane del gruppo, ma come già accennato era talmente tanto esuberante e amichevole che risultava essere il collante che li teneva insieme, e la fondatrice, probabilmente. Era anche la migliore amica di Petra. Prova vivente che gli opposti si attraggono, e non l’unica, in quel gruppo.

-Metterei enfasi sulla parola “enfatica”- commentò Felix, ridacchiando tra sé.

Felix Durke, 25 anni. Uno dei motivi per cui erano tutti lì fuori invece che all’interno a scaldarsi. Quando univa alcool e sigarette diventava un vero strazio stargli vicino, almeno per Norman, dato che le sue battute erano terribili, sempre che si potessero considerare tali. Era uno dei più grandi del gruppo, ma non si comportava come tale. 

-Durke, pensa a finire la sigaretta così possiamo tornare dentro. A prescindere da cosa sia la discussione, io opterei di concluderla qui e cambiare argomento. Stavate parlando degli esami, poco fa- cercò di mediare Mirren, pratico.

Mirren Hart, 25 anni. Fratellastro di Petra. Il secondo più grande del gruppo, ma a differenza di Felix si comportava come tale. Norman ammirava Mirren tanto quanto ignorava Felix nei suoi momenti peggiori, ma lui e Felix erano amici da quando erano piccoli, e Norman non si spiegava come potessero esserlo rimasti. Neanche Petra e Amabelle erano opposte quanto loro, e così unite, per di più. 

-È facile per te parlarne, tu non hai più niente da fare- commentò agitato Denny, iniziando a sudare freddo.

Denny Sleefing, anni 20. Una pallina di ansia umana. Era trattato come il piccolo del gruppo nonostante non lo fosse, ma il suo comportamento non scoraggiava il fatto quanto le sue parole, perché le sue paranoie viaggiavano più veloce di un aereo e la sua ricerca di rassicurazioni e conforto era sempre enorme. A Norman era simpatico, anche se doveva ammettere che si divertiva parecchio quando Amabelle e Felix lo prendevano un po’ in giro.

-Vorrei ricordarvi che io sto lavorando, a differenza vostra- fece notare Mirren, aggiustandosi gli occhiali sul volto.

-A differenza di chi, scusa?- obiettò Max, schiaffeggiandolo delicatamente con il grembiule che si era appena tolto.

Max Sleefing, anni 24. Fratello maggiore di Denny. Lavorava part-time come cameriere al Corona Café, e parallelamente studiava. Un ragazzo semplice, molto gentile e alla mano. Purtroppo il lavoro lo teneva lontano dalle riunioni del gruppo, ma faceva sempre un salto al tavolo per chiacchierare. Era il secondo motivo per cui i ragazzi erano fuori, dato che aveva appena staccato da lavoro e voleva a tutti i costi prendere una boccata d’aria prima del conto alla rovescia.

-A differenza della maggior parte di voi, va meglio così?- si arrese Mirren, alzando gli occhi al cielo e sottraendosi infastidito al grembiule sporco.

Chiunque avrebbe intuito da quel gesto che non amava essere toccato, e Norman la pensava allo stesso modo. Purtroppo i segnali erano resi poco chiari dal fatto che, mentre evitava il contatto fisico con chiunque, era impegnato ad abbracciare Felix, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Anche se più che abbracciarlo, era Felix ad essersi infilato tra il braccio e il busto, come un cagnolone in cerca di calore.

-Tornando a noi. Dato che l’argomento esami è escluso, e l’argomento animali domestici ci fa piombare in una battle royale, che ne dite di parlare dei propositi per l’anno nuovo. Mi sembrano a tema- propose Clover, pratica, interrompendo la nuova possibile discussione, e osservando le stelle.

Clover Paik, anni 23. Ex compagna di classe di Max, era entrata nel gruppo tramite lui, prima di Norman, e aveva stretto in fretta amicizia con tutti, nonostante a prima vista potesse sembrare una snob figlia di papà.

Per certi versi, in effetti, lo era. Ma aveva un carattere forte e avrebbe di certo preferito non essere figlia di suo padre, da quello che Norman aveva capito.

-Inizio io. Il mio proposito per l’anno nuovo è deludere mio padre- disse infatti, sogghignando tra sé, senza lasciare a nessuno il tempo di parlare prima di lei.

-Di solito una persona normale vorrebbe renderlo orgoglioso- osservò Denny, un po’ tra sé.

-E non sto parlando di una delusione tipo prendere un brutto voto. Qualcosa come, non so, farmi un tatuaggio, o sposare qualcuno che odia- disse pensierosa, rigirandosi una ciocca di capelli tra le dita.

Se Norman non avesse imparato a conoscerla si sarebbe trovato preso in contropiede da tale serietà parlando di qualcosa di questo genere, ma ormai conosceva molto bene i membri del gruppetto, forse più di quanto avrebbe voluto, alle volte. Quando Clover era brilla, infatti, iniziava a dire cose senza senso, con una sicurezza e una serietà che facevano dubitare chiunque che avesse bevuto qualche bicchiere di troppo.

-Se quel qualcuno è una persona che ami hai la mia approvazione!- la incoraggiò Amabelle, dandole delle pacche sulla spalla.

-Qual è il vostro proposito?- chiese poi agli altri, interessata più di chiunque altro al cambio di argomento.

-Lo stiamo facendo davvero?- chiese Petra, al contrario decisamente poco attratta all’idea di condividere propositi per l’anno nuovo.

-Certo! Diamoci degli obiettivi da raggiungere, e magari potremmo aiutarci a vicenda a portarli a termine- propose, battendo le mani con un sorrisino.

Norman conosceva bene quel sorrisino. Era un segnale di un pericolo imminente e impossibile da evitare. Quando Amabelle sorrideva ad occhi chiusi e batteva le mani, aveva preso una decisione irrevocabile, e niente le avrebbe fatto cambiare idea o l’avrebbe fermata.

Tranne, forse, Petra.

-Il mio proposito è laurearmi- disse pertanto Norman, cercando di evitare una tragedia con il più semplice proposito che potesse trovare.

-Ma questo potrebbe avvenire a marzo dell’anno prossimo, non è un proposito per quest’anno!- gli fece notare Amabelle, un po’ delusa dalla semplicità del proposito.

-Vorrà dire che il mio proposito è di laurearmi in anticipo, quest’anno- alzò le spalle Norman. La sua tesi procedeva bene, ed era in pari con gli esami.

-Credo che con il tuo programma di studio potresti riuscirci senza problemi- lo incoraggiò Mirren, con la sua voce da tutor. 

Norman gli sorrise riconoscente.

-Nooooia!!- si lamentò Amabelle, senza però avere altre obiezioni da fare al proposito -Petra, tu che proposito hai?- chiese poi all’amica, arrivandole a pochi centimetri dalla faccia.

Petra non sbatté ciglio.

-Restare in vita- disse con sicurezza.

-Ambizioso- scherzò Felix, ridacchiando, e stringendosi maggiormente a Mirren, infreddolito.

-Sempre meglio del tuo probabile “rimandare la laurea di un altro anno”- si indignò Petra, stizzita, lanciandogli un po’ di neve ma colpendo Mirren.

-Ehi!- si lamentarono entrambi, insieme.

-Sul proposito di Petra ci torneremo, ma voi due… che ne dite di sposarvi?- Amabelle si rivolse maliziosa a Felix e Mirren, indicando il modo in cui erano stretti l’uno all’altro.

Mirren sembrò rendersi conto solo in quel momento della situazione, e si affrettò ad allontanarsi da Felix, incrociando le braccia.

-Come ben sai da almeno cinque anni questo non accadrà mai- Mirren scosse la testa, cercando di non mostrare la sua irritazione al fatto che Amabelle cercava costantemente di metterlo insieme a colui che considerava solo ed esclusivamente il suo migliore amico. -A te suggerirei di smettere di fumare, Durke- si rivolse poi al sopracitato amico, allontanando dal naso l’odore della sigaretta ormai praticamente finita tra le mani di Felix.

-Suvvia, non fumo così tanto. È giusto per sollevarmi dallo stress- si mise sulla difensiva lui, spegnendo la sigaretta nell’apposito posacenere e riscaldandosi le mani.

-Hai in mente un’idea migliore?- lo rimbeccò Mirren.

Felix esitò qualche istante, mentre gli occhi andavano in ogni direzione, cercando un suggerimento. Si fermarono su Norman.

-Laurearmi?- suggerì, copiando il proposito precedente.

-Considerando che ti manca solo la tesi, non è un proposito, ma un obbligo morale, soprattutto nei confronti dei tuoi poveri genitori che ti pagano la retta- obiettò Mirren.

-Beh, allora…- esitò ulteriormente, senza idee.

-E smettere di fumare sia!- decretò Amabelle.

-Non ho mai acconsentito!- provò a tirarsi indietro Felix, ma il dado era tratto.

-Suvvia, sono anni che dici che vuoi smettere. Adesso hai noi che ti obbligheremo a farlo- l’incoraggiamento di Max sembrò più una minaccia.

-Va bene, ma se io smetto di fumare, Mirren prende la patente- Felix lanciò uno sguardo di sfida al migliore amico, che per poco non si strozzò con la sua saliva.

-Che? La patente? Ma stai scherzando? La mia bici va benissimo- provò ad obiettare.

-Sì, nulla in contrario contro l’ecologia, ma hai venticinque anni, lavori e nelle tue condizioni la patente può sempre servire. Non puoi sempre contare su un autista privato. E se poi si sente male? Dovrai guidare tu fino all’ospedale- provò a convincerlo Felix, con contorti ragionamenti.

-O chiamare un’ambulanza- borbottò tra sé Petra.

-Credo sia una buona idea. Due bei propositi- Amabelle batté le mani tra loro, sorridendo. Era fatta.

Mirren, che conosceva questo tic, sospirò.

-Lo trovo inutile, ma immagino di non avere scelta. Purché Felix non sia il mio insegnante- punzecchiò l’amico, che si limitò a fargli una linguaccia.

-Denny?- Amabelle incoraggiò il ragazzo, che si era fatto piccolo e silenzioso nella speranza di non essere visto e preso in considerazione.

-Ehm… non so… restare in vita?- tentò, copiando Petra.

-Quello è il mio proposito! Trovati il tuo- la ragazza gli lanciò una palla di neve, colpendolo in pieno.

-Okay, okay… eh…- lanciò una richiesta d’aiuto muta verso il fratello maggiore, che la colse al volo.

-Che ne dici di “osare”, per una volta?- propose. Denny sgranò gli occhi, terrorizzato all’idea.

-Ohhh, andiamo sul filosofico. Mi piace! Dovrai buttarti almeno tre volte quest’anno. Senza farti paranoie, su tre cose a tua scelta ma provabili- dettò le condizioni Amabelle, battendo le mani.

Denny grugnì, prendendosi la testa tra le mani, ma non obiettò oltre.

-Manchi tu, Max. E Petra- passò poi agli ultimi membri del gruppo che non avevano ancora parlato.

-Forse… viaggiare? Magari posso usare un po’ dei miei risparmi per andare da qualche parte. Non troppo lontano, ovviamente, ma un bel posto pieno storia- rifletté.

-Questo sì che è un bel proposito- annuì Clover, con un cenno di approvazione e incoraggiamento.

-Credo sia il migliore- annuì Norman, colpito.

-Posso cambiare il mio e mettere questo?- provò a obiettare Felix, ma venne prontamente zittito da quattro occhiatacce provenienti da Amabelle, Petra, Mirren e Clover.

-E Petra…- Amabelle passò all’amica, che però si tirò subito indietro.

-Il mio l’ho detto, non ho mancanze da colmare. La mia vita mi va già bene così- insistette, chiudendosi a riccio.

-Ti includerò nel mio allora- lasciò perdere Amabelle, senza insistere più di tanto.

Giusto, Amabelle. Era l’unica a non aver ancora condiviso il proposito, e conoscendola, non era nulla di buono.

-Il mio proposito è…- iniziò, per poi fermarsi in modo che ci fosse suspense. 

Ottenne in realtà solo un silenzio imbarazzante.

-Il silenzio potrebbe essere un buon propo…- la battuta di Felix venne interrotta da una palla di neve dritta in faccia, questa volta però da parte di Amabelle.

-…trovare a tutti i membri del gruppo dei partner romantici!- esclamò poi la ragazza, sollevando da non si sa dove una nuvola di glitter colorati, che si depositarono su tutti i presenti, sul muretto e sulla neve.

-…tranne Norman- fece un occhiolino al ragazzo, che tirò un evidente sospiro di sollievo. Era davvero grato ad Amabelle di rispettare la sua sessualità. 

I non aro-ace accolsero la notizia con molta meno trepidazione. Dopo qualche ulteriore secondo di silenzio, attaccarono a parlare tutti insieme, cercando di scoraggiare il proposito dell’amica, che consideravano tutti non potesse avere successo.

Purtroppo per loro, Amabelle aveva sorriso battendo le mani, senza perdere neanche una punta di entusiasmo.

-Su, su, ragazzi! Abbiamo un anno per rendervi meno soli, e alla fine mi ringrazierete- affermò con sicurezza invidiabile, sovrastando con la sua voce squillante le lamentele, i grugniti e i commenti vari dei suoi amici.

-Herr Sleefing- una voce dolce interruppe di scatto le discussioni, e i ragazzi si girarono verso la fonte dalla quale proveniva: una ragazza bionda con il grembiule del Corona Café appena uscita.

-Oh, Sonja! Hey!- la accolse Max, arrossendo appena, anche se nell’oscurità non si notò molto.

Sonja Donner, 21 anni. Nipote della proprietaria del locale, proveniva dalla Germania e lavorava per la zia da qualche settimana. Era molto brava con la lingua, anche se l’accento tedesco era decisamente evidente. Max non aveva rivelato altro, anche perché non aveva molte informazioni da rivelare, anche se Amabelle aveva insistito nello spillargli il più possibile.

-Volevo solo informarti che il conto alla rovescia sta per cominciare- indicò l’interno del café, dal quale provenivano voci confuse ed eccitate.

-Oh, grazie, grazie mille. Arriviamo. Grazie, sei stata davvero gentilissima ad informarci- Max le sorrise caldamente, e incoraggiò i suoi amici a seguirlo all’interno. Sonja li precedette, con un rispettoso cenno del capo.

-Awww, per lui sarà più facile di quanto pensassi- Amabelle ghignò tra sé, entrando saltellando.

Il resto degli amici, molto poco convinti, entrarono a loro volta.

Quando il conto alla rovescia segnò lo zero, Norman esultò con gli altri.

Felix diede una pacca sulla spalla di Mirren.

Amabelle si gettò ad abbracciare Petra, che ricambiò un po’ infastidita.

Denny per poco non venne buttato a terra da una coppia molto affiatata che si era messa a scambiare effusioni e non sembrava averlo notato.

Clover prese un bicchiere e fece un solitario brindisi tra sé, in un angolo.

Max si affrettò ad aiutare Sonja che trasportava un vassoio pieno di calici vuoti e rischiava di farlo cadere.

L’anno nuovo era tale da poco, e tutto era esattamente normale.

Non c’era sentore che quell’anno sarebbe stato il più folle del gruppo, soprattutto dal punto di vista amoroso.

Anche se Norman avrebbe dovuto aspettarselo.

Dopotutto lui era una persona estremamente ordinaria, è vero. Ma aveva una caratteristica davvero particolare e unica: attirava a sé, in un modo o nell’altro, senza entrare e farne parte, ogni genere di situazione assurda.

Da strani eventi atmosferici che costringevano due persone a restare chiuse insieme e riscaldarsi per ottenere calore, a chiavi disperse proprio quando più servivano, magari quando due persone erano ammanettate insieme, fino ad arrivare a coincidenze dalle tempistiche inimmaginabili, come un incontro provvidenziale o un volo che partiva nell’esatto istante in cui la persona che cercava di fermarlo arrivava al gate.

E questa era solo la ciliegina sulla torta di disagi che attendeva la Corona Crew, quell’anno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Okay… non so perché lo sto facendo.

Non ne ho idea. So già, conoscendomi, che la abbandonerò, ma cerco di aggrapparmi alla speranza che, mettendo in una storia solo cose belle che non vedo davvero l’ora di scrivere più per una questione terapeutica e per rileggerla e fare awwww tra me, riuscirò ad aggiornare con frequenza.

Una storia senza pretese, piena zeppa di cliché e tropes letterari e di fanfiction che potrebbero anche andare fuori trama con AU speciali e altro.

Un’altra particolarità di questa storia è che ho solo una linea generale di cosa succede, ma non ho progettato tutto capitolo per capitolo, quindi se avete prompt da suggerirmi, fate pure.

Le coppie sono ovvie e banali. Non abbiamo ancora conosciuto tutti i membri di ogni coppia, diciamo che per le principali mancano due persone… due persone e mezzo, diciamo.

Il punto di vista spazierà tra tutti quanti, praticamente, chi più (tipo Amabelle che ha le mani in pasta ovunque) chi meno (tipo Sonja che ha un passato oscuro quindi non posso parlare troppo dal suo punto di vista). I capitoli avranno lunghezza variabile, ma non credo che saranno troppo lunghi.

Vista la prevedibilità della storia, non aspettatevi colpi di scena. Il lieto fine è praticamente assicurato, e il fluff la farà da padrone.

Anche se, dato che io sono io, un po’ di angst scapperà di sicuro. Ma più nelle vesti di hurt/comfort.

Chi vi piace di più? Chi vi piace di meno (per favore, non giudicate Felix troppo aspramente)? Chi volete vedere di più? Secondo voi quali sono le coppie e che tropes seguiranno?

Fatemelo sapere con un commentino, se volete.

Un bacione e alla prossima :-*

 

 

Nel prossimo episodio: Amabelle cerca di introdurre un nuovo membro nel gruppo. Denny è costretto ad accettare una scommessa. (i due protagonisti mancanti fanno la loro comparsa)

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ChrisAndreini