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Autore: bacinaru    08/02/2020    2 recensioni
"A Rip viene da ridere.
Dal modo in cui il loro rapitore – Marcus – e i suoi due scagnozzi di cui non conosce il nome si voltano a guardarlo irritati, capisce che lo ha fatto per davvero. Ridere, si intende. Il che, data la loro situazione, non è molto normale.
Sarà per questo che Mick Rory, legato come lui ad una sedia da una spessa corda attorno al torso, ai polsi e alle caviglie, sembra domandarsi se forse Rip è stato colpito alla testa una volta di troppo e sia uscito completamente pazzo."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mick Rory, Rip Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Fandom: DC's Legends Of Tomorrow
Personaggi: Mick Rory, Rip Hunter
Words: 893
Genere: Hurt/Comfort
Rating: arancione
Contesto: post 2x13
Avvertimenti: trattandosi di tortura, ci sono delle descrizione che qualcuno potrebbe definire abbastanza esplicite. Leggete solo se non è un argomento che potrebbe darvi problemi.
Beta: Nais
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono.
Note: Scritta per il Bingo Challenge del gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart con il prompt "Tortura".





It doesn't matter

(and yet you still do)







Inizia con un pugno nello stomaco. Rip resta senza fiato. Poi viene colpito ancora, e di nuovo, ancora e ancora e ancora, fino a quando non si sente soffocare e macchie nere iniziano a danzare davanti ai suoi occhi. È allora che decidono di passare alle dita: le rompono tutte, una per una.

Eppure non ha ancora detto una parola. Non un suono, non un lamento, non un grido.

Quando, però, gli viene conficcato un pugnale nel fianco sinistro, Rip geme. Quando impugnano l'elsa e ruotano la lama dentro di lui, Rip urla.

Qualcuno ride e qualcuno sbuffa impaziente.

«Sai, non penso che il tuo Capitano riuscirà a resistere ancora a lungo» uno schiocco di labbra «ma, se ci dici quello che vogliamo sapere, vi lasceremo andare e potrai finalmente aiutarlo, Chronos.»

A Rip viene da ridere.

Dal modo in cui il loro rapitore – Marcus – e i suoi due scagnozzi di cui non conosce il nome si voltano a guardarlo irritati, capisce che lo ha fatto per davvero. Ridere, si intende. Il che, data la loro situazione, non è molto normale.

Sarà per questo che Mick Rory, legato come lui ad una sedia da una spessa corda attorno al torso, ai polsi e alle caviglie, sembra domandarsi se forse Rip è stato colpito alla testa una volta di troppo e sia uscito completamente pazzo.

«C'è qualcosa che vorresti condividere con il resto di noi, Capitano Hunter?»

Rip ride di nuovo. È divertente, non può farne a meno. Si sforza però di alzare la testa, così che almeno possa guardare Marcus negli occhi, anche se il sangue che ricopre metà della sua faccia rende piuttosto difficile la cosa.

«Non sono più il capitano della Waverider», il suo è a malapena un sussurro, la voce che raschia contro la sua gola. C'è un pizzico di risentimento nel suo tono perché, dopotutto, essere il capitano della Waverider era tutto ciò che gli restava, ma questo non è il momento di pensarci. Le labbra spaccate si stendono in un altro sorriso divertito. Bruciano. Può saggiarne il sangue sulla punta della lingua «e anche se lo fossi stato, Mr. Rory non avrebbe parlato. Quindi avanti, torturatemi quanto volete: non avrete mai quello che cercate.»

Di questo è certo, perché dare via il codice che permette di accedere al segnale delle navi temporali di tutti i Time Masters – è un codice che solo un cacciatore di teste può possedere - significherebbe condannarli a morte certa. E Mick Rory, nonostante tutto, non è un mostro.

«È meglio se stai zitto, Englishman» gli ringhia contro il piromane, il volto una maschera di furore. Per un momento gli sembra di vedere una sorta di preoccupazione nei suoi occhi, ma Rip non ne è sicuro. Non è mai sicuro di nulla, quando si tratta di Mick Rory.

Marcus, invece, sorride sardonico. Gli afferra i capelli e tira fino a quando Rip ha l'impressione che la sua testa stia per staccarsi dal collo.

«Quindi credi che ti lascerà semplicemente morire?»

Rip ha gli occhi serrati. Il collo inizia a fargli male e la posizione di per sé tira alla ferita nel fianco, provocandogli abbastanza dolore da far diventare il mondo tutto nero per qualche secondo. L'ilarità che lo ha colpito solo attimi prima è del tutto scomparsa. Sospira, più stanco che mai.

«Non importa... » mormora, perché è la pura e semplice verità. Rip non è importante. Almeno non più di quando lo siano le vite degli altri Time Masters.

Incontra gli occhi di Mick. Il suo volto è privo di ogni espressione, ma nel suo sguardo c'è un'intensità che non credeva di poter mai leggere sul viso dell'altro. In quel momento gli sembra quasi che Mick riesca a capirlo, più di quanto sia mai riuscito a fare chiunque altro. E non sembra contento.

Rip cerca di non badarci troppo.

E poi, anche se la sua vita dovesse spegnersi, sarebbe davvero così male? La sua famiglia è morta e le Leggende non hanno davvero bisogno di lui.

Anche se dovesse scomparire, al mondo, in realtà, non importerebbe nulla.

Marcus rilascia la presa sui suoi capelli e Rip torna a fissare il pavimento. La ferita al fianco continua a sanguinare lentamente. È esausto. Si chiede se magari è una buona idea chiudere gli occhi e permettersi così di dormire.

«Be', Mr. Hunter, forse hai ragione.»

Si accorge a malapena della pistola che gli viene puntata alla testa e poi un boato riempie all'improvviso la stanza. Il suo corpo sussulta. È una reazione istintiva.

Non è stata però la pistola a sparare. Quando, con un ultimo sforzo, riesce ad alzare il volto, si accorge che il resto del team è appena arrivato e Mick, libero dalle proprie restrizioni, è al suo fianco. Taglia le corde, ma quando è chiaro che non c'è nessuna possibilità che Rip sia in grado di mettersi in piedi, lo prende tra le braccia e lo porta fuori di lì. Rip pensa che dovrebbe sentirsi in qualche modo imbarazzato da questo, ma con la testa contro il petto caldo dell'uomo e l'oblio all'angolo della sua mente, realizza che non gli interessa davvero.

«Tu sei ancora importante, razza di idiota.»

E forse un giorno Rip imparerà a crederci. Per il momento gli basta chiudere gli occhi. Per il momento, in quello strano e imbarazzante abbraccio, sa di essere al sicuro.

  
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