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Autore: rocchi68    09/02/2020    1 recensioni
Dawn era convinta, anche a distanza di anni e con una situazione non proprio rosea, che la sua fosse stata una scelta ben ponderata.
Aveva riflettuto a lungo prima di scegliere la sua futura meta scolastica. Aveva girato almeno una dozzina di licei se per questo e con un po’ di fatica i suoi desideri e le sue speranze si raccolsero tutte nello stesso liceo.
Il facile era stato cancellare quegli ambienti, classico e linguistico, che non rientravano nelle sue corde e di cui aveva un’immagine piuttosto negativa. D’artistico o tecnico non aveva nulla tra le mani e pertanto, affascinata dalle sue materie e dalle immense possibilità future, aveva virato sullo scientifico.
Come se la scelta della scuola fosse così importante, vero?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Erano finalmente rientrati nella loro città e Scott non aveva chiuso occhio al pensiero del lunedì che lo attendeva.
Che cosa avrebbe preteso di sapere Dawn?
Poteva essere una sciocchezza di poco conto come poteva pretendere un dettaglio che magari gli era sfuggito inconsapevolmente. Aveva provato a riparlarci per indorare la pillola o per alleviare i suoi dubbi, ma era stata più sgusciante di un’anguilla.
E quell’unica volta in cui si erano ritrovati vicini, lei aveva preteso di stare con Zoey e il suo tentativo si era infranto. Era chiaro che lo stava evitando.
Non era nemmeno difficile capirne il motivo, anche se sperava di non essere ignorato in quel modo.
L’orologio ticchettava e lo rendeva ansioso.
Mancavano ancora 12 ore prima che quella maledetta domenica se ne andasse al Diavolo.
Rimuginava su quello che era successo, su quel bacio che le aveva dato dopo tanta fatica e su quell’iniziale rifiuto. Sarebbe cambiato qualcosa non appena lei avesse capito chi era il moderatore?
Poteva accettarlo così a cuor leggero o avrebbe continuato a rinnegare anche la realtà dei fatti?
Per la prima volta dopo tanti anni non sapeva dove sbattere la testa.
Tempo prima gli sarebbe bastato sbeffeggiare Duncan, schiacciare gli altri con la sua logica e mangiare il suo piatto preferito per sentirsi in pace con il mondo.
Per quel giorno, però, non era ancora riuscito a toccare cibo e rispondeva ai messaggi dell’amico con insolita gentilezza. Non era da lui essere così disponibile, né trattarli senza un pizzico di disprezzo, concedendosi il permesso di appoggiare tutti indistintamente.
Sperava che l’indomani arrivasse subito.
 
E arrivò.
Dawn ci aveva pensato a lungo.
Innanzitutto aveva invitato Beverly sul tetto della scuola per discutere di quella cosa e poi aveva informato anche Scott della sua decisione.
Così come Beverly non poteva sospettare della presenza di Scott, allo stesso modo quest’ultimo si aspettava una serie di domande senza nessun intralcio intermedio.
Il rosso poteva solo sospettarlo: non aveva nessuna prova a rafforzare la sua tesi, così come poteva solo immaginarsi la domanda di Dawn.
Se per questo, lei ci aveva pensato a lungo.
Aveva riletto più volte la chat, aveva steso una lista di tutte le domande possibili e poi ne aveva cerchiata una in particolare.
Solo il vero moderatore poteva sapere di quella storia e l’altro sarebbe stato costretto a smascherarsi e a scappare.
Era salita sul tetto che mancavano pochi minuti alle 14 e dopo essersi messa a fissare il panorama, pazientò che la pesante porta in ferro cigolasse nuovamente.
Il primo ad arrivare fu Beverly che subito si avvicinò e si mise con lei a fissare ciò che aveva davanti.
“Di che cosa avevi bisogno, piccola?” Chiese il giovane, facendo inspirare profondamente la sua fidanzata che si sfiorò la mano e si tolse l’anello.
“Sono confusa e non voglio essere troppo superficiale.”
“Che vuoi dire?”
“C’è il rischio che quest’anello mi freni e mi distolga dalla verità e dal mio desiderio.” Ammise, passandolo al suo ragazzo.
“Mi stai lasciando?”
“Ho bisogno di una risposta prima di sentirmi veramente la tua ragazza.”
“Quale risposta?”
“Lo capirai quando anche il ritardatario sarà qui.” Soffiò Dawn, facendo preoccupare Beverly che non si aspettava un terzo incomodo.
Pensava che lei volesse qualche minuto d’intimità e che si mettessero d’accordo su dove passare quel pomeriggio. Non credeva che Dawn stesse misurando i minuti, né che qualcun altro potesse intromettersi tra loro. Quella semplice risposta l’aveva messo in ansia e stava scalfendo l’immagine da moderatore che aveva fatto conoscere alla fidanzata.
“Lo conosco?”
“Non così bene.”
“È una cosa che può crearci problemi?”
“Potrebbe.”
“Insomma…quanti misteri. Dovresti avere fiducia in me.” Replicò Beverly, venendo interrotto dal cigolio della porta e dall’ultimo ospite che si era aggregato a quel ritrovo improvviso.
“Te l’ho già detto una volta, Beverly: la fiducia si merita.” Brontolò Scott.
“Tu?”
“Sorpreso di vedermi? Ti aspettavi forse qualcuno di più tranquillo e flaccido?” Lo provocò, mentre Dawn si staccava dal parapetto e si frapponeva tra loro.
“È lui Dawn?”
“Sono io l’altro che deve parlare con lei.” Ringhiò infastidito, non dando tempo alla compagna di rispondere in nessun modo.
“Che ci fai qui?”
“Se non hai nulla da nascondere, non dovresti aggredirmi così.” Replicò ancora più stizzito.
“Basta! Io voglio sapere la verità.” Tuonò la giovane, facendoli sussultare.
“Quale verità?” Ricominciò Beverly con fatica.
“Forse che tu sei un bugiardo?” Lo attaccò Scott, fissandolo intensamente e sfoggiando un ghigno demoniaco.
“Io non mento mai.”
“Nemmeno quando ti sei spacciato per una persona che non sarai mai?”
“Io sono semplicemente me stesso.”
“Ma davvero? Alcuni mi dicono che ti stai comportando in modo strano ultimamente.”
“Chi?”
“Il Preside e i suoi documenti nell’archivio.”
“Lui non mi conosce.”
“Basta! Devo sapere chi è il vero moderatore della chat che ho usato fino all’anno scorso!” Protestò Dawn, zittendo i due che si fissarono intensamente, manco fossero due pistoleri pronti alla resa dei conti la cui velocità poteva essere di vitale importanza.
“Te l’ho già detto che sono io il moderatore di quella chat e tu, non credendomi, hai preteso questo confronto tra noi.” Borbottò Scott.
“Non credergli…lui è solo un bugiardo.”
“Per capire chi mente, vi farò una serie di domande che solo il vero moderatore conosce.”
“A me sta bene.” Affermò Scott, guardando verso Beverly che gli sembrava un po’ troppo spavaldo per i suoi gusti.
“Ok.”
“Chi ho aiutato per primo?” Domandò, guardando verso Scott.
“Zoey e sua madre.” Borbottò il rosso.
“E subito dopo?” Seguitò, girandosi verso Beverly.
“Mike con suo padre Vito.”
“Credo dovresti fare qualche domanda più difficile, altrimenti non caviamo un ragno dal buco.” Le consigliò il compagno di classe che temeva seriamente di continuare fino a notte fonda.
“Il moderatore mi rinfacciava spesso che sono una sciagura e vorrei sapere il motivo.”
“Forse perché con Sierra hai tentato di risalire alla mia vera identità.”
“La tua presunta vera identità.” Lo corresse Beverly, guadagnandosi un’occhiataccia.
“Può essere.” Ammise Dawn, regalando ai due un fugace sorriso.
“O come quando hai mentito con Courtney per conquistare la sua amicizia.” Tentò Beverly, facendola annuire nuovamente.
“Credo che Scott abbia ragione: serve una domanda definitiva.”
“Lo dicevo io.”
“Che cosa vuoi sapere, Dawn?”
“Vorrei che mi aiutaste a ricordare cosa è successo durante e dopo il primo giorno della mia iscrizione nella chat.” Propose, guardando prima Beverly e poi Scott.
Quella era una domanda che solo il vero moderatore poteva conoscere, dato che parte della chat del primissimo mese d’iscrizione si era cancellata da parecchio.
Non amava sguazzare nel passato e forse era un ricordo piuttosto sbiadito, ma chiunque fosse il moderatore non avrebbe fatto troppo fatica. Dopotutto era in mezzo alla loro disputa e uno dei due doveva avere risposta a quell’innocente quesito.
Il primo cui si rivolse fu il suo fidanzato. Se era il moderatore, cosa di cui era abbastanza convinta, non avrebbe avuto il minimo dubbio e avrebbe scacciato quella domanda come se fosse una mosca fastidiosa.
“Ci siamo presentati e abbiamo parlato di Zoey e del suo problema.” Affermò il ragazzone, mentre Dawn ascoltava quell’affermazione robotica e la considerava come valida.
Non c’era motivo di ascoltare anche Scott: aveva già avuto la riprova della sua ennesima bugia.
E inconsapevolmente aveva mosso qualche passo verso Beverly, prima che una mano si posasse delicatamente sul braccio destro e le impedisse di continuare a muoversi.
“Scott…” Mormorò sorpresa.
“Non ho risposto alla tua domanda perché non me ne hai dato il tempo.”
“Ma Beverly ha risposto in modo corretto.” Replicò, facendolo negare.
“Infatti io non sbaglio e non mento mai.” Sbottò con un tono robotico abbastanza feroce, scontrandosi con lo sguardo raggelante del suo avversario.
“Quello di cui parlate è successo il secondo giorno.” Mugugnò Scott.
“Il secondo?”
“Non dargli retta Dawn, sta mentendo e sta cercando di guadagnare tempo.”
“Non sono un bugiardo che nega la sconfitta quando questa è sotto i suoi occhi, ma in questo caso vi sbagliate entrambi.” Continuò, tirando leggermente a sé la compagna.
“E allora cos’è successo?” Lo esortò, concedendogli il beneficio del dubbio.
“Dopo che ti sei iscritta alla chat, ti ho invitato a leggere il regolamento e ti ho incastrato con la stupida domanda giornaliera.” Borbottò divertito.
“La domanda giornaliera.”  Ripeté, assaggiando quella nuova risposta e sforzandosi di ricordare se fosse sulla via del torto o della ragione.
“Mi hai detto che era una fregatura e per i primi tempi è stato difficile rispettare questa sciocca regola che è scomparsa con il tentativo invasivo di Sierra.”
“Io…”
“Dawn non dargli retta, lui non sa quel che dice.” Lo interruppe Beverly, cercando di afferrare il braccio della fidanzata, ma ritrovandosi con la mano stritolata da quella di Scott che applicava sempre più forza e che pensava di andare oltre il punto di rottura per fratturargli il polso, salvo ripensarci data la presenza di Dawn.
“Ho sbagliato in passato a non dirti subito la verità e a non affrontare le conseguenze dei miei sbagli.”
“Grrr…” Ruggì Beverly, fissandolo nervoso.
“Ho iniziato a sospettare che fossi tu fin da quando hai iniziato a parlare di Mike. Per Zoey poteva trattarsi di una semplice coincidenza e le mie certezze si son solidificate quando mi hai descritto prima Cameron e poi Gwen.”
“Perché Scott?” Chiese la giovane.
“Sono rimasto in silenzio perché speravo che tu riuscissi laddove avevo sempre fallito.”
“Io…”
“Poi, però, mi sono reso conto che pretendevo un po’ troppo e sono uscito dal mio guscio per aiutarti personalmente.”
“È per questo che non mi hai mai detto che eri tu?” Ripeté, mentre Scott lasciava la presa dalla mano di Beverly e si metteva davanti a lei, ignorando volutamente quel terzo incomodo.
“Se ti avessi detto che ero io nell’esatto istante in cui avevo sospettato di te, allora mi avresti allontanato e non sarei mai riuscito a terminare il mio compito. Il primissimo giorno volevo conoscere qualche tuo segreto per poi riderci su, ma poi ho capito che quella non era la soluzione migliore per il nostro futuro. Perché dovevo deridere la compagna che più aveva sofferto della mia stupidità?”
“Non credere alle sue parole, Dawn.” La pregò Beverly, continuando a inviarle quei messaggi che lei ignorava senza appello.
“Smettila Beverly!” Ringhiò la giovane, facendolo sussultare.
“Ti sbagli…sono io il moderatore.”
“Tu hai cercato soltanto di approfittarti di me e non voglio più saperne di qualcuno che si spaccia per un'altra persona."
“Scott non è giusto per te.”
“Sei tu quello che non è giusto per me. Io volevo solo essere felice e che non ci fossero problemi, ma con te è chiaramente impossibile.” Replicò, mentre Scott poggiava una mano sulla sua spalla sinistra.
“Stai calma Dawn, finalmente hai trovato la verità.”
“Scott…”
“Lasciala stare, lei è la mia ragazza!” Continuò Beverly, ritrovandosi incenerito dallo sguardo iracondo di Dawn.
“Ti sbagli Beverly, lei non è di nessuno ed è libera di scegliere chi desidera. Se ti fossi comportato correttamente, forse lei ti avrebbe capito.” Spiegò Scott.
“Tu le hai infarcito la testa di sciocchezze.” Seguitò senza troppa convinzione.
“Non può più funzionare tra noi Beverly e forse è meglio che tu vada.”
“No!” Replicò, facendosi avanti per afferrare la giovane, ma ritrovandosi questa volta con un pugno sul naso che lo fece sanguinare e che lo spinse a scappare, prima che Scott lo riducesse in brandelli e lo mandasse in terapia intensiva.
Scappato di corsa con il naso fratturato e con il cuore straziato, Beverly spalancò la grande porta in ferro battuto e li lasciò soli sul tetto, senza peraltro guardarsi indietro per il timore che il rosso lo stesse inseguendo con la cinghia per dargli una sonora lezione.
Fu quando rimasero soli che la completa attenzione di Scott ritornò su Dawn e poggiò le sue mani forti sulle spalle della ragazza, facendola arrossire. Carezzata lievemente, si concentrò sul suo viso e strusciò la sua guancia ispida su quella liscia e delicata, suscitandole un debole fastidio.
“Purtroppo mi ero spinto un po’ troppo oltre e ti sei innamorata della mia immagine virtuale.” Mugugnò, poggiando la fronte su quella di Dawn.
“Non è vero: io mi sono innamorata del carattere che cerchi di nascondere con tanta ostinazione.”
“Non accadrà più.”
“Adoro le persone che sono disposte a cambiare per amore.” Mormorò la giovane, facendolo sospirare.
“Cambio perché tu vali moltissimo per me .”
“Anche tu, Scott.” Bisbigliò, sentendolo singhiozzare.
“Dawn…”
“Non piangere, ti prego.”
“Tu mi piaci.” Soffiò, trattenendo a fatica le lacrime.
“Ci hai messo un po’ troppo a dichiararti.” Lo rimproverò bonariamente, facendolo annuire.
“Dawn…”
“Ormai credo di conoscerti abbastanza.” Minimizzò divertita.
“Devi comunque promettermi che non sottovaluterai più la scuola.”
“Perché no?”
“Perché non voglio veder pregiudicati i tuoi sogni e potrei anche pensare di fare un passo indietro, pur di non vederti fallire.”
“Se studiassimo insieme, forse potrei migliorare.” Replicò, fregandolo con i suoi occhioni.
“Quando e dove vuoi.”
“Credo sia il momento di presentare il mio vero ragazzo ai miei genitori.” Soffiò, prendendone la mano per far ritorno verso casa e facendogli intendere che quello poteva essere un bell’inizio.






Angolo autore:

Il solito vecchio clichè che ci accompagna da una vita e mezza.

Ryuk: Che noia!

Non credevo ti avrei mai sentito sbuffare, ma forse c'è una prima volta in tutto.
Alla prossima!
 
   
 
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