CAPITOLO 42
Una pagina,
un'altra e ancora una. Non contando la pila di fogli che avevo di
fianco. Mi
misi le mani sopra gli occhi esasperata -Dorian, come diavolo vi
è venuta in
mente una cosa del genere?-
-Ehi, mi hai
chiesto tu di darti tutti gli appunti sulla magia temporale! E visto
quello che
vuole fare Solas, potresti farti spiegare la teoria! Nel caso te ne
fossi
scordata dopo quel trucchetto non ci rivedremo per un bel
po’. Sempre se esisterò
ancora prima o poi!- replicò con tono offeso
Tolsi le
mani e fissai il cristallo che avevo appoggiato sulla scrivania,
brillava di
una tenue luce che si intensificava ogni volta che parlava. Lo avevo
messo al
corrente dell'eventuale viaggio nel tempo che voleva fare il mio lupo e
che
l'ultima parola sarebbe aspettata a me.
-Non puoi
davvero prendere in considerazione questa pazzia! E se non ci riuscite?
Rischiate
di ammazzarvi! Non so cosa possa essere più pericoloso, se
un Titano di Lyrium
rosso o un viaggio nel tempo di millenni! Invece di tenerti al sicuro
nella tua
condizione, quel bastardo sembra voglia ogni volta fare qualche
casino!- sbottò
tutto in una volta.
Stava dando
come al solito la colpa a lui, e ad entrambi degli irresponsabili
-Cavolo!
Dorian! Credi davvero che non ci abbia pensato? Non posso non pensare
anche al
futuro di mio figlio! Soprattutto se ho la possibilità di
migliorarlo!-
-Rischi di
non dargli neanche un futuro! È un suicidio!-
Sbuffai -Il
Velo verrà giù! Si sta già spaccando
che lo si voglia o no, succederà e ci sarà
una strage! Magari avverrà domani, come tra cento anni! Ed
io e Solas avremo
sempre lo stesso problema, anche se tu amico mio non ci sarai
più! E in questo
secolo non voglio fargli passare quello che ho vissuto io!- sbattei una
mano
sul tavolo, il cristallo tremò -Credi sia bello vivere nei
boschi, continuando
a spostarsi per sfuggire agli umani? Ed essere trattati peggio di un
animale
per delle orecchie a punta!? Non gli farò subire gli sguardi
di odio, disprezzo
e superiorità con cui ho imparato a convivere! Passo e
chiudo!- tolsi il mana
dal cristallo che si spense. Sospirai profondamente
-Fenedhis…- e stupida io
che pretendevo che potesse capire! E in parte lo faceva, ma non sarebbe
mai
riuscito a farlo fino in fondo. Guardai gli scaffali pieni di libri
della
piccola biblioteca, ovviamente non poteva mancare. Tutti volumi rari,
rigorosamente in elfico. Fissai di nuovo il cristallo con tristezza,
non volevo
litigare, ma era meglio far passare almeno qualche giorno per calmarci.
Notai
il quaderno di Solas che gli vedevo in mano sempre più
spesso, abbandonato nel
posto di fronte al mio. Ero estremamente curiosa di aprirlo, ma mi
aveva
pregato di non sbirciare e che quando avrebbe finito me lo avrebbe
dato.
Picchiettai le dita sulla superficie in legno. Non sarei riuscita a
concentrarmi di nuovo su quella sfilza di calcoli, la discussione mi
aveva
innervosito.
Udii la
porta e vidi varcare la soglia un enorme lupo nero, era grande quanto
un pony,
con due bellissimi occhi grigi. Restai sorpresa per
quell’entrata in scena così
insolita e sorrisi, allargando le braccia e invitandolo ad avvicinarsi.
Volevo
immergere le mani in quel pelo soffice. Una zampa dopo l'altra,
abbassò il muso
verso il mio viso. Senza nessun preavviso ricevetti una leccata,
ridacchiai e
gli presi la testa tra le mani. Mi diede altre leccate, non riuscivo a
smettere
di ridere -Basta… vhenan…- abbassò la
grande testa sul mio grembo. Mi chinai
dandogli un bacio sul muso e accarezzandolo, facendo passare lente le
mani tra
quel pelo nero, lucente e morbido. Mugolò soddisfatto da
quelle coccole e si
illuminò di una luce dorata. Poco a poco la grandezza di
quel corpo da lupo
diminuì, il pelo scomparve e venne sostituito dalla pelle e
dai vestiti. Restò
con la testa sulle mie gambe e gli occhi chiusi “sembrerà
così, ma invece
sappiamo che mi sono del tutto affidato a te, vhenan”.
Quelle parole dette
solo il giorno prima mi risuonarono nella mente, come il sentimento di
profondo
amore che provavo per lui. Rialzò il viso verso il mio,
donandomi un sorriso
dolce, lo sguardo divenne però preoccupato e mi strinse le
mani tra le sue -Cosa
c’è, cuore mio?-
Negai con la
testa un po’ abbattuta -Nulla… ho litigato con
Dorian…- lanciò un’occhiata cupa
ai fogli sul tavolo e mi guardò -Lo sai che non voglio
obbligarti…- gli misi un
dito sulle labbra bloccandolo -Lo so e lo sa anche lui. Si preoccupa,
ma non
comprende fino in fondo perché sarei disposta a rischiare le
nostre vite per
dare a nostro figlio un’infanzia migliore della mia- e se
faceva fatica a
capire lui, non sapevo gli altri nostri amici come avrebbero reagito.
Non
volevo pensarci. Venni tirata in piedi e passò le braccia
sulla mia vita -Avrei
bisogno di un bacio vero…- disse a un respiro dal mio viso.
Ne avevo bisogno
anche io. Gli catturai la bocca, gli dischiusi le labbra e cercai la
sua
lingua, in quella danza che sapevo a memoria e che diventava migliore
ogni
volta. Ci staccammo senza fiato e mi lasciò un bacio fugace
sulla punta del
naso. Sorrisi divertita e infilai la testa nell'incavo nel suo collo,
percepii
odore di pioggia e foresta, oltre al suo solito profumo -Ti sei
divertito?
Com’è la situazione?- non mi andava di vomitare
anche con la forma da lupo, ma
prima o poi volevo accompagnarlo, non avevo mai provato a mutare.
-Tranquilla,
a qualche miglio ci sono degli insediamenti, penso umani, non mi sono
avvicinato a controllare- mi accarezzava la schiena su e
giù, lentamente -Qui
siamo perfettamente celati e al sicuro-
-Bene…-
chiusi gli occhi godendomi il calore del suo corpo. Pensare che eravamo
lontani
dal Thedas, da tutto… Avrei voluto non dover prendere
decisioni simili, ma
restava solo una mia speranza e illusione, ne sarebbero arrivate sempre
di più.
Iniziai a
ridere -Oh… vhenan! Cosa stai…!?- mi sfuggii un
gemito. Aveva afferrato con le
labbra un mio orecchio, leccandolo e mordicchiando dalla punta fino al
lobo.
Erano maledettamente sensibili! Posò dei baci sulla
mascella, sotto l'orecchio -Non
mi piace vederti triste…- mormorò
-Non sono
triste… come potrei esserlo? Siamo in questa bellissima
casa, tutta nostra. Ho
te e nostro figlio, non avrei mai sperato in entrambi nella mia vita-
lo
strinsi tra le braccia -Solo che… non accetteranno quello
che vogliamo fare…
Non lo accetterei io se fossi al loro posto!- immersi il viso nel suo
petto -Non
voglio che gli ultimi ricordi sui nostri amici siano negativi-
infilò una mano
grande e calda nei miei capelli, accarezzandomi -Ognuno
prenderà la decisione
che ritiene opportuna. Sperare che siano
d’accordo… - mi baciò sulla tempia
-…
vedresti mai Sera che alla notizia salta di gioia?- disse con ironia.
Mi
scostai un poco incatenando le iridi alle sue -Sarà
terrorizzata, si
arrabbierà, forse mi urlerà contro… ma
non sarebbe giusto neanche tenerli
all'oscuro- in un certo senso stavo per tradire questo mondo per un
altro -Però
sarebbe giusto non dire nulla per la loro sicurezza- strinsi la sua
maglia -Credi
davvero che potrebbero attaccarci?- non potevo concepire una cosa del
genere. Non
potevo fare loro del male.
-Bisogna
pensare a ogni eventualità. Ti sembra così
improbabile?-
Avrei voluto
dire di sì, abbassai la testa e negai -Difenderanno il loro
mondo, come noi
rivogliamo il nostro…- concluse -Ci spiegheremo…
questo mondo sta morendo. L'ho
detto a Dorian… non ho aspettato una risposta
però…-
-Ma nuvenin.
Ora non parliamo di questo, ne avremo tutto il tempo- si
scostò, lasciandomi e si
rivolse ad una scatola di legno scuro abbastanza grande, posta su uno
scaffale.
La aprì a metà, rivelando quello che sembrava
essere un oggetto circolare,
molto piatto e dorato. Gli mise sopra un’asticella e
iniziò a girare su se
stesso. Il suono di un piano si diffuse nella stanza. Ma
come…?
-Balliamo?-
domandò il mio mago, sempre divertito dalle espressioni che
gli mostravo a
quelle novità. Lo presi per mano e l’altra me la
mise sul fianco, iniziando a
guidarmi. Si aggiunsero altri strumenti creando una melodia sempre
più armoniosa
e rilassante. -Non so come hai fatto… ma l'ascoltavi spesso?-
-Quando non
volevo pensare, sì- non ci stavamo muovendo molto, lo spazio
era troppo poco. Un
dondolio semplice e forse anche troppo innocente. Teneva tra entrambi
una
distanza insolita -Fen’harel ha deciso di avere un riguardo
particolare, verso
di me?- a quella provocazione distese le labbra in un sorriso
malizioso. La
mano sul fianco scivolò sul sedere, afferrandolo, e
tirandomi contro di lui.
Facendo combaciare i nostri bacini, rendendo il tutto più
sensuale. -Meglio?- sussurrò
al mio orecchio -Molto…- mi appoggiai a lui facendomi
trasportare -Mi piace
questa musica- gli strumenti poco alla volta sparirono come erano
arrivati, e
rimase come fulcro sempre il piano -Me ne compiaccio. Il me stesso
giovane ed
estremamente orgoglioso dei suoi risultati, ti avrebbe fatto una corte
estenuante. Fino a rendersi conto che sarebbe caduto volentieri ai tuoi
piedi,
chiedendoti la mano per l'eternità- disse in modo seducente.
-Tu
hai… sei
tu che suoni!?- replicai esterrefatta
Ridacchiò
piano e posò le labbra sulle mie in un tenero bacio -Suonavo
il pianoforte,
questa composizione l'ho scritta io, ma non ero ritenuto abbastanza
bravo. Per
un po’ è stato un passatempo
interessante…-
-È
bella,
come non potevano ritenerti bravo?- niente a che vedere con le canzoni
da
taverna o quelle musiche altezzose orlesiane. Anelava alla pace dello
spirito e
della mente, la trovavo perfetta al momento.
-Ha
richiesto anni, e non disponevo ancora della pazienza necessaria da
volermi
impegnare. Preferisco la pittura-
Gli lasciai
un bacio sulla fossetta del mento -Non vedo l'ora di ammirare l'opera
che il
mio lupo sta svolgendo così segretamente in quel quaderno-
Un lampo
giocoso passò nelle iridi -Siamo curiose? Spero sia una
piacevole, lenta,
tortura…- con un sorriso malizioso premette la bocca sulla
mia, trascinò il
bacio sulla guancia, fino al collo iniziando a mordicchiarmi
-Ah… ora… mi stai
torturando!- ridacchiò non fermandosi. Appoggiai la testa
sulla sua spalla e
chiusi gli occhi lasciandolo fare, godendomi anche la musica. Non
cercavamo
neanche più di ballare. Stavamo solo stretti l'uno
all'altro, scambiandoci
effusioni più o meno serie. Infine mi trascinò
sulla poltrona posta in un
angolo. Sedendomi sulle sue gambe e appoggiai le mani sulle sue spalle
-Quindi,
sai suonare il pianoforte, sei un ottimo pittore, un abilissimo mago
dal potere
magico fuori dal comune- intanto passavo le mani sul petto
accarezzandolo -Ti
piace giocare a scacchi ottenendo anche buoni risultati come stratega,
quando
non sei avventato…- un risata sommessa vibrò dal
petto largo -…sei un
inguaribile romantico…- gli diedi un bacio fugace
-…e baci in modo divino,
oltre a farmi dimenticare come mi chiamo sotto le coperte, ma sono
sicura di
dire molte volte il tuo nome- mi osservava attentamente, gli occhi
avevano un
luccichio famelico. Sorrisi, facendo finta di non averlo notato -Mi
domando, in
cinquemila anni come hai fatto a rimanere da solo?-
Sorrise
arrogante -Hai dimenticato la risposta a questa tua domanda. Sono
esigente- mi
prese le mani tra le sue -Sei lo spirito più meraviglioso
che mi sia mai
capitato di incontrare nella mia lunga vita. Nessuna mi aveva mai
distratto a
tal punto dall'Oblio e dai miei doveri. Nessuna mi aveva fatto
desiderare una
famiglia tutta mia- concluse con determinazione e assoluta certezza,
non c’era
un minimo dubbio. La musica terminò, lasciando la stanza in
silenzio.
Involontariamente
mi risuonarono nella mente echi di Crestwood.
-Ehi, non
è
che adesso sveli qualcosa di sconvolgente?- lo presi in giro. Rimase
per
qualche secondo del tutto perplesso, l'espressione cambiò
poi in modo fulmineo
e ridacchiò, emanando affetto -Mi spiace che il mio miglior
repertorio in fatto
di corteggiamento, nonché l’unica a cui abbia
detto queste parole, le ricordino
quanto possa essere…- cercava una parola, che aggiunsi io
-Idiota?-
-L’avrei
detto in modo diverso, ma non posso che essere d’accordo-
Sorrisi -Non
trovo altri termini, amore mio- il senso di nausea si rifece vivo,
mostrai una
smorfia e mi alzai -Vado a vomitare…-
-Chiamami se
hai bisogno- e si alzò anche lui. Mi guardava attento e
pronto a fare qualunque
cosa gli avessi chiesto. Sei proprio il mio lupacchiotto.
-Vado e
torno- dissi rassicurante. Uscii dalla stanza verso il bagno, tenendo
per
sicurezza la mano sulla bocca. Notai con la coda dell’occhio
qualcosa di viola.
Alzai il viso -Fen’asha- mi chiamò lo spirito
elfico, antico più della stessa
casa. Solas si mise con calma tra di noi -Dimmi- disse fissandolo
-Fen'harel,
intrusi-
-Avvisami se
cercano di entrare. Non fare altro-
Se ne
andò
come era venuto e Solas si rivolse a me -Come avevi accennato, la
piccola
statua di lupo all’ingresso fa la guardia-
Feci un cenno
di assenso e continuai verso il bagno.
Lo spirito a
protezione della casa non si era più fatto vivo, chiunque
fosse se ne era
andato senza far danni. Mi sistemai più comoda sul letto,
spostando i fogli al
centro del materasso. Avevo appreso la basi sulla magia temporale,
senza
rischiare di addormentarmi, incredibile. Ripresi il mio blocco e
aggiunsi altre
scritte, completando i miei appunti. Scrissi un titolo
“Ultima risorsa” e lo
cerchiai più volte. Questa possibilità era
allettante e veloce, avremmo risolto
buona parte dei problemi in un colpo solo. Me la sarei concessa in un
eventuale
punto di non ritorno, se ogni altra possibilità sarebbe
stata persa.
Sospirai e
spostai la pagina per leggere quella sottostante. La porta
cigolò e alzai gli
occhi, entrò Solas regalandomi una visione delle spalle
larghe, dei muscoli
tesi del petto e del ventre, fino a scorgere la sua
virilità, prima che si
girasse verso il guardaroba. Mostrandomi la sua bella schiena e il
sedere sodo.
Mi morsi il labbro inferiore intanto che purtroppo si infilava i
pantaloni, mi
lanciò uno sguardo consapevole che lo stessi mangiando con
gli occhi. Mi era
inevitabile farlo, è troppo bello. Si diresse con passo
agile, che richiamava
la sua natura da lupo, verso di me con quel suo sorriso arrogante. Si
sedette
dalla sua parte del letto e spostò i fogli tra noi, fino ad
accostarsi contro
di me leggendo sul mio blocco. L’espressione si fece seria e
pensierosa -È
fattibile?- domandai. Avevo letto qualche libro interessante e forse
avevo
trovato un’alternativa. Le iridi grigie scorrevano attente
sul foglio, allungò
una mano e gli passai il blocco. Mi lasciò un bacio sulla
guancia -Ti amo-
Sorrisi e lo
vidi tornare serio -Molto difficile, ma potrebbe
funzionare…- mormorò.
Mi lasciai
scivolare meglio sotto le coperte e chiusi gli occhi -Hai bevuto il
thè?-
chiese preoccupato. Sorrisi ancora, la domanda stava diventando un
rituale,
ogni sera e ogni mattina puntuale. Mi rigirai su un fianco e feci
passare la
mano sulle cicatrici procurate dal Lyrium rosso, coprì la
mia mano con la sua
stringendola -Lo sai che devo controllare…- non rispose e
continuò ad
accarezzarmi il dorso della mano, non togliendola da dove l'avevo messa.
-Creare delle
cupole di Velo attorno alle principali città del Thedas,
alimentate dai Focus
degli Evanuris. La preparazione sarà essenziale…-
Sbadigliai -Ci
sono un sacco di elementi da sistemare, tra il convincere i regni a
collaborare,
alimentare le sfere per le cupole per poi celarle ai falsi
Dei…- feci uno
sbuffo disgustato degno di Cassandra
-Idee per
quanto riguarda la prole oscura?-
Risposi con
un nome -Morrigan- quella donna umana mi stava simpatica e mi serviva
l'aiuto
anche del suo compagno, l'Eroe del Ferelden. L'ultima volta che avevo
avuto un
contatto stava cercando una cura e magari con le nostre conoscenze
avremmo
ottenuto dei risultati.
-Abbattiamo
il Velo principale e ne creiamo altri sette più
piccoli… non ho ancora tutti i
Focus però, ci vorrà del tempo- concluse serio,
si mosse e lo sentii unirsi con
me sotto le coperte, appoggiò la mano sul mio ventre -La
mamma sta salvando di
nuovo il tuo papà- ridacchiai a quelle parole -Dal tentato
linciaggio da parte
dei nostri amici? Può darsi- mi avvolse il braccio intorno
alla vita tirandomi
verso di lui e baciandomi la testa -Stai salvando il mio spirito,
vhenan-
La brezza
marina mi colpiva in pieno viso, respirai profondamente ascoltando il
rumore
delle onde in lontananza.
Una leggera
spinta al braccio, mi fece voltare e sorridere al grande lupo nero
dietro di
me. Si abbassò invitandomi a salirgli in groppa, non me lo
feci ripetere e saltai
sul suo dorso affondando le mani e il viso nel pelo soffice, stavo
diventando
dipendente dal suo profumo selvatico -L’ultima volta che ti
ho cavalcato non
eri così peloso…- lo presi in giro
-Vhenan…-
rimbombò
la sua voce seducente nella mia testa -…non tentarmi-
-Non mi pare
che qualche ora fa ti sia fatto pregare, ma'arlath- replicai maliziosa.
In
risposta fece un veloce e inaspettato balzò in avanti,
iniziando a correre. Risi
-Ehi!- mi aggrappai al suo pelo, correva talmente forte che il bosco
era
diventato una striscia verde indistinta. Immersi di nuovo il viso nel
pelo,
volevo evitare attacchi di vomito che non centrassero con il cucciolo.
L’andatura diminuì fino a camminare, rimasi
immobile nella stessa posizione
-Ti sei
addormentata?- disse Solas
-Mmm…
sei
bollente, morbido, sono comoda e sai che adoro dormire. Se stavi anche
fermo,
magari ero nell'Oblio con tuo figlio a spiegargli che non deve
mordere…-
mormorai
Ridacchiò
-Ti
ha fatto di nuovo visita?- chiese curioso. Lui non era ancora riuscito
a
incontrarlo -Solo un’altra volta, sembrava si volesse
esercitare a farmi dei
piccoli agguati, masticandomi le orecchie…- avevo preso la
mia forma da lupo e
dovevo dire che mi sentivo molto a mio agio, come mai prima. Forse era
proprio
l'influenza nello stare per avere una sorta di cucciolo di lupo a tutti
gli
effetti. Tale padre, tale figlio.
Rise di
gusto -Sta crescendo bene-
Sorrisi -Poi
si è infilato sotto il mio collo, visto che non reagivo
più ai suoi assalti, si
è tranquillizzato e allora ho iniziato a baciarlo e a
coccolarlo- era diverso da
come avrei potuto farlo in forma umana, ma comunque molto soddisfacente
-Mi
piacerebbe che ci fossi anche tu-
Sospirò
-Per
quello penso che dovrò aspettare quando nascerà.
Tu hai con lui un legame molto
stretto e di vitale importanza, visto che lo porti in grembo, vhenan-
Avvolsi le
braccia attorno al collo largo, stringendomi contro di lui -Capisco-
-Siamo
arrivati-
Alzai la
testa, poco lontano si scorgevano delle case. Stavamo facendo una
passeggiata,
ma anche indagando sulla insolita offerta che avevamo trovato sulla
statua di
lupo una volta usciti. Solas vedendola era rimasto molto perplesso, ma
dopotutto non eravamo in Thedas, magari le leggende sul Temibile Lupo
qui erano
diverse. Scivolai a terra, con un bagliore dorato cambiò
forma -Suggerirei di
avvicinarci lentamente- mi prese per mano restando guardingo -Spostai
parte
della gente che avevo salvato dalla schiavitù in queste
nuove terre, che avrei
potuto reclamare come mie- iniziavamo a scorgere del movimento, delle
persone
si spostavano indaffarate nel piccolo villaggio -Non l'ho mai fatto,
non erano
mie, ma una nuova opportunità per ricominciare-
Quelle che
sembravano essere due Sentinelle si fecero avanti. Le armature erano
simili,
invece che grigie, nere e in viso nessun Vallaslin, ovviamente elfi.
Vidi donne
e uomini che ci osservavano diffidenti, bambini che correvano, tutti
elfi e
nessun'ombra di un solo marchio, non erano sicuramente Dalish.
-Venavis,
stranieri da dove venite?- domandò una guardia squadrandoci
da capo a piedi.
Solas alzò un sopracciglio meravigliato, abbastanza
esterrefatta anche io
fissai la guardia
-Mi capite?-
chiese dubbioso, scambiando la nostra sorpresa per confusione. Parlava
in un
elfico fluidissimo con un accento che non avevo mai sentito.
-Perfettamente.
Siamo di passaggio, ci chiedevamo se potessimo entrare- disse Solas
-Non potete
girare per il villaggio da soli, non abbiamo visite di solito. Dobbiamo
portavi
dal Guardiano- spiegò
Con un cenno
del capo il mio mago acconsentì -Vi seguiamo-
Passammo per
la strada principale. Le case per mia sorpresa erano in parte in
cristallo,
oro, con una lavorata pietra bianca, porte in legno con figure di
animali
intarsiati. Ci imbattemmo in una grande statua di lupo, il mio mago si
bloccò -Questo…?-
mormorò
La seconda
Sentinella che non aveva ancora parlato, rispose -Fen’harel,
protegge il
villaggio, colui che ci ha dato una nuova casa e che ha salvato i
nostri
antenati dai tiranni che li schiavizzavano- gli strinsi la mano e
accennai un
sorriso
-Capisco…-
non
credeva a quello che gli era
stato detto.
Ci
fecero entrare in un edificio simile agli altri, aveva
in aggiunta delle statue di lupo che rivolgevano il muso verso l'alto
in oro.
Una sala circolare ci accolse, gli omaggi al Temibile Lupo si
ripetevano, dalle
statue, ai mosaici, alle varie decorazioni su porte e muri. Ero basita,
sembrava un vero e proprio tempio all'interno. Solas lasciò
andare la mia mano
e non dando peso al richiamo di una Sentinella, procedette oltre un
arco verso
un elfo che ci dava le spalle. Lo seguii, l'elfo dai capelli corti e
rossi come
il fuoco ci guardò, fissando le iridi verde chiaro su il mio
mago in una
completa sorpresa. Restarono per un attimo a fissarsi, poi l'elfo
congedò le
Sentinelle che erano arrivate dietro di noi.
-Fen’harel
è tornato?- domandò con una gioia a stento
trattenuta
-Narim…-
prima che potesse dire altro si ritrovò stretto
in un abbraccio. Si divisero e Solas gli mise una mano sulla spalla
-Cosa è
successo? Tutto questo…-
-Sei
tu che dovresti darmi spiegazioni! Avevi detto che
ci avresti raggiunto, ma in seguito a quella grande esplosione
pensavano che
fossi morto- replicò, posò gli occhi su di me
accorgendosi solo in quel momento
della mia presenza.
Solas
mi riprese per mano presentandoci -Lui è Narim, era
un mio generale…-
-Lo
sono ancora-
-Su
questo ne discuteremo…- sospirò -Lei è
Yen, mia
moglie-
-Piacere
di conoscerti- dissi con un sorriso che si
ampliò vedendo l'espressione completamente scioccata che ci
stava mostrando,
passando lo sguardo su entrambi incredulo.
-Tu
mi prendi in giro… tu sposato!? Ci sono più
probabilità di vedere un nug darsi fuoco da solo- non potei
fare a meno di
ridere a quell'esempio. Solas sorrise e alzò le nostre mani
intrecciate
mostrando gli anelli del legame -Convinto?-
-Non
dovrai convincere me, ma tutti gli altri quando ti
vedranno. Visto che ci sarà un bello scorrere di soldi-
Solas
assunse un cipiglio seccato -Non è possibile…
anche
voi a scommettere sulla mia vita privata?-
-Come
anche noi? Era la scommessa più in voga tra le tue
file. Non dirmi che non ti è mai arrivato nulla alle
orecchie-
Il
mio lupo lo guardava perso e io risi di nuovo, questa
situazione era assurda e sospettavo l'avrei rivissuta parecchie volte
-Bhe
vhenan, dovresti chiedere una percentuale sulle vincite- rimbeccai
divertita
-Mi
piace come pensa la tua donna, probabilmente
diventeresti in poco tempo più ricco di Elgar’Nan-
Dei
passi decisi alle spalle -Narim dovevamo…- disse una
voce femminile e ci si parò da parte un elfa con i capelli
biondi e occhi
grigi. Rimase fissa su Solas incredula, per poi guardarci le mani e
rivolgersi
a Narim indicandolo con un dito -Mi devi dei soldi!!- ridacchiai e il
mio mago
li guardò rassegnato.
Ma nuvenin: come desideri
Venavis: fermi
Fen’asha: Lupa
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Non iniziamo proprio nel migliore dei modi, speriamo si risolvino le cose con Dorian e chissà se Yen ha trovato un modo per non ricorrere per forza alla magia temporale, infine scopriamo che forse con la creazione del Velo non è andato tutto così male. Al prossimo capitolo!