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Autore: Sherry93    11/02/2020    2 recensioni
Avevo sciolto l'Inquisizione, non sopportavo più quei falsi buonisti che avevano lasciato la salvezza del Thedas sulle nostre spalle e pretendevano che sparissimo. Corypheus era morto già da più di due anni e non aveva senso. Abbiamo un altro obiettivo, ho un altro obiettivo e non intendo restarne fuori, se voleva proteggermi doveva fare di meglio, quel suo maledetto orgoglio lo avrebbe ucciso e non posso permetterglielo.
[IN REVISIONE]
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inquisitore, Solas, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 42

Una pagina, un'altra e ancora una. Non contando la pila di fogli che avevo di fianco. Mi misi le mani sopra gli occhi esasperata -Dorian, come diavolo vi è venuta in mente una cosa del genere?-

-Ehi, mi hai chiesto tu di darti tutti gli appunti sulla magia temporale! E visto quello che vuole fare Solas, potresti farti spiegare la teoria! Nel caso te ne fossi scordata dopo quel trucchetto non ci rivedremo per un bel po’. Sempre se esisterò ancora prima o poi!- replicò con tono offeso

Tolsi le mani e fissai il cristallo che avevo appoggiato sulla scrivania, brillava di una tenue luce che si intensificava ogni volta che parlava. Lo avevo messo al corrente dell'eventuale viaggio nel tempo che voleva fare il mio lupo e che l'ultima parola sarebbe aspettata a me.

-Non puoi davvero prendere in considerazione questa pazzia! E se non ci riuscite? Rischiate di ammazzarvi! Non so cosa possa essere più pericoloso, se un Titano di Lyrium rosso o un viaggio nel tempo di millenni! Invece di tenerti al sicuro nella tua condizione, quel bastardo sembra voglia ogni volta fare qualche casino!- sbottò tutto in una volta.

Stava dando come al solito la colpa a lui, e ad entrambi degli irresponsabili -Cavolo! Dorian! Credi davvero che non ci abbia pensato? Non posso non pensare anche al futuro di mio figlio! Soprattutto se ho la possibilità di migliorarlo!-

-Rischi di non dargli neanche un futuro! È un suicidio!-

Sbuffai -Il Velo verrà giù! Si sta già spaccando che lo si voglia o no, succederà e ci sarà una strage! Magari avverrà domani, come tra cento anni! Ed io e Solas avremo sempre lo stesso problema, anche se tu amico mio non ci sarai più! E in questo secolo non voglio fargli passare quello che ho vissuto io!- sbattei una mano sul tavolo, il cristallo tremò -Credi sia bello vivere nei boschi, continuando a spostarsi per sfuggire agli umani? Ed essere trattati peggio di un animale per delle orecchie a punta!? Non gli farò subire gli sguardi di odio, disprezzo e superiorità con cui ho imparato a convivere! Passo e chiudo!- tolsi il mana dal cristallo che si spense. Sospirai profondamente -Fenedhis…- e stupida io che pretendevo che potesse capire! E in parte lo faceva, ma non sarebbe mai riuscito a farlo fino in fondo. Guardai gli scaffali pieni di libri della piccola biblioteca, ovviamente non poteva mancare. Tutti volumi rari, rigorosamente in elfico. Fissai di nuovo il cristallo con tristezza, non volevo litigare, ma era meglio far passare almeno qualche giorno per calmarci. Notai il quaderno di Solas che gli vedevo in mano sempre più spesso, abbandonato nel posto di fronte al mio. Ero estremamente curiosa di aprirlo, ma mi aveva pregato di non sbirciare e che quando avrebbe finito me lo avrebbe dato. Picchiettai le dita sulla superficie in legno. Non sarei riuscita a concentrarmi di nuovo su quella sfilza di calcoli, la discussione mi aveva innervosito.

Udii la porta e vidi varcare la soglia un enorme lupo nero, era grande quanto un pony, con due bellissimi occhi grigi. Restai sorpresa per quell’entrata in scena così insolita e sorrisi, allargando le braccia e invitandolo ad avvicinarsi. Volevo immergere le mani in quel pelo soffice. Una zampa dopo l'altra, abbassò il muso verso il mio viso. Senza nessun preavviso ricevetti una leccata, ridacchiai e gli presi la testa tra le mani. Mi diede altre leccate, non riuscivo a smettere di ridere -Basta… vhenan…- abbassò la grande testa sul mio grembo. Mi chinai dandogli un bacio sul muso e accarezzandolo, facendo passare lente le mani tra quel pelo nero, lucente e morbido. Mugolò soddisfatto da quelle coccole e si illuminò di una luce dorata. Poco a poco la grandezza di quel corpo da lupo diminuì, il pelo scomparve e venne sostituito dalla pelle e dai vestiti. Restò con la testa sulle mie gambe e gli occhi chiusi “sembrerà così, ma invece sappiamo che mi sono del tutto affidato a te, vhenan”. Quelle parole dette solo il giorno prima mi risuonarono nella mente, come il sentimento di profondo amore che provavo per lui. Rialzò il viso verso il mio, donandomi un sorriso dolce, lo sguardo divenne però preoccupato e mi strinse le mani tra le sue -Cosa c’è, cuore mio?-

Negai con la testa un po’ abbattuta -Nulla… ho litigato con Dorian…- lanciò un’occhiata cupa ai fogli sul tavolo e mi guardò -Lo sai che non voglio obbligarti…- gli misi un dito sulle labbra bloccandolo -Lo so e lo sa anche lui. Si preoccupa, ma non comprende fino in fondo perché sarei disposta a rischiare le nostre vite per dare a nostro figlio un’infanzia migliore della mia- e se faceva fatica a capire lui, non sapevo gli altri nostri amici come avrebbero reagito. Non volevo pensarci. Venni tirata in piedi e passò le braccia sulla mia vita -Avrei bisogno di un bacio vero…- disse a un respiro dal mio viso. Ne avevo bisogno anche io. Gli catturai la bocca, gli dischiusi le labbra e cercai la sua lingua, in quella danza che sapevo a memoria e che diventava migliore ogni volta. Ci staccammo senza fiato e mi lasciò un bacio fugace sulla punta del naso. Sorrisi divertita e infilai la testa nell'incavo nel suo collo, percepii odore di pioggia e foresta, oltre al suo solito profumo -Ti sei divertito? Com’è la situazione?- non mi andava di vomitare anche con la forma da lupo, ma prima o poi volevo accompagnarlo, non avevo mai provato a mutare.

-Tranquilla, a qualche miglio ci sono degli insediamenti, penso umani, non mi sono avvicinato a controllare- mi accarezzava la schiena su e giù, lentamente -Qui siamo perfettamente celati e al sicuro-

-Bene…- chiusi gli occhi godendomi il calore del suo corpo. Pensare che eravamo lontani dal Thedas, da tutto… Avrei voluto non dover prendere decisioni simili, ma restava solo una mia speranza e illusione, ne sarebbero arrivate sempre di più.

Iniziai a ridere -Oh… vhenan! Cosa stai…!?- mi sfuggii un gemito. Aveva afferrato con le labbra un mio orecchio, leccandolo e mordicchiando dalla punta fino al lobo. Erano maledettamente sensibili! Posò dei baci sulla mascella, sotto l'orecchio -Non mi piace vederti triste…- mormorò

-Non sono triste… come potrei esserlo? Siamo in questa bellissima casa, tutta nostra. Ho te e nostro figlio, non avrei mai sperato in entrambi nella mia vita- lo strinsi tra le braccia -Solo che… non accetteranno quello che vogliamo fare… Non lo accetterei io se fossi al loro posto!- immersi il viso nel suo petto -Non voglio che gli ultimi ricordi sui nostri amici siano negativi- infilò una mano grande e calda nei miei capelli, accarezzandomi -Ognuno prenderà la decisione che ritiene opportuna. Sperare che siano d’accordo… - mi baciò sulla tempia -… vedresti mai Sera che alla notizia salta di gioia?- disse con ironia. Mi scostai un poco incatenando le iridi alle sue -Sarà terrorizzata, si arrabbierà, forse mi urlerà contro… ma non sarebbe giusto neanche tenerli all'oscuro- in un certo senso stavo per tradire questo mondo per un altro -Però sarebbe giusto non dire nulla per la loro sicurezza- strinsi la sua maglia -Credi davvero che potrebbero attaccarci?- non potevo concepire una cosa del genere. Non potevo fare loro del male.

-Bisogna pensare a ogni eventualità. Ti sembra così improbabile?-

Avrei voluto dire di sì, abbassai la testa e negai -Difenderanno il loro mondo, come noi rivogliamo il nostro…- concluse -Ci spiegheremo… questo mondo sta morendo. L'ho detto a Dorian… non ho aspettato una risposta però…-

-Ma nuvenin. Ora non parliamo di questo, ne avremo tutto il tempo- si scostò, lasciandomi e si rivolse ad una scatola di legno scuro abbastanza grande, posta su uno scaffale. La aprì a metà, rivelando quello che sembrava essere un oggetto circolare, molto piatto e dorato. Gli mise sopra un’asticella e iniziò a girare su se stesso. Il suono di un piano si diffuse nella stanza. Ma come…?

-Balliamo?- domandò il mio mago, sempre divertito dalle espressioni che gli mostravo a quelle novità. Lo presi per mano e l’altra me la mise sul fianco, iniziando a guidarmi. Si aggiunsero altri strumenti creando una melodia sempre più armoniosa e rilassante. -Non so come hai fatto… ma l'ascoltavi spesso?-

-Quando non volevo pensare, sì- non ci stavamo muovendo molto, lo spazio era troppo poco. Un dondolio semplice e forse anche troppo innocente. Teneva tra entrambi una distanza insolita -Fen’harel ha deciso di avere un riguardo particolare, verso di me?- a quella provocazione distese le labbra in un sorriso malizioso. La mano sul fianco scivolò sul sedere, afferrandolo, e tirandomi contro di lui. Facendo combaciare i nostri bacini, rendendo il tutto più sensuale. -Meglio?- sussurrò al mio orecchio -Molto…- mi appoggiai a lui facendomi trasportare -Mi piace questa musica- gli strumenti poco alla volta sparirono come erano arrivati, e rimase come fulcro sempre il piano -Me ne compiaccio. Il me stesso giovane ed estremamente orgoglioso dei suoi risultati, ti avrebbe fatto una corte estenuante. Fino a rendersi conto che sarebbe caduto volentieri ai tuoi piedi, chiedendoti la mano per l'eternità- disse in modo seducente.

-Tu hai… sei tu che suoni!?- replicai esterrefatta

Ridacchiò piano e posò le labbra sulle mie in un tenero bacio -Suonavo il pianoforte, questa composizione l'ho scritta io, ma non ero ritenuto abbastanza bravo. Per un po’ è stato un passatempo interessante…-

-È bella, come non potevano ritenerti bravo?- niente a che vedere con le canzoni da taverna o quelle musiche altezzose orlesiane. Anelava alla pace dello spirito e della mente, la trovavo perfetta al momento.

-Ha richiesto anni, e non disponevo ancora della pazienza necessaria da volermi impegnare. Preferisco la pittura-

Gli lasciai un bacio sulla fossetta del mento -Non vedo l'ora di ammirare l'opera che il mio lupo sta svolgendo così segretamente in quel quaderno-

Un lampo giocoso passò nelle iridi -Siamo curiose? Spero sia una piacevole, lenta, tortura…- con un sorriso malizioso premette la bocca sulla mia, trascinò il bacio sulla guancia, fino al collo iniziando a mordicchiarmi -Ah… ora… mi stai torturando!- ridacchiò non fermandosi. Appoggiai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi lasciandolo fare, godendomi anche la musica. Non cercavamo neanche più di ballare. Stavamo solo stretti l'uno all'altro, scambiandoci effusioni più o meno serie. Infine mi trascinò sulla poltrona posta in un angolo. Sedendomi sulle sue gambe e appoggiai le mani sulle sue spalle -Quindi, sai suonare il pianoforte, sei un ottimo pittore, un abilissimo mago dal potere magico fuori dal comune- intanto passavo le mani sul petto accarezzandolo -Ti piace giocare a scacchi ottenendo anche buoni risultati come stratega, quando non sei avventato…- un risata sommessa vibrò dal petto largo -…sei un inguaribile romantico…- gli diedi un bacio fugace -…e baci in modo divino, oltre a farmi dimenticare come mi chiamo sotto le coperte, ma sono sicura di dire molte volte il tuo nome- mi osservava attentamente, gli occhi avevano un luccichio famelico. Sorrisi, facendo finta di non averlo notato -Mi domando, in cinquemila anni come hai fatto a rimanere da solo?-

Sorrise arrogante -Hai dimenticato la risposta a questa tua domanda. Sono esigente- mi prese le mani tra le sue -Sei lo spirito più meraviglioso che mi sia mai capitato di incontrare nella mia lunga vita. Nessuna mi aveva mai distratto a tal punto dall'Oblio e dai miei doveri. Nessuna mi aveva fatto desiderare una famiglia tutta mia- concluse con determinazione e assoluta certezza, non c’era un minimo dubbio. La musica terminò, lasciando la stanza in silenzio.

Involontariamente mi risuonarono nella mente echi di Crestwood.

-Ehi, non è che adesso sveli qualcosa di sconvolgente?- lo presi in giro. Rimase per qualche secondo del tutto perplesso, l'espressione cambiò poi in modo fulmineo e ridacchiò, emanando affetto -Mi spiace che il mio miglior repertorio in fatto di corteggiamento, nonché l’unica a cui abbia detto queste parole, le ricordino quanto possa essere…- cercava una parola, che aggiunsi io -Idiota?-

-L’avrei detto in modo diverso, ma non posso che essere d’accordo-

Sorrisi -Non trovo altri termini, amore mio- il senso di nausea si rifece vivo, mostrai una smorfia e mi alzai -Vado a vomitare…-

-Chiamami se hai bisogno- e si alzò anche lui. Mi guardava attento e pronto a fare qualunque cosa gli avessi chiesto. Sei proprio il mio lupacchiotto.

-Vado e torno- dissi rassicurante. Uscii dalla stanza verso il bagno, tenendo per sicurezza la mano sulla bocca. Notai con la coda dell’occhio qualcosa di viola. Alzai il viso -Fen’asha- mi chiamò lo spirito elfico, antico più della stessa casa. Solas si mise con calma tra di noi -Dimmi- disse fissandolo

-Fen'harel, intrusi-

-Avvisami se cercano di entrare. Non fare altro-

Se ne andò come era venuto e Solas si rivolse a me -Come avevi accennato, la piccola statua di lupo all’ingresso fa la guardia-

Feci un cenno di assenso e continuai verso il bagno.

 

Lo spirito a protezione della casa non si era più fatto vivo, chiunque fosse se ne era andato senza far danni. Mi sistemai più comoda sul letto, spostando i fogli al centro del materasso. Avevo appreso la basi sulla magia temporale, senza rischiare di addormentarmi, incredibile. Ripresi il mio blocco e aggiunsi altre scritte, completando i miei appunti. Scrissi un titolo “Ultima risorsa” e lo cerchiai più volte. Questa possibilità era allettante e veloce, avremmo risolto buona parte dei problemi in un colpo solo. Me la sarei concessa in un eventuale punto di non ritorno, se ogni altra possibilità sarebbe stata persa.

Sospirai e spostai la pagina per leggere quella sottostante. La porta cigolò e alzai gli occhi, entrò Solas regalandomi una visione delle spalle larghe, dei muscoli tesi del petto e del ventre, fino a scorgere la sua virilità, prima che si girasse verso il guardaroba. Mostrandomi la sua bella schiena e il sedere sodo. Mi morsi il labbro inferiore intanto che purtroppo si infilava i pantaloni, mi lanciò uno sguardo consapevole che lo stessi mangiando con gli occhi. Mi era inevitabile farlo, è troppo bello. Si diresse con passo agile, che richiamava la sua natura da lupo, verso di me con quel suo sorriso arrogante. Si sedette dalla sua parte del letto e spostò i fogli tra noi, fino ad accostarsi contro di me leggendo sul mio blocco. L’espressione si fece seria e pensierosa -È fattibile?- domandai. Avevo letto qualche libro interessante e forse avevo trovato un’alternativa. Le iridi grigie scorrevano attente sul foglio, allungò una mano e gli passai il blocco. Mi lasciò un bacio sulla guancia -Ti amo-

Sorrisi e lo vidi tornare serio -Molto difficile, ma potrebbe funzionare…- mormorò.

Mi lasciai scivolare meglio sotto le coperte e chiusi gli occhi -Hai bevuto il thè?- chiese preoccupato. Sorrisi ancora, la domanda stava diventando un rituale, ogni sera e ogni mattina puntuale. Mi rigirai su un fianco e feci passare la mano sulle cicatrici procurate dal Lyrium rosso, coprì la mia mano con la sua stringendola -Lo sai che devo controllare…- non rispose e continuò ad accarezzarmi il dorso della mano, non togliendola da dove l'avevo messa.

-Creare delle cupole di Velo attorno alle principali città del Thedas, alimentate dai Focus degli Evanuris. La preparazione sarà essenziale…-

Sbadigliai -Ci sono un sacco di elementi da sistemare, tra il convincere i regni a collaborare, alimentare le sfere per le cupole per poi celarle ai falsi Dei…- feci uno sbuffo disgustato degno di Cassandra

-Idee per quanto riguarda la prole oscura?-

Risposi con un nome -Morrigan- quella donna umana mi stava simpatica e mi serviva l'aiuto anche del suo compagno, l'Eroe del Ferelden. L'ultima volta che avevo avuto un contatto stava cercando una cura e magari con le nostre conoscenze avremmo ottenuto dei risultati.

-Abbattiamo il Velo principale e ne creiamo altri sette più piccoli… non ho ancora tutti i Focus però, ci vorrà del tempo- concluse serio, si mosse e lo sentii unirsi con me sotto le coperte, appoggiò la mano sul mio ventre -La mamma sta salvando di nuovo il tuo papà- ridacchiai a quelle parole -Dal tentato linciaggio da parte dei nostri amici? Può darsi- mi avvolse il braccio intorno alla vita tirandomi verso di lui e baciandomi la testa -Stai salvando il mio spirito, vhenan-

 

La brezza marina mi colpiva in pieno viso, respirai profondamente ascoltando il rumore delle onde in lontananza.

Una leggera spinta al braccio, mi fece voltare e sorridere al grande lupo nero dietro di me. Si abbassò invitandomi a salirgli in groppa, non me lo feci ripetere e saltai sul suo dorso affondando le mani e il viso nel pelo soffice, stavo diventando dipendente dal suo profumo selvatico -L’ultima volta che ti ho cavalcato non eri così peloso…- lo presi in giro

-Vhenan…- rimbombò la sua voce seducente nella mia testa -…non tentarmi-

-Non mi pare che qualche ora fa ti sia fatto pregare, ma'arlath- replicai maliziosa. In risposta fece un veloce e inaspettato balzò in avanti, iniziando a correre. Risi -Ehi!- mi aggrappai al suo pelo, correva talmente forte che il bosco era diventato una striscia verde indistinta. Immersi di nuovo il viso nel pelo, volevo evitare attacchi di vomito che non centrassero con il cucciolo. L’andatura diminuì fino a camminare, rimasi immobile nella stessa posizione

-Ti sei addormentata?- disse Solas

-Mmm… sei bollente, morbido, sono comoda e sai che adoro dormire. Se stavi anche fermo, magari ero nell'Oblio con tuo figlio a spiegargli che non deve mordere…- mormorai

Ridacchiò -Ti ha fatto di nuovo visita?- chiese curioso. Lui non era ancora riuscito a incontrarlo -Solo un’altra volta, sembrava si volesse esercitare a farmi dei piccoli agguati, masticandomi le orecchie…- avevo preso la mia forma da lupo e dovevo dire che mi sentivo molto a mio agio, come mai prima. Forse era proprio l'influenza nello stare per avere una sorta di cucciolo di lupo a tutti gli effetti. Tale padre, tale figlio.

Rise di gusto -Sta crescendo bene-

Sorrisi -Poi si è infilato sotto il mio collo, visto che non reagivo più ai suoi assalti, si è tranquillizzato e allora ho iniziato a baciarlo e a coccolarlo- era diverso da come avrei potuto farlo in forma umana, ma comunque molto soddisfacente -Mi piacerebbe che ci fossi anche tu-

Sospirò -Per quello penso che dovrò aspettare quando nascerà. Tu hai con lui un legame molto stretto e di vitale importanza, visto che lo porti in grembo, vhenan-

Avvolsi le braccia attorno al collo largo, stringendomi contro di lui -Capisco-

-Siamo arrivati-

Alzai la testa, poco lontano si scorgevano delle case. Stavamo facendo una passeggiata, ma anche indagando sulla insolita offerta che avevamo trovato sulla statua di lupo una volta usciti. Solas vedendola era rimasto molto perplesso, ma dopotutto non eravamo in Thedas, magari le leggende sul Temibile Lupo qui erano diverse. Scivolai a terra, con un bagliore dorato cambiò forma -Suggerirei di avvicinarci lentamente- mi prese per mano restando guardingo -Spostai parte della gente che avevo salvato dalla schiavitù in queste nuove terre, che avrei potuto reclamare come mie- iniziavamo a scorgere del movimento, delle persone si spostavano indaffarate nel piccolo villaggio -Non l'ho mai fatto, non erano mie, ma una nuova opportunità per ricominciare-

Quelle che sembravano essere due Sentinelle si fecero avanti. Le armature erano simili, invece che grigie, nere e in viso nessun Vallaslin, ovviamente elfi. Vidi donne e uomini che ci osservavano diffidenti, bambini che correvano, tutti elfi e nessun'ombra di un solo marchio, non erano sicuramente Dalish.  

-Venavis, stranieri da dove venite?- domandò una guardia squadrandoci da capo a piedi. Solas alzò un sopracciglio meravigliato, abbastanza esterrefatta anche io fissai la guardia

-Mi capite?- chiese dubbioso, scambiando la nostra sorpresa per confusione. Parlava in un elfico fluidissimo con un accento che non avevo mai sentito.

-Perfettamente. Siamo di passaggio, ci chiedevamo se potessimo entrare- disse Solas

-Non potete girare per il villaggio da soli, non abbiamo visite di solito. Dobbiamo portavi dal Guardiano- spiegò

Con un cenno del capo il mio mago acconsentì -Vi seguiamo-

Passammo per la strada principale. Le case per mia sorpresa erano in parte in cristallo, oro, con una lavorata pietra bianca, porte in legno con figure di animali intarsiati. Ci imbattemmo in una grande statua di lupo, il mio mago si bloccò -Questo…?- mormorò

La seconda Sentinella che non aveva ancora parlato, rispose -Fen’harel, protegge il villaggio, colui che ci ha dato una nuova casa e che ha salvato i nostri antenati dai tiranni che li schiavizzavano- gli strinsi la mano e accennai un sorriso

-Capisco…- non credeva a quello che gli era stato detto.

Ci fecero entrare in un edificio simile agli altri, aveva in aggiunta delle statue di lupo che rivolgevano il muso verso l'alto in oro. Una sala circolare ci accolse, gli omaggi al Temibile Lupo si ripetevano, dalle statue, ai mosaici, alle varie decorazioni su porte e muri. Ero basita, sembrava un vero e proprio tempio all'interno. Solas lasciò andare la mia mano e non dando peso al richiamo di una Sentinella, procedette oltre un arco verso un elfo che ci dava le spalle. Lo seguii, l'elfo dai capelli corti e rossi come il fuoco ci guardò, fissando le iridi verde chiaro su il mio mago in una completa sorpresa. Restarono per un attimo a fissarsi, poi l'elfo congedò le Sentinelle che erano arrivate dietro di noi.

-Fen’harel è tornato?- domandò con una gioia a stento trattenuta

-Narim…- prima che potesse dire altro si ritrovò stretto in un abbraccio. Si divisero e Solas gli mise una mano sulla spalla -Cosa è successo? Tutto questo…-

-Sei tu che dovresti darmi spiegazioni! Avevi detto che ci avresti raggiunto, ma in seguito a quella grande esplosione pensavano che fossi morto- replicò, posò gli occhi su di me accorgendosi solo in quel momento della mia presenza.

Solas mi riprese per mano presentandoci -Lui è Narim, era un mio generale…-

-Lo sono ancora-

-Su questo ne discuteremo…- sospirò -Lei è Yen, mia moglie-

-Piacere di conoscerti- dissi con un sorriso che si ampliò vedendo l'espressione completamente scioccata che ci stava mostrando, passando lo sguardo su entrambi incredulo.

-Tu mi prendi in giro… tu sposato!? Ci sono più probabilità di vedere un nug darsi fuoco da solo- non potei fare a meno di ridere a quell'esempio. Solas sorrise e alzò le nostre mani intrecciate mostrando gli anelli del legame -Convinto?-

-Non dovrai convincere me, ma tutti gli altri quando ti vedranno. Visto che ci sarà un bello scorrere di soldi-

Solas assunse un cipiglio seccato -Non è possibile… anche voi a scommettere sulla mia vita privata?-

-Come anche noi? Era la scommessa più in voga tra le tue file. Non dirmi che non ti è mai arrivato nulla alle orecchie-

Il mio lupo lo guardava perso e io risi di nuovo, questa situazione era assurda e sospettavo l'avrei rivissuta parecchie volte -Bhe vhenan, dovresti chiedere una percentuale sulle vincite- rimbeccai divertita

-Mi piace come pensa la tua donna, probabilmente diventeresti in poco tempo più ricco di Elgar’Nan-

Dei passi decisi alle spalle -Narim dovevamo…- disse una voce femminile e ci si parò da parte un elfa con i capelli biondi e occhi grigi. Rimase fissa su Solas incredula, per poi guardarci le mani e rivolgersi a Narim indicandolo con un dito -Mi devi dei soldi!!- ridacchiai e il mio mago li guardò rassegnato.




Ma nuvenin: come desideri

Venavis: fermi

Fen’asha: Lupa





Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Non iniziamo proprio nel migliore dei modi, speriamo si risolvino le cose con Dorian e chissà se Yen ha trovato un modo per non ricorrere per forza alla magia temporale, infine scopriamo che forse con la creazione del Velo non è andato tutto così male. Al prossimo capitolo!
   
 
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