Videogiochi > Undertale
Segui la storia  |       
Autore: bluebb    11/02/2020    0 recensioni
Era una scena quasi surreale.
Da una parte il trono, il simbolo del potere e una corona diversa ma con l’animo più tetro che mai.
Dall’altra il fantasma del passato, l’eterno ciclo del tempo, la storia che si ripete ancora una volta.
Osservando le due parti, Sans sudava freddo e sperava già nella fine.
[future!fic] [presenza di OC] [female!Frisk]
Genere: Angst, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Frisk, Nuovo personaggio, Sans, Undyne
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hello! Can I speak to G…?


 
 
Lui era lì, nel profondo buio abissale. Gli dava le spalle, con le mani incrociate dietro la schiena, nella tipica posa che assumeva sempre mentre osservava gli schermi del laboratorio. Quella visione gli causò un moto di nostalgia e di grande paura. Perché era lì davanti a lui? E soprattutto dove si trovava davvero?

“Sai Sans,” iniziò lui, voltandosi appena per attirare la sua attenzione “è sempre stato strano osservare il corso degli eventi e non poter mai intervenire davvero, essere un mero spettatore di decine e decine di possibilità, di scelte sbagliate e poi corrette.”

Quel discorso, nonostante gli suonasse familiare, sembrò non avere alcun senso “Di cosa diamine stai parlando?”

Gaster si voltò completamente, rivolgendogli le due lunghe cicatrici scolpite nel cranio “Ogni volta un finale diverso e ogni volta nessuno è mai davvero felice. Rimane sempre qualcuno con un problema in sospeso, un cruccio che divora il mostro e lo costringe ad una vita infelice. Anche nel migliore dei casi, resterà sempre almeno un individuo che non potrà mai assaporare davvero la felicità. Ogni linea temporale è l’inferno di uno e il paradiso di un altro.”

Ancora una volta, Sans provò un forte senso di déjà-vu, ma il discorso non sembrava avere senso per lui “Linee temporali?” chiese semplicemente.

Il viso di Gaster si deformò appena, rendendolo ancora più inquietante del dovuto “Ma come Sans, non ricordi più?”

Il buio sotto i suoi piedi si aprì e cadde, atterrando in una lunga stanza dalle pareti dorate, con una calda luce che filtrava dalle finestre.

La Judgment Room.

Un brutto presentimento, una forte scarica elettrica lo attraversò da parte a parte e si mise subito in piedi, in allerta. Appena si guardò intorno però, il tempo di voltarsi verso l’entrata della stanza, e la strana – ma familiare – sensazione di una lama fredda gli squarciò il petto. Un paio di occhi rossi, colmi di odio e di violenza, lo stavano fissando.

Si svegliò di soprassalto, immerso in un bagno di sudore. Per lo spavento si era ritrovato seduto sul letto e d’istinto aveva portato la mano al petto: integro. Era stato solo uno tremendo incubo, l’ennesimo. Sans sperò con tutto se stesso di non aver urlato svegliandosi, non voleva svegliare Papyrus per preoccuparlo.
Guardò l’orologio sul comodino, suo malgrado scoprì con amarezza che mancavano sette minuti alle cinque del mattino. Era molto presto per i suoi standard abituali, ma non avrebbe mai potuto riprendere sonno, non dopo quello che aveva sognato.

Chara. Non sognava quell’essere immondo di tanto tempo. Non aveva certo dimenticato, cercava solo di non pensarci troppo spesso, nonostante i suoi sforzi fossero stati sempre e solo vani. Decise di alzarsi, malgrado il suo corpo reclamasse ancora il forte bisogno di restare a letto e isolarsi dal mondo intero. In ogni caso Papyrus non glielo avrebbe mai permesso.

Era da un mese che quegli strani sogni si susseguivano, notte dopo notte, ogni volta con soggetto qualche evento o qualcuno di diverso. Le uniche due costanti di quei sogni erano suo padre, Gaster, e gli esseri umani caduti nel corso degli anni, in particolare Frisk. La presenza della bambina era diventata quasi scontata, nonostante Sans rivivesse anche gli eventi legati agli altri umani caduti che aveva incontrato nel corso della sua vita.

Sans aveva sempre detestato la sua percezione delle altre linee temporali, ma quello, il costante rivivere gli eventi di tutte quelle già accadute, era troppo. Gli sembrava incredibile dirlo ma c’era solo un mostro in tutto il sottosuolo che l’avrebbe potuto aiutare a risolvere quel rompicapo e doveva andare da lei quello stesso giorno. La visione di Chara lo turbava terribilmente.

“… S-sans?” la voce incerta di suo fratello lo risvegliò di colpo da quel flusso interminabile di pensieri. Mentre pensava non si era nemmeno reso conto di essere uscito dalla sua camera, aver preparato il caffè e di essersi seduto sul divano con la tazza fumante in mano.

“Buongiorno Pap.” disse, cercando di sembrare il più naturale possibile.

“Stai bene Sans? Sono le sei del mattino.” ovviamente anche per il fratello quel suo fare così mattiniero sembrava un’assurdità.

“Oh, sì Pap, tranquillo, ho solo fatto la maratona dell’ultima serie TV di Mettaton in una notte e mi stavo giusto gustando un caffè.”

Papyrus sbuffò come di consueto “Sei sempre il solito Sans, non cambierai mai.”

Però, mentre Sans osservava il fratello con la coda dell’occhio, notava come l’espressione del minore fosse strana, insolita. C’era una strana luce negli occhi di Papyrus, troppo pensieroso per i suoi standard.

“Tutto bene Pap?” azzardò Sans, osservandolo meglio: aveva afferrato la caraffa di caffè per versarsene una generosa dose nella tazza personale. C’era scritto: Papyrus 1# Cute Royal Guard.

Il fratello però non gli rivolse alcuno sguardo per rassicurarlo e, anzi, le sue parole non fecero che sortire l’effetto contrario alla calma in Sans “Ho sognato nostro padre. Non credo sia mai successo prima e… è stato strano, ecco.” si voltò verso di lui, sfoggiando il miglior sorriso che potesse fare, nonostante Sans leggesse ancora una certa tensione nella sua espressione “Ma alla fine è stato solo un sogno, nulla di importante.”

Si sedette accanto a lui, sul divano. Era una strana mattina quella, succedevano di continuo eventi insoliti, anche dei più insignificanti. Sans cacciò le mani nelle tasche, alla ricerca di un qualche tipo di rassicurazione. Dentro c’erano un paio di monete, qualche bustina di ketchup, tre graffette. “Uhm, il vecchio Gaster quindi… e che ti ha detto?” la curiosità può uccidere, ma questa volta era meglio indagare. Papyrus sembrava perplesso “Beh, sai Pap, magari ti ha detto dei numeri da poter giocare alla lotteria.”

“Quanto sei stupido.” rise, prima di ritornare serio “In realtà, non ricordo bene, dopo essermi svegliato il sogno è diventato molto confuso e non riesco più a ricostruirlo.”

Ovvio, pensava Sans, toccavano sempre a lui i rompicapi, nonostante fosse Papyrus l’amante dei puzzle. Ogni minuto che passava, ogni evento insolito, Sans si convinceva sempre di più che aveva davvero bisogno di un parere esterno di cui potersi fidare. Si alzò, stiracchiandosi le ossa.

“E adesso dove vai?” Papyrus aveva l’espressione stupefatta di chi aveva appena visto un fantasma, mentre osservava il fratello maggiore avviarsi verso la porta.

“Oh, devo andare al Core, Alphys mi ha chiesto aiuto per una cosa.” non gli era nemmeno venuta in mente una battuta squallida qualsiasi per distrarre il fratello.

“Sans… sei sicuro di stare bene?”

“Sì Pap, sto bene.”

Si richiuse la porta alle spalle, avvolto subito dal freddo abbraccio di Snowdin, deciso a venire a capo di quell’enigma.

E mentre Sans prendeva la prima scorciatoia utile per arrivare davanti al laboratorio di Alphys, una corda appariva e una figura si calava prudente dalla bocca del monte Ebott, inconsapevole di ciò che avrebbe trovato appena toccato terra.
 
 
 
 


Angolo autrice:

Salve! È la prima volta che approdo nella sezione Fandom di Undertale, quindi mi presento. Sono bluebb e ho scoperto Undertale relativamente tardi e solo ora mi sono decisa a scrivere qualcosa. Questa sarà una long e spero di non fare troppo casino scrivendola. Prima di tutto però sono doverose alcune precisazioni:

- Sto utilizzando l’ending neutrale della Exiled queen, ma senza uccidere Papyrus, né Undyne perché non potevo moralmente uccidere nessuno dei due. Ecco spiegato perché What if?

- Frisk per me è una bambina, semplicemente perché me la sono sempre immaginata così.

- Gaster in questa FF sarà il padre di Sans e Papyrus. L’ho sempre trovata una teoria interessante.

Bene, le precisazioni sono state fatte, posso mettermi l’anima in pace. Spero in ogni caso che questo primo capitolo/prologo vi sia piaciuto.

Vi mando un grosso abbraccio.

A presto!

-bluebb
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Undertale / Vai alla pagina dell'autore: bluebb