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Autore: Alice_Carter    12/02/2020    1 recensioni
Nahlock è la capitale della provincia di Ghern nel regno di Ithra, che negli ultimi vent'anni ha affrontato due guerre, tre cambi ai vertici e una teocrazia durata solo una primavera. Finalmente la città ha ripreso a vivere, tornando a essere il centro di un'intensa rete commerciale grazie al suo porto sull'estuario del fiume Ahm, al quale approdano genti da tutte le nazioni e di tutte le razze.
In quale altro luogo una landruncola mezzelfa con un esercito di piccoli straccioni al suo comando e il Gran Consigliere del Governatore, unico mago della città, avrebbero potuto stringere un'improbabile amicizia, tenendo sotto controllo le cose che arrivano dall'entroterra e dal mare insieme ai mercanti, mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini?
[Un nuovo capitolo ogni venerdì]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Darx fissava incredulo insieme al resto dell'equipaggio la creatura riversa sul ponte del vecchio peschereccio di Olak, ancora parzialmente impigliata nelle reti in mezzo ai pesci agonizzanti. 

Il ragazzo aveva sentito raccontare molte storie dai soldati di passaggio e dagli avventurieri erranti, ma il piccolo villaggio di Iutka, nel cuore delle terre dei Saicri, non era luogo dove si avventurassero gli stranieri e dal mare di Achtank non giungevano che piccole imbarcazioni umane dalle coste vicine; per questo il giovane mozzo non aveva mai visto un elfo prima e di certo non pensava che gli sarebbe capitato di pescarne uno.

-È morto?- domandò sottovoce Agot, un pescatore grande, grosso e incredibilmente peloso che fino ad allora aveva solo sentito urlare, qualsiasi cosa avesse da dire.

Nessuno rispose.

Darx studiò con attenzione il corpo della creatura riversa sul ponte.

Conosceva abbastanza bene le vecchie storie da riconoscere con certezza che quello fosse proprio un elfo: sotto i capelli arruffati e bagnati, di un biondo cosi chiaro da sembrare quasi bianco, che tuttavia si accendeva di riflessi dorati alla luce del sole, poteva scorgere le tipiche orecchie a punta e intravedere i lineamenti elegantemente delicati. Anche il suo fisico era anomalo per un umano: nonostante l'altezza fosse conforme a quella di un uomo adulto, la corporatura era esile, quasi fragile e la pelle candida come la neve.

Per qualche ragione sconosciuta, il naufrago non indossava che dei logori pantaloni di tela e la sua pelle era segnata da strisce rosse sul dorso e altre cicatrici e graffi anche su gambe e braccia; Darx non aveva idea se fosse effettivamente annegato o fosse stato gettato in mare dopo la morte, ma data la sua assoluta immobilità, era abbastanza certo che la vita l'avesse lasciato. D'altro canto non aveva mai sentito dire in nessuna leggenda che gli elfi avessero le branchie.

Olak si schiarì nervosamente la voce.

-Dovremmo ributtarlo in mare.- dichiarò.

La voce normalmente tonante del segaligno pescatore con la pelle bruciata dal sole, uscì così flebile che il ragazzo avrebbe stentato a riconoscerla, se non fosse stato a un passo da lui.

-Sei pazzo?- mormorò Gor, quasi temesse di essere sentito -Gettare in mare un morto, lasciarlo senza funerale e sepoltura? Gli antichi dei ci malediranno.-

Il basso e robusto pescatore, privo dell'avambraccio destro, era sempre stato il più superstizioso dei tre e in quel momento appariva pallido e visibilmente spaventato.

-Preferisci portare al villaggio il cadavere di un elfo?- ribatté il capitano in un bisbiglio -Pensi che questo non porterà sciagura sul villaggio e sulla nostra gente?-

Il mozzo guardò con compassione la povera creatura inanime sul legno bagnato, circondate da pesci morenti: era solo un elfo, era vero, ma nella sua ingenuità giovanile non poté fare a meno di chiedersi se non avesse una famiglia o degli amici a cui sarebbe mancato e che forse lo stavano aspettando a casa invano. La maggior parte di coloro che nascevano a Iutka erano pescatori figli di pescatori e conoscevano fin troppo bene l'angoscia delle notti insonni passate ad aspettare i propri cari di ritorno dal mare e il dolore che suscitavano i resti di un peschereccio lasciati dalle onde sulla spiaggia, alimentato dalla vana speranza che in qualche modo qualcuno potesse essersi salvato e forse un giorno avrebbe fatto ritorno. Di certo coloro che avevano amato quel povero elfo non avrebbero mai saputo cosa gli fosse accaduto, non avrebbero avuto alcun corpo da piangere e avrebbero continuato ad attendere il suo ritorno.

-Qualcosa dobbiamo fare...- intervenne Agot piano.

Darx si fece coraggio e fece un paio di passi avanti; alle sue spalle sentì i tre pescatori trattenere fiato. In realtà non sapeva bene cosa fare, ma qualcuno doveva pure decidersi ad agire.

A essere onesti non riusciva a capire tutta quella tensione fra il resto dell'equipaggio: meno di un mese prima avevano tirati a bordo il cadavere di un mercante di Yutrell e Olak gli aveva frugato nelle tasche senza farsi troppi problemi per cercare qualcosa di prezioso. Il mozzo non comprendeva perché con un elfo dovesse essere così diverso.

Mosse un altro passo verso il naufrago, quando d'un tratto il tronco della creatura sussultò e quella cominciò tossire in preda agli spasmi, rigurgitando l'acqua che aveva ingoiato.

Darx si congelò per la sorpresa, mentre un muto terrore attanagliava i pescatori alle sue spalle. I loro occhi erano incollati sull'elfo che cercava di puntellarsi col gomito nel tentativo di raddrizzare il busto, forse sperando in quel modo di riuscire a riprendere fiato.

Dietro di sé il giovane sentì Olak chiamarlo a bassa voce, facendogli cenno di indietreggiare, ma lui non si mosse, rimanendo a osservare il volto del naufrago passare dal bianco al rosso e al blu e poi finalmente tornare al suo naturale pallore, quanto la tosse diminuì.

Senza esitare, Darx si tolse l'otre ancora pieno d'acqua dalla cintura e lo porse all'elfo.

Quello sollevò i suoi occhi sulla sacca di pelle e prese la gradita offerta, bevendo avidamente. Aveva le iridi di un blu intenso e brillante, come il giovane saicriano non ne aveva mai visti prima, e il suo bel volto dai lineamenti delicati era solcato da due cicatrici, una che correva in orizzontale sotto l'occhio sinistro e l'altra che gli attraversava la guancia destra in verticale, partendo sotto lo zigomo fino a scendere sotto la linea della mandibola. 

Secondo le antiche leggende gli elfi non avevano mai cicatrici, al contrario degli uomini, perché il loro corpo era in grado di rigenerare completamente le ferite, ma evidentemente c'era qualcosa di errato nelle vecchie storie che si tramandavano al villaggio.

-D-dove ci troviamo?- domando faticosamente lo sconosciuto con voce roca nell'idioma comune.

-A largo di Iutka, sulla costa est del mare di Achtank.- rispose Darx, cercando di destreggiarsi al meglio in quella lingua, che non gli era così familiare -Cosa vi è accaduto?-

L'altro bevve un altro lungo sorso prima di rispondere e poi prese un paio di respiri profondi, ancora affannato.

-La nave su cui viaggiavo è affondata.- spiegò infine -Ho nuotato a lungo, ma la costa era troppo lontana e io ero... sempre più stanco...- 

Il giovane annuì sotto lo sguardo incredulo dei tre pescatori che ancora si tenevano a debita distanza.

-Ora siete salvo.- lo rassicurò il mozzo -Io sono Darx, qual è il vostro nome?-

Il ragazzo non poté fare a meno di notare come gli occhi del naufrago evitassero di incontrare i suoi, ma la sua voce era colma di gentilezza e gratitudine.

-Moray- mormorò l'elfo -Il mio nome è Moray.-

   
 
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