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Autore: fantaysytrash    13/02/2020    3 recensioni
[Steve/Bucky | Dark/Introspettivo/Erotico | Lime | Contenuti Forti | Criminal!AU | Post-Captain America: Civil War] [Questa storia si è classificata quarta al contest “In Every Other Universe” indetto da Fiore di Cenere sul forum di EFP]
L’amore che Bucky prova nei confronti di Steve non ha sempre risvolti ortodossi, ma Steve è deciso a rimanere al suo fianco qualunque cosa accada.
Dal testo:
“Amare Bucky è, in un certo senso, esattamente come guardare il fuoco che divora ogni cosa; Steve sa che un giorno finirà per bruciarsi e consumarsi ma è troppo preso dallo spettacolo per preoccuparsene sul serio.”
Genere: Dark, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Steve Rogers
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Note dell’Autrice

Devo dire la verità: mi sono divertita tantissimo a scrivere questa storia, ad analizzare ed espandere una versione più dark e squilibrata di questi personaggi tanto amati.

È, infatti, una tipologia di fic che volevo leggere da tempo e il contest mi ha dato l’occasione perfetta per scriverla da me; spero di avergli reso giustizia. Si tratta di una Modern!AU/Criminal!AU/Pyromaniac!AU in cui Bucky – la cui mente è ormai irrevocabilmente alterata per via delle torture subite – utilizza le sue nuove abilità per uccidere tutti i vecchi bulli di Steve.

Ho voluto sottolineare, in particolare, quanto oltre Steve sia disposto a spingersi pur di difendere e sostenere Bucky; il loro rapporto qui è dunque un’esagerazione dell’affetto incondizionato che li lega.

Spero possiate apprezzare,

Federica ♛

 

 

Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a Stan Lee e alla Marvel. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 


 

 

JUST LIKE FIRE
 

 

L’incendio divampa, consumando il vecchio edificio pezzo dopo pezzo, sgretolando la vernice e annerendo le pareti sottili.

Bucky guarda la scena con uno sguardo rapito, prendendo mentalmente nota di ogni scintilla, ogni movimento di fiamma, ogni granello di cenere che si eleva nell’aria già calda della sera.

Quello che però lo fa veramente sorridere è il pensiero di cosa sta succedendo dentro la piccola abitazione. Quasi gli dispiace non poter mai assistere fino alla fine, di non riuscire a cogliere l’esatto momento in cui il panico si trasforma in rassegnazione, l’attimo in cui le grida disperate cedono il passo a singhiozzi strozzati per mancanza d’ossigeno.

Può però immaginare tutto ciò, e tanto basta per far sì che il suo corpo venga pervaso da piccoli brividi di eccitazione.

Qualche passo indietro si trova invece Steve, appoggiato alla sua Mustang nera, necessitando di un sostegno fisico; non importa quante volte abbia assistito a scene del genere, probabilmente non si abituerà mai all’odore acre che permea i vestiti per giorni o la vista ardente impressa nella sua mente da anni ormai. Da un lato la reputa una cosa positiva – non fa sì che si abitui a una simile violenza –, ma dall’altro sa che la sua empatia e sensibilità sono inutili quando non fa niente per evitare che succeda.

C’è una più che piccola parte di Steve che è consapevole di quanto tutto ciò sia sbagliato, ma un’altra sussurra soavemente che è di Bucky che si tratta e lo vorrà sempre in qualsiasi modo o forma – ed è questa la parte a cui Steve dà sempre retta.

Ricorda ancora il loro primo incontro, quando un bullo del liceo aveva spintonato il più giovane – che all’epoca aveva la stessa corporatura di un ragazzino delle medie – in un vicolo per prenderlo a botte dopo essere venuto a conoscenza del suo orientamento sessuale.

Ricorda bene anche l’attimo in cui Bucky aveva reso nota la sua presenza, di come era intervenuto solo perché era la cosa giusta da fare, e di come avesse picchiato, legato, rapito e bruciato il soggetto in un magazzino abbandonato.

Se si sofferma sul ricordo, riesce ancora a sentire le parole di scherno e disgusto che l’hanno condizionato da allora, rendendolo timoroso ad affezionarsi a qualcuno per paura di un rifiuto.

Bucky ha risolto drasticamente entrambi i problemi, sostituendo il suono con grida lancinanti che ancora risente nei suoi incubi più cupi.

 

Il bullo, di cui Steve non si è mai preoccupato di conoscere il nome, fu il primo a bruciare, ma ne vennero molti altri.

Il professore d’arte che aveva rifiutato il disegno consegnato da Steve perché “non conforme ai canoni scolastici.”

La vicina di casa che lo aveva definito “uno sfigato senza possibilità di avere successo.”

L’autista di una BMW grigia che l’aveva quasi steso a un incrocio in centro – Steve non aveva idea di come Bucky fosse venuto a conoscenza dell’identità e dell’indirizzo dell’uomo.

Il messaggio, tuttavia, pareva chiaro: chiunque fosse meno che galante nei confronti di Steve Rogers era destinato a fare una brutta fine.

Ma anche l’opposto poteva considerarsi veritiero; se qualcuno si avvicinava o flirtava con lui, Bucky trovava il modo di fargliela pagare.

Steve non si sofferma mai troppo su ciò che è accaduto l’ultima volta che Bucky ha ritenuto troppo intimo quello che sarebbe dovuto essere un semplice incontro di lavoro.

Ma ogni volta che chiude gli occhi, Steve lo rivede in continuazione: Bucky che li segue fino a casa di Tony, che aspetta che Steve si stia allontanando prima di rendere nota la sua presenza, che tenta di compiere la stessa operazione che ha già applicato svariate volte anche al giovane Stark.

C’erano voluti tre giorni chiusi nella loro camera da letto per convincere Bucky a non riprovare un’azione simile.

Ma probabilmente Steve avrebbe dovuto immaginare che niente con Bucky sarebbe stato mai tanto facile, anche se mai avrebbe potuto ipotizzare che la vendetta del compagno sarebbe potuta ricadere sui genitori innocenti del suo collega.

Non dimenticherà mai la sua reazione quando ha letto i giornali, quando ha scoperto che Howard e Maria Stark erano rimasti vittime di un incendio causato da un’apparente fuga di gas nel mezzo della notte.

E, soprattutto, non dimenticherà mai Tony che si presenta sotto casa sua con una fottutissima pistola, che cerca di ferire, di uccidere Bucky, e come Steve si sia scagliato su quello che considerava un amico sincero senza pensarci due volte, solamente perché il suo istinto intrinseco l’aveva indotto a scegliere Bucky ancora una volta.

La verità, tuttavia, non è che Steve abbia paura di Bucky – o almeno, non sempre –, ciò che lo terrorizza veramente è se stesso, le proprie azioni, le proprie decisioni, i propri pensieri. Sa che quello che lascia accadere ormai ogni giorno è sbagliato, sa che dovrebbe consegnare Bucky alle autorità e scappare a gambe levate, ma semplicemente non è in grado di farlo. Per lui Bucky sarà sempre quel ragazzino di bell’aspetto che si è preso cura di lui dal primo momento in cui si sono conosciuti. Lo ama, e sa che il sentimento è reciproco. Anche se i suoi metodi hanno spesso risvolti poco ortodossi.

 

Viene riportato alla realtà da Bucky che preme il suo corpo contro quello di Steve, e il biondo non può dirsi sorpreso nel notare che l’altro è più che un po’ eccitato.

Bucky non può fare a meno di sorridere quando nota la sua espressione corrucciata.

“Ti piace?”

Prima che Steve possa rispondere – probabilmente una qualche alterazione della verità – Bucky scoppia in una risata fragorosa che nessuno mai potrebbe definire sana, e cinge con un braccio le spalle dell’altro, mentre l’altra mano si posa sul suo petto, stringendo lievemente il tessuto della maglietta bianca, finché con due dita non arriva a pizzicare i capezzoli inturgiditi dal freddo che ancora persiste nonostante la scena a pochi metri di distanza.

E quando le loro labbra affamate finalmente si incontrano, Steve non si tira indietro, ma circonda l’altro interamente, ricambiando il bacio con fervore.

Bucky fa scivolare la mano dentro i pantaloni di Steve, e questi lo asseconda, lasciandosi andare al tocco e ai movimenti frenetici dell’altro, cercando di rilassarsi il più possibile e adagiandosi contro il cofano dell’auto.

C’è poco di falso o esagerato nel gemito che scappa dalla sua gola, nulla di finto nell’abbassarsi delle sue palpebre, assolutamente niente di equivoco nella sensazione di rilascio che pervade il suo corpo.

Bucky non si ferma, prosegue finché la sensazione inizia a diventare fastidiosa, finché quasi non si tramuta in dolore. Ma quando Steve alza lo sguardo, rimane senza fiato nel constatare che l’altro sia letteralmente una fottuta visione, con il profilo imponente stagliato contro il bagliore alle sue spalle, i capelli scompigliati, il respiro affannoso.

Quindi si adagia contro l’auto e fa scorrere le dita tra i capelli di Bucky, attirandolo più a sé e mordicchiandogli il labbro inferiore nel modo per cui va pazzo.

Non sa esattamente cosa lo spinga a inginocchiarsi e a slacciare i pantaloni del più grande – certi gesti plateali non sono nel suo stile –, ma prima che riesca a darsi una motivazione plausibile, la sua bocca è già richiusa attorno membro duro di Bucky.

“Cazzo, Stevie,” geme il moro, intrecciando le dita nei capelli biondi leggermente anneriti dalla cenere che si sta ormai alzando dall’edificio accanto a loro. L’adrenalina per l’esito della serata e il suo amante così inebetito fanno sì che non passi molto tempo prima che venga travolto da un piacere puro.

“Devo averti,” mormora a denti stretti, portando il suo sguardo sul disastro che è diventata la faccia di Steve.

Lo sguardo languido, la bocca arrossata e l’odore che emana così dannatamente inebriante sono quasi abbastanza convincenti affinché Steve accetti la sua proposta indecente, ma decide di aver provato abbastanza emozioni per una sola notte.

“Andiamo a casa,” propone quindi, rialzandosi pur mantenendo il contatto fisico con l’altro. Bucky esita solo un momento prima di cedere e acconsentire, salendo svelto in macchina con i jeans ancora aperti.

Steve prende un ultimo respiro impuro, gli occhi sempre fissi sulle fiamme che ancora non dànno cenno di volersi affievolire, prima di immettersi al posto di guida e mettere in moto l’auto. Mentre si allontanano dalla scena, si ritrova inaspettatamente a pensare a sua madre, a cosa direbbe se sapesse le condizioni in cui vive e i metodi con cui si guadagna denaro extra – Bucky è pratico in questo campo, decidendo di derubare le vittime una volta che si è sbarazzato dei corpi.

Ma Sarah Rogers non sa quello che Bucky ha dovuto passare, le torture che ha dovuto subire, non sa come vendicarsi dei vecchi bulli di Steve sia l’unico modo che ha di incanalare tutti i suoi traumi e i suoi sentimenti negativi, l’unico modo di sfruttare le abilità che è stato forzato a imparare.

Bucky non parla di quel periodo della sua vita, nemmeno con Steve, e questi ha imparato a non chiedere dettagli. L’unica cosa che conta è che siano finalmente insieme, anche se spesso questo significa essere insieme contro letteralmente il resto del mondo.

Amare Bucky è, in un certo senso, esattamente come guardare il fuoco che divora ogni cosa; Steve sa che un giorno finirà per bruciarsi e consumarsi ma è troppo preso dallo spettacolo per preoccuparsene sul serio.

E se a volte non riesce a comprendere cosa passi per la testa del suo amante, gli basta guardare il sorriso che Bucky gli rivolge per non trovarsi pentito della sua scelta.

   
 
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