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Autore: Harriet    14/02/2020    1 recensioni
Shoto sta con Izuku da quattro anni e vorrebbe comunicare la cosa a suo padre, che ha sempre tenuto all'oscuro di tutto, certo che Endeavor non la prenderà benissimo. Ma deve fare i conti con un fatto: in merito alle faccende sentimentali, suo padre non è esattamente un tipo sveglio...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Endeavor, Fuyumi Todoroki, Izuku Midoriya, Natsuo Todoroki, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Scritta per il COW-T di Landedifandom che mi fa tornare giovane giovane, ai tempi in cui macinavo tre fanfiction a settimana.
Missione 3 “Le sinfonie celestiali”, prompt: “Lo sappiamo entrambi” (sì, la canzone di Riki ultima classificata di Sanremo. Ho scelto questa canzone, tra quelle toccate come prompt alla mia squadra, perché mi faceva particolarmente ridere affibbiare l’ultima in classifica a una storia in cui si parla di Endeavor. Se la merita, l’ultima classificata. Che, per inciso, ho ascoltato fino al 12° secondo prima di addormentarmi. Non me ne vogliano gli estimatori. Ho scelto di ispirarmi sia al titolo, sia a due frasi: “Non lo noti anche tu, nei nostri sguardi che si sfiorano?” e “Parole che inciampano”.)
Go, team Kulutrek, siamo bellissimi!
 
- Dedicata ai miei amichetti impegnati con me in un folle e bellissimo scambio di fanwork per San Valentino. Beccatevi del Tododeku. Quel Tododeku che vi avevo promesso lo scorso 3 gennaio.
Per questa storia devo ringraziare le memorabili interpretazioni di Endeavor e di Shoto prodotte da due membri di suddetto gruppo di amichetti. Mi rendo conto che l’Endeavor di questa storia potrebbe sfiorare l’Out of Character, per qualcuno. Spero però in generale che questa interpretazione possa interessarvi o divertirvi almeno un po’.
 
 
Pensavo avessi capito
 
 
            Il quarto anniversario passò con l’abituale commistione di felicità e imbarazzo che ancora li accompagnava, anche dopo quattro anni insieme. Nessuno dei due era mai stato molto bravo con le cose tipiche delle relazioni, con quegli aspetti rienuti dai più classici dell’amore – tutte cose che ai loro amici riuscivano così bene. Considerando tutto il tempo che era servito a entrambi per capire che si piacevano, era una cosa abbastanza ovvia. Né Shoto né Izuku ricordavano una cena fuori o uno scambio di regali in cui fosse andato tutto liscio, come in un film romantico o in un manga shojo, senza che la goffaggine di uno dei due combinasse qualche disastro. Il lato positivo era che poi la serata diventata davvero indimenticabile. Ma loro erano più tipi da quotidianità. Ciò che per Shoto era diventato fondamentale, in quegli anni, era stata la scorta di energia che gli dava anche solo il pensiero della presenza dell’altro nella sua vita. Questo cambiava tutto. Se poi si dimenticava di una ricorrenza o sbagliava a prenotare un ristorante, si rovesciava addosso un bicchiere di vino in un ristorante raffinato o cose del genere, beh…
            Il quarto anniversario lo avevano trascorso per la maggior parte del tempo girando per la città e facendo quello che passava loro per la mente. Però avevano anche parlato seriamente di futuro. Non che non lo facessero anche durante gli altri giorni. Ma la scusa di festeggiare i quattro anni insieme li aveva portati a riflettere sui loro progetti. Erano fuori dalla scuola da due anni e lavoravano presso ottime agenzie. Il mondo attorno a loro aveva cominciato da poco a riprendere un ritmo regolare, dopo le conseguenze portate dall’attacco finale della League of Villains, che tanto aveva cambiato nelle loro vite e in quelle di tutti.
            Insomma, era un buon momento per fare progetti. Progetti lavorativi, certo, ma anche progetti di altro tipo.
            «Penso sia arrivato il momento di dire a mio padre che stiamo insieme» aveva detto Shoto, a un certo punto della serata. Izuku aveva risposto con un sorriso, ma aveva cercato di nascondere un sospiro.
            «Lo so che lo dico sempre, ma questa volta è vero. Questa volta affronto il discorso seriamente.»
            «Sono sicuro che ce la farai.»
            Shoto non era sicuro per niente, ma ormai aveva fatto passare troppo tempo. Era il momento, per davvero. Ci avrebbe parlato. Sarebbe stato diretto, chiaro, fermo e deciso. E se ne sarebbe fregato altamente della risposta che avrebbe ricevuto. Aveva trovato un equilibrio con suo padre, ma questo non significava che fosse facile. Il più delle volte l’unica soluzione era andare avanti per la propria strada e ignorarlo. E così avrebbe fatto in questa occasione, nel caso che suo padre non fosse stato proprio entusiasta del genero che Shoto gli avrebbe portato in famiglia.
 
            Il giorno dopo, Shoto andò ad aspettare suo padre fuori dalla sua agenzia. Meglio risolvere la cosa subito. Due parole e tanti saluti. Tutto molto semplice.
            «Ah, Shoto, che piacere vederti!»
            «Ti devo parlare.»
            «Bene, bene! Allora, come stai? È una settimana che non ti fai sentire. Ti ho mandato un messaggio, lo hai visto?»
            «Ho una cosa molto importante da dirti.»
            «Ti ho visto al telegiornale, l’altro giorno. Proprio un bel lavoro, quello che hai fatto. Certo, uno si chiede com’è possibile che un palazzo tutto sommato in buono stato crolli in quel modo. Sei stato molto efficace, sì. Un’ottima tecnica. Usare il ghiaccio per riempire la voragine e raggiungere i feriti rimasti schiacciati dalle macerie è stato…»
            «Mi ascolti o no? Ho una cosa da dirti e riguarda Izuku.»
            «Scusa, e chi sarebbe Izuku?»
            Shoto sbuffò per l’esasperazione.
            «Midoriya. Deku.»
            «Ah. Non pretenderai mica che mi ricordi anche come si chiama?»
            «Beh, potresti dovertelo ricordare. Vedi, io e lui…»
            «Lo so, lo so.»
            «… Lo sai? Che cosa sai?»
            «Che c’era anche lui, in quel salvataggio. Anzi, il telegiornale gli ha dato molto più spazio, rispetto che a te, cosa che trovo indegna. Ma certo, è il pupillo di All Might, è ovvio che facciano così. Devi trovare il modo di emergere molto di più.»
            «Non è questo il punto. Quello che sto cercando di dirti è che tra me e Izuku…»
            «Tra te e lui, è palese che tu hai una specializzazione e un’eleganza maggiore. Lui è tutto forza e non ha nemmeno un controllo così buono. Ha proprio gli stessi difetti di All Might, tali e quali.»
            «No, volevo dire che io e lui abbiamo una storia!»
            «Storia?» Endeavor si accigliò per un istante, poi si rilassò subito dopo. «Certo, è ovvio. Il figlio di Endeavor e il protetto di All Might che collaborano sono una storia appetibile per i media. Infatti vi vedo sbattuti in prima pagina insieme dappertutto. Onestamente ti vorrei veder collaborare anche con qualcun altro, oltre che con Deku. La tua generazione pullula di hero validi, con una preparazione eccellente, e…»
            Shoto decise che era il momento di terminare quella conversazione, perché non era più sicuro che fosse una buona idea.
            «Senti, io dovrei andare, adesso. Ci vediamo, eh?»
            «Come, già te ne vai? Almeno rispondi ai miei messaggi!»
            «Ciao!»
            «Shoto! Guarda che lo vedo, che visualizzi e non rispondi!»
            Shoto voltò le spalle e si allontanò. Sì, non era stato proprio un successo, e forse avrebbe dovuto insistere, ma l’esasperazione di fronte all’atteggiamento di suo padre aveva dissolto la sua determinazione.
            Ma non si dava per vinto. A breve ci avrebbe riprovato, e questa volta ci sarebbe riuscito senza alcun dubbio.
 
            Tre giorni dopo andò da suo padre per un allenamento. Talvolta gli concedeva di esercitarsi con lui, per quanto riguardava i poteri di fuoco. Quello era un compromesso che accettava, perché così Endeavor era contento e dopo lo lasciava fondamentalmente in pace.
            Al termine dell’allenamento Shoto tornò alla carica.
            «Senti, riguardo a quella cosa che ti dovevo dire…»
            «Ma dove avevi la testa, oggi? Eri proprio da un’altra parte!»
            «Ma che c’entra?»
            «Non va bene, Shoto! Anche se è solo un allenamento, devi metterci impegno. Non è che, siccome ora sei uno dei top hero, ti è concesso distrarti come uno scolaretto! Non sono cose che voglio vedere da parte di mio figlio!»
            «C’è una cosa importante che devi sapere e riguarda me e Izuku.»
            «Izuku chi?»
            «Deku.»
            «Ah, sì, sì, sempre lui. Ma da quando siete così in confidenza da chiamarlo per nome?»
            «Da quando è il mio fidanzato.»
            Nel momento preciso in cui pronunciò quella fatidica parola, il telefono di suo padre squillò. Lui rispose: era qualcuno dell’agenzia con una questione da dirimere, e la cosa lo distrasse per sei o sette minuti, durante i quali Shoto rimase con il dubbio angosciante: aveva sentito o no?
            «Eccomi qui, scusa, hanno sempre qualcosa da chiedere, è allucinante, lavorano in una delle migliori agenzie del Giappone e ancora fanno domande stupide come questa…»
            «Hai capito quello che ti ho detto?»
            «Qualcosa riguardo a Deku. Dai sbrighiamoci: Fuyumi e suo marito stasera ci aspettano tutti a cena. Tra me e te, Shoto: vedo che è contenta, quindi va tutto bene, e poi Tensei Iida è sicuramente una brava persona e il membro di una famiglia importante e rinomata, ma avrei davvero preferito che si accompagnasse con un hero, a voler essere onesti. Ne aveva almeno tre, che la corteggiavano.»
            «Ma che razza di discorsi sono? Dovresti essere contento che abbia trovato la persona giusta con cui passare la vita!» s’infiammò Shoto.
            «Certo, certo, non voglio dire…»
            «Non dovresti permetterti nemmeno di pensarle, certe cose!»
            «Ma non sto dicendo…»
            «E sai benissimo che quei tre la corteggiavano solo perché è figlia tua!»
            «Shoto, non ti sembra di esagerare?»
            Shoto si rimagiò una decina di commenti taglienti sul fatto che perlomeno Fuyumi aveva trovato una persona che l’avrebbe trattata bene e resa felice per sempre senza rovinarle la vita, ma poi rinunciò e chiuse lì la faccenda.
           
            «Sto cercando di parlargli di me e Izuku da dieci giorni e non ci riesco» confessò a Fuyumi, una sera in cui era passato a trovare la sorella per un tè e due chiacchiere. C’era anche Natsuo, che si fece una risata, a quelle parole.
            «Povero vecchio. Vuoi proprio fargli prendere un colpo, eh?»
            «Prima o poi dovrà saperlo. Voglio andare a vivere insieme a Izuku. Quindi bisogna che glielo dica, sennò poi il colpo gli prende davvero, quando alla fine lo scoprirà.»
            «Devi essere diretto» disse Natsuo.
            «Ma delicato» si raccomandò Fuyumi.
            «Poche parole che centrano il punto.»
            «Però, come dire, magari ammorbidendo un po’ la faccenda.»
            «Mi state dicendo due cose opposte!»
            «Aspetta, potresti provare a partire da lontano, ma dicendo qualcosa che incontrovertibilmente gli farà capire che hai una relazione con Midoriya» disse Natsuo. Un brillio malizioso gli si accese negli occhi. «Per esempio, potresti dire…»
            «Se stai per fare una battuta volgarissima, ti prego di evitare!» lo interruppe Fuyumi. «Shoto, secondo me si tratta solo di trovare il momento giusto. E comunque, non è detto che tu debba usare le parole.»
            «Giusto» disse Natsuo. «Ci sono dei gesti che potrebbero aiutarti.» E procedette a mostrare suddetti gesti, facendo arrossire Fuyumi.
            «E dai, smetti di dire stronzate» borbottò Shoto.
            «Potresti fargli vedere una foto» disse Fuyumi.
            «D’accordo, questo potrebbe funzionare. Gli mando una foto con Izuku e fingo di aver sbagliato, gli scrivo che in realtà era per uno di voi due, e poi aspetto la reazione.»
            «Se te lo ritrovi a casa tua tutto infuriato, te la sei cercata» gli disse Natsuo, ma sorrideva. «Dai, sto scherzando. Magari s’incazzerà un po’, principalmente perché vorrebbe che tu gli facessi tanti nipotini dai poteri straordinari, e anche perché se proprio devi stare con un uomo, perlomeno che non sia il figlioccio di All Might. Ma poi gli passerà. E se non gli passasse, beh, sono problemi suoi.»
 
            L’indomani scattò l’operazione foto. Shoto cercò nel suo telefono, a caccia dell’immagine più compromettente, ma non trovò nulla, perché lui e Izuku non erano proprio tipi da foto piccanti – e per farne cosa, poi?
            Si decise per una foto carina che Uraraka aveva scattato loro un paio di giorni prima, durante una cena in compagnia. Lui e Izuku stavano cucinando insieme, vicini, e si scambiavano uno sguardo tenero. Era chiaro che ci fosse qualcosa tra loro. Ma sarebbe stato chiaro anche per suo padre?
            Inviò la foto, poi subito dopo scrisse:
 
            Ah, no scusa. Errore. Era per Fuyumi. Cancella pure.
 
            E aspettò. Sicuramente la reazione sarebbe arrivata.
            Aspettò due giorni, ma da suo padre, silenzio assoluto.
            Rivide Endeavor al solito allenamento, e suo padre non fece una parola sulla foto, fino a che, ormai pronti per lasciare la palestra privata dell’uomo, non decise di affrontare l’argomento. Più o meno.
            «Mi spieghi come mai mandi in giro delle foto in cui fai da mangiare, e con Deku, per giunta? Ti sembra una cosa dignitosa? Un hero deve stare attento al genere di immagini che girano su di lui! Se alle vostre cene dei vecchi compagni di classe vi divertite a fare i cuochi, sono affari vostri, ma non è opportuno che vi facciate foto simili. Pensa se qualche sito scandalistico sugli hero venisse in possesso di una cosa del genere. Ti immagini i titoli? Dai, non si può: un hero deve essere sempre decoroso al massimo!»
            «Tu… Hai guardato quella foto… E tutto quello che ci hai visto siamo io e Deku che cuciniamo?»
            «Sì, certo. Che altro c’era da vedere? Dammi retta, Shoto, cancellala!»
            Shoto cominciò a pensare che la situazione fosse disperata.
 
            «Sei proprio sicuro?»
            «Sì.»
            Izuku invece non sembrava sicuro proprio per nulla.
            «Non è che non lo voglia fare, ma…»
            «Ti prego, Izuku! Altrimenti non capirà mai!»
            «Sto iniziando a pensare che sarebbe meglio.»
            «No. È una questione di principio. Voglio che lo sappia. Ma siccome finisce sempre per capire un’altra cosa, c’è bisogno di qualcosa di drastico.»
            «Va… Va bene. È che… È un po’ strano.»
            «Abbiamo fatto cose più strane.»
            «Uh… Sì, in ambiti diversi sì. Ma per me è comunque un po’ insolito.»
            «Più che altro, non so se sono capace di… Ah, no, così non si vede. Ma come fa, la gente, a farla sembrare una tanto così semplice?»
            «Sposta un po’ il telefono…»
            «Davvero, il mondo è pieno di gente che si fa i selfie mentre si bacia. Non dovrebbe essere complicato.»
            «Tu non sei capace di farti i selfie in generale, Shoto.»
            «Perché non lo tieni tu, il telefono?»
            «Sono più basso. Finirei per tagliarti mezza testa. Così tuo padre ti chiederebbe: perché mi mandi le foto di Deku che bacia una persona a caso?»
            «Va bene. Ci riprovo. Ok…»
            Dopo svariati tentativi, riuscirono a mettere a punto un selfie non sfocato che immortalava un loro bacio appassionato. Con quello suo padre non avrebbe potuto travisare o immaginarsi chissà cosa. Era l’unica soluzione.
            Shoto lo spedì immediatamente, prima di pentirsene.
            «Se ce lo vediamo arrivare qui di corsa…» borbottò, mentre guardava le spunte della chat cambiare colore, segno che il padre aveva ricevuto la foto.
            Ma Endeavor non arrivò, né di corsa, né in altro modo.
 
            «Shoto.»
            La voce del padre attraverso il telefono lo fece rabbrividire per un attimo. Poi Shoto si fece forza e si preparò ad affrontare le conseguenze delle sue scelte.
            «Hai visto?»
            «Ho visto quell’assurda foto che mi hai mandato ieri. E ho capito.»
            A Shoto parve di sentire cori epici che annunciavano la vittoria risuonare tutt’intorno. Era finita. Ce l’aveva fatta. Qualunque cosa fosse accaduta da allora in poi, adesso suo padre sapeva.
            «Shoto, io non so se eravate impegnati a studiare una qualche bizzarra tecnica per massimizzare l’effetto dei vostri poteri – e in tal caso, non riesco proprio a capire di cosa si trattasse. O se la foto era solo un modo simbolico per dirmi che avete intenzione di lavorare insieme come un vero e proprio duo, o addirittura di mettere su un’agenzia solo vostra. In entrambi i casi, ovviamente non sono del tutto soddisfatto, ma perlomeno ascoltami: cancella quell’obbrobrio di foto, prima che la gente si faccia strane idee!»
            «No, no, ascoltami tu: è esattamente quello che la gente si deve fare. Strane idee.»
            «Shoto, sappiamo entrambi che la tua collaborazione con il pupillo di All Might potrebbe essere molto proficua, per te, ma devi sfruttare bene la cosa. Non so proprio cosa voglia significare, una foto così sciocca e di cattivo gusto. Te l’ho già detto: devi stare attento alla gestione della tua immagine! Forse dovresti assumere un consulente. Di questi tempi il gossip non perdona. Vuoi vederti la carriera rovinata per un motivo futile?»
            «No. L’unica cosa che voglio è che tu capisca che io e Izuku stiamo insieme!»
            «Sì, ma c’è modo e modo di stare insieme!»
            «C’è un unico modo, ed è…»
            «Insomma, se proprio è inevitabile che collaboriate, mi farò piacere questa cosa, ma almeno niente foto assurde, eh? Sennò il prossimo passo qual è: te lo sposi?»
            «Sì!» urlò Shoto, e poi chiuse la conversazione.
            «Tutto bene?» Izuku si precipitò da lui, preoccupato.
            «Non ha capito neanche adesso!» Le parole gli uscirono con uno strepito infuriato e impotente. Izuku spalancò gli occhi e fece una faccia confusa e adorabile.
            «Sicuro che in realtà non stia solo facendo finta, e che ormai se ne sia fatto una ragione? Non può essere così…»
            «Così scemo?»
            «Non volevo dire questo! È che probabilmente l’amore è un argomento a cui non pensa granché, e quindi gli sembra strano.»
            «Oppure non vuole accettarlo e il suo cervello automaticamente gli fa capire qualcos’altro per proteggerlo dalla verità.»
            «Adesso cosa hai intenzione di fare?»
            Shoto si alzò dal letto del suo appartamento troppo piccolo per due persone. Dovevano davvero iniziare a cercare una casa adatta. Si avvicinò a Izuku e gli si strinse addosso, la fronte contro la spalla dell’altro. Dopo qualche istante, lo abbracciò più forte e lo trascinò sul letto, cogliendolo di sorpresa e facendolo ridere. Con la sua abituale energia, Izuku prese presto il controllo della situazione, e Shoto si ritrovò con la schiena contro il letto e l’altro su di lui, a pretendere un bacio.
            «Adesso non pensarci per un po’, eh?» gli disse poi Izuku, giocherellando con i ciuffi di capelli sulla sua fronte.
            «Non ci penserò proprio più. Lo scoprirà quando gli arriverà a casa l’invito al nostro matrimonio.»
            «Lo vedrà e ti telefonerà, dicendo: Shoto, non è un po’ strana, questa card della tua nuova agenzia in collaborazione con Deku?»
            Shoto lasciò andare un verso di frustrazione, poi decise di pensare totalmente ad altro per davvero, e prese il viso di Izuku tra le mani, portandolo vicino a sé per farsi baciare di nuovo.
   
 
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