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Autore: Aqua Keta    14/02/2020    4 recensioni
Forse il destino è già scritto ma con ostinazione e coraggio lo si può cambiare e tornare a vita nuova. Esiste un tempo per soffrire ma esiste anche un tempo per la ricompensa della gioia
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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L’entusiasmo per la dependance sparì in un battibaleno.
La tentazione fu quella di girare i tacchi e andarsene. Si trattenne.
André lesse nel suo sguardo un velo di tristezza mescolato alla rabbia.
Perché tutto all’improvviso? Si, gliene aveva fatto cenno ….ma una decisione…così. ..su due piedi. ..!
Cercò di frenare quella furia interiore pronta ad esplodere….
Era il caso di mettersi il cuore in pace.
Del resto lei stessa aveva accolto la notizia positivamente quando la notte prima André l’aveva informata .
Se tutto fosse andato per il verso giusto, quella probabilmente sarebbe stata la sua strada,  garantendo un buon tenore di vita alla loro unione.
Doveva accettare il fatto che avrebbero potuto trascorrere lunghi periodi distanti com’era appunto per Beatrice e suo marito.
L’aver sempre vissuto l’una accanto all’altro rendeva difficile accettare il tutto.
“Non mi aspettavo…..così presto”
“….e’ una prova….non sappiamo nemmeno come andrà a finire”
“Vi lascio….avrete da discutere sull’argomento “- Augustin raggiunse Madame Emilie.
Rimasero soli.
Il silenzio calò pesante fra loro.
Oscar, le spalle al muro, il volto chino,  la fronte aggrottata.
La fissò a lungo : quanto l’amava….. Era comprensibile la reazione.
Avvicinò il viso al suo –“ Ehi…..”
Sollevato lo sguardo incrociò quegli occhi verdissimi pieni di dolcezza –“ Dovrò  abituarmi, vero?”
“Non possiamo saperlo. Dai….vedremo...”
Riusciva sempre a placare l’impeto del suo animo.
Fece un gran sospiro –“ …è per il nostro futuro”.
Le sorrise.
“…allora per questo motivo voglio mostrarti una cosa”- lo prese per mano e lo condusse in giardino.
Attraversarono quel breve sterrato immerso nel verde fino alla dependance.
“Guarda!”
“….Mhhh. ..carina”
Inserì le chiavi ed aprì. 
“Oscar…che fai?”
Spalancò un paio di finestre e gli mostrò l’interno.
“Graziosa”- perlustrò tutte le stanze soffermandosi in quella matrimoniale.
“Che ne dici? “
Bastò guardarla per comprendere al volo – “ Immagino bene?”
“Benissimo….non potrebbe essere questa la soluzione? Non abbiamo bisogno di una reggia…”
“Tuo padre cosa ne pensa?
“Glielo possiamo chiedere. Credo accoglierà positivamente la nostra scelta”
“A te piace?”
“Penso sia l’ideale per noi!”
“D’accordo”- In effetti non potevano desiderare di meglio. Il luogo mozzafiato, le dimensioni più che giuste anche nel caso avessero deciso di allargare la futura famiglia.
“ Togliamoci il pensiero”- decisa come sempre di fronte a scelte importanti prese André  per mano e lo trascinò in casa.

Quando Leah ed Alain rientrano,  Diane aveva liberato la camera della madre. 
Lenzuola pulite, un paio di asciugamani, alcuni rametti di lavanda profumati nell’armadio ed alcuni in un bicchiere sul comodino.
“Ecco cara!” – le mostrò la stanza.
Le parve tutto così strano –“ Io….io non so veramente come ringraziarvi. ..”- le salirono le lacrime agli occhi.
“Ora sistemati”- Alain la lasciò sola.
In cucina mostrò alla sorella quelle poche cose prese a casa di Leah.
“E’ rimasto solo un po’ di pentolame….null’altro”
“Che pena…..”- Diane strinse le mani a pugno sul petto .
“Grazie per aver…”
“Non dire nulla”- lo interruppe -“ E’ stata la scelta migliore…poi per te fratellone…farei di tutto”
“Ho una sorella magnifica”- la baciò sulla fronte.
“Alain….abbi cura di lei…..un’anima così delicata ha bisogno di tanto amore”
Strinse i denti irrigidendo la mascella. 
Tutto era iniziato con una semplice promessa al suo miglior amico.
In breve si era fatto strada nel suo cuore un sentimento diverso, totalmente nuovo per lui.
Da quando André era partito non aveva più guardato una donna tranne lei.
Lui che non poteva fare a meno di una “femmina” ogni sera, che non voleva impegni con nessuna, che gli bastava una sottana sventolante davanti agli occhi perché quell’istinto animale si risvegliasse ….ora era perso…terribilmente perso per quella ragazzina. 
Era stata in grado di mandare in frantumi tutte le sue certezze.
La desiderava….terribilmente…..ma non era solo una questione fisica.
Di fronte a quei due balordi la sera dell’aggressione l’aveva definita “la mia donna”.
Quel sentimento insinuatosi dentro di lui era esploso travolgendo interamente il suo cuore.
L’amava. Ora ne era certo.
Come poteva essere? La conosceva non da tanto! 
Ma chi o cosa può comandare l’amore? 
Non era un’infatuazione! No, non lo era affatto. Non le avrebbe mai portato così rispetto.
Leah riapparve in cucina .
Gli si strinse il cuore a pensare con quanto poco avesse vissuto fino ad allora.
“E’ ora di andare da Du Bois”- raccolse i capelli con quell’unico fermaglio.
“Sono pronto”.
L’accompagnò fino alla taverna.
“Mi raccomando. Per qualsiasi motivo non far rientro a casa da sola”
Lo fissò in quegli occhi scuri come la notte ed avvicinatasi gli sfiorò appena le labbra –“ Non tardare! “
“Caspita!”- esclamò  -“ A cosa devo tutto questo?”
“Sei un brav’uomo Alain…dal cuore grande”- detto questo raggiunse Du Bois.
Leah gli era entrata prima nella testa…..ora nel cuore.
Un giorno prima o poi André avrebbe fatto ritorno….chissà….
Scacciò quel pensiero sbattendo gli occhi…..non c’era motivo di preoccuparsi. 
Anche il cuore di Leah stava cambiando.

“Avremmo bisogno di parlarvi”- Si accomodarono nel salottino.
Madame Emilie intenta a ricamare,  il Generale a leggere.
“Sembra piuttosto importante”- Augustin riconobbe la fermezza della figlia in quel tono di voce. 
“Avremmo trovato …la giusta dimora”
“Magnifico”- il volto di Emilie s’illuminò di gioia.
“La dependance”
Rimasero basiti. 
“La dependance? Ne siete certi?”
“Si padre. …sempre che voi e mia madre siate d’accordo”
L’uomo rivolse lo sguardo per una frazione di secondi ad André –“ Tu cosa ne dici?”
“Qualsiasi decisione prenda Oscar a me va bene”
“Una scelta azzeccata”- Madame Emilie abbracciò la figlia.
Augustin solo dopo un po’ pronunciò la sua decisione –“ E sia”- alzandosi scrutò oltre i vetri della finestra quella zona ombreggiata verso la scogliera –“ Ad un patto!”
Quel momento di entusiasmo fu interrotto.
“Non andrete a viverci fino dopo il matrimonio”
Oscar spalancò  gli occhi.
Suo padre si era dimostrato di larghe vedute dopo quel fatidico 14 luglio…..perché ora questo vincolo? 
“Augustin. …suvvia! “- Emilie sempre pronta a schierarsi dalla parte dei ragazzi –“ cerchiamo di non essere così rigidi “- gli lanciò un’occhiata quasi di rimprovero. 
“Su questo fatto non transigo”- irremovibile.
André non si permise nemmeno lontanamente di ribattere. Si limitò a fissare Oscar rimasta ammutolita e visibilmente seccata.
Per quale motivo suo padre doveva imporsi in quella maniera?! Non erano più dei ragazzini incoscienti.
Di cosa aveva paura? Che si ripetesse la storia di Beatrice?  Non riusciva ad immaginare che lei forse avesse già perso il suo candore?  Che tutto sommato avessero consumato ben prima di convolare a nozze?
Il Generale osservò quegli occhi celesti ribollire di rabbia .
“Sappi che non sono assolutamente d’accordo con questa decisione. …ritengo Oscar ed André sufficientemente maturi per potersi trasferire …anche domani se lo desiderano….”- Emilie tentò di far desistere il consorte.
“Non ammetto osservazioni o repliche in merito. Così ho deciso!”
“Mah….”- lo interruppe nuovamente.
Con la mano stoppò la conversazione senza aggiungere altro.
“Chiediamo almeno il permesso di sistemare e dare una ripulita….mentre decidiamo per la data“ – con questo Oscar volle chiudere la discussione.
“Concesso”- Doveva farlo, doveva ripristinare un po’ di ordine in quella casa. Non poteva cedere sempre di fronte a quelle due figlie ribelli!! C’erano delle regole. Andavano rispettate!
Fu la prima ad uscire : dentro un vulcano!
“Oscar…tranquilla, ti prego. Cerchiamo di non metterci contro tuo padre. E’ stato molto magnanimo nei nostri confronti. Il fatto di avermi accettato come uno di famiglia ed avermi concesso di sposarti è veramente tanto.”
Come sempre, pur sostenendola nelle decisioni e nelle scelte….ecco, la ragione, l’ago della bilancia che sapeva portare equilibrio in ogni situazione placando quel suo animo perennemente guerriero.
“Credi che non sappia? Dai Oscar…siamo realisti, tuo padre non è uno stupido”- accennò  ad un sorriso – 
“ poi non dobbiamo sposarci chissà fra quanto!”
Ogni volta con lui il cuore si faceva più leggero –“ Come si fa a non amarti!!”
“Allora?...la vogliamo decidere questa data?.....o stai tergiversando perché hai cambiato idea?”
“Non fosse mai!!!...vorrei dirti anche ora. ..stasera….domani….”
“Facciamo così : mentre sarò via ci penserai. Al mio rientro definiremo il tutto.”

Non sgarrò di un solo secondo anzi, Alain arrivò prima della chiusura e sedutosi al bancone bevve qualcosa. 
La taverna in breve si svuotò. 
“Senti Leah, non sei mai mancata una sola volta da quando lavori qui. Sei una bravissima ragazza. Sei diligente e ben predisposta nei confronti dei clienti. Perché  non ti prendi questo fine settimana di festa?” – Du Bois la sorprese con quella proposta.
“Ma il venerdì  ed il sabato c’è sempre un sacco di gente. Come fareste?”
“Allora facciamo così : domani e dopodomani  te ne stai a casa e ti riposi.  Ci rivediamo venerdì sera.”
Poi le allungò la paga.
Osservò le monete –“ Ma e ’ una paga doppia!”
Du Bois sorrise –“ Va bene così. Ora tornatene a casa. Alain è un po’ che ti aspetta”
Strinse forte le sue monete. Poi le infilò in tasca. 
“Sei pronta? “- Alain  l’aiutò a mettere lo scialle sulle spalle.
“Andiamo “- lo prese sottobraccio.
Se lo tenne stretto per tutto il tragitto. Che incredibile sensazione di sicurezza le dava!
Fecero appena in tempo a mettere piede in casa che su Parigi si scatenò un violento temporale .
Diane già dormiva.
Leah si chiuse nella sua stanza. La pioggia batteva forte contro gli scuretti in legno. 
Indossò la sua camicia da notte e si infilò sotto le lenzuola. 
Alain, braccia incrociate dietro la testa fissava il soffitto con solo un pensiero : lei, sempre e solo lei.
I vetri vibrarono al rombo del tuono.
Solo dopo un po’ si accorse di un  leggero ed insistente bussare.
Aprì. 
Leah ferma sulla porta, lo sguardo basso, torturandosi le dite delle mani.
L’ennesimo lampo seguito dal tuono.
Si avvicinò posando la guancia su quel petto nudo. Una mano scivolò lungo i muscoli torniti di un braccio.
Alain fu attraversato da un brivido di piacere. Le afferrò la mano ricoprendola di baci trattenendola sulle labbra.
La sollevò poi tra le braccia e richiusa la porta la distese sul letto.
Avrebbe voluto. …si, avrebbe tanto voluto infilare le mani sotto quel tessuto leggero e accarezzarle i seni, sentire la pelle scorrere sotto le sue dita…
Ma aveva promesso. 
Fu una vera sofferenza per lui sentire tutta quell’eccitazione e doversi controllare.
La tirò a sé. Si, si concesse almeno quella libertà coprendo entrambi con il lenzuolo.
L’aria più fresca.
La sentì rabbrividire – “Freddo?”
Annuì.
Le sue braccia lo strinsero.
Che incredibile sensazione averla lì. ..di sua scelta….le gambe accanto le sue, quel seno muoversi ritmicamente contro il suo torace, il respiro lieve…..il suo profumo. …
Il bagliore di un lampo illuminò per un attimo la stanza. 
Leah si sollevò sulle braccia fissandolo .
Alain l’accarezzò tra i capelli.
Si chinò su di lui.
Quelle labbra sottili scivolarono sulla sua guancia per fermarsi sulla bocca.
Lei lo cercò. 
Lui rispose senza forzare troppo la mano. 
Quel groviglio morbido di lingue a scrutarsi,  a desiderarsi ..
Per la prima volta sentì il cuore battergli nel petto quasi ad impazzire.
Quanta dolcezza, quanta delicatezza e allo stesso tempo quanta passione in quel bacio.
“Leah…!” – un sussurro nel buio vedendola staccarsi.
Rimase in silenzio così, appoggiata su di lui, infilando le dita sottili in quei capelli corvini. 
“Che cosa mi hai fatto!!?”- sibilò senza staccare quei grandi occhi verdi dai suoi.
Immobile….spaventato un attimo da quelle parole.
“Non mi hai mai detto il tuo nome per intero” – si mise a giocare con  una ciocca.
“Alain de Soissons”-  scandì con orgoglio.
“De Soissons” – ripeté.
Come suonava bene pronunciato da lei.
Le sollevò il mento passandole il pollice prima sul labbro superiore poi sull’altro - “Come sei bella “- 
Riprese posto sul petto stringendosi a lui.
Il braccio forte sulle spalle a tenerla.
“Aspetta”- le disse alzandosi.
Passò velocemente una mano sui vetri appannati a guardare fuori.
Prese una coperta dall’armadio e la distese sul letto per poi coricarsi nuovamente accanto a lei.
“Vieni” 
Si accovacciò. Il viso nell’incavo della spalla. Un filo sottile di gioia attraversarle l’anima. 

La sacca pronta.
André sedette a bere il caffè.
“Oh….il mio ragazzo parte”- piagnucolò Nanny.
“Su nonna, non vado in guerra. E’ un semplice viaggio con Louis Antoine.”
“Non si fanno queste cose in procinto di convolare a nozze. Dovresti stare accanto alla tua futura consorte”- lo bacchettò con le braccia suo fianchi.
Oscar fece il suo ingresso in cucina.
André la vide strofinarsi gli occhi ……come allora…..
“Oscar alzati o la nonna ci sgriderà…” – la spingeva con le mani affinché scendesse dal letto.
La notte il temporale l’aveva fatta correre in camera sua.
“Dai André. …ho sonno lasciami dormire’
“Svegliati, svegliati vattene via….o la nonna mi darà con il mestolo….dai alzati….non voglio prenderle per colpa tua”
“Uffa…che scocciatore”- passandosi le mai a pugni sugli occhi –“ Non sei per niente un maschio….sei troppo pauroso”
“La nonna picchia me, poi”- la tirava per la camicia –“ daiiiiiii”
Sorrise a quel ricordo.
Una vita….una vita assieme…..e oggi per la prima volta si allontanava da lei.
“Bambina mia….vuoi un caffè pure tu?”
“Non grazie….sono venuta solo per salutare André”
Bevve l’ultimo sorso, poi assieme si diressero in giardino.  
Alexander era già sellato e pronto.
Legò la sacca.
Si passò  velocemente le mani sulle braccia. L’aria umida la fece rabbrividire.
“Perché non hai messo nulla sulle spalle?”
“Non fa niente”- si avvicinò – “Mi manchi già …lo sai?”- gli occhi le si fecero lucidi.
“Le giornate passeranno in fretta….vedrai. Non devi forse sistemare la dependance?”- tentò di rincuorarla. 
Si gettò tra le sue braccia. 
“Pensa alla nostra futura casa e a quella data. Vedrai, sarò di ritorno appena avrai ultimato tutto”
Quel bacio….quel lungo bacio pieno di tristezza.
Oscar non si era mai sentita così.
Perché? Perché era diventata così facile alle lacrime?  Per tutto quell’infinito amore che provava? Perché non erano mai stati lontani in tutti quegli anni? 
Quanto si sentì stringere il cuore!
Le accarezzò il viso asciugandole le lacrime.
“Mi avevi fatto una promessa. ..ricordi?”
“Che sarei stata sempre forte”- tentò di sorridere. 
Tenendola per una mano salì a cavallo.
Si volse a guardarla per l’ultima volta mentre lo salutava.
Lo seguì con lo sguardo fino a quando in fondo al lungo viale scomparve fra quella nebbia mattutina.

Com’era bello Alain. 
La mascella imponente, i capelli come la notte….spalle larghe ….un corpo scolpito come un’opera greca….
Non si era mai accorta di lui? Eppure aveva sempre frequentato la taverna di Du Bois. Com’era possibile che non l’avesse mai adocchiato? Forse perché mente e cuore non erano ancora liberi dal passato?
Era entrato nella sua vita in punta di piedi….non sopportandolo….
Assorta nei pensieri sentì il cuore battere forte….i brividi sulla pelle a contatto col suo corpo…non si rese conto di quegli occhi che la fissavano.
“Ciao…”- sussurrò.
Sorrise.
Poi accarezzandolo sulla guancia …..si avvicinò. …
…quelle labbra…morbide….il suo sapore. …
Alain azzardò posandole una mano sul fianco….scendendo sul fondo schiena. …
Sedette sul letto….sfilò la camicia… su di lui ….quelle labbra ancora…
Deglutì.
Il seno di lei ….il ventre contro il suo….il desiderio alle stelle.
Leah infilò una mano oltre la cintura della biancheria da notte di Alain spalancandola su quel gluteo sodo e muscoloso….scendendo ad abbassare l’indumento ….
Si divincolò per liberarsene e lei scivolò fra le sue gambe sfiorando il suo vigore.
Quel corpo sinuoso su di lui….
“Leah…”- quel nome’ strozzato in gola quando il suo essere uomo sentì il calore della sua femminilità.
Gli posò un dito sulla bocca –“ Shhh. ….”
Lo baciò sugli occhi….su una guancia…sulla bocca…..lungo il collo….
E quell’eccitazione salire….sempre più. ….
“….ti prego….”- la supplicò con un filo di voce –“….non mi torturare così. …”
Quel suono gutturale smorzarsi quando sentì di essere in lei….
Il capo riverso all’indietro…ansimando in quella danza morbida …lenta…..le mani di Alain sul suo seno….
Aprì gli occhi a scrutare quella creatura divina muoversi su di lui….
I capelli lunghi di Leah lo accarezzarono sulle le gambe.
…e la vide …quelle labbra distendersi in uno splendido sorriso quando soggiunse quel momento magico dell’apice …
Rotolò sul fianco …toccava a lui!
A quella prima spinta vigorosa ….un grido di piacere …
Le posò la mano sulla bocca restando in ascolto.
Che Diane avesse udito?
“Scusami…”- sibilò.
Silenzio attorno.
Lo afferrò con le mani dietro la testa baciandolo con trasporto.
E lui riprese ….
Sentirla finalmente sua lo incoraggiò ad incrementare il ritmo.
La bocca di lei accanto al suo orecchio….quei gemiti. …quei mugugni…..
Era tutto vero.
Al sopraggiungere dell’estasi si staccò veloce da lei.
Una pioggia calda sul ventre.
Lei lo guardò mentre con la mano lo vide condurre il suo vigore al termine . Quel volto sollevato perso nel piacere più  assoluto e quell’ultimo suono di liberazione tra le labbra.
Incrociò subito i suo occhi verdi e ancora ansimante ingoiò quel sentore di lacrime di gioia salire.
Non aveva mai provato nulla di simile.
Allungò una mano alla ricerca dei pantaloni….glieli passò sulla pancia asciugandola e li gettò a terra tuffandosi tra le sue braccia. 
Leah lo strinse forte. 
Il suo Alain.
   
 
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