Serie TV > Altro - Fiction italiane
Segui la storia  |       
Autore: Danielle96    15/02/2020    0 recensioni
[Il paradiso delle signore]
Appresa la notizia che Federico è figlio di Umberto, Luciano ha un brusco confronto con Silvia.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Luciano si volta, cercando di dimenticare la scena appena vista senza riuscire però a cancellare dalla sua testa quell'immagine e la sagoma di Clelia che si allontana nel buio. Clelia muove qualche passo incerto, dopo aver salutato Ennio con tutta la cortesia di cui era capace. Era stata bene, sì... eppure cos'è questo disagio che sente? Forse non è più abituata a quella strana sensazione da primo appuntamento, forse semplicemente non è pronta per ricominciare. In fondo conosce appena il signor Palazzi, e per quanto possa sembrarle galante questo non basta. Non è sufficiente a farle desiderare un nuovo incontro, un nuovo inizio. ''Lasciamo le cose al caso''. Proseguendo con quei passi incerti di chi non sa dove andare, cerca un posto in cui appoggiarsi. Ha bisogno di un momento per sè, per confrontarsi con le sue sensazioni contrastanti e fare ordine tra i suoi pensieri. Pensa a Luciano. A cosa starà facendo in questo momento. Sarà ancora a tavola con la moglie, a festeggiare con lei. Dio solo sa cosa staranno facendo. Cerca di allontanare dalla sua mente ogni immagine e malsana fantasia di Luciano in compagnia di Silvia. Durante la cena, mentre Ennio conversava con lei facendo sfoggio della sua eloquenza migliore per colpirla, lei non riusciva a pensare ad altro che a Luciano. Ad ogni singola portata, pensava a quello che avrebbe potuto aver cucinato lui, sorridendo per la sua presunta goffaggine e ingannando involontariamente Ennio, che quei sorrisi sperava fossero rivolti a lui. Poi pensava a Silvia, a come avrebbe reagito, se avrebbe apprezzato. E così si rabbuiava subito. Non poteva sapere come avrebbe reagito Silvia, ma poteva immaginare come avrebbe reagito lei, se fosse stata al suo posto. Se avesse avuto la possibilità di cenare a casa insieme all'uomo che ama, magari con Carlo che insisteva per restare con loro invece di andare a letto, Ma queste erano solo sciocche fantasie. Ennesime, dolorose, fantasie irrealizzabili che doveva abbandonare. Solo a ripensarci scuote la testa, come aveva fatto per tutta la durata della cena, quasi come per scacciare i pensieri con un tentativo fisico ancor prima che mentale. Adesso, almeno, mentre cerca di liberarsi di quei pensieri non rischia di scontrarsi troppo bruscamente con la realtà. Non deve più fingere di essere interessata ai monologhi del suo interlocutore. E' sola. Sola su una panchina gelida a fare i conti con la sua mente. Un brivido la fa tremare, non sa se per il freddo o per la tensione della serata che abbandona lentamente il suo corpo. E' tardi, è ora di tornare a casa. E' ora di riabbracciare il suo bambino, unica certezza in tutta questa confusione. Raccoglie le forze e si alza di scatto intenzionata a tornare a casa quanto prima. Muove qualche passo rapido e si blocca di colpo, trattenuta da un ombra proiettata sulla facciata del palazzo accanto a lei. Si sente osservata, forse seguita. Per un attimo terrorizzata ma non al punto di scappare via. C'è qualcosa di magnetico e paradossalmente familiare in quell'ombra gigante che man mano inizia al allontanarsi e a farsi sempre più piccola. Si volta di scatto. Non c'è nessuno. Si guarda intorno prestando attenzione a ogni dettaglio. Scruta ogni angolo, ogni finestra, ogni porta. I suoi occhi si posano sull'uscita posteriore del Paradiso, quella dello spogliatoio. Il Paradiso. E se ci fosse qualcuno al Paradiso... un ladro, forse. Non sarebbe la prima volta e dopo gli incassi di San valentino sarebbe più che plausibile. O forse sono solo i Conti che hanno deciso di festeggiare al Paradiso, a lume di candela, come pare ormai loro abitudine. Ad ogni modo è meglio controllare. Si avvicina pian piano, con una buona dose di coraggio misto a quel pizzico di incoscienza che la fa muovere a passi lenti e pesanti fino alla porta. Vuole capire, capire cosa sta accadendo, capire se è il caso di chiamare aiuto. In un frangente di lucidità si ripromette di non affrontare la situazione da sola, di qualsiasi cosa si tratti, e di fermarsi quando sarà il momento di fare un passo indietro. Si avvicina alla porta laterale e non sentendo rumori si dirige cautamente verso la porta principale, per origliare meglio. Cammina seguendo il perimetro dell'edificio e volta l'angolo. D'un tratto la verità, inattesa. La milleccento. La milleccento di Luciano parcheggiata in malo modo davanti all'ingresso principale del Paradiso. Per un attimo si sente spaesata, ma confortata al tempo stesso. LucIano. Doveva essere lui, la macchina era la sua. La fissa per qualche secondo. Non può essersi sbagliata. La conosceva molto bene . Quanti ricordi erano legati a quella vettura... Luciano era al paradiso, non poteva essere che lui. Fruga con veemenza nella borsa per cercare il mazzo di chiavi appena recuperato, quello che ha una copia della chiave dell'uscita posteriore. Di corsa si avvia vero la porticina, la apre, si precipita dentro e se la chiude alle spalle, poi corre in galleria e si dirige verso le scale. Ad ogni gradino una palpitazione sempre più forte e ad ogni palpitazione un'idea diversa. Cosa poteva farci Luciano al Paradiso a quell'ora? Cosa poteva averlo allontanato da casa in una serata così importante? Forse era successo qualcosa, o forse aveva solo dimenticato qualcosa, la sorpresa per Silvia magari. A malincuore deve considerare anche questa ipotesi e, per quanto dolorosa possa essere l'idea di un'ennesima sorpresa per Silvia, in quella circostanza è l'idea più rassicurante. Arriva finalmente davanti alla porta semiaperta del ufficio, le cui luci calde si proiettano nel buio del pianerottolo, illuminando uno spicchio di pavimento. Si avvicina senza fare rumore e scorge finalmente Luciano, accasciato sulla poltrona, con la testa fra e mani e l'aria sconfortata. _ Luciano è lì, sulla poltrona, schiaffeggiato prepotentemente dai pensieri più aspri. Silvia, le analisi, Federico, Clelia con quell'uomo... Clelia. L'unica persona in grado di tirarlo su anche nella situazione più tragica era diventata l'ultima persona a cui avrebbe mai potuto gridare aiuto in questo momento. Era con un altro. Magari era felice, magari aveva passato una bella serata. Ne aveva tutto il diritto e lui... lui non aveva il diritto di essere geloso. Deve allontanarsi e permetterle di vivere la sua vita, mentre lui deve rimettere insieme i cocci della sua. Federico, Silvia, le analisi, Federico, Nicoletta lontana, la bambina, Federico. Che diranno, che penseranno tutti, quanto ne saranno sconvolti. Devono saperlo, o forse no, forse non è il caso, forse bisogna proteggere almeno loro da questo shock. E le analisi... e se Federico trova le analisi e se torna a casa e vede la mamma riordinare la tavola mezza distrutta dal suo sfogo di prima e chiede spiegazioni e se scopre la verità... Deve tornare a casa, deve proteggere suo figlio. Si alza di scatto e di dirige verso la porta. La apre con un gesto rapido e si blocca. Clelia. Col fiato sospeso si guardano per qualche secondo senza sapere che dire, presi alla sprovvista da tutta quella situazione. Era la visione più bella che potesse avere il quel preciso istante. Clelia. Aveva desiderato così ardentemente di averla al suo fianco in quel momento che si era come per miracolo materializzata di fronte ai suoi occhi, così improbabilmente da sembrare una semplice illusione. Ma non è un'illusione. È lì, è vero. è dinanzi a lui. 'Luciano... cosa... come stai? cos'è successo?' Luciano stringe le labbra come per impedire alle parole di uscire disordinatamente dalla sua bocca. Per un attimo si interroga su cosa dire. Se dire la verità o no, se inventare una scusa -ma poi quale scusa?- se travolgerla con tutto il suo carico di negatività o se proteggere anche lei. Ma proteggerla da cosa? Escluderla da cosa? che c'entra lei? Appunto, che c'entra lei con tutto ciò, a volte dimentica che lei non c'entra niente con tutto questo. Eppure c'entra, c'entra sempre. Con lui, lei c'entra a prescindere. Di lei si può fidare. Se non di lei, di chi? A lei può dire tutto. Ma come? Da dove iniziare? Fa un respiro profondo e si ripropone di riordinare con calma le parole nella sua mente e di affrontare tutto per gradi. -Entra. Siediti.-
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Altro - Fiction italiane / Vai alla pagina dell'autore: Danielle96