Videogiochi > The Arcana. A Mystic Romance
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Autore: LuLuXion    15/02/2020    1 recensioni
Hanan è una giovane maga senza memoria, che negli ultimi 3 anni ha vissuto una vita tranquilla, protetta dal suo maestro Asra. Le cose però cambiano, quando si ritrova a prendere parte ad una curiosa indagine: dovrà scovare il dottor Devorak, accusato dell'assassinio del conte Lucio, per conto della contessa Nadia. E così Hanan si ritrova a scoprire segreti ben più intricati di quanto si aspettasse, tanto da arrivare a far luce sul suo passato perduto. Il tutto condito dalla giusta dose di magia!
[NOTE: ho ripercorso la route di Asra, con qualche piccola aggiunta da parte mia! Avviso quindi che ci saranno SPOILER per chi non ha completato ancora il gioco!
DISCLAIMER: tutti i personaggi e le ambientazioni appartengono alla Nix Hydra. Questa fanfiction è stata realizzata senza alcuno scopo di lucro.]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Risaliamo attraverso l’apertura che si è mostrata a noi dalla caverna. Procediamo lentamente, per via delle pareti scivolose e umide. Asra mi tiene la mano per tutto il tragitto, guidando i miei passi con la sua solita premura, forse un po’ più accentuata del solito. Ma non mi dispiace. Mi lascio guidare totalmente da lui, ancora col cuore che batte forte per tutto ciò che ho ricordato oggi, che ho vissuto oggi.
Le caverne sono buie, mentre la fine del tunnel risplende come se fosse ancora pieno giorno. Sono costretta a socchiudere gli occhi, battendo più volte le palpebre per adattare la vista alla nuova luce.
Asra è costretto a fare lo stesso, e lo vedo scoppiare a ridere, di punto in bianco.
“Pfff…Hahahahah!”
Lo guardo, incuriosita, ed i miei occhi si posano sulla piccola fossetta che gli appare sulla guancia sinistra ogni volta che ride così di gusto. Mi porto una mano sulle labbra per trattenermi, ma anche io rido, felice nel vederlo così spensierato.
“Perché ridi?”
“Niente è solo che… è buffo! Per un attimo ho pensato che fosse già mattina e che avessimo passato l’intera notte lì sotto.”
Mi sorride, con quella sua smorfia complice e sbarazzina che mi fa girare la testa, per quanto la trovo bella. Mi stropiccio gli occhi col dorso della mano, ed in quel momento sento le mani di Asra sulle mie spalle.
“Ah-ah! Non chiudere gli occhi ora, guardati attorno!”
Lo faccio, notando con meraviglia che l’intera foresta intorno a noi si è accesa, proprio come la caverna della sorgente. Gli alberi sono adornati da scie luminescenti e colorate, che dalle radici si attorcigliano lungo il tronco fino a far brillare le chiome intensamente. Ogni fungo della foresta brilla di luce propria, un bagliore tenue ed azzurrino. Tutte queste luci risaltano ancora di più, quando Asra si avvicina a sfiorarle, radioso come se emanasse un’aura purissima. Un’aura luminosa e pulsante, da cui non riesco a distogliere lo sguardo.
Asra si guarda intorno, con la stessa meraviglia negli occhi che ho io ora, anche se per lui questo spettacolo non deve essere nuovo come per me, vista la mia amnesia… Le sue dita carezzano il tronco di un albero, percorrendo lentamente uno dei disegni intrecciati sul legno. Si volta, guardandomi con la coda dell’occhio, ed un sorriso fiero schiude le sue labbra morbide.
“Questo è anche merito tuo, Hanan. La tua magia scorre insieme all’acqua della sorgente, ora. Si sta insinuando ovunque trova modo di passare, fino ad illuminare così la foresta.”
Ascolto le sue parole che mi fanno sentire ancora una volta leggera come se potessi spiccare il volo da un momento all’altro. Questa meraviglia è anche merito mio? Sento la mia magia scorrere attraverso il mio corpo, fondersi con la foresta stessa come se in questo momento fossi un tutt’uno con essa. La mia pelle pizzica piacevolmente, sento l’energia come fosse una brezza frizzantina. Mi sento bene, felice ed in grado di fare qualsiasi cosa, in questo momento. E questo lo devo ad Asra, che ha creduto in me, portandomi qui ad affrontare questa prova.
Ed ora lo sto osservando, incapace di distogliere lo sguardo dalla sua aura radiosa. Incrocio il suo sguardo intenso e più i nostri occhi si cercano, più la luce che lo avvolge cresce ed il suo colore si intensifica.
Le mie labbra sono schiuse, vorrei dire qualcosa ma è come se non riuscissi a parlare, per paura di rovinare questo momento.
Ma è un rumore, ad interrompere tutto. Qualcosa che percepisco distante, tanto da sentirlo a malapena. Sembra un’eco, un sussurro che a stento riesce ad imporsi in tutto quel flusso di magie diverse ed intrecciate tra loro. Eppure, riesco a sentirlo forte e chiaro. Mi fa gelare il sangue.
 
”Eccoti qua…”

Asra deve averlo sentito. Mi rivolge uno sguardo che riflette la mia stessa paura. Deglutisco, mi sento incapace di muovermi, totalmente gelata dal terrore.
“Hai… hai sentito quella voce?”
“S-si…”
Vedo la preoccupazione negli occhi di Asra crescere e questo non fa altro che aumentare la mia paura.
“Asra…?”
Lui si passa una mano sul viso, rilasciando un sospiro agitato. L’altra mano mi afferra delicatamente per il gomito. Tira con delicatezza, portandomi al suo fianco. Il contatto con Asra riesce a farmi rinsavire un minimo. Le mie mani tremano, mentre l’eco della voce aumenta e rimbomba nella mia mente, sempre più forte. Cresce, cresce tanto da diventare un rumore incomprensibile.
“A-Asra…!”
Ho paura, questa voce nella mia testa mi sta perseguitando. Mi porto le mani tremanti alle orecchie, come se questo potesse in qualche modo far cessare questo bisbiglio continuo ed insistente, ma nulla. La voce continua.
Asra mi osserva spaventato, impotente. Le sue mani che si posano saldamente sulle mie spalle, e percepisco che anche lui sta tremando. O forse sono io che ora sono scossa in tutto il mio essere.
Il respiro ansioso di Asra mi mette agitazione, cerco i suoi occhi con insistenza e lui non mi nega il suo sguardo.
“Se riesci a sentirlo come lo sento io… sono certo che anche tu riesca a vederlo.”
Deglutisce, stringendomi a sé con le sue mani che cercano la mia schiena. Le sue carezze lente e gentili mi calmano almeno un po’, quanto basta per smettere di tremare come una foglia al vento.
“Ora calmati, calma. Respira…”
Affondo il viso nel suo petto e lui stringe un po’ la presa, mi avvolge e mi protegge.
“Lo sento anche io. Non credo sia lontano da qui, probabilmente è sulle colline dopo il bosco. Dovremmo riuscire a vederlo…”
Quindi anche Asra sente quello che sento io, con la stessa insistenza? Le mie mani si serrano ancora una volta sulle sue vesti.
Quella voce è terribile. Non ha nulla di umano, nulla di buono. È solo terrificante, distorta e alterata. La voce di qualcosa di dannato. E so per certo di averla già sentita, chiara e forte, tra le mura del palazzo.
“Credo… di averlo già incontrato.”
Rivelo in un sussurro incrinato dal mio tremore. Asra mi stringe di più, tanto da costringermi a trattenere il fiato per un momento.
“Immaginavo… Hai passato qualche giorno al palazzo, ero certo che l’avresti incontrato. Questo è uno dei motivi per cui ho mandato Faust da te. Sei riuscita anche a vederlo, oltre che sentirlo? Una creatura spettrale, non saprei come altro definirla…”
Annuisco, sollevo lo sguardo e cerco gli occhi di Asra, perché ho davvero bisogno di lui adesso, della mia ancora.
“L’ho visto. Mi ha parlato.”
Sento Asra irrigidirsi, il suo sguardo si assottiglia e si volta verso la foresta, in direzione delle colline. Il suo respiro si fa pesante, stizzito.
“Dannato…”
Impreca sottovoce e la sua mano raggiunge la mia nuca, carezzandomi dolcemente i capelli come a volermi tranquillizzare un po’ di più.
“Devo essere sincero. Quando mi hai detto che eri a palazzo, ho avuto la certezza che lo avresti incontrato… Quella creatura non esiste realmente, non in questo piano, almeno. Praticamente è quel che resta di… di lui. Di Lucio.”
Non avevo mai sentito tanto disprezzo nella voce di Asra. Il solo pronunciare il nome del defunto conte fa calare un velo di oscurità e rabbia sul suo viso. Non ho alcuna memoria del conte, ma la sua fama in città parla chiaro. Un uomo viscido, temuto e disprezzato da tutti. Giurerei che alcuni abitanti siano stati addirittura felici della sua dipartita. Inclino il capo, cercando ancora lo sguardo di Asra.
“Sei certo che sia lui? Lo hai visto?”
Scuote il capo, distogliendo lo sguardo dalle colline e trovando il mio.
“Non ho avuto modo di vederlo. Ho evocato diverse protezioni su di me, per i miei viaggi. Non può avvicinarsi a me…”
Le sue mani sfiorano il mio viso, sollevandolo. Mi muovo appena, ad assecondare il suo tocco gentile. Mi rilassa, facendo svanire parte di quel terrore che ancora mi pervade.
“…E comunque, è debole. Sono piuttosto sicuro che non possa farti del male, ma...”
Di nuovo triste, impotente. I pollici che mi carezzano gli zigomi. Una mano si scosta appena, a sfiorarmi la fronte e scostare i ciuffi più corti dei miei capelli.
“Ti ha spaventata tanto?”
È come se Asra si stesse in qualche modo colpevolizzando di qualcosa. I suoi occhi sono tristi, carichi di rancore e questo mi tormenta ancora di più dell’eco dello spettro stesso. Non sopporto di vederlo così tormentato a causa mia. Deglutisco e le mie mani raggiungono le sue, scivolano sui suoi polsi ed è lì che le fermo, stringendo appena la presa. Scuoto un po’ il capo, cercando di sorridergli in maniera rassicurante. So che per Asra sono come un libro aperto, ma non voglio vederlo colpevolizzarsi in questa maniera. Lui è la mia luce, con lui mi sento protetta davvero, perfino ora che percepisco l’eco di quella bestia dannata. Mi fido di lui ciecamente.
“Non così tanto, Asra… Non preoccuparti. Mi ha solo colta di sorpresa…”
Cerco di mantenere la voce il più calma possibile e di respirare in maniera controllata. E lui mi sta vagliando, chiaramente. Il suo sguardo penetrante è fisso nel mio, carico d’apprensione. Però ricambia il mio sorriso e questo mi rende tranquilla ancora un po’ di più.
“Heh, ne ero sicuro. Non conosco nessuno più coraggioso di te!”
Lo dice ridacchiando, col suo sorrisetto criptico. Non riesco a capire se voglia scherzare un po’ per allentare la tensione o se sia sincero. Però poi lo vedo arrossire, il suo sorriso si addolcisce ed il suo tocco sul mio viso si intensifica.
“Sono più che certo che tu gli abbia tenuto testa… Non ho alcun dubbio. Ma vorrei che tenessi a mente una cosa, se dovrai di nuovo imbatterti in lui, ok?”
Ecco di nuovo l’apprensione prendere totalmente il controllo del suo viso.
“Non devi ascoltarlo, mai. Non è facile resistergli, soprattutto se riesce a capire come raggiungerti...”
Sospiro, abbassando lo sguardo e poggiando la fronte sul petto di Asra.
“Non è facile per niente… lo sento in modo piuttosto nitido.”
“Oh Hanan… So che non sarà facile. Non sto dicendo di ignorare la sua voce completamente, perché mi rendo conto che è impossibile. Però non devi mai dar retta a ciò che ti dice. Perché lui ti dirà davvero, DAVVERO di tutto, pur di raggiungerti. Lui brama attenzioni, più di qualsiasi altra cosa al mondo. Vuole essere il centro di tutto, persino ora che è… in quello stato.”
“Ci proverò, Asra…”
Rimaniamo così un po’, in silenzio, mentre lui continua a stringermi a sé per tranquillizzarmi. All’improvviso sento il mio stomaco brontolare, e di conseguenza la mia faccia diventare bollente dall’imbarazzo. Asra scioglie la tensione con la sua risata cristallina.
“Scusa…”
Accenno io, imbarazzata tanto da coprirmi il viso con le mani, nonostante la sua reazione mi abbia strappato un sorriso.
“Beh, è normale che tu abbia fame, dopo tutto quello che hai fatto oggi. Ed abbiamo ancora il pane alla zucca! Cerchiamo un posto dove fermarci, dovrebbe essercene uno più avanti…. E comunque, ho fame anche io!”
Il terrore va pian piano scemando, sostituito dalla stanchezza e dalla fame. Mi porto una mano sullo stomaco e mi mordicchio le labbra, leggermente imbarazzata, ma Asra è sempre così dolce e sorridente da farmi sentire a mio agio sempre e comunque. Continuiamo a camminare nella foresta luminosa, calmati dal tenue bagliore dei simboli magici impressi sugli alberi.
 
Non ci mettiamo molto a raggiungere il luogo di cui aveva accennato. Una piccola radura circolare, dove la natura riprende il suo normale aspetto. Sembra comunque un posto sereno ed Asra vi si addentra, iniziando a raccogliere alcune pietre. Mi guardo intorno, seguendolo all’interno della radura e mi accorgo di alcuni ninnoli magici appesi sui rami circostanti lo spiazzo. Sono delle stelle a sette punte, finemente intrecciate con spessi fili d’erba. Riconosco chiaramente il tocco di Asra su di essi. Sono opera sua, ma devono essere qui da molto tempo, perché il loro aspetto è ben più grezzo di quelli che gli ho visto intrecciare al negozio. Ma riconoscerei il suo tocco e la sua magia ovunque. Mi avvicino ad uno di essi, lo esamino con attenzione e curiosità, per ora senza toccarlo. Con la coda dell’occhio sbircio Asra frugare nella sua borsa e tirare fuori alcune erbe di stagione. Ricambia la mia occhiata, sorprendendomi a curiosare tra i suoi vecchi amuleti.
“Ti piacciono?”
Mi chiede, con dolcezza, dando uno sguardo al suo lavoro ancora inesperto.
“Molto…” Gli rispondo, con un sorriso sincero, senza guardarlo in realtà, perché sto ancora ammirando la stella a sette punte che ciondola dal ramo di fronte a me.
“Rendono sicuro questo luogo, li ho realizzati parecchio tempo fa. Sai, quando le cose si mettono male in città non è una cattiva idea trovarsi un posticino nella foresta.”
I nostri occhi del medesimo colore si incontrano di nuovo, cercandosi con reciproca avidità. Tira fuori dalla sua sacca il pane alla zucca che abbiamo conservato grazie al fornaio e me lo porge.
“Finiscilo pure, io intanto accendo il fuoco.”
Asra inizia a posizionare le pietre in circolo, chino sull’erba. Io mi accuccio accanto a lui, osservando i suoi gesti mentre mi metto a sbocconcellare il pane. Ne stacco un pezzettino e lo porto davanti alle sue labbra.
“Tieni, lo so che ti piace.”
Lui in risposta sbuffa divertito, mi dona un bacio delicato sulle dita ed accetta il boccone di pane, prendendolo fra le proprie labbra. Mi lancia un’occhiata veloce, poi compie un gesto preciso e netto con la mano, al di sopra del cerchio di pietre. Un gesto che gli ho visto fare innumerevoli volte e che io stessa so riconoscere e compiere. Nel cerchio di pietre divampa una fiamma di un blu intenso, inizialmente in modo forse un po’ troppo impetuoso. Asra ritrae la mano con un sussulto.
“Woah!”
Ma la fiamma recede subito dopo, stabilizzandosi come un qualsiasi focolare.
Osservo Asra con una punta di apprensione, adocchiando la sua mano. So che non è successo nulla, ma per un attimo ho temuto si fosse bruciato. Lo sento accomodarsi accanto a me, mentre sto ancora mangiando quel che rimane della pagnotta e allungo la mano a cercare la sua, quella che poco prima aveva ritratto dalle fiamme, stringendola forte.
“Ehi, guarda che non mi sono fatto nulla…”
Mi legge letteralmente nel pensiero e cerca di rassicurarmi. Lo sbircio e mi ruba un sorriso sbarazzino.
“In quel caso ci avrei pensato io, a farti stare meglio.”
Ammicco, sporgendomi un po’ verso di lui per appoggiarmi contro la sua spalla. Lui mi accoglie con piacere, si sistema così da farmi stare comoda e mi cinge le spalle col suo braccio.
“Ah, peccato allora! Poteva essere interessante!”
Risponde con un sogghigno furbetto che mi fa inarcare un sopracciglio. Gli punzecchio il fianco con le dita, quanto basta per infastidirlo un po’, con l’unico risultato di farlo ridere divertito. Risultato che mi rende comunque estremamente soddisfatta.
Osserviamo entrambi il movimento vario della fiamma azzurra nel focolare, che brilla in modo estremamente vivido. Lo guardiamo con una certa meraviglia, perché le sue fiamme non erano mai state così intense prima d’ora.
“La mia magia sembra essere più forte del solito! Ed anche la tua, ora che ci penso.”
Quella faccia da volpe che si ritrova parla chiaro. Ha in mente qualcosa. Mi sorride, furbo e sbarazzino.
“Che dici, vuoi sperimentare?”
Accenna al focolare con il mento ed io annuisco. Non abbiamo provato spesso magie che comprendessero l’uso del fuoco, ma oggi mi sento estremamente fiduciosa e non ho certo voglia di sprecare l’energia che sento scorrere dentro di me da quando abbiamo messo piede nella grotta!
Con un altro gesto della mano, Asra smorza la sua fiamma, lasciando che le ceneri sottostanti si spengano naturalmente. Dunque, mi fa cenno di avvicinarmi ed io lo faccio, stendendo la mia mano al di sopra del cerchio di pietre. Mi concentro su di esso, richiamando la magia perché confluisca sul mio palmo aperto ed evoco l’incanto, con lo stesso movimento compiuto da Asra poco prima. L’impeto con cui la fiamma si ravviva sotto il mio comando mi coglie di sorpresa! Non ero mai riuscita al primo colpo e soprattutto non avevo mai prodotto una fiamma tanto intensa! Non vi è quasi differenza fra la mia e quella che aveva prodotto Asra. Sono senza parole ed osservo le mie mani come se non fossero mie! Per quanto percepisco che la mia magia sia cresciuta, non pensavo di aver compiuto progressi tanto grandi! Asra ride, compiaciuto ed orgoglioso, ed io mi ritrovo a fissarlo incredula e con la bocca spalancata.
“Oh! Come accidenti…!”
“Visto? Dire che sei migliorata è riduttivo! Ma ora non stancarti troppo, ok? Dopotutto non hai ancora mangiato a sufficienza…”
Si siede di nuovo vicino al falò e mi fa cenno di tornare comoda. Mi accuccio vicino a lui, ritrovando la posizione comoda contro il suo petto, tra le sue braccia. Osservo il fuoco di mia creazione con orgoglio. Le fiamme azzurre ed intense tremolano ipnotiche e non riesco a distogliere lo sguardo. Mi sento estremamente soddisfatta.

Sento poi il petto di Asra muoversi contro il mio viso, per via di un sospiro profondo.
“Oh, comunque… Riguardo quello che hai visto a palazzo.”
Cerca il mio sguardo e non glielo nego, anche perché ha catturato la mia totale attenzione.
“Meglio se ti tieni alla larga dall’ala che ospitava gli alloggi di Lucio…”
Distoglie lo sguardo e lo posa sulle fiamme. Io osservo ancora i suoi occhi viola brillanti, illuminati ora dalle fiamme azzurre che si riflettono nelle sue iridi creando delle sfumature meravigliose. Non posso fare a meno di rimanere incantata, da quegli occhi, ma la preoccupazione che vi leggo mi mantiene attenta alle sue parole.
“Anche se vorrei che bastasse questo a tenerti lontana da lui, non penso che sia sufficiente… Sai, ho un amico che vive proprio in mezzo alla foresta. Lui mi ha detto di aver visto quella creatura aggirarsi tra gli alberi… A detta sua, si aggira come un’ombra, tanto sfuggente da sembrare quasi di essere stati ingannati da qualche gioco di luci. Pare che abbia l’aspetto caprino, ma si muove su due zampe… Bianco, con gli occhi rossi…”
Rabbrividisco, perché ciò che Asra sta descrivendo è esattamente ciò che ho visto all’interno dell’ala di Lucio a palazzo. Mi spingo più vicina al suo petto e lui si accorge di quel mio movimento. Le sue mani prendono ad accarezzarmi la schiena.
“Sì, è esattamente così la creatura che ho visto… In più, gli mancava un braccio.”
Ancora una volta lo sguardo apprensivo di Asra cerca il mio. La sua mano percorre delicatamente la linea della mia mandibola fermandosi poi sul mento. Mi solleva un po’ il viso così da poterci guardare di nuovo negli occhi.
“Questa è solo un’ulteriore prova che quella cosa sia proprio Lucio… E visto che sembri aver attirato la sua attenzione, non ho intenzione di mandarti indietro a palazzo senza alcuna protezione.”
Poi la sua espressione si fa più triste, si morde il labbro inferiore e per un attimo sposta lo sguardo in direzione delle colline.
“Vorrei evitarti tutto questo, ma penso che dovremmo davvero vederlo. Così non avrà più modo di nascondersi da te ed agire nell’ombra.”
L’idea non mi entusiasma. Per niente. Ricordo ancora distintamente l’orrore che provai la mia prima sera a palazzo, quando quella creatura mi chiamò a sé con tanta insistenza, tramite i suoi segugi. La sua voce distorta e raccapricciante, il suo tocco gelido nonostante io non potessi vedere nulla attorno a me. Il solo ricordo mi fa rabbrividire, tanto forte da farmi gemere. Asra mi stringe forte a sé ancora una volta, percependo la mia paura, ma mi sorride incoraggiante e si alza dal suo posto.
“Fidati di me, Hanan…”
E detto questo mi tende la mano, per offrirmi appoggio mentre torno in piedi. Poi qualcosa attira la nostra attenzione. Una piccola figura pallida che striscia tra le rocce e l’erba, raggiungendoci con una certa urgenza. Faust sembra davvero spaventata, Asra lo percepisce chiaramente e la solleva tra le proprie braccia. Lei vi si avvinghia, come fa di solito, tornando nel suo rifugio sicuro sotto i suoi vestiti. Sento la vocina della piccola serpe bisbigliare da sotto lo scialle.
“LUI…”
Asra le porge una piccola carezza, a volerla tranquillizzare. Io mi avvicino quanto posso, perché in qualche modo voglio ricambiare ogni volta in cui è stata lei a calmare me. Allungo una mano verso la sua testolina e lei stessa si allunga a cercare il mio tocco. Vedo Asra sbirciarmi, con un sorriso pacato e carico di gratitudine, per quel mio semplice gesto. Poi risponde al suo famiglio con tono cupo.
“Lo so, Faust… Dove sta adesso?”
Non riesco a sentire la sua risposta, questa volta. La vedo solo agitarsi al di sotto degli abiti. Deve essere davvero turbata, perché non l’ho mai vista tremare in questo modo. Asra comunque riesce a comunicare in maniera molto più efficiente col suo famiglio di quanto possa fare io e capisce perfettamente ciò che lei vuole dirgli.
“I campi? Mh… Sì, immaginavo fosse lì.”
Le sue dita si intrecciano alle mie ed inizia a tirarmi con sé verso una sporgenza rialzata vicina alla radura.
“Vieni, saliamo lì… così saremo in grado di vederlo senza doverci avvicinare troppo.”
 
Raggiungiamo la roccia e lui intreccia le dita tra loro, creando un appoggio col quale aiutarmi a salire. Anche perché bassa come sono, non riuscirei mai ad arrampicarmi su questa sporgenza da sola. Mi fa cenno di andare ed io gli poso le mani sulle spalle, poso il piede destro sul piano creato dalle sue mani e faccio forza, aiutata dalla sua spinta. Il mio fisico esile è una fortuna in questo caso, perché Asra non fa fatica a sollevarmi. Mi arrampico sulla roccia e trovo una posizione stabile. Lui nel frattempo mi raggiunge senza troppe difficoltà. Quasi mi sorprende a volte la sua agilità, visto quanto è pigro il più delle volte! Ci sporgiamo insieme, attenti a dove mettiamo i piedi, sbirciando al di là delle cime degli alberi. Da qui le colline ricoperte dai campi coltivati che circondano Vesuvia si vedono benissimo, un panorama che in altre circostanze riterrei mozzafiato, soprattutto in compagnia di Asra. Scorgo il palazzo, stagliarsi maestoso al centro della città, illuminato dai raggi rossi ed intensi del tramonto. Sembra quasi però, che da esso si stia propagando una sorta di miasma vermiglio, come un’aura magica che dalle sue guglie si spande lungo le strade della città fino a raggiungere la campagna. Asra sta vagando con lo sguardo sul paesaggio sottostante, cercando qualcosa di ben preciso, qualcosa che non ho poi tutta questa fretta di vedere ma che al momento è necessario scovare.
“Lo vedi?”
Mi domanda, con la tensione che gli fa tremare la voce. Distolgo lo sguardo dal palazzo e dalla strana aura che lo circonda, cercando anche io il fantasma che dovrebbe aggirarsi per le colline. Non so bene cosa dovrei vedere. Se una sorta di bestia caprina, o un’ombra o una qualche sorta di nebbia. Cerco senza risultati per qualche istante, ma alla fine mi rendo conto di una scia innaturale, chiaramente magica e dello stesso rosso sanguigno dell’aura del palazzo. Assottiglio lo sguardo, cercando di seguire quella traccia che si insinua tra le coltivazioni di grano.
Ed alla fine lo vedo. Quella creatura immonda dall’aspetto di capra, dritta sulle due zampe posteriori. Pallido ed estremamente magro, come se fosse malato o distorto dalla sua natura dannata. Non sembra essere fisicamente lì. È incorporeo, riesco a vedere attraverso il suo corpo pallido.
E mi sta fissando.
Il respiro mi si strozza in gola quando vedo quegli occhi rossi ed innaturali trovare i miei. Deglutisco e sento il mio corpo irrigidirsi.
Quello sarebbe… ciò che resta di Lucio?
La sua voce. Quella voce distorta e raccapricciante raggiunge di nuovo la mia mente e mi costringe a coprirmi le orecchie d’istinto, forte e gracchiante tanto da farmi rabbrividire.
”Oohhh Sì… Sai chi sono, oraaaaa… Ed io so benissimo chi sei tu…. Hanan…”
Lo sento pronunciare il mio nome e la paura si impossessa di me, tanto forte da non farmi percepire nient’altro. Il mio nome, pronunciato da lui, è tutto quello che sento rimbombare nella mia mente tanto da farmi girare la testa e i miei occhi si riempiono di lacrime. Il mio cuore batte forte e mi sento improvvisamente in trappola. Voglio solo urlare. Ho paura… Non… non so cosa fare….
Poi qualcosa riesce a fare breccia nel guscio di terrore assoluto che mi sta opprimendo tanto da farmi male. Riconosco il tocco di Asra, le sue dita che afferrano rapidamente la mia mano ed all’improvviso tutto si ferma.
La paura mi lascia, come se un vento benefico l’avesse spazzata via da me. Il mio corpo trema, ancora scosso dall’ansia e dall’adrenalina che aveva iniziato a scorrere per via del panico. Asra mi stringe a sé, eliminando qualsiasi traccia di Lucio e della sua orribile voce dalla mia mente. Sento il battito del mio cuore tanto forte da sentirne quasi il rumore. Sono quasi certa che Asra stesso possa percepirlo. Tremo, tra le sue braccia confortevoli, e sollevo lo sguardo a cercare il suo. Ma lui sta guardando verso i campi, verso quello spettro che fino ad ora non era mai riuscito a scorgere. Non ho mai, mai visto quell’espressione sul viso di Asra. Non avrei mai pensato di poter leggere così tanto odio nei suoi occhi. Quell’espressione, sul suo viso, mi ha fatto gelare il sangue.
Di cosa è stato capace, Lucio, per far nascere uno sguardo del genere proprio su Asra?
Lo sento dire poche semplici parole, verso lo spettro. La sua voce, come il suo sguardo, è carica d’odio. Fredda e bassa, come non l’avevo mai sentita prima d’ora.
“Vattene via, Lucio.”
Lo sguardo della bestia si sposta da me su Asra in maniera agghiacciante. Sento il mio stesso respiro farsi di nuovo agitato, ma lo spettro non si muove. Le protezioni di Asra sembrano avere effetto e dopo un momento di tensione palpabile, Lucio sembra irritato. Si muove con uno scatto contorto e si volta, svanendo presto nel nulla.
Solo in quel momento sento di nuovo un senso di leggerezza nel petto, che mi permette di rilassarmi.
Lucio è andato via. Non sento più la sua presenza oppressiva addosso a me. Anche Asra sembra rilassarsi ed il suo sguardo recupera un po’ della sua solita luce. Mi stringe ancora una volta, lasciando la presa solo per prendermi le mani.
“Non avrei mai voluto farti spaventare a tal punto, perdonami…”
Mormora, avvicinandosi a me fino ad unire le fronti. Sento il suo sospiro caldo sulle mie labbra e percepisco la sua tensione ed apprensione. Prendo un profondo respiro anche io, posando una mano sul suo viso e lui la raggiunge, avvolgendola con la propria.
“Va tutto bene, Asra. Era necessario, ed ora se n’è andato.”
 
I nostri sguardi si intrecciano ancora una volta e rimaniamo così per un attimo, finché entrambi non siamo abbastanza calmi da decidere di muoverci. Asra scende dalla roccia per primo ed io scivolo tra le sue braccia, che mi sostengono senza fatica. Scendere è stato sicuramente più rapido e facile che arrampicarsi e devo dire che trovarmi ancora una volta fra le sue braccia è stato piacevole, soprattutto dopo la paura che ho provato qualche istante prima.
Una volta a terra, mentre mi sistemo di nuovo la veste, sento il tocco di Asra sui miei capelli. Una carezza leggera che arriva dietro la mia nuca e lì si ferma.
“Lo hai sentito di nuovo nella tua mente, vero? Stavolta è riuscito a raggiungere anche me… Cosa ti ha detto?”
Deglutisco, ripensando alla sensazione terribile che ho provato poco prima, quando tutto quello che riuscivo a sentire era solo la voce distorta di Lucio che ripeteva il mio nome.
“Mi… mi ha chiamata per nome.”
Asra sgrana gli occhi, incredulo e preoccupato per quella mia rivelazione. Le mie mani si serrano sulla mia gonna e le dita affondano nella stoffa. Non so perché, mi capita sempre di farlo quando sono sotto pressione.
“Lui sa il tuo nome? Oh… Beh sì, avrà avuto sicuramente modo di sentirlo a palazzo…”
Annuisco, ricordando la prima volta che Lucio pronunciò il mio nome nell’ala dei suoi alloggi, poco dopo aver udito Portia chiamarmi dal corridoio. Asra sospira e scuote il capo. Sembra stia cercando di infondermi sicurezza e coraggio con tutte le sue forze.
“Non farti intimorire da lui, Hanan. Lo so che è difficile ma non devi ascoltare nulla di ciò che ti dice… Lui è debole, tu no. Tu puoi contrastarlo, ok?”
Mi regala una delle sue carezze gentili ed un sorriso pacato. Poi torna serio, discosta lo sguardo verso i campi e soffia, come a voler scacciare un moto di rabbia improvviso.
“L’ho sentito nitidamente anche io, stavolta.”
Il fatto che nonostante le sue protezioni, Asra sia stato raggiunto ugualmente dallo spettro mi spaventa. Ho davvero paura che gli possa succedere qualcosa. Dallo sguardo che aveva prima, quello che mi ha quasi sconvolta tanto fosse inusuale sul suo viso, posso immaginare che ci sia qualcosa di irrisolto, tra lui e il conte. Qualcosa di terribile che lo ha ferito nel profondo.
“Che ti ha detto, Asra?”
Sposta di nuovo la sua attenzione su di me, deglutisce e mi risponde con voce talmente bassa da essere poco più di un mormorio.
“Beh, sai, lui ha sempre goduto nel far male alle persone. Ed anche sta volta non si è smentito… Ha iniziato a minacciarmi di farmi chissà quali atrocità e gli ho detto di provarci, se ne ha il coraggio!”
Un sorriso finalmente si fa largo sulle sue labbra. Dopo tutta la tensione accumulata avevo davvero bisogno dei suoi sorrisi.
“Ovviamente le sue erano solo parole al vento. Lui è sempre stato un tipo capace solo di parlare… tutto fumo e niente arrosto!”
Il suo tono si fa più chiaro, rilassato ed anche la sua espressione si illumina di nuovo, infondendomi tranquillità.
“Vedi? Per questo non devi dar troppo peso alle sue parole. Non è spaventoso come sembra, è solo un egocentrico in cerca di attenzioni…”
Prende il mio viso tra le mani, scrutando il mio sguardo con attenzione.
“Ti senti meglio ora, vero?”
“Ora sì… grazie, Asra.”
Il suo tocco gentile sicuramente aiuta a scacciare via l’ultimo residuo di paura rimasto nel mio cuore. Asra sorride soddisfatto della mia risposta.
“Ottimo! Ma sarò davvero tranquillo solo quando ti avrò protetta. Giusto qualche incanto semplice, va bene? Ho bisogno di saperti al sicuro… Vieni qui adesso…”
Mi prende letteralmente tra le sue braccia prima ancora di potergli rispondere. Mi solleva senza difficoltà tenendomi stretta al petto. Sussulto all’inizio, non aspettandomi quel gesto e mi ritrovo con le braccia intorno al suo collo, avvinghiata per non cadere. Ma non mi farà cadere. La sua presa è salda ed il suo abbraccio mi avvolge totalmente.
“Asra…”
Pronuncio il suo nome come un finto rimprovero, che non fa altro che far nascere sul suo viso quella solita espressione volpina da malandrino. Mi fa sorridere, finalmente rilassata. Mi porta così fino al cerchio di pietre dove è ancora presente il fuoco magico che avevo creato prima. Ci sediamo e mi sistemo comodamente sulle gambe di Asra, poggiata contro il suo petto. Le sue mani percorrono con delicatezza il mio corpo, irrorandolo con la sua magia fresca e frizzantina, che mi fa provare di nuovo quella meravigliosa sensazione sulla pelle. Sospiro e socchiudo gli occhi, fissando stancamente un punto imprecisato della foresta che nel frattempo ha ripreso a brillare di luce propria.
  
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