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Autore: danyazzurra    15/02/2020    10 recensioni
Lily non sa più chi è...Lily non sa più niente della sua vita precedente... Lily crede di essere una semplice Babbana con una vita normalissima... ma scoprirà che non è così semplice, anzi, niente è semplice nella sua vita e con la sua riscoperta arriverà anche una vecchia minaccia a bussare alla sua porta e a quella di chi le vuole bene!! è una Lily / Scorpius che mi è balzata in testa...spero che leggerete e recensirete !!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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“Non posso farlo, Lily”.
La voce rotta dal pianto della ragazza spinsero Lily a fermarsi mentre incantava i vestiti per farli entrare tutti nella valigia che era posta sopra al letto.
“Devi farlo, Molly” le disse limitandosi a guardarla per un attimo.
Molly strinse al suo petto la sua bambina “non puoi chiedermi di separarmi da lei” insisté e Lily sospirò andandole davanti.
Guardò la bimba e le sorrise bucandole il pancino con un dito, poi spostò lo sguardo su Molly.
“E’ la seconda volta che ti trovano e rischi di morire… questa volta sono riuscita a fingere che tu fossi morta, ma non è stato semplice” si portò le mani al viso strusciandolo più volte “ho mentito a tutta la famiglia, Molly” le spiegò come se glielo stesse dicendo per la prima volta invece che per la decima “ho mentito ai miei fratelli, a Teddy e Vic… ho mentito ai tuoi genitori e tua sorella…” si fermò un attimo e chiuse gli occhi per cercare di cacciare il senso di colpa.
L’enormità di quello che aveva fatto l’avrebbe segnata a vita.
“Tu mi hai chiesto aiuto ed io ho fatto quello che sono riuscita a fare… ti avevano ridotto in fin di vita, fortunatamente Leon non era con te o chissà cosa le sarebbe successo… vuoi questo?” le chiese retorica.
“Io non potrei vederti morire e non potrei vedere morire la piccola Leon…”
Molly avrebbe voluto farle notare che non le piaceva il nomignolo con cui continuava a chiamare sua figlia, ma sapeva che in quel momento non era importante e poi ricordava cosa le aveva sempre detto a giustificazione Eleonor racchiudeva il nomignolo Leon.
“E’ la figlia di un NewMan” le ricordò però con sfida. In fondo era il motivo per cui l’aveva odiata tanto.
“E’ Eleonor Weasley ed a me basta questo”.
Prese la bambina dalle braccia della madre e la fece vorticare facendola ridere.
“In questi quattro anni mi sono affezionata tanto a lei… troppo e ora che è nato anche il mio nipotino e poi…”
Fece scendere la piccola e le diede la sua bacchetta per giocare poi si sedette sul letto.
“Poi?” chiese Molly sedendosi accanto a lei.
“Aspetto un bambino” le confessò e vide la cugina aprire le labbra sorpresa “già… questa è più o meno la reazione comune” affermò pensando a quello che aveva visto sul volto di Nott quella mattina, ma si sarebbe guardata bene dal dirlo a lei.
Molly non doveva sentire più il nome di Micheal. Era tutto troppo pericoloso.
“E allora? Come puoi solo pensare a dividermi da lei?”
“Molly, davvero metteresti a rischio la tua bambina?” le chiese.
“Almeno lascia che si ricordi di me…”
“Ha quattro anni e se si ricordasse potrebbe farci scoprire…”
“Nessuno crederebbe ad una bimba così piccola che afferma di aver visto la mamma morta”.
“Probabilmente no o forse sì… e se le analizzassero la memoria? Così piccola ricorderà probabilmente solo dei frammenti di conversazioni, ma sarà comunque troppo”.
Molly si chinò prendendosi la testa tra le mani.
“Come farò senza di lei” e Lily le mise una mano sulla gamba “ti prometto che finirà presto… penso di sapere qualcosa di concreto stavolta…”
Molly si voltò verso di lei e Lily annuì “sono abbastanza sicura di chi sia la talpa nella nostra famiglia ed è pericolosa…”
“Chi è?”
Lily sorrise “stasera l’affronterò e domani lo saprai… sono sicura che questo farà uscire allo scoperto il Supremo e questa guerra sarà finita prestissimo”.
Molly le prese le mani tra le sue “Lily, ma se è pericoloso… ”
“Mi addestro per questo momento da anni”.
“Devi farti aiutare”.
“Nessun altro nella mia famiglia deve morire…”
“Lily” la interruppe Molly, ma lei si limitò a scuotere la testa e si portò una mano al ventre.
“Hai ragione… la piccola Leon non deve perdere tutti i ricordi…” si voltò verso la bimba “ehi, Leon, facciamo un gioco?” le propose.
La piccola si avvicinò a Lily e tese le mani per essere presa sulle ginocchia, cosa che Lily fece subito.
Le riprese la bacchetta e la puntò contro il comò “accio collana” disse puntandola verso la collana che era appoggiata sopra al cassettone.
La bambina guardò sorridente Lily e lei sorrise a sua volta prima di spiegarle cosa le avrebbe fatto e poi lo fece.
Prelevò dei fili argentei dalla sua mente e li portò con un incantesimo nella collana trasformandoli in una sorta di pensieroso, poi fece la stessa cosa con Molly.
Ricordi di mamma e figlia, tutto ciò che lei avrebbe voluto ricordare se le fosse stata portata via la memoria.
Ella battè le mani felice per la magia che aveva appena visto e intanto Lily usava il suo sangue per sigillare il pensatoio.
“Nessun altro potrà aprirlo” la rassicurò “nessuno vedrà i suoi ricordi, ma almeno lei potrà riaverli quando tutto sarà finito” rassicurò Molly e lei annuì con le lacrime che ricominciavano a scendere sul suo volto.
“Rifallo, Lily” disse Ella con la sua voce infantile, ma Lily si limitò ad abbracciarla.
Per quanto cercasse di essere coraggiosa per sua cugina, anche il suo cuore si stringeva al pensiero di fare una cosa del genere ad una bambina di tre anni.
“Devo farlo, Molly” le disse e la cugina annuì riprendendo la sua bambina tra le braccia e stringendola così forte da farla protestare, poi la fece scendere.
“Promettimi che finirà”.
“Te lo prometto, Molly” le disse e poi puntò la bacchetta sulla bimba e con un peso nel cuore e le lacrime agli occhi pronunciò “Oblivion”.
 
Lily tentò di non pensare al fatto che le aveva detto che sarebbe tornata che tutto sarebbe finito, che avrebbe rivisto la sua bambina prestissimo ed invece era sparita da dodici anni.
Lily cercò di non pensare al fatto che poteva essere morta o che poteva essere impazzita in questi dodici anni da sola ad aspettare notizie che non arrivavano. A sperare che finisse una guerra che pareva infinita.
Cercò semplicemente di non pensare mentre bussava alla porta davanti a sé.
Strinse la bacchetta più forte sperando che nessuno la vedesse.
Molly era nascosta in un quartiere babbano e per assurdo neanche molto lontano dal quartiere dove lei era finita ad abitare, si chiese se la sua mente inconsciamente l’avesse cercata di guidare da lei.
Stava ancora pensando a quello quando la porta si aprì ed una donna di trentasei anni con qualche filo grigio nei capelli rossi e gli occhi azzurri spenti da una vita troppo triste le aprì la porta.
Lily cercò di tirare le labbra in un sorriso mentre aspettava di vedere se sua cugina l’avrebbe riconosciuta e se le avesse rivolto almeno la parola.
La vide spalancare appena gli occhi, ma si ricompose subito “entra” le disse guardandosi intorno e Lily lo fece.
“E’ bello rivederti, Molly” le disse, ma non osò abbracciarla, aveva troppa paura della sua reazione. Si sentiva come un esperimento da studiare.
Sua cugina la guardò e poi si diresse in quella che Lily sapeva essere la cucina.
La seguì e la vide prendere la bacchetta e puntargliela contro “chi sei?” le chiese e Lily trattenne il respiro.
Che avesse davvero perso la testa?
Sentì il cuore aumentarle i battiti al pensiero. Non si sarebbe mai perdonata.
Era vero, non era colpa sua. Le avevano tolto la memoria ed era rimasta anche lei dodici anni sola e senza nessun familiare.
“Molly, sono Lily…” s’interruppe per guardarla attentamente, voleva capire se davvero la solitudine e la mancanza della sua bambina potessero averla fatta impazzire, ma non le sembrò di notare niente.
Aveva ancora la stessa montatura di occhiali di dodici anni prima, Lily pensò che quella montatura di corno le permettesse di sentirsi ancora un po’ legata con la sua famiglia.
I suoi occhi erano spenti, ma vigili e attenti ed erano segno che aveva sofferto molto, ma era ancora legata alla realtà e a quello che le stava succedendo intorno.
“Sono tornata e ti ridarò Ella…”
“Questa l’ho già sentita” le disse interrompendola, ma poi si sedette stancamente su una delle sedie, la bacchetta abbassata nella sua mano.
“Sono rimasta ad aspettarti per anni e poi ho smesso di sperare” confessò amaramente.
“Non è dipeso da me e comunque potevi tornare…”
“Per andare dove? Per parlare con chi? Sono morta per tutti” la interruppe con le lacrime agli occhi.
Lily abbassò gli occhi. Aveva ragione, come poteva presentarsi all’improvviso nella vita dei suoi familiari quando la credevano morta?
“All’inizio continuavo a sperare che tornassi, non uscivo allo scoperto perché mi dicevo che avevi dei piani per me… poi ho capito che mi avevi abbandonato ed ho cominciato a dirmi che dovevo uscire allo scoperto, ma nel frattempo gli anni passavano ed io avevo sempre più paura…”
“Non ti ho abbandonato” si oppose Lily con fervore.
“No, immagino di no dato che ora sei qua”.
“Mi credi?” le chiese Lily appoggiando le mani alla spalliera della sedia davanti a lei “dove sei stata?” le chiese di rimando.
E in quella domanda parevano esservene racchiuse altre mille.
“Mi hanno obliviata… ho dimenticato tutto…”
“Non si torna indietro da un oblivion” la interruppe guardandola con sospetto.
Lily scosse le spalle “che vuoi che ti dica, pare che sia la donna dei miracoli, d’altronde sono sopravvissuta ai NewMan per tre volte ormai…”
Non voleva dirle della pozione di Lorcan, non ancora, non fino a quando non fosse stata sicura che sarebbe riuscito a replicarla perché sapeva benissimo che lei avrebbe pensato subito a sua figlia e non sarebbe stato giusto darle questa speranza senza una certezza. Senza contare che Lorcan era l’uomo più buono e leale che conoscesse, ma voleva sicuramente molto bene ad Ella e doveva pensare a come dirgli che adesso anche sua madre avrebbe voluto tornare nella sua vita.
E per ultimo, ma non meno importante, doveva pensare ad Ella. Lei non ricordava nulla della madre ed anche quando avesse liberato i ricordi della collana li avrebbe probabilmente visti come estranei, come se non le appartenessero.
Errori. Aveva fatto tanti errori.
Sbagli di una ragazzina di vent’anni che aveva tanta rabbia e voglia di vendetta.
“Ed ora cosa vorresti fare?”
“Devo trovare Gabrielle come prima cosa e poi arriverò al maledetto supremo e metterò fine a questa guerra”.
“Mi sembra che non sia cambiato niente da dodici anni fa, perché adesso dovrebbe andare diversamente?” le chiese.
“Qualcosa è cambiato” le disse sorridendole “io sono cambiata” sentenziò.
***
James stava consumando il pavimento della cucina a forza di percorrerlo avanti e indietro.
Gli sembrava che la testa potesse fonderglisi a forza di pensare e ripensare allo stesso momento.
Lily si era accasciata, gli occhi le si erano fatti vitrei, lui la chiamava, ma lei non lo sentiva e poi era come tornata indietro.
E non tornata indietro da quella specie di mancamento.
Era tornata indietro nel vero senso della parola. Era la vecchia Lily, quella di dodici anni prima.
Se all’inizio aveva dubitato, se lo shock lo aveva fatto esitare adesso ne era sicuro e non era soltanto perché aveva fatto un incantesimo che la nuova Lily non avrebbe ancora saputo fare, ma anche per i suoi occhi.
Aveva letto nei suoi occhi la stessa rabbia e furia che parevano essere sopiti negli occhi della nuova Lily e il modo in cui l’aveva toccato e la voce, il modo di chiamarlo.
“Che succede?”
Tra tutte le persone che potevano trovarlo, doveva essere proprio il suo intuitivo fratello?
“Niente” rispose, probabilmente troppo in fretta per fregare Albus.
Lily lo aveva pregato di non dire niente, ma era davvero la cosa giusta da fare? Non era per colpa di tutti i segreti di Lily se erano rimasti dodici anni senza di lei, dodici anni a piangerla e pensarla morta?
 
James era disteso sul letto, non aveva avuto voglia neanche di spogliarsi ed infilarsi sotto le coperte.
Lo avrebbe fatto dopo. Forse.
Aveva detto a Dominique che aveva mal di testa e di perdonarlo se non l’avrebbe aiutata a mettere a letto Ginny e lei aveva compreso. Come sempre.
Sentì un colpa alla porta e la vide aprirsi e per un attimo pensò che potesse essere Lily, di solito solo lei bussava così.
Lei ed Albus ed infatti era proprio lui.
Non che potesse essere altrimenti visto che Lily era scomparsa da poco meno di un anno.
“Cosa fai?” chiese Albus entrando di più nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle.
“Dormo” rispose sarcastico James, ma Albus si sedette sul letto con un sospiro “non conviene mai fare del sarcasmo con un Serpeverde… perderai in partenza” ribattè soltanto.
James emise un mezzo sorriso. Amaro proprio come si sentiva lui.
“Non mi divertono più le schermaglie sulle case”.
“Non mi hanno mai divertito” ribattè Albus e James si alzò a sedere “che vuoi, Al?” gli chiese.
Non aveva molta voglia di giocare e scherzare e si stupiva che l’avesse lui, data la giornata che ricorreva.
“E’ il primo settembre” disse soltanto.
James si lasciò ricadere sui cuscini “vattene, Al”.
Se Albus fosse rimasto male alle parole di James non lo diede a vedere.
“E’ il primo senza Lily” affermò, ma James rimase con gli occhi fissi al soffitto.
“Abbiamo la nostra tradizione” aggiunse.
“Senza di lei non ha senso… lo facevamo per lei” rispose finalmente.
“Lo facevamo anche per noi”.
James lo guardò come se volesse dirgli qualcosa, come se volesse negare ed arrabbiarsi, ma poi parve ripensarci.
“Sì, lo facevamo anche per noi… per sentirci una famiglia”.
Ma gli sembrò quasi che le sue parole fossero vuote.
James era sempre stato quello più forte di tutti loro. In tanti avrebbero potuto pensare a Lily dato che si era ripresa da una cosa come assistere all’omicidio dei genitori, ma Albus sapeva che James era quello più forte e coraggioso.
La roccia a cui tutti si erano appigliati per non affogare, ma adesso quella roccia si stava sgretolando.
La perdita della sorellina lo stava distruggendo, ma lui non poteva pensare di perdere anche lui.
“Quindi non lo siamo più? Era lei che teneva su la nostra famiglia?”
James vide le lacrime in quegli occhi verdi. In quegli occhi così uguali a quelli del loro padre.
Erano ormai entrambi padri e ne avevano passate tante, ma ogni volta che vedeva le lacrime negli occhi di suo fratello, il suo istinto di fratello maggiore si risvegliava.
“Certo che lo siamo” gli disse scendendo dal letto e appellando il pensatoio con la sua bacchetta.
Albus sorrise felice di aver smosso l’apatia che aveva invaso il fratello.
“Noi siamo una squadra, Al” gli disse e quando vide il suo sorriso si sentì più leggero.
“Sei un rompiscatole serpeverde, ma ormai mi devo accontentare” disse divertito.
“Non ti erano venute a noia le schermaglie tra case?” gli ricordò.
“Ci ho ripensato” gli disse bloccandogli la testa con un braccio e cominciando a frizionargli i capelli.
“Mi fai male, James” si lamentò, ma la sua voce era allegra e James lo lasciò solo per tenergli le mani sulle spalle “tra noi non ci saranno segreti” lo ammonì e Albus annuì.
 
Era stato lui a richiedere quella promessa. Era stato quando pensavano di essere rimasti gli unici Potter, quando pensavano che anche Lily fosse morta e che a causa di tutti i suoi segreti i NewMan l’avessero uccisa ed in parte era davvero così.
Lei era stata obliviata solo perché aspettava Bailey altrimenti sarebbe morta ed era tutto a causa dei segreti.
Quei segreti che aveva sempre avuto e che ora sembrava voler ricominciare ad avere.
Non poteva pensare che la sua vita sarebbe ricominciata come prima, la paura verso Lily e i suoi colpi di testa, adesso sarebbe stato diverso.
Lui e Albus dovevano fare squadra come si promisero allora.
 “Anzi no… qualcosa è successo” gli disse e lo vide assottigliare gli occhi “devo parlarti”.
Albus prese un respiro, sapeva che doveva essere qualcosa di importante, anche se non sapeva cosa.
“Parlami allora” gli disse sedendosi e James guardò per un ultimo secondo il fratello “Lily è tornata” gli confessò ed Albus aggrottò le sopracciglia “James, Lily è tornata da tre mesi” lo riprese, ma lo vide scuotere la testa.
“No, Al, non capisci… Lily, la vecchia Lily, nostra sorella, la testa calda, la casinista, quella che finiva al San Mungo ogni due giorni e soprattutto quella che aveva sempre, sempre, sempre in mente la vendetta…” s’interruppe facendogli assimilare ogni parola “è quella la Lily che è tornata”.
Albus sbatté le palpebre più volte. James poteva vedere come Albus aprisse e chiudesse la bocca, era come se potesse sentire tutte le rotelle del suo cervello al lavoro.
“Non è possibile, James” disse alla fine e lui sospirò “non so come ha fatto, ma ti giuro, Al, era di nuovo lei…”
“Come puoi dirlo?”
“Mi ha chiamato Jamie, mi ha abbracciato e accarezzato e soprattutto…” spostò lo sguardo nel punto dove prima aveva trovato Lily a piangere “soprattutto si è smaterializzata”.
“Magari gliel’ha insegnato Scorpius…”
“Sì e magari è resuscitato Silente… Albus, la Lily che è tornata da noi sa a malapena cinque incantesimi, Scorpius non le avrebbe mai insegnato la smaterializzazione con il rischio che si spaccasse…”
“Forse no” ammise Albus, ma aveva ancora l’incredulità nella voce “come ha fatto a guarire?” chiese, non avrebbe messo ancora in dubbio le parole del fratello.
“Non lo so, ma dobbiamo trovarla, Al”.
“Non ti ha detto dove è andata?”
“L’ha mai fatto?”
Albus sospirò scuotendo la testa “se è tornata se stessa sa difendersi benissimo” provò a rassicurare suo fratello e se stesso.
“Se è tornata se stessa sa chi c’è dietro all’omicidio di mamma e papà e se fosse andata di nuovo a riaffrontarli?” chiese “è sopravvissuta solo perché aspettava Bailey, ricordi?”
Albus strinse i pugni. Maledizione, era tornata se stessa da mezz’ora e già stava ricominciando a sentire quel cieco terrore che l’accompagnava sempre quando c’era di mezzo lei.
“Dobbiamo avvertire tutti… devo dirlo a Sc…”
“Mi ha chiesto di non dirlo a nessuno” lo interruppe James, ma Albus sbuffò “non esiste” si oppose.
“Se lei non è cambiata di una virgola, noi lo siamo… avvertiremo tutti e la troveremo e poi proveremo a instillare un po’ di cervello in quella testa bacata”.
“Ho promesso”.
“Se il tuo onore Grifondoro ti impedisce di fare la cosa più furba solo perché non è la più onesta, vorrà dire che ci penserà questo subdolo Serpeverde… vado da Scorpius, dovrebbe essere in ospedale”.
James avrebbe voluto fermarlo. Aveva rotto la promessa per lui, perché era Albus, perché era suo fratello. L’unica persona che aveva avuto e voluto vicino per tutti i trentaquattro anni della sua vita, ma non avrebbe tradito Lily con nessun altro.
Però Albus aveva ragione, Lily doveva cambiare e doveva imparare a farsi aiutare e se non aveva capito lei dove aveva sbagliato, avrebbero deciso loro per lei.
“Ti aspetto qua per dirlo agli altri” gli disse soltanto ed Albus sorrise smaterializzandosi.
***
 Quando era arrivata sua madre, Scorpius era andato via dall’ospedale, ma non si era smaterializzato dai Potter bensì a casa sua.
Voleva vedere Lily talmente tanto che sentiva le membra dolergli, ma doveva prendere qualche vestito o avrebbe dovuto chiedere ad Albus di prestargli qualcosa.
Si tolse le scarpe facendo forza prima con un piede e poi con l’altro e andò verso la cucina per prendere un bicchiere d’acqua.
Quando entrò in cucina sobbalzò, seduta al tavolo della cucina c’era Lily, ma non era possibile.
Era sicuro di aver messo le protezioni e lei non aveva né le chiavi, né sapeva togliere gli incantesimi. E poi come aveva fatto a sapere che lo avrebbe trovato lì?
“Come sei entrata?” le chiese.
Certo non sarebbe stata annoverata tra le domande più intelligenti, ma fu quella che gli sorse spontanea.
Lily si alzò in piedi con un sorriso “sotto la statua di Merlino, fuori dalla porta, come sempre” gli disse mostrandogli la chiave.
Scorpius sentì il cuore aumentargli i battiti. Come era possibile che avesse ricordato dove teneva la chiave di scorta?
“Dopo dodici anni forse dovresti cambiare abitudine” lo rimproverò scherzosa, avanzando verso di lui, ma Scorpius non sorrise era troppo occupato a tenere sotto controllo il battito del suo cuore.
Che fosse un NewMan sotto polisucco? Eppure lo sguardo che aveva in quel momento…
“Per Godric, Scorp, hai sempre la capacità di guardarmi come se fossi la cosa più bella dell’universo” gli disse con voce emozionata, avvicinandosi ancora di qualche passo.
Il cuore di Scorpius esplose definitivamente. Era come se tutto quello che era riuscito a tenere a freno fino a quel momento avesse avuto il via libera.
Eliminò la distanza tra loro in due passi e la prese tra le braccia senza neanche dire niente.
Aveva capito. Non sapeva come aveva fatto, ma in quel momento non gli interessava, l’unica cosa che gli importava era che Lily era tornata.
Le prese le guance e la portò a sé baciandola con una passione che non aveva osato usare fino a quel momento per non spaventarla.
Fino a quella mattina era quasi come se fossero ai primi appuntamenti, ora no.
Scese a baciarle il collo, le sue labbra una scia bollente sulla pelle di Lily e contemporaneamente le mani scesero ai suoi fianchi per sollevarla e lasciare che si allacciasse al suo busto.
“Te non hai idea” mormorò senza smettere di baciarla in ogni angolo del suo viso, del suo collo.
“Scorp” lo chiamò in un gemito e lui si accorse quanto le era mancato sentirla chiamarlo con il suo nomignolo.
“Dillo ancora, Lily, dillo di nuovo” la pregò sulle labbra.
“Ti amo, Scorpius Hyperion Malfoy” disse lei con un sorriso furbo.
Scorpius per un attimo sentì come se avesse potuto deflagrare come una bomba, un’ esplosione nucleare, ma fatta di amore e passione.
Lily gli aveva detto di amarlo solo un’altra volta nella sua vita ed il fatto che lo avesse appena pronunciato usando il suo nome completo gli aveva dato quella piccola parte di certezza che ancora mancava.
La poggiò sul letto, la vide provare a parlare, a staccarsi da lui, sicuramente voleva spiegargli ed anche lui voleva sapere, ma non ora.
Adesso il loro cuore e la loro passione avevano la precedenza.
Avrebbe voluto far l’amore con lei, lentamente, assaporando ogni bacio, ogni movimento, osannando ogni secondo il fatto che si fossero ritrovati, ma non ce la faceva.
Non ce la facevano nessuno dei due, era troppo l’urgenza di toccarsi, di baciarsi, di sentirsi completi.
Avevano fatto l’amore due volte da quando Lily era tornata, ma questa era come se fosse la prima, perché adesso Lily era davvero tornata.
Fecero l’amore con urgenza e con foga, come se non riuscissero a staccarsi e se il loro corpo non riuscisse a smettere di toccare l’altro.
Quando riuscirono di nuovo a respirare Lily si lasciò cadere sul letto.
“Come hai fatto?” le chiese Scorpius ancora ansante “Lorcan” rispose solo Lily e lui annuì baciandole la testa.
Avrebbe dovuto immaginare che il loro amico alchimista non se ne sarebbe stato con le mani in mano. Li aveva visti confabulare tante volte.
“Lo sa nessuno?” le chiese ancora passandole un dito sulla pelle.
Salazar non sarebbe mai riuscito a smettere di toccarla.
“Solo James… ero con lui quando mi è tornata la memoria”.
“Dobbiamo dirlo ad Albus” disse pensando a come avrebbe reagito il suo migliore amico.
Aveva sentito così tanto la mancanza della sorella.
“Sicuramente” assentì Lily “ma dopo” affermò e gli stampò un bacio sulle labbra alzandosi in piedi incurante della sua nudità.
Scorpius sorrise fino a quella mattina non l’avrebbe mai fatto. Avevano fatto l’amore, ma non aveva la confidenza necessaria per farlo.
“Ho ricordato tutto e devo raccontarti tante cose” disse e lo stava guardando in un modo che Scorpius sentì il sangue bollirgli nelle vene.
Era lo sguardo di Lily.
Sorrise “sono davvero felice di sentirlo” le disse e Lily sorrise a sua volta “bè, non avere aspettative troppe alte… non mi hanno trapiantato il cervello” scherzò continuando a vestirsi.
“Però per iniziare vorrei che venissi subito con me…”
“Aspettavo da dodici anni di sentirtelo dire” disse e si alzò in piedi per vestirsi.
“Non vuoi sapere dove ti porto?” gli chiese agganciandosi il bottone dei Jeans.
Lui era ancora a petto nudo, ma si avvicinò a lei e le prese di nuovo il viso tra le mani “ti ho appena ritrovato non ti lascerei andare neanche se mi dicessi che mi stai per portare all’inferno, per cui portami dove vuoi, Lily Luna Potter” le disse baciandola.
Lei sentì il cuore aumentarle di nuovo i battiti “Merlino, Scorp, devi lasciarmi o non andremo da nessuna parte ed io voglio porre fine a questa guerra…”
“Progetti ambiziosi” scherzò lui.
“Ho aspettato dodici anni” ribattè soltanto, poi prese la bacchetta e gli diede la mano prima di smaterializzarsi.

COMMENTO: LO SO NON CI CREDERETE… QUESTA STORIA E’ STATA PIU’ DI DUE ANNI FERMA E POI AGGIORNAMENTO VELOCISSIMA, MA COME DICO SEMPRE QUESTI DUE SI SCRIVONO DA SOLI…IO NON C’ENTRO ;) SO CHE LILY HA RITROVATO LA MEMORIA E DOVREBBE PENSARE ALLA VENDETTA, MA HA APPENA RITROVATO ANCHE L’AMORE DELLA SUA VITA ED IO AVREI REAGITO COSì ;) TRA L’ALTRO COME AVETE NOTATO E’ UNA LILY UN PO’ DIVERSA ANCHE SE NON DEL TUTTO COME NOTERETE PIU’ AVANTI, PERO’ E’ PIU’ MATURA ED HA AVUTO TANTE ESPERIENZE DI VITA PER CUI NON POTEVA ESSERE LA SOLITA ED INFATTI SI E’ APERTA CON SCORPIUS…FINO A CHE PUNTO SECONDO VOI? SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO… PER UNA VOLTA NON E’ DISPIACIUTO NEANCHE A ME :D RINGRAZIO TANTISSIMO LE RAGAZZE CHE NON MI HANNO ABBANDONATO E CHE ADORO TANTISSIMO PERCHE’ SONO STATE LA MIA BENZINA!! QUINDI GRAZIE A ICEPRINCESS / ARYELLE / DREAMER IMPERFECT / GIALY 66 / MERYKARA E ERIKA160701!! GRAZIE DI CUORE A TUTTE!! SPERO CONTINUIATE A FARMI SAPERE!! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE /SEGUITE E RICORDATE!! ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO!! UN BACIONE!!
   
 
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