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Autore: Lady R Of Rage    16/02/2020    8 recensioni
Il sogno di Baby 5 è finalmente diventato realtà: ha trovato un uomo che ha bisogno di lei.
Superata l’ira vendicativa di Uholicia e di suo padre, si festeggiano finalmente le agognate nozze. Sai è forte, affascinante, e concluso il Reverie sarà tutto per lei.
Eppure non riesce a dimenticare. Ad accettare il suo posto, accanto al Don, senza i poteri del Don. In un regno che non conosce, in un popolo che sembra non vederla.
E con la sua vera famiglia, quella che ha abbandonato per uno sconosciuto, che giorno dopo giorno si avvicina all’Inferno senza poter tornare indietro.
[Prima classificata al contest "Disney Song!" indetto da rosy03 sul forum di EFP | accennate Baby 5/Sai e Trebol/Diamante]
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Baby 5
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Gli Alti E I Bassi Della Famiglia Donquixiote'
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La Moglie Del Don

Storia partecipante al contest "Disney Song!" indetto da rosy03 sul forum di EFP.
Canzone scelta: Reflection, da Mulan


Look at me,
I may never pass for a perfect bride, or a perfect daughter.

La nave è scomparsa oltre l’orizzonte da almeno un’ora. Non ha la minima idea di cosa ci faccia lì, ancora ad aspettarlo. Tutti sanno che il Reverie dura una settimana.
Baby 5 lascia andare la balconata e si ritrae. Sta sprecando tempo, e si preoccupa per niente. Sai se la caverà, anche in mezzo a sovrani subdoli e opportunisti. È un guerriero eccellente, se ha battuto Lao G. Povero Lao G. Spera che non si sia fatto male. Anche lui combatte bene, ma è molto anziano. Se si è fatto male alla testa, dopo un calcio del genere, avrà sicuramente bisogno di cure. Potrebbe fargli qualche impacco, o comprargli un unguento dei migliori.
E poi spedirglielo a Impel Down, assieme a un biglietto di pronta guarigione e una bomboniera? Stupida, stupida. Ormai è fatta.
L’abito da sposa è appeso davanti al guardaroba, bianco e morbido. Luccica come un diamante. Piacerebbe, a Diamante. Gli starebbe anche bene: ha sempre amato le gonne soffici. Non vuole immaginarselo che le ruba il vestito, magari per ritrovarsi con Trebol in ascensore o in camera da letto. Piuttosto potrebbe acconciarle i capelli, truccarla insieme a Dellinger e Jora, suonare la marcia nuziale. Lo sa suonare l’organo, Diamante? Forse gli basterebbe un pianoforte, o una chitarra elettrica. Si divertirebbe.
Se fosse possibile.
Improvvisamente non vuole più vederlo, quel vestito così comodo e prezioso. Nulla di grave: ne ha tanti altri, da indossare. In quel momento ne veste uno azzurro, con la gonna plissettata e senza maniche. Si abbina magnificamente con le scarpe col tacco, blu oltremare, con un piccolo fiocco su ciascuna fibbia. Comprerà tutte le scarpe che vuole, ora che è la moglie del Don. Potrebbe comprarne qualcuna per lui, e impacchettarla nel suo armadio. Sarebbe una bella sorpresa. Sicuramente avrebbe bisogno di un regalo, dopo un Reverie così faticoso e lungo.
Chissà come mai non ha voluto portarla con sé. Dovrebbe bastare quello che le ha detto: “ho bisogno di averti a casa, preferisco saperti al sicuro”. E chi è lei per obbiettare, se lui ne ha bisogno? Non c’è cosa più bella al mondo che rendere felici le persone. Può fare qualche sacrificio per lui, ora che sono sposati. Le sarebbe piaciuto vedere Marie Geoise. Dicono che sia più grande di dieci Dressrosa, e che ci sia un marciapiede mobile che trasporta tutti in cima senza fare fatica. Se si tratta di fare la guardia del corpo, lei ne è più che capace. Non ha nemmeno bisogno di portarsi le armi, anche se non ne rifiuterebbe una in regalo. Può ottenere una spada, una pistola, un fucile, un mitragliatore, persino un missile, senza fare alcuno sforzo.
Baby 5 scuote la testa. Non deve pensar male. Sai la ama, ha bisogno di lei. Deve esserci una ragione.
La stanza degli sposi è diversa da come la sognava. Il copriletto è di un semplice marrone, e non ci sono né tende né baldacchino. Un semplice armadio, una cassettiera e un comodino, tutti dello stesso legno, sono l’unico arredamento presente. Non ci sono quadri alle pareti, né vasi da fiori. Ironico, considerando il paese dove si trovano.
Potrebbe essere la stanza di un soldato. Anche le pareti sono verde militare, un po’ più chiare del mantello di suo marito. Jora si divertirebbe ad arredare daccapo quella stanza. La dipingerebbe di mille colori, e riempirebbe con i suoi quadri ogni angolo. Chissà come si sarebbe vestita, se fosse venuta al matrimonio. Una volta ha mostrato un bozzetto al resto della famiglia: un vestito con lo spacco, coperto di lustrini dal petto allo strascico, che luccicava come un arcobaleno alla luce delle torce. Per un’occasione speciale, diceva: probabilmente sperava che Trebol e Diamante si decidessero a fare il grande passo. Ma il vestito è rimasto un’idea, e se anche Jora l’avesse ultimato non potrebbe mai indossarlo, finché si trova a Impel Down. I cittadini di Dressrosa hanno passato al saccheggio il castello, portando via e dando alle fiamme qualunque cosa fosse appartenuta alla sua non più famiglia.


Can it be,
I'm not meant to play this part?


Anche le sue cose sono rimaste a Dressrosa, e dubita che avrà presto la possibilità di rimetterci le mani. Sai è ricco abbastanza da ricostruirle il guardaroba, ma i pezzi unici non torneranno mai. L’unico dei suoi vestiti a non essere stato preso in negozio è il suo abito da sposa. Baby 5 vorrebbe rimetterlo, almeno un paio di minuti, e tornare almeno un po’ su quell’altare. Risentire il batticuore, le campane, gli applausi di Chinjao e Boo. L’anello che scivola attorno al suo dito, la sua forte spalla a cui stringersi percorrendo la navata. Il dispiegarsi di promesse, di possibilità, di oceani e terre da esplorare sempre insieme.
Sai non è un uomo vivace, ma Baby 5 è certa che abbia sorriso mentre la conduceva lungo il tappeto rosso. Sai la ama, ha bisogno di lei, e non prenderebbe cattive decisioni a suo danno. Forse ha preferito che restasse a casa perché al Reverie sarà presente anche la famiglia reale di Dressrosa. Ci sarà Re Riku, naturalmente, la nipote Rebecca e la principessa Violet. No, Viola. Si chiama Viola, Violet è il nome che si è data per combattere con lei e la sua famiglia. Gliel’hanno insegnato loro, a combattere. Ci sono voluti sette anni perché permettesse a Diamante di toccarle le mani, per meglio guidare il suo coltello. Lei gridava stai lontano da me, assassino, e correva a chiudersi nelle sue stanze. Non era per niente cortese. Una sera Baby 5 era salita a portarle una tazza di tè e una ciotola di crema catalana. Aveva bisogno di essere tirata su, dopo un altro allenamento finito in lacrime. Tank Lepanto si era piazzato davanti alla porta, indicandole di andarsene come si fa con i cani. Come se una guardia decaduta potesse dire a un’ufficiale di Donquixiote Doflamingo cosa deve fare.
Poi Tank aveva detto “Baby 5, ho davvero bisogno che tu mi dia questo vassoio e te ne vada”. Si era resa conto di esserci cascata in fondo alla tromba delle scale.
Sono le cinque del pomeriggio, il sole si allontana dietro lo specchio del mare. Non può stare a girare i pollici tutta la settimana. Bisogna mettere a frutto il proprio tempo, o si diventa completamente inutili. Potrebbe pulire la stanza, ma l’ha già fatto, e poi il palazzo del Don contiene una quantità di servitori da far impallidire Dressrosa. Ci sarebbe da cucinare la cena, ma non conosce nessuna di quelle salse e spezie. Sarebbe orribile deludere Chinjao e Boo. Deve piacere anche a loro: sarà una suocera e cognata brava quanto lo è come moglie. Potrebbero allontanarli, e allora…
È orribile non sapere cosa piaccia, all’uomo che ha sposato. Diamante e Trebol non hanno mai fatto il grande passo, eppure stanno insieme da più di vent’anni e gli basta uno sguardo per capirsi. Trebol non ha bisogno di chiedere a Diamante se è troppo ubriaco o stanco per giacere con lui, cosa gli prende nei casi in cui non risponde ai cinque e ai gesti delle corna con cui lo saluta il resto della Famiglia. Diamante non ha bisogno di parlare con Trebol per sapere quando vuole essere lasciato in pace ad essere solo Trebol, e quando vuole godersi gli allori meritati dal compagno dell’Eroe del Colosseo. Ma per Trebol è facile in generale, capire cosa pensa le persone. In qualche modo lo è sempre stato. Ci riusciva anche con lei. Anche quando le ha fatto la proposta di matrimonio, i candelotti di moccio nel suo naso che penzolavano a un palmo dalla sua faccia, non era serio. Trebol ama Diamante, ma non ha certo bisogno di lui per sentirsi completo.
E potranno stare insieme per sempre, a Impel Down, rinchiusi lontano dal sole con tutta la sua famiglia.

Now I see, that if I were truly to be myself,
I would break my family's heart.
When will my reflection show, who I am inside?

Il poligono di allenamento è sterminato, e non c’è da stupirsi: quella degli Otto Tesori è una flotta da decine di navi, con migliaia di soldati pronti a scattare a un ordine del Don. E Baby 5 gli sta in mezzo, nel suo leggero vestito blu, con i tacchi che tambureggiano contro la roccia, sentendosi come se avesse sbagliato strada e non si ricordasse come si torna indietro.
C’è un circuito per la corsa che piacerebbe molto a Dellinger, un’area pesi verso destra che farebbe la gioia di Pica. L’area a sinistra e al centro è un poligono per le armi da fuoco, con manichini imbottiti di paglia.
Baby 5 si liscia la gonna del corto vestito blu e si avvicina a una rastrelliera di manichini in attesa. Se fosse in vena potrebbe dar loro, nella sua mente, le sembianze di Cappello di Paglia, o Roronoa Zoro, o quel gladiatore tutto muscoli che ha rotto il collo a Diamante. Le basta prendere a botte qualcosa, al momento, e tenere le mani occupate. Fare qualcosa di diverso da niente.
C’è un’armeria, vicino agli spogliatoi, ma non le interessa. Non ha bisogno di una spada, o di una lancia. Il suo braccio luccica d’acciaio di fronte al manichini. Può quasi immaginare i loro volti orripilanti mentre la lama dell’ascia sprofonda nel collo del primo della fila, schizzando il loro sangue soffice e candido sul pavimento terroso.
Come se dei fantocci di stoffa costituissero un allenamento, per lei. Ha visto uomini adulti, con muscoli che farebbero invidia a Sai, scappare piangendo dopo tre ore di lotta contro Trebol, Diamante o Pica. Un calcio dell’Ufficiale di Fiori aveva fatto volare Buffalo dall’altra parte della piazza: si era alzato senza battere ciglio, sorridendo. -Sono ancora vivo-dasuyan!-
Solo i più forti entrano nella Famiglia Donquixiote, diceva sempre il Padroncino. Baby 5 conficca la spada nel manichino fino all’elsa, fino al gomito. Se sono così forti, come hanno fatto a finire tutti sconfitti? Buffalo era micidiale anche da bambino, eppure Kyros l’ha gettato via come niente. Diamante era l’Eroe del Colosseo, e giace in una nave Marine con un collare cervicale al collo, incapace di impugnare anche solo una posata, figurarsi una spada.
Una stoccata, un affondo: Baby 5 si pulisce di dosso la segatura. Pica faceva tremare tutta la città con un solo pugno di colosso, ma urlava come un uomo qualunque – con quella voce ridicola e tanto odiata – mentre il fendente di Roronoa Zoro gli strappava di dosso la corazza e l’elmo. Trebol rideva di ogni cosa come fosse onnipotente, ma il fuoco se l’è mangiato ugualmente, e non c’è dubbio che abbia fatto male. Il Padroncino… forse era un Dio per davvero, se riusciva così facilmente a maneggiare le persone. Ma è bastato un solo pugno, e il Demone Celeste di Dressrosa è sprofondato come tutti gli altri. E non li rivedrà mai più, mai più, mai più.

Who is that girl I see, staring straight back at me?
Why is my reflection someone I don't know?

Il tempo passerà, e li dimenticherà come farà tutto il mondo. Avrà altre cose di cui occuparsi: stare accanto a Sai, assistere Sai, cucinare per Sai, far sorridere Sai. Senza chiedere nulla, perché Sai ha bisogno di lei.
Sul promontorio, poco prima della proposta, Sai le aveva fatto una domanda. “Nessuno ti ha mai fatta sentire utile?”. Difficile rispondere. Se anche non l’avessero fatta sentire utile, sarebbe cambiato qualcosa? Avere un bisogno non è piacevole come soddisfarlo. Non dovrebbe sentire la mancanza di qualcosa che non le interessa.
E soprattutto, con la sua famiglia accanto, non le serviva nulla.
Ora invece ha bisogno di vedere il sorriso di Buffalo, una volta ancora. Di farsi pettinare da Sugar, andare a fare acquisti con Dellinger, farsi dipingere da Jora in tutti gli stili. Di allenarsi sotto lo sguardo vigile di Machvise, ascoltare una vecchia storia di Lao G, leggere classici con Senor Pink e scoprire la musica alternativa che piace a Gladius. Ascoltare Diamante al pianoforte che canta qualche ballata, ridere a una battuta sconcia di Trebol, o starsene seduta in veranda con Pica, senza dire niente, perché a lui basta così. Ha bisogno del Padroncino: che le compaia davanti, splendente nel suo cappotto di piume, e che lei possa abbracciargli le caviglie supplicandolo di tenerla con sé, di perdonarla, di dimenticare che ha preferito uno sconosciuto alle persone che l’hanno salvata e cresciuta. Le andrebbe bene anche una sua copia, uno dei suoi famosi fantocci. Solo per fingere almeno un po’ che non sia successo quello che è successo, che ci sia un modo per rimediare e strappare via tutti quanti dalle fauci dell’Inferno.
La spada si ritrae, uno snello braccio di carne prende forma al suo posto. Don Sai è un capitano potente, e la flotta di cui fanno parte è comandata da alcuni dei più grandi combattenti dei Quattro Mari. Forse, riunendosi tutti assieme, possono fare un tentativo. Quello stratega dalla testa grossa può organizzare un piano d’infiltrazione, il bel principe biondo può ottenere informazioni col suo prestigio, e il tesoro del Regno dei Fiori basterà senz’altro per corrompere qualche guardia. Se neanche quello non basterà, e ci sarà da combattere, Baby 5 si lancerà in prima linea. Affronterà anche Magellan, se servirà.
La sua famiglia ha bisogno di lei. Si dice che la torturatrice di Impel Down sia così sadica da nutrirsi letteralmente delle urla dei prigionieri. E improvvisamente li vede, uno accanto all’altro, in attesa del loro tormento. Le lacrime sul viso di sedicenne di Dellinger, sulle guance da bambina di Sugar, su quelle di Gladius prive di maschera e occhialoni. Il volto del Padroncino, che non sembra il suo senza i consueti occhiali da sole. La bava sulla bocca di Diamante, il collare cervicale che gli serra il collo, la spaccatura sulla fronte scoperta ed esposta ai torturatori. Il Vicedirettore Magellan è capace di controllare il veleno, e nemmeno Cappello di Paglia fu in grado di affrontarlo.
Le sue braccia tremano, e ha la pelle d’oca.

Somehow I cannot hide?
Who I am, though I've tried.

Che cos’è poi, la moglie di un Don? Sulla nave di ritorno aveva chiesto a Sai cosa avrebbero detto a Donna Uholicia, e lui e Boo erano scoppiati a ridere lasciandola interdetta. Comandava duemila soldati, a Dressrosa, pronti a morire per un suo solo ordine. Ogni tanto le piaceva cucinare, riordinare le stanze, offrire da bere ai suoi compagni. Un succo d’uva per Sugar china su un album da disegno, un bicchiere di vino rosso per Diamante prima della battaglia, un milkshake triplo ghiaccio per Pica in veranda con un libro sui minerali in grembo, un bicchierino di assenzio per Jora di fronte alla tela, una cioccolata calda per Violet che è sempre così malinconica.
Ma non era un obbligo, c’erano i servitori, non doveva farlo per forza. Avere bisogno di qualcuno non significa tenerlo in trappola, impedirgli di scegliere.
Lao G ha detto che è conveniente, ma nella sua famiglia non c’è solo lui, e la sua mente non funziona più come nei suoi anni verdi. Pica le ha lanciato contro un Ishiusu senza chiederle niente (e chiederle cosa, come si può spiegare al tuo Ufficiale, a tuo fratello, che stai voltando gabbana per uno sconosciuto?), ma lo conosce da quando era bambina, e il suo caratteraccio non è mai stato una sorpresa. Ha rivolto a Buffalo una simile cortesia, quando erano bambini, per una risatina in buona fede, e ne hanno riso tutti e due per mesi.
E che tipo è, Don Sai? Riderebbe mai di qualcosa, men che meno con lei? Sarebbe con lei, se le venisse di nuovo in mente di puntarsi in testa il suo braccio in forma di pistola?
Tanto ormai sono andati. Non li ha nemmeno salutati, molti di loro non sapranno nemmeno che fine ha fatto. Forse la crederanno morta e la piangeranno senza che se lo meriti. Per poi scoprire la verità e rendersi conto di aver allevato una serpe in seno.
Ma è forse sbagliato, innamorarsi? Sai è forte, protettivo, l’ha accolta nelle sue fila anche se erano nemici. Dovrebbe rifiutarlo solo perché fanno parte di fazioni opposte? Non le ha forse insegnato questo, il Padroncino? A chi è solo al mondo ha dato una casa. Ha raccolto dei bambini dalla strada e gli ha insegnato a cavarsela da soli, perché presto o tardi la vita ti prende a schiaffi e nessuno, nemmeno gli Dei lassù a Marijoa, riescono a evitarselo.
Le ha insegnato a combattere, a padroneggiare quei poteri che qualunque altra bambina avrebbe temuto. Meritano forse le torture, per quello? E lei?
Forse non è una Donquixiote, non lo è mai stata. Forse il Padroncino ha veramente giocato alla marionetta con lei come spesso faceva, e Law aveva pienamente ragione nell’andarsene per altri lidi. Forse sarebbe stato meglio non incontrarli, vivere la sua vita da sola e cavarsela a modo suo.
Ma sono la mia famiglia, mi vogliono bene.
È passata una settimana. Presto o tardi verranno ammessi all’Inferno, lontano sotto il mare, e non ne usciranno mai più. Se i torturatori ne lasceranno qualcosa se li prenderanno il freddo, il caldo, le bestie feroci, la follia del fissare giorno dopo giorno lo stesso soffitto di pietre. Non hanno una reggia in cui vagare, un tesoro che attende sotto una coltre di ghiaccio. Niente di niente, e non smette di sentirsi come se anche lei gliel’avesse portato via. Ma è bastata una frase di Sai, tu resti con me, per far dimenticare tutto ancora una volta. Una marionetta da far girare a piacimento, tirandone i fili a colpi di ho bisogno di te.
Un po’ Donquixiote, un po’ bambina abbandonata, un po’ moglie del Don se così desidera, ma dovrà giungere il momento di scegliere. Tanto vale dimenticarli: non torneranno. Neanche Sai è con lei, ma il Reverie finirà presto e potranno riabbracciarsi. Se vorrà abbracciarla, e non le sembra davvero il tipo. Non bisognerebbe sposare un uomo di cui non si sa nulla.
Le è toccato scegliere, e nessuno le ha insegnato a farlo. Naturalmente ha scelto male. Perché è una Donquixiote, lo ha scelto, e pensare di buttarlo via così è stato sbagliato.
Il sole sta tramontando, un freddo vento da nord le gonfia la gonna e gela le braccia. È ora di rientrare: Chinjao e Boo potrebbero avere fame, e gli farebbe piacere trovare un bel pasto caldo a tavola.
Non si muove.

When will my reflection show
Who I am inside?



A.A.:
Ho mai detto che la trama in cui Baby 5 abbandona la sua famiglia per stare con uno a caso è 'na schifezza? Perché lo dico e lo dirò ancora. 
Innanzitutto, la bella ragazza traditrice dei Donquixiote era già stata fatta, e Viola è un bellissimo personaggio che funziona in maniera esemplare. Baby 5 è solo l'ennesima in una tradizione di belle cattive che include Vivi, Cindry, la stessa Viola, incidentalmente Nami e Robin, eventualmente Reiju e Komurasaki, le quali non sono in realtà cattive ma rivelano un animo buono e uno stato si vittima indifesa. La redenzione di Baby 5 rimane la peggiore di tutte, immotivata, uscita dal nulla, sessista (capito? La cazzutissima guerriera assassina addestrata sin da piccola in fondo è solo una dolce donnaH che si scioglie per il Vero Amore e ha bisogno di un uomo che la protegga e coccoli), cancellando completamente il sottotesto di "famiglia" dei Donquixiote e senza esplorare la sua psicologia nella decisione. Non prova alcun dispiacere per i suoi cari sconfitti e mazziati, condannati alla peggior prigione del mondo, diventa un satellite di Sai e passa il tempo attorno a lui. Anche Baby 5 ha del sangue sulle mani e mi sembra il caso che paghi ciò che merita. E prima che si dica "è entrata nei Donquixiote da bambina, è stata indottrinata": quando Buffalo è entrato nei Donquixiote aveva quattordici anni, come anche Diamante, Monet diciassette, Doffy e Vergo dieci, Pica e Sugar nove, e Dellinger... zero. 
Se proprio deve andare così, non vorrei tuttavia pensare che la sua vita coniugale sia piacevole. Penso che Sai non le voglia necessariamente male, ma non la rispetti e non la veda come un'uguale. Ricordo che non l'ha portata al Reverie, mentre sia Stelly che Wapol hanno portato Sally Qualcunietta e Kinderella. Un destino da brava mogliettina che si occupa della casa, del marito, del cognato e del suocero, quando prima comandava soldati e vinceva battaglie. 
Ho già utilizzato una canzone di Mulan per parlare di lei, Short Hair o Mulan's Decision, che ha accompagnato la scrittura della sua drabble in Con Le Spalle Al Muro. Scelgo così la canzone più famosa del film, per parlare di nuovo di identità e della scelta di chi essere. Scelta che non convidido, ma per lo meno ci sono delle conseguenze.
Ah, Trebol e Diamante stanno insieme. Con me è così. 
Ci si vede.
Lady R
  
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