Capitolo
IX
L’intervento
dei federali
La
sede principale dello ZBI a Zootropolis si trovava nel Distretto di
Savanna
Central, all’interno dei primi dieci piani del Twist, uno dei
grattacieli più
riconoscibili fra gli altri presenti nel centro cittadino.
La
Tana – così era stata definita – si trovava al quinto piano. Le squadre
degli agenti
che lavoravano per lo ZBI erano suddivise per numero.
La
Squadra Uno era composta da quattro agenti. Jack Wilde era il
caposquadra e
lavorava per l’agenzia da dieci anni. Il suo vice comandante era
Anthony
Cervozzo; a volte faceva innervosire il suo superiore per il suo
atteggiamento
da sciupafemmine incallito (o almeno, così gli piaceva pensare di sé
stesso) e
per la sua fissa di fare scherzi occasionali ai suoi colleghi agenti;
ciò
nonostante, Cervozzo rispettava profondamente Wilde. Gli altri agenti
che
facevano parte della squadra erano Josephine Catalan, una leonessa, e
Linda
Nivalis, una donnola.
Jack
era seduto alla sua scrivania, scuotendo la testa mentre leggeva la
cartella
contenente le ultime documentazioni sul caso. La schermata del computer
sulla
sua postazione da lavoro faceva vedere continuamente le immagini
riprese dalle
telecamere che ritraevano i volti di Dawn Bellwether e Doug Ramses.
La
scorsa settimana aveva organizzato un blitz dopo aver scoperto che in
quel
magazzino producevano il Risveglio dei Morti che fungeva da
collegamento al
caso di propria competenza. Avevano interrogato i sospettati e ottenuto
informazioni che li avevano convinti sul fatto che un nuovo criminale
misterioso avrebbe adoperato quella sostanza per uno scopo nefasto: un
attentato terroristico che Zootropolis non vedeva dagli incidenti
avvenuti
diciannove anni prima, in seguito alla scoperta del caso degli
Ululatori
Notturni.
Tutto
quello che sapevano era che il criminale in questione si chiamava
Michael. Non
sapevano neppure a quale specie appartenesse. Gli arrestati non avevano
fornito
altre informazioni utili.
Ciò
significava che, al momento, erano giunti in un vicolo cieco, a meno
che i loro
obiettivi non fossero stati tanto incauti da uscire allo scoperto o uno
dei mammiferi
finiti agli arresti non avesse cambiato idea.
Tuttavia,
ciò che aveva catturato l’attenzione di Jack era il fatto che, durante
gli
interrogatori, tutti avevano dichiarato che prendevano ordini soltanto
da Ramses
e che Bellwether non era coinvolta nella faccenda.
Per
avere la conferma di tali affermazioni, l’agente Wilde aveva mandato
Nivalis a
tenere d’occhio la casa di suo cugino e Catalan a controllare ciò che
accadeva
presso l’abitazione di Judy Hopps. Nel frattempo, sperava di convincere
la
polizia di Zootropolis a essere più propensa a collaborare; perciò
aveva
svelato tutte le informazioni finora in suo possesso all’agente Hopps e
a suo
cugino, nella speranza che potessero agire come i suoi occhi e le sue
orecchie.
Jack
aveva raccolto abbastanza informazioni su Nick Wilde e Judy Hopps.
Aveva
osservato i profili di entrambi e aveva scoperto una storia molto
interessante:
in qualche modo, Judy Hopps aveva convinto Nick a condurre una vita più
onesta.
La cospirazione ordita da Bellwether non ha neppure bisogno di essere
inclusa,
dal momento che tutti sanno come era andata a finire. A un certo punto,
quei
due erano diventati amanti e sebbene non si fossero mai sposati,
avevano
consumato la loro relazione, il che portava alla nascita del loro primo
figlio,
un ibrido che portava lo stesso nome di suo padre. Jack aveva
accumulato
abbastanza esperienza nel suo lavoro da sapere che quelli come lui
erano rari
ma non insoliti. Tuttavia, Jack aveva saputo che Nick aveva lasciato la
città e
che era ritornato nella settimana in cui sua madre Viola era deceduta.
A
quel tempo, Jack era impegnato in un incarico della massima importanza
e, di
conseguenza, non aveva potuto prendere parte al funerale, perciò non
era stato
lì per scoprire cosa fosse successo. Tuttavia, il modo in cui Nick era
scomparso per poi riapparire aveva destato la sua curiosità. Perciò,
aveva
indagato a fondo sulla questione. Almeno in apparenza, Nick era
riuscito a
mettere a frutto le sue abilità di truffatore e si era creato una nuova
identità in Messigatto, il che aveva portato al fallimento delle
ricerche che
Judy Hopps aveva effettuato per mesi dopo che Nick aveva lasciato
Zootropolis.
Jack non poté fare a meno di provare un riluttante senso di invidia
verso suo
cugino: sarebbe stato un ottimo agente sotto copertura. Non prestò
attenzione
alle motivazioni che avevano spinto Nick ad agire in quel modo; per
quel che lo
riguardava, quelli non erano affari suoi, a meno che non fossero stati
necessari per la conduzione di un’indagine. A un certo punto, Nick
aveva
incontrato qualcun altro laggiù, una volpe di nome Anabel Skye, che
aveva
lavorato presso lo ZCIS, agenzia rivale dello ZBI; i due avevano
intrapreso una
relazione che aveva portato alla nascita di un altro figlio. Nick aveva
svolto
diversi lavori prima di intraprendere la sua carriera nel settore
dell’intrattenimento che gli aveva permesso aprire una società che
fatturava un
notevole profitto in Messigatto. Anabel Skye era morta due anni fa in
un incidente
stradale. L’anno dopo, Nick si era dimesso dal ruolo di direttore
generale
della società che lui stesso aveva fondato e aveva venduto le sue
azioni, prima
di essere di nuovo arruolato fra i ranghi della polizia di Zootropolis.
Aveva
anche ripreso legalmente il suo cognome di nascita.
Il
profilo di Judy Hopps era stato molto più semplice da tracciare. Aveva
avuto
successo nel suo lavoro, ma stando alla documentazione proveniente
dall’archivio del dipartimento di polizia, aveva sofferto di una forma
di depressione
post partum dopo la nascita di suo figlio. Nell’arco di quindici anni
era
riuscita a diventare il capitano del Distretto Uno. Jack non aveva mai
avuto la
necessità di interagire con lei. Evidentemente doveva esserle successo
qualcosa
da quando Nick aveva fatto ritorno, poiché aveva rassegnato le
dimissioni da
capitano e aveva chiesto di essere retrocessa al grado di tenente. Fino
a quel
momento era apparsa un treno inarrestabile, ma sembrava non essere
cosciente
dei suoi limiti. I due erano ritornati a essere amici, ma da quello che
Jack
aveva potuto intuire, fra loro vi era un certo disagio che cercavano
entrambi
di superare.
Avendo
giocato bene le proprie carte, non era stato difficile per Jack
indirizzarli
dove avrebbe voluto. Gli aveva detto che, se fosse finita nelle zampe
di Doug
Ramses, il Risveglio dei Morti sarebbe diventato un’arma terribile per
la sua
vendetta. Da lì, sapeva che sarebbero stati in allerta, in cerca di
qualunque
segnale da parte di Ramses e Bellwether.
Il
telefono di Jack squillò. Era Catalan, l’agente incaricata di tenere
sotto
controllo l’abitazione di Judy Hopps.
“Qui
parla Wilde.” rispose Jack.
“Wilde,
ho appena visto una pecora che indossa quelle che sembrano una tuta
arancione e
una giacca. Sembra che abbiamo trovato Bellwether… sta per entrare
all’interno
dell’edificio.”
Jack
digrignò i denti mentre si allontanava dalla sua scrivania.
“Continua
a tenerla d’occhio, ma non intervenire a meno che non sia strettamente
necessario. Ramses potrebbe esserle di supporto nei paraggi.” ordinò
l’agente,
prima di rivolgersi a Cervozzo.
“Prepariamoci.”
gli disse Jack mentre ritornava alla sua scrivania per afferrare la
pistola, il
distintivo e le chiavi.
“Sembra
che la nostra pecorella abbia smarrito la via.” osservò Cervozzo,
guadagnandosi
un rapido cenno d’intesa da parte del suo superiore.
******
Jack
e Cervozzo erano quasi arrivati a destinazione, quando la radio crepitò.
“Sono
stati sparati dei colpi a Baobab Avenue. Un cecchino sospetto è
presente in
zona.” comunicò l’agente Catalan.
“Dannazione!”
imprecò Jack quasi sbattendo le zampe contro il volante, mentre si
stava
avvicinando al marciapiede poco fuori l’appartamento in cui Hopps
abitava.
L’agente
Wilde balzò fuori dalla macchina, mentre estraeva la pistola dalla
fondina. L’agente
Catalan uscì fuori dall’edificio con la pistola nella zampa.
“Due
colpi sono stati esplosi a ovest dal bersaglio.” riferì la leonessa,
“Una delle
finestre nell’appartamento dell’agente Hopps è andata in frantumi.”
“Ci
sono state delle vittime?” domandò Jack.
“Bellwether
è stata colpita, Hopps è in sua compagnia in stato cosciente. Non ci
sono stati
altri spari. Ho già setacciato il pavimento alla ricerca di indizi.”
“Cervozzo!”
esclamò Jack rivolto al cervo, “Vai con Catalan e setaccia tutti gli
appartamenti
a ovest da qui. Io controllerò il luogo del delitto.”
“Ricevuto,
capo.” annuì Cervozzo, mentre lui e Catalan obbedivano agli ordini e
Jack si
dirigeva verso il complesso abitativo. Tirò fuori l’arma d’ordinanza e
salì al
piano in cui si trovava l’appartamento dove abitavano Judy Hopps e suo
figlio.
Una volta giunto alla porta, la controllò e si accorse che era chiusa.
“ZBI!
Aprite!” dichiarò Jack in tono perentorio. La porta si aprì dopo
qualche minuto.
Jack entrò con circospezione nell’appartamento, tenendo la pistola ben
in
vista. I suoi occhi si posarono su Judy Hopps, che si reggeva a fatica
sulle
zampe; più avanti c’era Dawn Bellwether, distesa immobile sul
pavimento. La
coniglia sembrava in preda al panico.
“Tutto
bene, Hopps?” domandò l’agente Wilde mentre abbassava l’arma e si
accovacciava
accanto alla coniglia.
“Bellwether,
lei…”
“È
morta?”
“No,
non credo.” disse Judy scuotendo la testa, “Ma credo sia stata colpita
da un
proiettile ricavato dal Risveglio dei Morti.”
Jack
si chinò su Bellwether e le controllò il polso. Sebbene fosse
accelerato, era
di sicuro ancora viva. L’agente Wilde digrignò i denti, prima di tirare
fuori
il telefono e comporre un numero.
“C’è
bisogno di un’ambulanza al 295 di Baobab Avenue.” disse al telefono,
“Il ferito
è una pecora di quarantanove anni, che è stata probabilmente avvelenata
dal
Risveglio dei Morti. A tutti gli agenti presenti, prestate la massima
attenzione. Il cecchino potrebbe ancora essere nelle vicinanze.”
Jack
interruppe la linea.
“Era
venuta qui per dirmi…” iniziò Judy.
“Taglia
corto, Hopps.” la interruppe Jack, “Può aspettare fino a quando non
saremo
fuori di qui.”
Il
telefono di Jack squillò e l’agente rispose immediatamente.
“Qui
parla Wilde.” disse.
“Capo,
abbiamo ripulito la zona.” riferì l’agente Cervozzo, “Una delle
abitazioni aveva la porta aperta ed era vuota. Nessun segno del
cecchino, ma
alcuni testimoni hanno riferito di aver visto un ariete in fuga con una
valigetta pochi istanti fa.”
Jack
digrignò i denti.
******
L’Ospedale
Centrale di Zootropolis era sempre pieno. Jack vi era stato così tante
volte da
conoscerlo praticamente come le sue stesse tasche.
In
quel momento si trovava nella sala d’attesa con Judy, mentre i dottori
stavano
valutando le condizioni di Bellwether in una stanza privata. Jack aveva
mandato
i suoi sottoposti alla ricerca dei possibili posti dove il cecchino
avrebbe
potuto nascondersi; nel frattempo, la polizia aveva prelevato il figlio
di Judy
e la sua amica e li aveva portati alla centrale. Andò a una delle
macchinette
automatiche e prese un caffè. Dopo essersi rivolto a Judy, prese un
caffè anche
per lei e vi si sedette accanto con entrambi i bicchieri nelle sue
zampe.
“Ecco
qui.” disse Jack mentre porgeva il bicchiere a Judy. La coniglia lo
guardò
sospettosa, prima di accettare il caffè.
“Grazie.”
sussurrò Judy.
“Dimmi
che cosa è successo.” chiese Jack.
“Non
sarebbe meglio prenderlo come un interrogatorio in piena regola?”
“Ah…
beh, in questo momento sei in stato di shock. Una semplice
chiacchierata andrà
benissimo. Sbrigheremo le scartoffie burocratiche del caso più avanti.”
Judy
gli lanciò un’occhiata perplessa.
“Bellwether
ha detto qualcosa prima che le sparassero?” domandò Jack.
“Lei…
lei ha detto che questo Michael ha intenzione di colpire la città con
delle
bombe realizzate con il Risveglio dei Morti…”
“Beh,
il metodo non è poi così importante.” affermò Jack, “Sappiamo soltanto
che un
imminente attacco terroristico sta per verificarsi proprio sotto il
nostro
muso. Che altro?”
“Comincio
a pensare che chiunque abbia deciso di spararmi a casa mia
risponderebbe più
che volentieri a questa domanda.” commentò Judy in modo sprezzante.
Jack
ritenne opportuno non rischiare di contrariarla.
Le
orecchie di Judy si alzarono nel sentire le porte della sala d’attesa
aprirsi
mentre Nick faceva il suo ingresso in ospedale, seguito dall’agente
Nivalis.
Jack lo guardò.
“Cosa
ci fate qui?” domandò Nick, “Che cosa è successo? Ho sentito che ci
sono stati
degli spari e che qualcuno era stato ricoverato qui!”
“Nicholas…”
disse Jack rivolgendosi al cugino.
“Carotina,
come stai?” domandò Nick ignorando l’agente dello ZBI.
“Io…”
si limitò a dire Judy, mentre stringeva le zampe che premevano sulle
sue cosce.
“Nicholas,
potresti lasciarci soli per un momento?” domandò Jack.
“Senti,
so che stai solo svolgendo il tuo lavoro…” esclamò Nick con un ringhio,
“Ma ho
sentito dalla tua sottoposta, che peraltro sorvegliava casa mia, che
non sarei
dovuto venire a conoscenza del fatto che c’era stata una sparatoria!”
Jack
fece una smorfia di disappunto. Significava che Nick era riuscito ad
accorgersi
della presenza di Nivalis fuori casa sua. Era sempre stato
particolarmente
attento in queste cose.
“Mi
dispiace, Nicholas, ma ho pensato che non avvisarti degli agenti che ti
monitoravano a casa tua sarebbe stato meno destabilizzante per te…”
Prima
che Jack potesse proseguire, Nick lo aveva afferrato per il colletto
della
camicia e lo aveva spinto contro un muro. Diversi inservienti si
precipitarono
nel tentativo di placare gli animi.
“Nick!”
esclamò Judy alzandosi dal suo posto. La volpe mostrò per un attimo le
zanne
prima di lasciare andare suo cugino. Si allontanò da lui e lo guardo di
nuovo,
prima di rivolgersi a Judy.
“Stai
bene, Carotina?” chiese Nick.
“Sono
solo un po’ scossa, Nick. Tutto qui. Te lo assicuro.” rispose Judy.
“Come
sta Junior?”
“Lo
hanno portato alla centrale di polizia. Sta bene.”
Nick
non poté fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.
“Dov’è
Robin?” domandò Judy.
“Lui
è con Finnick, adesso. Ma se né tu né Junior siete stati colpiti,
allora chi…”
Nick lanciò uno sguardo torvo verso suo cugino.
“Bellwether
aveva pensato che avrebbe fatto meglio ad avvertire Hopps a casa sua.”
rispose
l’agente Wilde, mentre i peli della pelliccia di Nick drizzarono.
“Uno
dei tuoi sottoposti sorvegliava la casa di Judy e hai comunque permesso
a
Bellwether di lasciarla entrare?” domandò Nick, mentre la sua rabbia
nei
confronti di Jack montava vertiginosamente.
“Lui…
cosa?” domandò Judy accigliata.
“Esatto,
ha piazzato degli agenti davanti alle nostre case.” esclamò Nick,
“Anche se,
alla prova dei fatti, gli standard di reclutamento dello ZBI devono
essersi abbassati
di parecchio, se un agente permette a un evaso in fuga di entrare nelle
abitazioni altrui come se nulla fosse.”
“Non
è proprio così che stanno le cose.” si difese Jack.
“Bellwether
non mi ha fatto del male.” insistette Judy, “Lei… voleva soltanto
parlarmi.
Almeno credo.”
“Questo
è tipico di lei.” ribadì Nick, “Sono sicuro che stia tramando qualcosa.
Probabilmente era lì per metterti nella linea di tiro del proiettile.”
“Non
possiamo escludere la possibilità che stia collaborando con Ramses.”
concordò
Jack.
“Io…
non ne sono certa.” affermò Judy, mentre entrambe le volpi la
guardavano. Prima
che potesse essere ripreso il filo del discorso, le porte d’accesso
alle sale
operatorie si aprirono e un ocelot, che lavorava come medico presso la
struttura,
fece la sua apparizione.
“Agente
Wilde.” disse l’ocelot mentre si avvicinava ai tre mammiferi.
“Che
cosa può dirci, dottore?” gli domandò Jack.
“Non
c’è dubbio che la signorina Bellwether sia stata colpita dalla sindrome
del
Risveglio dei Morti.” spiegò il medico, “Abbiamo mandato dei campioni
di sangue
in laboratorio per la conferma, ma siamo abbastanza sicuri dei sintomi.
Il
fatto preoccupante è che questi sintomi avrebbero dovuto iniziare a
perdere di
efficacia, ma sembra che questo non stia accadendo.”
“Questa
è certamente opera di Doug.” osservò Nick.
“La
ringrazio, dottore.” disse Jack. L’ocelot fece ritorno in sala
operatoria,
lasciando soli Jack, Judy e Nick.
“Adesso
che cosa succederà?” domandò Judy.
“Ora…
è chiaro che voi due siete degli obiettivi sensibili.” affermò Jack,
“Significa
che sarete ammessi al programma di protezione testimoni.”
“Significa
che non potremo tornare al lavoro?” domandò nuovamente Judy, “Che cosa
accadrà
ai nostri figli?”
“Parlerò
con il vostro capitano.” disse l’agente Wilde, “Non tornerete al vostro
posto
di lavoro finché non avremo risolto questo caso e arrestato Ramses.”
Nick
digrignò i denti per la rabbia.
“Per
quanto riguarda i vostri figli, mi assicurerò che i miei agenti li
tengano
sotto stretta sorveglianza ogni volta che andranno e torneranno da
scuola.”
ribadì Jack.
******
Ci
vollero tre giorni per rendere di nuovo sicuro l’appartamento di Judy e
altrettanti per convincere Nick e Judy a non lavorare nel Distretto
Uno. Il
capitano Fangmeyer non era affatto entusiasta all’idea di dover fare a
meno di
due agenti così validi, ma concordava sul fatto che la loro sicurezza
personale
venisse prima di ogni cosa, dato che, con ogni probabilità, Doug Ramses
sarebbe
ritornato alla carica.
Nel
frattempo, gli esami del sangue di Bellwether risultarono positivi al
Risveglio
dei Morti, alla stessa concentrazione risultata dagli esami condotti
dallo ZBI.
Judy dovette ritenersi molto fortunata, perché quella dose l’avrebbe
quasi
certamente uccisa, e in tempi tutt’altro che rapidi. Per fortuna, i
medici che
lavoravano nei laboratori di ricerca stavano già preparando un
antidoto; se
avessero continuato così, sarebbe stato pronto entro la settimana
successiva.
Jack
aveva raccolto una deposizione completa da parte di Judy, ma alla fine
si era
scoperto che il figlio di Judy e la sua amica avevano registrato
l’intera
conversazione sui loro cellulari. Stando a ciò che la volpe aveva udito
dalla registrazione,
Bellwether aveva cercato di avvertire Judy e non di incastrarla.
Tuttavia, una
volta che la pecora si fosse ripresa, avrebbe fatto ritorno al carcere
di
Mountainside, dal momento che era ancora una fuggitiva.
Ora
tutto ciò che Jack doveva fare era assicurare Doug Ramses alla
giustizia, oltre
che scoprire e disinnescare l’attacco che avrebbe gettato Zootropolis
nel caos
per colpa del Risveglio dei Morti. Per raggiungere i suoi scopi,
l’agente Wilde
aveva bisogno di scoprire come avrebbero agito quei criminali.
Era solo questione di tempo prima che venisse effettuata la mossa successiva e Jack era risoluto a non farsi cogliere impreparato.
Note
dell’autore: Bene,
eccoci al nono capitolo!
Beh,
era ora che Jack Wilde e i suoi sottoposti iniziassero a scrollarsi un
po’ di
polvere di dosso e iniziassero a contribuire alla risoluzione del caso.
Non vi
pare?
A
proposito, mi pare doveroso inserire una piccola precisazione
riguardante l’agente
Anthony Cervozzo, il vice di Jack Wilde. Nella versione originale della
storia
si chiama Anthony DeerNozzo ed è un palese riferimento all’agente
speciale Anthony
“Tony” DiNozzo, personaggio della serie televisiva statunitense NCIS
–
Unità anticrimine dalle palesi origini italiane. Ho così deciso
di
modificare leggermente il cognome originale in modo che poteste notare
fin da
subito questo particolare. In ogni caso, avrete modo di rivederlo in
azione nei
capitoli successivi. Vedrete!
Come
è mia consuetudine, vi lascio alcuni link utili:
Pagina
DeviantArt dell’autore: https://www.deviantart.com/giftheck/
Capitolo
IX di Waking Death: https://www.deviantart.com/giftheck/art/Waking-Death-10-Agency-700503494
Storia
completa: https://archiveofourown.org/works/11441793?view_full_work=true
Questo
è quanto. Vi ringrazio per la vostra cortese attenzione. Al prossimo
capitolo!