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Autore: Ulvinne    16/02/2020    4 recensioni
Piccolo What if drammatico della route di Julian. Qui, il dottore è rimasto nel mondo dell'Appeso,mentre MC è tornata indietro e si è rifatta una vita con Asra. Ma quando Julian cerca di riprendersi l'amata apprendista, cosa fa il Mago?
La mia MC è Eryn, qualcuno di voi aveva imparato a conoscerla per quella storia che ho cancellato, spero vi piaccia :3
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il delitto perfetto

Guardo il mare multicolore da non so quanto tempo. Mi ero ripromesso che mi sarei riposato un po’, quanto bastava prima di tornare a casa, ma le mie energie magiche si sono rigenerate da un pezzo. La stanchezza che sento è mentale e non ha niente a che vedere con le ferite che ho addosso, ferite prontamente rimarginate e per fortuna prive di sfregi in modo che non debba dare spiegazioni. Non credo sarei in grado di darne.
«Se intendi rimanere qui così tanto possiamo almeno fare quattro chiacchiere, Asra» mi giro di scatto e la figura volpina del Mago mi osserva mentre avanza dalle fronde della foresta di palme, eppure il suo sorriso non ha niente di lieto.
Sa cosa ho fatto, tutti gli Arcani sanno cosa ho fatto. Anche se non avrei voluto.
«Dubito sarei un buon interlocutore»
«Lo escludo» il Mago avanza e resta in piedi, le mani dietro la schiena e la folta coda aranciata che si muove languidamente sfiorandomi di tanto in tanto le braccia; sono avvolte intorno alle ginocchia e non riesco a sciogliermi da questa posizione. Nonostante sia oramai un uomo, mi sento un bambino sperduto, per questo sono qui. Il mago nonostante tutto è stato la figura per me più importante e sicura durante l’infanzia.
«Dici?»
«Nel dolore e nell’angoscia voi umani generate pensieri interessanti. Contorti, cupi e dolorosi» distolgo lo sguardo «così come nella colpa. L’avevi mai fatto, prima?» scuoto il capo.
«No. E non credevo nemmeno l’avrei fatto. L’ho pensato molte volte su Lucio, ma alla fine…» mi era mancata la forza. O forse la spietatezza.
Eppure stavolta è successo e se una parte di me non l’avesse voluto non starei così male; non l’ho nemmeno realizzato finché non è accaduto, finché non ho sentito lo stomaco contrarsi di orrore…ma ancor prima di puro sollievo.
«Lo dirai?» scuoto il capo.
«Solo se mi costringerà»
«E tu credi che guardare dove non si è voluto guardare fino ad ora sia soluzione» le orecchie triangolari della volpe hanno un guizzo e il muso si arriccia per un breve attimo «La cecità è maledizione per alcuni e benedizione per altri. Forse lei indosserà quella benda per sempre, ma puoi mentire ad altri occhi, Asra?» il mio stomaco si contrae di paura e per un attimo resto come gelato a fissare quell’orizzonte violaceo senza in verità vederlo.
«…non avevo scelta» mi trema la voce e mi stringo ancora di più le ginocchia contro il petto «io…dovevo farlo.»
«Dovevi?»
«Dovevo!» guardo il Mago con rabbia, come fosse sua la colpa «Non potevo permettergli di distruggere tutto quello che abbiamo costruito! Non potevo permettergli di tornare di nuovo a causare scompiglio ancora una volta!» perché avrei dovuto dopotutto?
Ci ho provato a dirglielo, ho tentato! L’ho supplicato, gli ho spiegato che questa volta non poteva, non poteva tornare. Che sarebbe stato egoista da parte sua.
Poi mi sono arrabbiato e i toni si sono alterati; sono sempre stato bravo a mantenere il controllo della situazione, qualcuno mi ha crudelmente rinfacciato che se lo voglio sono perfettamente in grado di manipolare le persone, ma questa volta…
«Quel che ti attende oltre questo portale non è parte delle tue radici, Asra» il Mago si limita ad esporre i fatti, non si schiera e una parte di me lo odia per questo; per una volta avrei bisogno di essere sostenuto, anche se so che non è possibile. Non ha interesse né capacità di farlo, è la sua natura.
E in parte è anche la mia.
«Ma ho dato tutto perché lo fosse» affondo le mani nella sabbia, la stringo «Quel che è successo è frutto delle sue scelte»
«E anche delle tue» sollevo gli occhi in quelli viola e senza pupilla del Mago «Ma tu in fondo sai benissimo come sono andate le cose, vero?» sorride, ma è un sorriso che non riesco a definire «Devi solo ammetterlo. O ancora negarlo. O ancora, dimenticarlo. Sai benissimo come si fa» mi mordo il labbro inferiore.
Potrei dimenticare, è vero. Ma voglio?
Voglio dimenticare cosa ho fatto?
«…io…» devo dirlo, anche se tutto sarà più reale.
«Tu?» anche se tutto sarà più terribile.
Anche se questo segreto mi renderà solo come mai lo sono stato; qualcosa che non potrò condividere mai con nessuno se non al prezzo di perdere tutto. Un prezzo che non sono disposto a pagare, non per tutto questo, non per Lui. Per lui non sono mai stato capace di dare più di quel che mi faceva comodo.
«io…ho…» l’ho fatto per proteggere quello che ho. L’ho fatto per proteggere me stesso. Per proteggere lei «io ho ucciso Julian» per proteggere Ilya e Kadlin.
Per poter avere Eryn, ora che sta cercando di essere felice.
Non gli avrei permesso di ritornare per portare scompiglio nella vita di Ilya e Eryn. Non gli avrei permesso di tornare per poter di nuovo rovinare tutto. Perché se la perdessi ancora una volta, se perdessi la madre di mia figlia, se perdessi ancora l’amore della mia vita io potrei uscirne completamente distrutto.
E stavolta non sono disposto a rischiare. Non ero disposto a sacrificarmi per Julian…così ho sacrificato lui, anche se non volevo farlo.
Avrei dovuto intrappolarlo nel mondo dell’Appeso, come avevo promesso ad Eryn quando mi ha supplicato di non fargli del male. Ma forse vederla ancora così in pena per lui ha instillato in me quell’odio velenoso in maniera così lieve che non l’ho percepito finché non è esploso.
Lei mi ama, lo so. Ma amerà sempre Julian. E il suo cuore non sarà mai più solo mio. Per questo quando l’ho ucciso, anche se non l’ho fatto volontariamente, ho sentito quella fitta di sollievo. Ora so che lui non potrà mai portarmela via. Che non potrà nemmeno portarmi via Ilya, mio figlio.
Suo figlio.
Quel bimbo che amo proprio perché è anche suo, non solo di Eryn. Quel figlio che ora mi sbatterà sempre in faccia la mia colpa. Come potrò meritare il suo amore, ora che ho ucciso suo padre? Come potrò guardare in faccia mia moglie sapendo che ho ucciso l’uomo che ama?
Semplice: tacerò, come ho sempre fatto.
Sono bravo a farlo.
Perché c’è sempre un prezzo per ottenere quel che si vuole, basta solo pagarlo.
«E’ stato difficile?» la voce del Mago è pacata, mi guarda seriamente, ma non mi sta giudicando.
«Meno di quel che credessi» per lui, per tutti gli Arcani, la vita umana è qualcosa di interessante, ma a parte casi si rara emergenza ne sono molto distaccati. Anche se credo che se mi presentassi di nuovo nel regno dell’Appeso potrei non uscirne più.
Dopotutto ho distrutto il suo umano, il suo demone preferito. Qualcosa che prima o poi cercherà di farmi scontare, probabilmente.
E forse io spero che lo faccia subito, in modo da affrontare la punizione che sento di meritare per mano di qualcun altro perché io non sono capace di infliggermela.
In fondo, non sono del tutto pentito.
Mi faccio schifo? Sì. Vivrò per il resto dei miei giorni con questa colpa? Assolutamente.
Ne è valsa la pena?
Negli occhi del Mago vedo riflesso il sorriso di Eryn, quello di mia figlia Kadlin, quello di Ilya…e mi dico sì, ne è valsa la pena.
«Devo andare» il Mago annuisce.
«Se fossi in te non mi farei vedere per un po’ nel limbo dei Reami, nemmeno per venire da me. Il rancore dell’Appeso sa essere nero come le sue piume, Asra» sorrido amaramente.
«Potrei dire che ti stai affezionando a me» un guizzo sardonico brilla negli occhi della creatura.
«Sei un umano troppo divertente per poterti perdere in maniera così sciocca. Ma tirare troppo la corda potrebbe condurti a cadere» certo non interverrà per salvarmi; nessuno degli Arcani lo farebbe, se non per casi di estrema emergenza come quando abbiamo intrappolato il Diavolo.
«Mi eviterebbe una vita di menzogna» sospiro; ho scelto «Addio, Mago. Spero non sia l’ultima volta che parliamo» mi congeda con un semplice “addio Asra” mentre apro il portale e torno a casa.
La mia messinscena ha inizio.
 
«Asra!» non appena il portale si chiude, Eryn attraversa la stanza del negozio e mi getta le braccia al collo, cogliendomi di sorpresa «Sei vivo! Sei qui!» la abbraccio subito e affondo il viso nei suoi capelli neri, dove qualche filo argentato ha iniziato ad insinuarsi come un serpente…e a proposito di serpente, Faust sbuca dalla manica dell’ampia tunica indossata da mia moglie, preoccupata.
Dolore?
Piccola Faust, vorrei che tu non capissi quel che ho fatto; vedo i suoi occhietti spalancarsi e la lingua saettare un paio di volte, prima di muoversi agitata lungo il mio braccio.
Morte…
Sì, morte. Ti prego, almeno tu non giudicarmi, piccola mia. tu sai come sono…tu lo sai.
Vicino!
Povera, piccola Faust. Anche volendo non potrebbe mai andarmi contro; è il mio famiglio, siamo legati e nel bene e nel male il nostro legame le impone anche di empatizzare così tanto con me da non scindere la sua volontà dalla mia, non completamente.
«Ero così preoccupata, e anche Faust!» ci sciogliamo dalla presa e osservo i suoi occhi verdi che attendono una risposta.
Cosa devo fare?
«…ce l’hai fatta?» diglielo, Asra.
Ha diritto di odiarti, ha diritto di allontanarti e scacciarti.
Ha diritto di non volerti nella sua vita, nonostante tutto.
«…Asra?» scuoto la testa e la stringo a me.
«L’ho intrappolato. Non tornerà mai più» ma sono un codardo e i suoi diritti stavolta non riesco a concederglieli.
Perdonami, amore mio! Perdonami, ti prego.
«sono sollevata» dice, e seppur sia vero noto che i suoi occhi si tingono di una malinconia e un dolore che non può controllare «era giusto così. Per Ilya e Kadlin» ma non per te.
Ecco quella vocina maligna, mi sussurra ciò che non dovrei pensare: che ho fatto bene ad uccidere Julian, che in fondo lei non mi amerà mai e forse, se lui fosse tornato, avrebbe potuto portarmela via di nuovo…invece così ho salvato tutti.
La mia famiglia, mia moglie e…soprattutto me.
«Possiamo stare tranquilli, adesso» aggiungo, prendendole il viso tra le mani e riempiendoglielo di piccoli baci «ora va tutto bene» e lei si lascia baciare, mi carezza le mani con le sue e chiude gli occhi, sorridendo. Adoro le piccole rughe che si formano intorno alle sue labbra quando lo fa.
«Ora sì» deglutisce e seppur non vorrei, percepisco che in fondo c’è tanta amarezza nel suo tono.
Julian…come ci riesci?
Come riesci a farti amare così tanto e così a lungo nonostante quello che hai fatto? Come riesci ad essere così dannatamente ingombrante?!
Ti ho voluto bene, ho creduto di amarti per un po’, e sarei stato felice di saperti con lei…ma le tue scelte ti hanno condotto all’Appeso e stavolta non ti avrei permesso di riprenderti Eryn.
Rabbia?
Devo calmarmi, se Faust si agita così tanto se ne accorgerà anche Eryn, ma…non riesco a fare a meno di pensare che lei non si sarebbe fatta riprendere: lei avrebbe mosso quei passi per andare verso di lui, come ha fatto la prima volta.
E io sarei rimasto solo.
«Andiamo di sopra?» le sussurro e lei mi guarda, appena sorpresa…ma poi annuisce e mi prende la mano, sorridendomi e iniziando a salire le scale.
Delitto perfetto, Asra Alnazar. E ora inizia ad annegare la tua colpa, finché non avrà ingoiato così tanta acqua da poterti portare a fondo con lei. Prega solo di metterci poco, quando sarà il momento di affogare.
  
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