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Autore: ineedofthem    16/02/2020    3 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
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Capitolo 70
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Capitolo 70

"La famiglia è un piccolo mondo fatto di amore"

...alcune settimane più tardi

Di sere, come quelle, ce ne furono altre e così tante altre ancora, che ci era difficile pensare e poter distinguere il sogno dalla realtà. Nell'ultimo periodo i momenti che passavamo con Lucia si erano fatti sempre più intensi, portandoci alla consapevolezza che quello che ci univa a lei fosse un legame talmente totalizzante e viscerale che sarebbe stato solo difficile immaginare di scioglierlo. Noi eravamo già diventati una famiglia da tempo, nonostante non ci fosse nessuno contratto scritto a unirci. Ma si sa, certi legami sono così profondi, che non c'è bisogno di nient'altro, quando a unirli c'è l'amore.
Nel momento in cui ci venne comunicato che la nostra richiesta di affidamento fosse stata accolta, fu davvero impossibile trattenere l'emozione. Io e Luca ci ritrovammo a piangere, avvolti in un abbraccio, come bambini, travolti da una felicità inspiegabile. Perché tutto quello per cui avevamo lottato, si stava avverando sotto i nostri occhi, ancora increduli. D'altronde aspettarla era stato come vivere un'attesa, che però ci aveva portati a vivere una realtà adesso conforme alle nostre speranze. Certo, questo rappresentava solo un primo passo verso il raggiungimento del nostro più grande traguardo: l'adozione, ma andava benissimo così, se questo significava portare Lucia a casa con noi, per un tempo indefinito.

E il gran giorno è finalmente arrivato.

Rilascio un sospiro profondo, facendo vagare il mio sguardo lungo le pareti che compongono la stanza che, da stasera, diverrà, a tutti gli effetti, la cameretta di Lucia.
Mi sembra di immaginarla davanti ai miei occhi, di vederla immersa nei suoi giochi, spensierata e luminosa. È come se io stessa fossi già proiettata in un futuro roseo, che ci vede comportarci come dei veri genitori, prodigarci e preoccuparci per lei, leggerle la favola della buonanotte, coccolarla, amarla...
Per questo momento mi sono assicurata che tutto fosse perfetto, che ogni angolo di questa casa fosse pronta ad accoglierla. Io e Luca le abbiamo preparato una piccola sorpresa, invadendo l'ambiente di tanti palloncini di svariate sfumature di rosa; alcuni ricadono giù dal soffitto, posandosi leggiadri sul pavimento e strappandomi un sorriso. Anche se questo è solo un piccolo assaggio di quello che l'aspetta e non vedo davvero l'ora che lei possa scoprirlo.
"È venuta proprio bene, vero?"
Non mi è difficile riconoscere i passi di Luca alle mie spalle, così quando mi volto, faccio in modo che il mio sguardo complice sia tutto per lui. Per lui, per quello che abbiamo creato insieme, per tutto l'amore e la cura che ci abbiamo messo.
Gli pongo la mia mano, osservandolo muoversi, cauto, pur di non intaccare ciò che ci circonda e che aspetta ardemente di ospitare la nostra bambina.
La nostra bambina...modulo queste parole a lungo, e ancora mi stupisco di poterla considerare come tale, ma è semplicemente meraviglioso.
Le sue dita avvolgono le mie, stringendole a sé, con una dolcezza inaudita. La stessa che riversa in ogni suo più piccolo gesto.
Mi rendo conto che nei suoi occhi brilli la stessa consapevolezza che ora alberga nei miei e che non abbiamo bisogno di esprimere a parole. Saremo genitori, in una scelta che ha fondamenta mature e solide, pronti a ricevere il dono più prezioso che la vita potesse donarci.
Mi lascio, a quel punto, avvolgere dalle braccia di Luca, che da sempre rappresentano un porto sicuro per me, e mentre lui fa in modo che le sue labbra si posino in un bacio delicato sulla mia fronte, incomincio a contare le ore che mancano prima di poterla rivedere e sancire l'inizio della nostra nuova vita insieme.

***

La dottoressa Parracciani ci accoglie con un sorriso solare sulla soglia della casa famiglia.
In accordo con lei e la signorina Berardi, che ha dimostrato negli ultimi tempi un atteggiamento quasi arrendevole, che non sapevo potesse addicersi alla sua persona, abbiamo pensato che la nostra presenza qui dovesse essere una sorpresa. La piccola, infatti, è all'oscuro della nostra intenzione, nonostante sia a conoscenza del progetto di vita che intraprenderemo presto con lei.
Sebbene non l'avrei mai detto, tutto quello che sta accadendo è anche grazie a Irene, e al modo in cui abbia preso coscienza lei stessa di quanto questa fosse la soluzione migliore per Lucia. Vero è che, nonostante a parole non l'abbia mai ammesso, sia stata capace con i gesti di farci comprendere fosse finalmente con noi. Questa esperienza, difatti, mi ha insegnato cosa si celi a volte dietro alcuni sguardi, di quanto gli occhi giochino un ruolo fondamentale, comunicando più di quanto si possa pensare. E sicuramente il suo appoggio si è rivelato la vera vittoria.

Io e Luca camminiamo fianco a fianco, avvolti in un silenzio raccolto e rispettoso.
Mi rendo conto che al nostro passaggio, le attività continuino a svolgersi normalmente, come se, il nostro essere qui, non rappresentasse motivo di clamore. Le educatrici ci salutano con discrezione, continuando a dedicarsi ai piccoli ospiti, sostenendoli in qualsiasi loro esigenza.
Mi viene da pensare che davvero questa possa rivelarsi la nostra ultima volta qui e, lasciando che un sorriso speranzoso si insinui sul mio volto, con la mano di Luca a trovare la mia, seguiamo Amelia verso la stanza di Lucia.

La psicologa, accennando a un'espressione che lascia presagire la sua fibrillazione, si fa da parte, dandomi la possibilità di avvicinarmi alla soglia. Quindi, mi sporgo oltre la porta, facendomi spettatrice silenziosa della scena.
Non mi stupisco di trovare la mia piccolina assorta nella lettura di un libro di avventure. Ogni volta che mi fermo a guardare Lucia, mi riscopro a esserne attratta e adesso, in questo preciso attimo, sono sicura che potrei emozionarmi per il solo modo in cui i suoi occhi catturino le parole.
Muovo alcuni passi nella sua direzione, attenta e cauta, lasciandomi Luca alle spalle, che sembra percepire abbia bisogno di un momento in solitudine con lei.
"Ehi..."le sorrido, arrivandole di fianco e cogliendola, come speravo, di sorpresa.
La piccola rialza il suo sguardo alla mia vista, e i suoi occhi, infatti, si spalancano, donandole un'aria stupita ed entusiasta.
Richiude il libro sulle sue ginocchia di scatto, facendolo ricadere abbandonato accanto a sé, per rimettersi in piedi velocemente e corrermi incontro.
Quando mi stringe nel suo abbraccio, mi rendo conto che non mi abituerò mai a tutto questo. Accoglierò, ogni volta, il suo affetto e la cura nei miei confronti, come se fosse sempre la prima, stupendomi di quanto amore sia in grado di dare.
D'altronde, Lucia mi ha insegnato cosa significhi davvero amare in una forma disinteressata e generosa e credo che non smetterò mai di dirle grazie abbastanza per quello che mi ha trasmesso e donato.
"Sei pronta?" le domando, dedicandole un sorriso complice, mentre scendo ad accarezzarle i capelli con cura, sistemandole alcuni ciuffi scomposti dietro le orecchie.
Lucia posa i suoi occhi vispi e luminosi su di me, simulando un'espressione curiosa e decisamente tenera.
"Per andare dove?"proferisce, corruggando la fronte e le labbra in un broncio dubbioso.
Mi abbasso alla sua altezza, e mi è inevitabile tornare indietro nel tempo, a quel giorno triste e terribile in cui fu portata via dall'ospedale. Ma oggi so benissimo cosa risponderle, perché nonostante sia passato tanto tempo da allora, io non ho mai smesso di aspettare e di sperare per questo, affinché il desiderio di Lucia si avverasse.
E lei deve percepirlo dallo scintillio che attraversa il suo sguardo.
"Mi porti via con te, vero?" chiede speranzosa, con le sue mani che risalgono il mio viso, per posarsi sulle mie guance in una carezza delicata, alla continua ricerca di conferme.
Sebbene l'emozione arrivi a cogliermi senza che io me lo aspetti, annuisco, facendo in modo che il mio riso gioioso sia tutto per lei.
E quindi, nonostante, non riesca a replicarle a parole cosa provi, lascio che a farlo per me siano i miei occhi, che non riescono a smettere di guardarla come se fosse la cosa più bella e preziosa.

Nell'istante cui Lucia porta le manine a coprirsi le labbra, incredula davanti alle mie parole, Luca entra silenziosamente nella stanza, quasi avesse paura di intaccare il nostro momento.
Si muove verso di noi, piano, a piccoli passi, destando ben presto l'attenzione della piccola al mio fianco.
"Sì" le concede poi in un sorriso commosso, avvicinandosi per accoglierci entrambe a sé e dedicarci uno sguardo complice e premuroso. "Ti portiamo via con noi".

E lì, in un groviglio di corpi che assomiglia vagamente a un abbraccio, ma che trasuda di amore e tenerezza, mi viene da pensare che non sarò mai preparata nemmeno per questo, per il modo così speciale in cui ognuno di noi sembri trovare il proprio posto accanto all'altro.
Ma del resto, la famiglia è questo, è il posto dove ognuno ritrova se stesso e l'altro, in un grande cuore che accoglie e dona amore.

La voce di Lucia si leva timida ed emozionata, con gli occhi che luccicano di lacrime di gioia che stenta a trattenere.
"Ma, davvero, davvero?" pronuncia esitante, con la speranza ad albergare nel suo sguardo.
Avvicino la mia mano alla sua, facendo in modo che le sue dita collidano con le mie e annuisco.
"Davvero, davvero" le replico, in un mormorio sommesso, come se fosse qualcosa di intimo e prezioso da condividere con lei soltanto.

Luci, a quel punto, fa scivolare una lacrima dai suoi occhi, lasciandola libera di palesarsi e luccicare sulla sua pelle chiara. Poi abbassa lo sguardo come a nascondersi dai nostri occhi che non hanno smesso un attimo di scrutarla e si porta una mano a coprirsi il volto, a mostrare una commozione intima e raccolta.
Così, io e Luca l'accogliamo ancora tra le nostre braccia, dandole modo di dar sfogo alle sue emozioni. E nel momento in cui faccio in modo che la mia fronte si adagi alla sua, giocando a far sfregare il mio naso con il suo, mi viene da pensare che provi una profonda ammirazione per questa piccola donna che non ha nessuna remura nel mostrarsi in ogni sua più profonda sfumatura.
La cullo a me, condividendo con lei un sorriso tiepido e complice. Luca ci osserva entrambe, con i suoi occhi che non riescono a celare stupore davanti alla nostra immagine così nitida e complice, e si abbassa per lasciare un bacio tra i capelli di Lucia, senza far mancare a entrambe il suo sostegno.
Allora, lei rialza lo sguardo, inchiodandoci con i suoi occhi velati dalle lacrime ma che risplendono di luce propria.
Mi incanto a guardarli, tanto sono belli; è come se io riuscissi a scorgervi tutto un mondo. Un mondo che io e Luca non vediamo l'ora di viverci a pieno.
"Ma quindi, sarete la mia mamma e il mio papà?" domanda, poi, con un placido e ingenuo sorriso ad affiorare sulle sue labbra.
Basta scambiarsi uno sguardo con Luca per decidere cosa sia giusto risponderle. E non c'è nemmeno bisogno di annuire perché Lucia comprende da sé e prima che me ne possa rendere conto è lì, a muoversi leggiadra e luminosa, saltellandoci attorno per manifestare la sua gioia, inglobandoci in una bolla che sa di meraviglia e spensieratezza.
Non possiamo fare a meno di guardarci intorno per seguirla, lasciandoci andare a una piccola risata e osservandola con occhi che non riescono più fare a meno di lei.
Poi la piccola torna da noi, pronta a ricongiungersi alle nostre braccia che non aspettavano altro che vederla tornare e professa un grazie accorato e sussurrato, ma dietro il quale si cela un significato profondo.
Una lacrima sfugge al mio controllo, e me la stringo forte al petto, lì accanto al mio cuore che batte per lei e con lei, grata all'idea di sentirmi finalmente sua mamma per davvero.

Grazie a te, Luci, per i nostri momenti e i nostri discorsi, che hanno il sapore dolce, come sai essere solo tu...

***

Lucia brilla di stupore ed eccitazione e, sebbene il momento dei saluti si riveli spesso malinconico e triste, lei smania all'idea di andare via, di assaporare la sua libertà, per professare il suo segno di appartenenza a una famiglia, la nostra.
I suoi compagni l'accompagnano con lo sguardo, con gli occhi infelici di chi vede qualcuno andare via e spera ancora che lo stesso destino possa accadere anche a sé.
Io li scruto, a lungo, silenziosa osservatrice, e mi rendo conto che ognuno di questi bambini con il proprio vissuto, il proprio bisogno di affetto e attenzioni, meriti di vivere una storia a lieto fine come quella di Lucia.

La nostra piccolina saluta tutti, nessuno escluso, scivolando tra di loro aggraziata, e palesando il suo entusiasmo.
Solo in seguito, incontra l'attenzione della piccola Anna, seduta tra i suoi giocchi; il biberon portato alla bocca, che ciuccia con forza.
I suoi occhi scrutano la più grande con un'intensità disarmante, pronunciando tutta la sua confusione davanti alla situazione.
Lucia le sorride, abbassandosi alla sua altezza e le accarezza il viso, delicata.
Anna, ignara, deve però percepire ci sia un sentore di addio nell'aria perché, poco dopo, si apre in un pianto disperato e chiassoso, facendo ricadere il ciuccio a terra, in un tonfo sordo. Non mi è difficile pensare si tratti della paura del distacco, così come è inevitabile non percepire quanto la piccola si sia affezionata a Luci. Riconosco un legame tra di loro, che va al di là dei gesti misurati e degli sguardi complici. Ma non avevo dubbi che la mia Lucia potesse guadagnarsi l'affetto della piccola. Lei, con la sua delicatezza e il suo unico modo di essere, riesce a guadagnarsi un posto nel cuore di tutti e Anna, con un burrascoso passato alle spalle, è stata in grado di ritrovare in lei quel buono, quella meraviglia, che per tanto tempo le è stata sottratta.
Luci le dedica uno sguardo intenerito, abbassandosi per stringerla a sé e massaggiarle la schiena a mo' di conforto. Percepisco dai suoi occhi intristiti che anche lei faccia fatica a vederla così, e sebbene il loro gesto susciti commozione in ognuno di noi, è arrivata però l'ora di andare, e prolungare questo momento renderà il saluto ancora più doloroso.
Ci pensa una delle due educatrici presenti a prendersi cura della più piccola, facendo in modo che si distacchi, di malavoglia, dalle braccia di Lucia, per portarsela al petto, e cullarla allo scopo di rassicurarla. A niente serve che Luci la ricerchi ancora con lo sguardo, sussurrandole parole dolci e confortanti: Anna è ormai sorda a qualsiasi tipo di contatto con lei, come se si sentisse tradita.

Mi porto una mano al cuore, rammaricata dalla scena, così mi avvicino alla mia bambina, offrendole il mio conforto, percependo abbia anche lei bisogno di sentirsi tranquillizzare.
Lucia cerca il mio sguardo, mordicchiandosi il labbro, triste. Sembra che tutto il suo entusiasmo sia scomparso, quasi come se avvertisse che essere felice sia irrispettoso nei confronti di Anna.

Amelia e Irene si avvicinano, mentre l'educatrice Elena si allontana, portando con sé la più piccolina, nel tentativo di calmarla e ci esortano a lasciare la casa famiglia.
Prima di andare, però, la psicologa si abbassa all'altezza di Lucia, donandole un sorriso rassicurante. "Starà bene, non preoccuparti. E poi, quando vorrai, potrai venirla a trovare, ok?" proferisce, tentando di placare la sua agitazione.
Lucia cerca il nostro consenso, come se avesse bisogno di trovare conferma solo nel nostro sguardo riguardo alla veridicità delle sue parole, poi annuisce, più serena.
"Va bene" ammette, dondolandosi sul posto.
Amelia le accarezza una spalla, a mo' di incoraggiamento, rimanendo con gli occhi a lungo sulla sua figura, come se stesse faticando a parlare."Mi raccomando, fa' la brava e comportati bene, anche se non ho dubbi tu sia una bambina speciale", le concede in un moto di orgoglio, con la voce distorta dall'emozione.
Luci abbassa lo sguardo, professandosi intimidita e lusingata dal suo commento, poi acconsente vigorosamente, ritrovando ogni traccia del suo entusiasmo.
Mi ritrovo a nutrirmi del sorriso che le riaffiora in volto, donandole una luminosità disarmante.

Non mi è difficile notare che sui visi di Irene e della dottoressa Parracciani si faccia spazio una malinconia dovuta alla consapevolezza sia davvero arrivato il momento di andare. E non sono sicura l'avrei mai detto, ma sono certa che quello scintillio negli occhi della Berardi sia dovuto alla commozione che sta provando.

"Prima di andare via, me lo dai un abbraccio?" Amelia arriccia le labbra in un broncio infantile, unendo le mani davanti a sé, a mo' di supplica.
Lucia porta una manina a coprirsi la boccuccia, nascondendo una risata breve e divertita, poi, prima che la psicologa possa ripetersi, corre a rifugiarsi nelle sue braccia, le stesse che spesso lei ha rifiutato, ma che non hanno mai mancato di offrirle conforto quando ne ha avuto più bisogno. E, sebbene Luci non riesca a replicare a parole, nel suo abbraccio, nel modo in cui le sue dita si stringano attorno alla schiena di Amelia, è intrisa tutta la sua gratitudine.
La stessa che proviamo anche io e il mio fidanzato per averci permesso di arrivare a tutto questo.
Io le guardo, mentre mi accocolo a Luca, che mi accoglie contro il suo petto, mostrandomi il suo sostegno, e mi rendo conto che questa giornata stia portando con sé momenti che non dimenticheremo facilmente. Ogni singolo istante di questo giorno, infatti, sarà impresso per sempre nel nostro cuore.

Così, nel frattempo in cui anche Irene distoglie lo sguardo, nascondendo una lacrima ai nostri occhi, e Amelia esorta Lucia a ricongiungersi con noi, lei si volta un'ultima volta indietro, incontrando i suoi compagni che le fanno ciao ciao con la mano.
Si premura di ricambiare presto il gesto, lasciando vagare un'ultima volta i suoi occhi lungo le pareti di questo posto che per anni l'hanno accolta, l'hanno vista crescere, spesso star male e soffrire, ma anche essere felice e trovare la propria strada.
Poi, rilascia un sospiro e ci porge le sue manine affinché le stringiamo.

"Sei pronta?" le domando, a conferma, abbassandomi per pizzicarle giocosamente la punta del naso.
Lei mi dedica un gran sorriso, acconsentendo con il capo.
"Sono pronta" ammette, di getto.
E nell'istante in cui la porta dell'appartamento si richiude dietro di noi, lasciandoci liberi di trarre un respiro colmo di sollievo e soddisfazione, ognuno di noi smania a ricercare lo sguardo dell'altro, con gli occhi che riescono a parlarsi meglio di quanto possano farlo adesso le parole.

Oh, mia piccola Lucia, adesso è davvero arrivato il momento di spiccare il volo verso la nostra nuova vita.

***


Sebbene abbiamo sempre lasciato che fosse Lucia a decidere la metà delle nostre destinazioni, oggi ho programmato il nostro giorno nei minimi dettagli, affinché sia indimenticabile e perfetto.
L'arrivo della bella stagione ci permette di goderci una giornata all'aperto, riscaldati dalla tiepida calura di inizio Giugno e cullati dallo scrosciare delle onde del mare che si infrangono sul bagnasciuga.
Ritornare in questo posto che ha sancito il nostro appuntamento e l'inizio della nostra storia d'amore è un po' come rimarcare la promessa che ci siamo fatti e portare qui Lucia con noi è decisamente significativo e profondo.
Ed eccoci qui, dopo un breve ma intenso tragitto in automobile che io e la mia piccolina abbiamo trascorso canticchiando e mimendo sbuffe espressioni che ci hanno portato a ridere a crepapelle, facendoci sentire immensamente fortunate e spensierate.

"Wow!" Lucia conduce le manine a coprire le labbra spalancate in una O che palesa tutto il suo stupore. "Il mare, il mare!" aggiunge, esibendosi in uno strepitio di gioia, e muovendosi velocemente verso la balaustra che delimita la vista panoramica.
"Luci, fa attenzione!" si raccomanda con lei Luca, standole dietro e senza perderla d'occhio un istante.
Ma lei non sembra curarsi del suo rimprovero bonario, troppo presa dalla sua foga di raggiungere la riva.
Allora, sebbene lei si muovi velocemente, sfuggendoci leggiadra, non possiamo che sentirci immensamente grati di vederla tanto emozionata, con quel luccichio a farle brillare gli occhi.
"Venite, dai!" ci esorta, voltandosi per dedicarci un sorriso.
Luca mi porge la sua mano, affinché l'afferri e, mentre insieme percorriamo il pontile di legno che conduce alla spiaggia, ci perdiamo nei ricordi che questo posto ci ha donato, pronti ad aggiungerne dei nuovi, in compagnia della nostra bambina.

Lucia saltella, girandosi intorno curiosa, come se per lei fosse tutto una novità, e lo è anche per noi, che ci prepariamo a vivere di nuovi istanti che contemplino finalmente anche lei.
Poi non appena si accorge che l'abbiamo raggiunta, procede di corsa verso me e Luca, arrivandoci di fianco, con un'espressione di meraviglia, quasi estasiata.
"È bellissimo tutto questo!" ammette, spalancando le braccia per indicare ciò che ci circonda e fare un giro su stessa.
E mi viene da pensare che sia proprio vero: la tranquillità di questo posto, ancora spoglio di turisti e bagnanti, il rilassante scrosciare del mare, eppure lei rimane ancora il motivo più importante, quello fondamentale, che gli dona un'aria speciale.
Luca si inginocchia alla sua altezza, pizzicandole i fianchi in maniera giocosa. "E non hai ancora vista nulla!" le rivela, divertito.
La piccola soffoca un gridolino di sorpresa al suo tocco, aprendosi in una risata chiassosa e scappandogli dalle mani per fuggire verso la riva.
"Piccola pestifera, torna qui!" Luca prontamente le corre dietro, spingendosi al suo inseguimento. Lei si volta, ancora, ma solo per scimmiottarlo e aprirsi in una linguaccia in segno di sfida.

Non riesco a trattenere una risata: è proprio un'adorabile dispettosa.

"Voglio fare il bagno!" proferisce, lasciando immergere i piedi in acqua e saltellando all'indietro, non appena rabbrividisce al contatto.

Luca arriva immediatamente dietro di lei, sorprendendola scherzosamente alle spalle. Lucia trattiene un finto lamento per lo spavento, poi quando lui l'afferra, scalcia, dimenandosi tra le sue braccia, e nascondendo il suo divertimento in un broncio tenero.
Allora lui si arrende, facendola scivolare giù, affinché i suoi piedi tocchino di nuovo sabbia e lei, dedicandogli un sorrisetto che lascia presagire il segno di un dispetto, immerge le dita in mare e fa in modo che un getto d'acqua lo colpisca, bagnandogli con alcuni schizzi la maglietta e il volto.
Sul volto di Luca si insinua un'espressione seriamente colpita e allibita davanti al suo affronto.
"Vuoi la guerra, eh, piccoletta?" le fa notare, assottigliando lo sguardo per mostrarsi indispettito.
Lucia soffoca una risata divertita, mordicchiandosi le labbra, e ripete il gesto, ignara di ciò che esso potrebbe scatenare. Così non appena li vedo cominciare a giocare a rincorrersi, mettendo in atto una battaglia di schizzi, mi rendo conto che insieme siano proprio belli.

La piccola sfugge dalla sue braccia, ma ridendo sonoramente e spensierata, tanto divertita dalle sue intenzioni, e Luca la segue in tondo, dilettandosi a prenderla e far finta di lasciarsela scappare. Mi accorgo che vesta seriamente i panni di suo fedele compagno di giochi, come un vero papà saprebbe fare.
Allora faccio in modo che i miei occhi si posino su di loro, e mi viene da pensare che potrei davvero prosciugare la loro immagine a furia di guardarli, ma la solo visione mi provoca un tumultìo in petto, lì dove il mio cuore scalpita colmo di un amore profondo per Luca e Lucia.
Ho sognato per tanto tempo questo giorno, immaginando che lui potesse davvero essere un papà per lei e, adesso, adesso sono proprio felice.

A quel punto mi avvicino, cauta, quasi avessi timore di far scoppiare la bolla di complicità in cui sono racchiusi e raggiungo la riva per fare in modo di godermi ogni istante di questa loro spontanea spensieratezza.
Lucia rilascia uno strilletto sorpreso, accorgendosi della mia presenza, e facendo voltare anche Luca nella mia direzione. Così alzo una mano verso di lei a mo' di saluto, convinta che il suo gesto sia dovuto all'idea di vedermi avvicinare.
Eppure, entrambi arrivano a stupire me stessa, inglobandomi nel loro gioco, senza che me ne renda nemmeno conto.
Luca e Lucia si scambiano un'occhiata complice e io mi riscopro a ritrovare nei loro sguardi una similarità sconvolgente.
Lo scintillio dei loro occhi sotto il riflesso della luce mi distrae, infatti, dalle reali intenzioni che hanno
Allora, quando, "3,2,1!" strepita Luca a gran voce, come a darle il via, io sono tanto presa dalla mia piccolina che mi osserva con fare furbo, da non accorgermi del getto d'acqua che stia per colpirmi, investendomi in pieno.

Il respiro mi si mozza in gola, a contatto con l'acqua ancora gelida che arriva presto a bagnarmi il vestito.
Abbasso lo sguardo, con le labbra schiuse e una sensazione di sorpresa e freddo a farsi spazio in me, poi faccio in modo che i miei occhi ricadono sui due pestiferi dispettosi coinvolti in una risata a crepapelle.
Non appena si accorgono della mia finta aria arrabbiata, entrambi si lasciano andare a un'espressione preoccupata e mortificata, spaventati all'idea che me la sia presa per davvero.
Eppure, scrutandoli mi rendo conto ancora di più, che non avrei mai pensato la giornata potesse prendere tale piega. Ma Lucia è arrivata a sconvolgere i miei piani, insegnandoci di nuovo quanto l'inaspettato possa rendere alcuni istanti unici e indimenticabili.
A quel punto, lascio andare una risata, genuina, a pieni polmoni, piegandomi su me stessa per la sua intensità, e sebbene all'inizio non comprendano il motivo della mia ilarità, basta poco affinché mi seguino a ruota.

Così, quando poco dopo ci ritroviamo distesi a rotolare sulla sabbia, impastandoci di sabbia e acqua, con gli abiti umidi e gli sguardi felici, mi rendo conto che avrei bisogno sempre di attimi come questi e quando i miei occhi ricercano quelli di Luca, mi riscopro a notare che anche lui stia pensando lo stesso.
Siamo entrambi ebri di amore e ammirazione per questa piccolina che ci ha cambiato l'esistenza.
Lucia ancora ride, muovendo braccia e gambe sulla sabbia a ricreare un angelo. In seguito ruzzola di lato e si accuccia sui nostri petti, tenendoci uniti a sé e abbassandosi per tempestare i nostri visi di bacini.
Le sue labbra si posano sulle nostre fronti, sulle guance, e poi sul mento, ripetutamente, seguendo un percorso nella sua mente e facendoci sorridere sotto il suo tocco delicato.
"Vi voglio così bene" confessa, nascondendosi nell'incavo delle nostre spalle unite. "Non potevo desiderare mamma e papà migliori".
Mi sciolgo in un sorriso che fa trapelare tutto il mio coinvolgimento emotivo davanti alle sue parole.
Perché quello che provo per lei è inspiegabile, lo è sempre stato, e non sono sicura tutt'ora riuscirei a esprimerlo a parole. Ma adesso ha assunto un significato ancora più profondo, vero.
Lei ritrova i nostri sguardi che non riescono a celare la propria commozione e ci sorride, prima che cada vittima delle nostri mani che corrono a farle il solletico.
"E noi siamo immensamente fortunati ad avere te..."le rivelo, a bassa voce, fronte e fronte, mentre lei, sotto il nostro tocco, ride, ride come se non ne avesse mai abbastanza e io e Luca ci nutriamo della sua felicità.

***

Nel pomeriggio l'aria si è fatta meno calda, con una leggera brezza a rinfrescarla, la spiaggia si è affollata di alcuni bagnanti che si sono concessi un pomeriggio al mare dopo il lavoro o la scuola.
I nostri abiti sono stati sostituiti dai costumi riposti nella borsa, abbiamo fatto il bagno, giocato a costruire castelli di sabbia che la forza dell'acqua ha portato via, e poi gustato il pranzo a sacco da me precedentemente preparato.

È stato davvero divertente potermi beare delle espressioni di Lucia mentre si concedeva di divorare con gusto il suo toast al prosciutto, quasi come se non ne fosse mai stata sazia, o l'avesse mangiato per la prima volta. Ma lei è così, riesce a rendere una piccola azione quotidiana come fosse la più preziosa che abbia mai vissuto.

E non riesco a fare a meno di notare quanto sia lei che Luca siano a loro agio e affiatati mentre a riva mi preparano una sorpresa. Mi è stato assolutamente vietato avvicinarmi, così me ne sto qui buona buona a vederli consultarsi e dedicarsi sguardi complici. Poco prima si sono entrambi allontanati risalendo su verso l'automobile di Luca, facendomi voltare insospettita.
Allora ho chiesto dove stessero andando e lui mi ha riferito di aver dimenticato una cosa in macchina. Lucia accanto a lui annuiva, seguendolo colma di iniziativa, come se fosse eccitata all'idea di quello che sarebbe accaduto da lì a breve.
Ho alzato le spalle, vedendoli andare via, e non ho smesso di stranirmi nemmeno quando dopo poco hanno fatto ritorno dedicandomi degli innocenti sorrisi quasi fossero stati colti in flagrante.

Rilascio un sospiro, quando vedo Lucia muoversi verso di me, con un sorriso che porta il sentore dell'aspettativa.
"Vieni a vedere" mi esorta, tendendomi la sua mano, facendo in modo che mi rimetta in piedi.
Annuisco, ancora frastornata dalla sua eccitazione, ma Luca ci arriva a fianco, dedicandoci un'occhiata contrariata.
"Devi chiudere gli occhi" mi fa notare, inarcando le labbra in un sorriso furbo. "Altrimenti che sorpresa è?"
"Già!" Lucia si batte una mano in fronte, come se si sentisse colpevole per averlo dimenticato e mi sprona poi con lo sguardo ad acconsentire alla loro richiesta.
Scuoto il capo, accennando a una breve risata, e socchiudo gli occhi, lasciando che siano Luca e Lucia a guidarmi verso la riva.
Avverto la sabbia solleticarmi i piedi e la leggera brezza posarsi in una carezza sul mio viso. Mi sento elettrizzata.

"Posso?"domando a conferma, quando mi rendo conto che ci siamo fermati.
Avverto il respiro di Luca planare sul mio collo e il suo voler soffocare un riso divertito contro la mia pelle che mi provoca un brivido lungo la schiena.
"Puoi aprire gli occhi!" proferisce Lucia esibendosi in un trillo gioioso. E io lo faccio.
Dedico a entrambi un' espressione un po' confusa, ma presto abbasso gli occhi ai miei piedi, lì dove entrambi hanno scolpito un castello di sabbia come uno di quelli che si vedono nei film. Ne hanno adornato le pareti con delle conchiglie raccolte sulla spiaggia, riproducendone ogni particolare nei più piccoli dettagli. È così bello che sarebbe un peccato se la corrente lo portasse via con sé.
Mi è impossibile placare il sorriso che si insinua sul mio viso.
"È stupendo, davvero" ammetto, con l'emozione a irradiarsi nel mio petto.
"È per te" pronuncia Lucia, dondolandosi sul posto, timidamente. "Come quello delle principesse".
"Oh, ma grazie tesoro"le replico, abbassandomi sulle ginocchia e facendole intendere di avvicinarsi.
Lucia muove alcuni passi, arrivandomi di fianco. Le accarezzo con delicatezza le guance, dimostrandole quanto le sia grata di questo gesto, piccolo ma speciale, e lei accoglie le mie attenzioni, socchiudendo gli occhi sotto il mio tocco.
"Ti piace? L'ho fatto tutto io" precisa, dedicandomi poi un'espressione orgogliosa a cui rispondo con un accenno di sorriso, intenerita.
Luca ci tiene a ribattere, portando un pugno chiuso alle labbra a simulare un colpo di tosse."Beh, con il mio aiuto, sì".
Ma alla vista della sua occhiata torva è costretto a ritrattare, aprendosi in un sospiro arreso. "Ha fatto tutto da sola" proferisce alla fine, portando le mani in alto davanti a sé, e facendola quindi gongolare colma di soddisfazione.

Il comportamente di Lucia ci porta a scioglierci in una risata che ha il sapore dolce come solo lei sa essere.

"Anche tu sei una principessa" sussurra, poi, come se fosse un segreto da condividere solo con me, nascosta contro il mio petto, "e Luca è il tuo principe".
Le sue parole mi provocano uno sfarfallio in petto, perché lei è così dolce e tenera che non vorrei mai smetterla di tenerla stretta a me. Abbasso lo sguardo per incrociare il suo e lasciarle un bacio in fronte.
Luca, a quel punto, accanto a noi, si muove agitato sul posto, incontrando ben presto la mia attenzione.
"Ecco, a proposito di questo, c'è una cosa che devi sapere..." mi rivela, in una risata un po' nervosa.
Gli lancio un'occhiata di sbieco, invitandolo a parlare con lo sguardo.
Lui mi fa segno di alzarmi, porgendomi le sue mani per stringerle tra le sue.
Lucia rimane accanto a noi, osservandoci dal basso con un sorriso emozionato ad affiorare sulle sue labbra che lascia trapelare tutta la sua fibrillazione davanti a questo momento.
Non ho idea di cosa stia accadendo, ma sono pronta a godermi ogni istante, per imprimerlo nel cuore e nella mente.
Luca accarezza le mie dita, come se volesse preparare me a quello che sta per dirmi o forse a voler placare se stesso, poi mi sorride prima di cominciare a parlare. La sua tensione è percepibile in ogni suo più piccolo gesto e questo non fa che alimentare la mia curiosità.
"Probabilmente avrei potuto organizzare qualcosa di meglio, eppure, quando ci ho pensato, questo è il primo posto che mi è venuto in mente. Qui, dove tutto è iniziato, solo pochi mesi fa, ricordi?"
Mi mordicchio il labbro inferiore, ripercorrendo quei momenti che Luca ha riportato alla mia mente. Mi è davvero strano pensare che solo pochi mesi fa su questa stessa spiaggia, riflessi sotto la luce della Luna, Luca mi abbia chiesto di essere la sua fidanzata e adesso, adesso rieccoci. Rieccoci con una storia alle spalle breve ma che ci appare tanto intensa, sicuramente una maturità e una presa di coscienza diversa, e il dono più prezioso che potessimo chiedere al nostro fianco.
"Sì..."mormoro in un filo di voce.
Lui annuisce, afferrando le mie mani in una presa più salda e sicura.
"Sai, mi ero preparato anche tutto un discorso, ma la verità è che non mi ricordo più niente di tutto ciò che avevo pensato" mi confessa, in un'alzata di spalle che palesa il suo imbarazzo.
Sia io che Lucia ci lasciamo andare a una risata dedita a stemperare la sua tensione.
In seguito, la piccolina dal basso della sua posizione lo incita a continuare, dedicandogli il suo incoraggiamento.
Così lui riprende.
Ancora una volta mi stupisco del modo così delicato che abbiano di comunicare tra loro.
"Allora...partirò dicendoti quanto io mi senta fortunato all'idea di averti incontrata di nuovo..."
Scuoto il capo, facendo in modo che il mio sorriso ammorbidito sia tutto per lui.
"Sono io a sentirmi fortunata, Luca..." gli confesso, accorata.
Lui nega, accarezzando le nocche delle mie mani. "Tu mi hai aperto gli occhi su molte cose, Anita. Probabilmente, se un anno fa mi avessero detto che sarei stato così felice, un giorno, non ci avrei creduto, eppure." Quanta verità è intrisa nelle sue parole, perché se lo avessero detto anche a me, io stessa avrei stentato a prenderlo per vero. "Eppure, adesso mi sento tanto grato per te e per la nostra piccola Lucia" ammette, abbassandosi per concederle uno sguardo orgoglioso a cui la piccola risponde con un sorriso lusinghiero.
"Per te e per lei che siete state in grado di insegnarmi cosa significhi amarsi e volersi bene senza per forza aver bisogno di condividere lo stesso sangue. Per voi che sapete essere immensamente speciali e preziose nella vostra unicità. Al vostro fianco ho assaporato, in questo periodo, cosa significhi la vera felicità, e se c'è una cosa di cui sono sicuro è che voglio te, e Lucia, con la nostra piccola famiglia..." Luca prende una pausa, come se gli fosse difficile continuare, e io mi permetto di carezzargli una guancia, dimostrandogli la mia vicinanza e aiutandolo a proseguire. Perché la sua emozione è tangibile, mi sembra di poterla toccare con mano e credo che non ci sia niente di più bello. Lui socchiude gli occhi sotto il mio tocco, portando le sue dita a intrecciarsi con le mie, poi continua. "Voglio essere un supporto per voi due, sostenervi quando ne avrete bisogno, amarvi come più meritate. Ecco, sì, desidero questo e molto altro. E sai, non posso assicurarti sarà sempre facile, ma ti prometto che mi impegnerò, affinché io sia un buon compagno per te, e un padre presente per Luci. " la sua voce assume un tono più fioco, distorto dalla commozione.
A quel punto, senza mai interrompere il contatto visivo, si inginocchia ai miei piedi e io mi porto una mano alle labbra a contenere l'emozione da cui sento invadermi. Avverto un tremolio estendersi per tutto il corpo. Non sta succedendo davvero, non può essere... Oh.Mio.Dio!
Estrae una scatolina blu di velluto dalla tasca posteriore del pantalone, permettendomi di godere della vista del solitario che essa celava. Osservo a lungo quell'anello fine, costellato di swaroski che risplendono, scintillando di luce propria, mentre Lucia spalancando le labbra a formare una O, batte le mani, esibendosi in un strepitio esterrefatto.
"Anita..."mi sorride lui, in modo complice.
"Sì..."lo sprono a proseguire.
Luca nasconde la sua agitazione dietro un respiro profondo.
"Anita" ripete poi, lasciando che mi perda nei suoi occhi dove alberga lo stesso coinvolgimento emotivo che pervade i miei.
"Vuoi...vuoi diventare mia moglie?" mi domanda, infine, con un sorriso speranzoso a insinuarsi sulle sue labbra.
Faccio in modo che la mia espressione sorpresa sia tutta per lui e per il modo così carezzevole  con cui sia riuscito a stupirmi. Perché da questa giornata tutto mi aspettavo, tranne che potesse volgere in un tale epilogo. Ma si sa, a volte non c'è bisogno di tanti fronzoli, perchè la bellezza è custodita nelle più piccole cose. E adesso è davvero tutto perfetto con l'acqua del mare a bagnarci i piedi, il suono delle onde a cullarci in una nenia dolce, una leggera brezza ad accarezzarci i visi, il cielo a tingersi di un rosso intenso, la presenza di Lucia qui con noi. Senza farlo a posta, Luca è riuscito a ricreare un'atmosfera che ha del magico romanticismo.

Allora mi porto entrambi le mani al volto, a coprire alcune lacrime che reclamano per mostrarsi e mi mordo le labbra a trattenere un singulto. Sento il cuore esibirsi in un tumulto sommesso nel petto, e continuare a battere forte, incessantemente, pieno di amore ed emozione.
Abbasso gli occhi alla mia piccola Lucia che mi dedica uno dei suoi sorrisi, che ora mi appare come il più bello che abbia mai visto. Ora comprende il perché dei loro complici e silenziosi sguardi.
"Dì di sì!" mi supplica, unendo le mani davanti a sé, a mo' di preghiera.
Le accarezzo il capo con dolcezza, dedicandole un breve riso commosso e volto il mio sguardo su Luca che ancora attende la mia risposta.
"Sì!"pronuncio, allora, giungendo il suo viso tra le mie mani. Carezzo le sue guance con una devozione inaudita, specchiandomi nei suoi occhi. "Sì e ancora sì!" gli sussurro a un passo dalle labbra.
"Ha detto sì!" trilla Luci, dedicandoci uno sguardo incredulo ed esterrefatto e incontrando la curiosità dei presenti che si sono sporsi per godersi la scena.
"Ha detto sì..." le replica Luca, in un mormorio sommesso ma che lascia trapelare la sua emozione.
Poi la sua attenzione ricade di nuovo su di me.
"Hai detto sì!"pronuncia, a bassa voce, come se lui stesso stentasse a crederci, portando le sue dita sulle mie.
E lì, fronte contro fronte, cuore a cuore, lascio andare le mie lacrime, che scendono giù a bruciarmi la pelle.
Lo bacio a fior di labbra, piano, mischiando il suo sapore alle lacrime che mi bagnano il viso, e Luca con mani che tremulano e cercano le mie, si premura di farmi indossare quell'anello che sembra pensato appositamente per me.
"Rispecchia la tua personalità" mi confessa, facendolo scivolare lungo il mio anulare. "Semplice ma con un effetto disarmante".
Gli cingo il collo con le braccia, soffocando un'emozione estrema e mentre Lucia si insinua tra i noi corpi a reclamare la nostra attenzione, Luca fa in modo che si arrampichi lungo il suo corpo e si posi sulle sue spalle. La piccola ci dedica uno sguardo fiero, e si aggrappa al collo di Luca, scrutandoci dall'alto della sua posizione.
Luca torna a baciarmi, mordicchiandomi il labbro per reclamare una vicinanza ulteriore, portandomi in balia di un sentimento capace di toglierci il fiato. Poi mi accoccolo a lui, contro il suo petto che sembra fatto per accogliermi, nascondendomi allo scroscio di applausi che si leva attorno a noi, e faccio in modo che il mio sguardo adorante sia tutto per lui, per loro due che mi hanno rubato il cuore. Perché, con delicatezza, in punta di piedi, entrambi sono riusciti a farsi spazio nella mia vita e insegnarmi una forma diversa di amore. Mentre con Lucia, infatti, ho appurato cosa significhi potersi sentire mamma, con Luca ho ricominciato ad amare, conoscendo istinto e protezione, e imparando cosa si provi nel ritrovarsi e riconoscersi nell'altra persona.

***

Ci lasciamo la spiaggia alle spalle, quando ormai la sera è calata da poco, camminando mano nella mano, appagati e felici per questa giornata che ha ricordato un inizio ma ne ha sancito dei nuovi. Perché adesso in noi si è fatta spazio la consapevolezza che non solo saremo genitori, ma diventeremo presto marito e moglie.
Il viaggio verso casa procede veloce-perché abbiamo fretta di goderci la nostra casa- ma denso di emozione e fibrillazione.
Nessuno di noi è a conoscenza di quello che ci aspetta di lì a poco, ma siamo pronti a scoprirlo, rimanendo fianco a fianco.
E poi non vedo l'ora che Lucia possa accorgersi con i suoi stessi occhi cosa abbiamo preparato per lei, dediti a darle il giusto benvenuto.
Così, non appena Luca si premura di prendere le chiavi dalla tasca per aprire la serratura della porta e io tengo la piccolina in braccio, cullandola a me, mentre lei giocherella con le dita delle mie mani, mai mi aspetto che il buio che ci avvolge appena entrati in casa, sia spazzato via dalle luci che improvvisamente si riaccendono, mostrandoci tutti i nostri familiari qui riuniti, celati prima dall'oscurità.
"Benvenuta Lucia!" Nell'aria si leva uno scroscio di applausi, giubili di gioia tutti per lei.
Sobbalzo per la sorpresa, mentre Luca richiude la porta dietro di sé, esibendosi in una risata divertita e spensierata.

Dopo il piccolo iniziale spavento, mi permetto di sorridere a ognuno di loro, perché sono proprio tutti qui: le nostre famiglie, i nostri amici con rispettivi fidanzati, Cristina ed Edoardo, sereni e ritrovati, addirittura il dottor Visconti, in fondo, con un sorriso composto, seguito da Maria e Arianna, al suo fianco, esuberanti e colme di eccitazione, e poi ancora, Nicola, Biagio con sua sorella Alessandra, le nostre mamme in prima fila, con i papà accanto, ognuno di loro con una forte emozione in volto. Non manca nessuno, proprio nessuno, e io mi sento così immensamente fortunata della loro presenza, tanto grata che siano qui ad accoglierci, a dimostrare il proprio benvenuto a Lucia.
Questa giornata è davvero speciale e senza che ce ne rendessimo conto, sono arrivati a stupirci, rendendosi complici di una sorpresa che ci ha scaldati il cuore.

In un primo momento, Lucia si nasconde, intimidita, nell'incavo del mio collo, aggrappandosi solerte alle mie braccia.
"Tesoro..."la richiamo in un sussurro. "Sono qui tutti per te, sai? Queste persone che vedi, raccolti in questa stanza, non vedevano l'ora di conoscerti".
Lei allora rialza lo sguardo, mordicchiandosi il labbro e cerca anche l'approvazione di Luca, al nostro fianco, che si premura di assentire con il capo, spronandola a voltarsi. Riesco a notare che chiunque dei presenti aspetti il suo consenso con il fiato sospeso, in cerca di quell'approvazione che Lucia non tarda a dare, rivelandosi ai loro occhi, finalmente, sorridente ed emozionata.

Gli applausi persistono, così quando lei lascia vagare i suoi occhi verso la sala, indicando con stupore i festoni e i palloncini posizionati lungo la stanza, io mi beo della sua espressione estasiata.

Mia madre è la prima, con passo calmo ma deciso, ad avvicinarsi a noi, incontrando la sua attenzione.
Così, armata di un sorriso tenue e commosso, le tende la sua mano affinché la piccola la stringa.
"Ciao, tesoro" la saluta, amorevolmente, "io sono Elisa, la mamma di Anita".

Lucia incontra il mio sguardo con curiosità, scrutandoci a lungo, forse attratta dalla nostra somiglianza, corrucciando poi la fronte in un'espressione dubbiosa.
"Ma quindi tu sei la mia nonna?" domanda, impacciata.
Mia madre incrocia i suoi occhi, rivelandole la forte emotività scaturita dalle sue parole e le annuisce, accarezzandole il capo.

Subito dopo è la piccola Sofia a farsi avanti, accompagnata da Eleonora che la sprona a presentarsi.
Lucia le mostra un particolare interesse, invitandola con lo sguardo a parlare.
Così, la più piccola delle due, con le mani incrociate davanti a sé e i piedi a dondolare sul posto, si scioglie in un sorriso timido.
"Io sono Sofia" ammette, con la voce che si leva dolce e fioca. "Vuoi giocare con me?"
La più grande accetta di buon grado la sua iniziativa, dedicandole un sorriso smagliante. "Sì!" le replica infatti. E quell' espressione complice che entrambe si scambiano, lascia immaginare le compagne di giochi che presto diventeranno. Ma d'altronde per i bambini basta poco, perché sanno amare e volersi bene senza riserve e malizia alcuna.

A quel punto, mentre Eleonora ne approfitta per stringerci a sé, inglobando nell'abbraccio anche Luca, rimasto un po' frastornato sul posto, Lucia si apre in una fragorosa risata, stupita da tanto clamore nei suoi confronti.

"Sono tanto orgogliosa di voi due" ci mormora sua sorella, tenendoci accanto a sé. "E della famiglia che state creando. Quando vi guardo, io mi permetto di credere ancora nell'amore".

Le sue parole destano la mia commozione, quindi mi riservo di ringraziarla con lo sguardo, perché altrimenti ora non riuscirei a esprimerle i miei sentimenti in un altro modo.

"Okok, bando alle ciance, non credete che non ci siamo accorti di nulla!".
Mi volto in direzione di Sabrina, che è pronta a dedicarci un'espressione di curiosità, riportando l'attenzione viva su di noi. Non posso fare a meno di pensare che la sua esclamazione sia dovuta allo scintillio che si propaga dalla mia mano e che non è sfuggito al suo occhio attento.
"Cos'è quell'anello che porti al dito?" aggiunge, esibendosi con le sopracciglia in un gesto eloquente, trovando ben presto un interesse comune. Nell'aria si leva uno strillo di stupore ed eccitazione. Si rivela molto divertente osservare come siano pronti a fare scommesse e congetture su quello che ci stia accadendo.

Lascio che la mia attenzione ricada su Luca, al mio fianco, pronta a sorridergli colma di amore e gli stringo una mano, con l'intenzione di svelare il nostro segreto. Eppure è Lucia a dar voce ai nostri pensieri, facendo in modo che le sue mani trovino i nostri visi per tenerci uniti accanto a sé.
"Si sposano..."pronuncia, senza distogliere lo sguardo dai nostri. Mi permetto di pensare che quel luccichio che le alberga negli occhi sia per noi, noi soltanto, lei che del nostro amore è stata la prima fervida sostenitrice, nostro collante, elemento che ci ha unito inesorabilmente, la nostra piccola Cupido.
Le sue parole trovano subito il clamore comune dei presenti che non si risparmiano di farci sentire il proprio calore.
"Io l'avevo detto!" Sabrina si esibisce subito in un saltellio ricolmo di gioia e Arianna le si affianca, dandole manforte.
"Devo cominciare seriamente a cercare il mio abito!" trilla, come se fosse qualcosa di vitale importanza.
Così, senza che me ne accorga, un flash ci travolge immortalando il momento, cogliendoci alla sprovvista e mentre, tra risate e abbracci, ognuno di loro ci dimostri il proprio affetto, mi viene da pensare.
Cos'è la vita? Io la definirei come un insieme di istanti, che siano essi tristi o felici, compongono il tuo percorso e le scelte che hai compiuto nel corso, potrebbero arrivare a condizionare il tuo futuro.
La vita è un turbinio di emozioni, che si intercorrono tra di loro. A volte senti di voler cancellare tutto quello che hai passato, il dolore che hai provato, ma la vita non è sempre a colori e tu non riuscirai mai ad apprezzarla fino in fondo senza accettarne la parte negativa e la tristezza.
Nel nostro percorso ne abbiamo passate tante, ma si sa, anche nelle storie più tortuose, si riesce a ritrovare la luce, prima o poi. Lucia è stata la nostra. Si è fatta spazio nelle nostre esistenze con pacatezza, rendendoci persone sicuramente migliori. È grazie a lei che in noi si è fatto spazio un moto coscienzioso, è grazie a lei se adesso siamo qui.
Ora che guardo dove tutto ciò ci ha portati, mi rendo conto che non cambierei per nulla al mondo quello che è stato e lo farei milioni di volte se la ricompensa fosse sempre questa. Una casa, l'amore, una famiglia.
Per noi, oggi, inizia una nuova vita. Noi oggi ricominciamo da qui, da questa casa, dalla nostra piccola ma accogliente famiglia, che sicuramente un giorno si allargherà, pronta ad accogliere nuovi componenti, con l'amore a circondarci. Non so cosa questo possa riservarci, dove il futuro ci porterà, ma sono sicura che accoglieremo ogni istante, ogni momento, felice e triste che sia, guardandoci attorno e ringraziando ogni giorno per quello che ci è stato donato.

ANGOLO AUTRICE:
E dopo due mesi, finalmente, rieccomi qui!!!!!Temo che i fazzoletti non saranno mai abbastanza per contenere il mio fiume di lacrime. L'ultimo capitolo! Non riesco ancora a crederci! Al di là dei risultati che questa storia ha ottenuto, vi confesso che questo è davvero il traguardo più importante. Sudato, sì, per l'impegno fisico ed emotivo che ha richiesto, ma profondamente importante per me e spero anche per voi. Ebbene, sono molto triste, perché lasciare andare questi protagonisti mi risulta non difficile, di più. Mi consola solo sapere che ci aspetta ancora l'epilogo😂Ricominciamo da qui è stata la prima storia originale che ho scritto- ho iniziato con le ff sui One Direction su efp🤗- e Anita è lat prima protagonista a cui sono così particolarmente legata perché, adesso lo posso dire, in lei è intrisa una parte di me; scrivere di lei è stato un po' come mettermi a nudo. Quindi, capirete che non sempre sia stato facile, parlarne è stato come scoprire nuove sfaccettature di me, ho pianto, mi sono arrabbiata, riso e gioito con lei.
Anita è me con i suoi sogni, con il suo amore per quello che fa, con la delicatezza con cui si prende cura degli altri. Anita è me con la mia parte più romantica, quella che non smette di credere nell'amore.
Questo, però, non significa assolutamente che questo romanzo sia autobiografico, alcuni degli avvenimenti di cui parlo si ispirano a persone che mi sono vicine, a qualcosa che io stessa ho vissuto, ma il resto è tutta finzione.
Questa storia, sapete, nasce un giorno di 4 anni fa, e boh, un po' me ne vergogno, ma avevo appena scoperto che la mia cotta adolescenziale del tempo, volesse intraprendere la carriera di medico e anche io avevo un'aspirazione simile e mi sono detta, ma perché non scriverci una storia su? Ho unito a questo la mia passione per la scrittura e il mio amore per i bambini e il risultato è stato questo. 
Di tempo, da allora ne è passato: sono cresciuta, la cotta si è assopita, ho affrontato momenti difficili, altri molto più belli, mi sono trasferita in un'altra città, ho tralasciato per un periodo questa storia ma alla fine sono tornata sempre da lei. E tornare ogni volta è stato come ritrovarsi.

Anita, Luca, e il mio amore, la piccola Lucia, mi hanno accompagnato, e sembra strano da dire ma mi hanno supportato quando io stessa ero decisa a desistere e mi hanno dato la spinta necessaria per continuare. Scrivere di loro è stato terapeutico quando tutto mi appariva andasse male, e adesso che si avvicina il momento di lasciarli andare, li saluto con il cuore in mano, ma allo stesso tempo entusiasta che abbiano trovato la propria strada. 
Quello che, però, mi preme è sapere di essere riuscita a trasmettere ciò che mi ero premurata di rivelare, di arrivare dove mi ero prefissata. Su questo la parola sta a voi, miei adorabili lettori. Mi auguro di avervi fatto sorridere, emozionare se necessario, e spero che questa storia vi abbia trasmesso un messaggio. 
Ebbene sì, perché questa storia ha intriso in sé la forza d'animo, il coraggio, l'amore di una donna, in questo caso Anita, che lotta e non si arrende. Una donna che non ha remure nel mostrarsi nelle sue piccole sfumature, nel bene e nel male, che conserva in sé l'ingenuità e il buon cuore. Anita è Anita proprio perché quando ho pensato a lei, volevo che apparisse vera, umana, con i suoi pregi e difetti. Mi auguro che vi siate potute riconoscere in lei e abbiate iniziato a volerle bene così come ho fatto io. 
E della nostra piccola Lucia, invece? Il suo nome dal significato luce non è assolutamente lasciato al caso, perché lei si è fatta spazio nelle esistenze dei nostri protagnosti e le ha inondate di luminosità. Lucia, oh Lucia, quanto ho amato scrivere di lei. Ammetto che non sempre sia stato facile, la sua storia portava con sé dolore e sofferenza; metà della sua vita passata in casa famiglia, una difficile patologia cardiaca. Eppure Luci non ha mai smesso di lottare, dimostrandoci una forza incredibile, e non si è mai arresa. Non l'ha fatto quando le sue condizioni erano precarie e nemmeno quando la vita l'ha allontanata da Anita e Luca. Lucia, adesso,però, ha conquistato la sua famiglia, e si prepara al lieto fine che il destino ha pensato per lei e i suoi genitori.
Anche Anita e Luca ne hanno passate tante, si sono ritrovati, attratti e allontanati. Eh, sì, ammetto di essere stata molto cattiva con loro ahahah, e confesso di aver odiato io stessa alcuni comportamenti del nostro protagonista maschile, eppure è riuscito a farsi perdonare e a dimostrare che le sue intenzioni con Anita fossero più che buone. E, rullo di tamburiiiii, diventeranno marito e moglie. Ditemi che anche voi avete sognato durante il momento della proposta. Una delle scene che io abbia amato di più scrivere.
Quindi, ognuno ha trovato il suo posto e la sua dimensione e non vi nascondo che per me la storia potrebbe benissimo concludersi qui, eppure ho preparato qualcosina per voi nell'epilogo che non vedo l'ora voi possiate leggereee! Adesso, prima che questo spazio diventi lungo quanto il capitolo stesso, vi lascio, ma vi prometto che torno presto, perché Anita, Luca e Lucia, hanno ancora qualcosa da raccontarvi.
Ma intanto, permettetevi di ringraziarvi sentitamente, dal profondo del mio cuore, per il vostro affetto, il vostro sostegno e la vostra pazienza nell'aspettarmi, sempre. RDQ esiste ed è arrivata fin qui anche GRAZIE A VOI. Quindi, GRAZIE, DAVVERO GRAZIE!

Un abbraccio! <3


  
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