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Autore: Zomi    16/02/2020    6 recensioni
Brucia.
Il petto brucia come fiamme ardenti e le strozza la gola di fumo, incandescente, doloroso, bruciante.
Ma non si ferma.
Brucia e preme le unghie nelle spalle di Zoro.
Brucia e sferza in lei, come le ciocche ramate mosse dal coito contro le coperte sfatte del futon.
Brucia ma non scalda, e lei ha bisogno di calore mentre il respiro dello spadaccino echeggia contro la sua gola nelle ultime spinte.
Ne ha bisogno, ma sa che non l’otterrà nemmeno questa notte.
[Storia partecipante al "Chocolate box: non sai mai quello che ti capita" indetto dal Fairy Piece Forum e al "Shining Valentine" di torre di Carta]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Storia partecipante al:
~ Chocolate Box: non sia mai quello che ti capita indetto dal Fairy Piece Forum con il prompt Numero #4: "L’amore è fuoco. Ma non sai se scalderà il cuore o brucerà la tua casa." [Joan Crawford]
~ Shining Valentine indetto da Torre di Carta, con il prompt 28. “I stand naked beside you now/No walls to hide behind/So here are my seal of my scars/Still here you are/I obey my soul and I'm not afraid/Not afraid.” Halestorm, Beautiful with you



 








 

Brucia.

Il petto brucia come fiamme ardenti e le strozza la gola di fumo, incandescente, doloroso, bruciante.

Ma non si ferma.

Brucia e preme le unghie nelle spalle di Zoro.

Brucia e sferza in lei, come le ciocche ramate mosse dal coito contro le coperte sfatte del futon.

Brucia ma non scalda, e lei ha bisogno di calore mentre il respiro dello spadaccino echeggia contro la sua gola nelle ultime spinte.

Ne ha bisogno, ma sa che non l’otterrà nemmeno questa notte.

Brucia e sembra ardire con maggior intensità a ogni nuova spinta, a ogni nuova intrusione in lei del corpo dell’altro, mentre continua l’amplesso fino al suo apice.

Dovrebbe fermarsi e urlare, liberare almeno la voce dalla prigione di sofferenza che la soffoca.

Digli che no, no, no!, a lei non va bene.

Non le va più bene fare sesso e poi vederlo rivestirsi e andarsene.

No.

Ma non se lo concederà.

Non lo fermerà, nemmeno quando sarà troppo lontano.

E stanotte meno delle altre trova la forza di parlare, di dirgli ciò che prova, ciò che le brucia l’anima.

Si lascerà consumare dal suo calore freddo, dalla sua presa ferrea ma intangibile su di lei.

Dal pensiero bruciante di  lei che…

Con un colpo di reni ribalta la situazione, porta Zoro sotto di sè e gli permette di abbandonarsi nel suo ventre mentre l’orgasmo li unisce e scalda.

Nami vorrebbe provare piacere, ma non ci riesce.

Il fuoco brucia troppo e incendia tutto ciò che prova, lasciando solo una lunga scottatura all’altezza del petto.

Dove il cuore dorme, in un letto di cerini ardenti.

Nami sospira e scivola su un lato del futon, i festeggiamenti del Paese di Wa libero echeggiano lontani dalla stanza che occupano, e la rossa n’è grata: sono già troppi i fuochi che le scoppiano nel petto e disorientano, non servono anche quelli della festa.

La battaglia è stata sfiancante.

I caduti molti, le ferite maggiori.

Ma ora Wano è un paese libero, ed è giusto che ogni suo abitante festeggi.

A lei potrebbe bastare avere Zoro solo per sè, soltanto per sè, e potrebbe rinunciare ai bagordi della festa, ai cibi prelibati, al sakè inebriante e ai balli.

Le basterebbe Zoro.

Ma vi è sempre quel piccolo fiammifero acceso nel suo animo che la tormenta e scotta.

Chiude gli occhi, cerca di concentrarsi sul respiro pesante e roco dello spadaccino steso al suo fianco, prova a vagare con le dita sull’ampio petto del compagno, ma inciampa dopo pochi tocchi ed è costretta a dargli le spalle se non vuole bruciarsi il palato, la lingua, le labbra con quella dannata domanda che le brucia nel petto.

Zoro non si scompone al gesto.

Non gli è mai importato del dopo: lui vive il momento, l’attimo fuggente e bruciante che scalda e dilania senza distinzione.

Ma per una volta, Nami vorrebbe che lo spadaccino notasse il suo malessere, le chiedesse cos’ha e cosa prova.

Cosa sa.

Cosa Brook le ha raccontato della regione di Ringo e di quella piccola casupola ricoperta di neve dove Zoro ha riposato, accerchiato da una bambina e una principessa.

Principessa che non sembra essersi accontentata di un unico contatto, ma ha continuato a cercarne, crearne, volerne fino a…

Apre gli occhi di scatto quando Zoro si alza dal tatami, i tre pendenti che tintinnano mentre raccoglie il suo yukata spiegazzato da terra.

Il fuoco divampa veloce e ferito dentro la cartografa, che altrettanto veloce raddrizza il busto e fulmina con lo sguardo la schiena del verde impegnato nel rivestirsi.

Anche questa notte?

No, non lo accetta! non può andarsene anche questa volta, non lo può accettare.

-Oh vai pure- sbotta senza riuscire a frenarsi -Vai su! torna alla festa… torna da lei!-

Zoro si volta, il sopracciglio alzato e la confusione in volto.

Finge di non sapere, ovvio, e questo le incendia maggiormente il petto, scottandola fino allo spirito.

-Va al diavolo!- lo maledice strattonando la coperta e tornando a dargli le spalle.

Ma si, che vada!

Che torni da lei, dalla sua principessa.

Dalla sua bellissima e gentilissima Hiyori, con cui dorme placido e tranquillo, la cui bellezza è cantata in ogni angolo di Wa e che dona katane invincibili e spaventose a samurai dal sorriso sghembo e zazzera verde.

Si, vai Zoro, vai da Komurasaki.

Vai, e lascia Nami bruciare nell’incendio di sentimenti mai espressi a voce alta, ma consumati, corrosi in mille notti trascorse col spadaccino, e che in lui han trovato solo cherosene con cui infiammarsi e diventare cenere senza mai trovare sfogo e dolce e appagante calore in cui crogiolarsi.

Calore che Nami cerca nella coperta in cui si raggomitola sul tatami, ignorando il borbottio di Zoro nel rivestirsi.

Si morde le labbra, sbuffa e scalcia litigando perfino con i suoi stessi crini fiammeggianti, mentre le parole le bruciano in gola fremendo per quella domanda che deve, deve trovare sfogo o non e concederà mai pace.

Mai.

Nemmeno quando partiranno da Wa e Hiyori resterà nel paese isolazionista, e Zoro proseguirà dritto nel suo cammino non voltandosi indietro.

Lui.

Ma Nami non nè è capace, e la fiamme arde nella sua gola, divampa e cuoce il cuore a fuoco ustionante e corrosivo, fino a farla cedere.

-Lei ti piace?- si alza nuovamente di scatto, ritrovandosi l’iride d’onice di Zoro fissa su di lei.

-Come?- incalza infilandosi un geta, lo yukata indossato fino a metà vita.

-Nulla- borbotta, portandosi le gambe al petto e nascondendovi i seni dove un cuore brucia lentamente.

Lo ama, da quanto non sa dirlo. Sa dire con certezza che Zoro non ricambia, non lei.

Le principesse del Paese di Wa, dai grandi occhi color del cielo e labbra da baciare.

Non sono ladre che bruciano di un amore taciuto.

Non sono streghe dai capelli rossi.

Ma se solo, se solo Zoro per una notte fosse suo, e non di lei, a Nami basterebbe.

-Solo…-

Lo guarda regge il suo stesso sguardo, in ascolto, e l’imbarazzo le scalda dolorosamente le guance mentre realizza cosa sta per chiedergli.

-Mi daresti un bacio?-

Non è strano che Nami avanzi certe richieste.

È una ladra, e se vuole una cosa la prende senza chiedere nè pentirsi.

Ma con Zoro, nelle lunghe notti trascorse assieme, ad amarsi per lei, a cercare calore per lui, ha imparato che deve chiedere, dare voce ai suoi desideri, e spesso il samurai le concede ciò che desidera se ne può trarre beneficio anche lui.

È un uomo d’onore, Zoro, ma è anche un pirata.

E se Nami vuole un bacio, lui ghigna e si tende verso lei, le labbra già schiuse e la speranza di un secondo round che si accende.

Ma non è così semplice.

Non è mai così semplice con Nami.

-No!- sbuffa e lo blocca -Non quel tipo di bacio- si tira qualche ciocca di rame dietro il capo, le gambe strette a proteggere il cuore che scotta -Un bacio che daresti anche a Hiyori-

Ecco.

L’ha detto.

L’ha fatto.

Sente le parole pronunciate bruciargli palato, lingua e labbra, come se fossero ancora lì a colargli lettera dopo lettera, e non può, non vuole, rimangiarsele.

Vuole solo un bacio.

Romantico, dolce, un bacio d’amore che Zoro sa potrebbe dare volentieri a Hiyori, ma che per una notte vorrebbe sentire sulle sue labbra.

Un semplice bacio d’amore.

Ma che Zoro non le concede.

La fissa col suo occhio nero di notte, e invece che posare le labbra sulle sue in un candido gesto di amore, si ritrae e riprende a vestirsi, allacciando l’obi con cura e dandole le spalle.

Non le dà nemmeno risposta, ed è l’ultima goccia di petrolio sulla scintilla ardente e incendiaria che scalpita nel petto di Nami.

-Nemmeno un bacio?!- strilla e allontana le coperte dal petto bruciante.

-Non posso- parla roco, recuperando le katane, portandosele sulle gambe incrociate dove intreccia la lingua di cuoio che le unisce, e dove la mano di Nami gli sfila Enma, allontanandola con fiammante rabbia.

-Nami non!-

-Sono qui!- lo richiama furente, gli occhi di fuoco anneganti nelle lacrime -Almeno guardami-

-Nami, la spada- porge la mano e la rossa gliela lancia contro: la ladra più pericolosa della lama infernale.

-Sono qui- ripete -Nuda accanto a te, nessun muro dietro cui nascondermi-

Ogni parola è un fuoco che esplode nel petto stretto, e il respiro ora singhiozzante ustiona la pelle diafana illuminata malamente dalla luce della stanza. Che sciocca azione respirare: lei nemmeno ne ha bisogno.

Non le serve ora che le sembra di annegare nel fuoco, lo stesso fuoco che la rendeva tanto euforica e viva quando era sola con lui, solo lei, ma che ustiona pelle, carne, aria, tutto ciò che la compone e la circonda ora per lui c’è solo Hiyori.

Perchè lo sa, l’ha capito: l’oiran lo possiede.

Tutto.

-Obbedisco alla mia anima e non ho paura- deglutisce ceneri ardenti -Un bacio- si sporge verso di lui, le mani tremanti sul tatami che sembra ustionarla.

E dire che è sopravissuta due volte a dei roghi.

Nessuna strega vi  mai riuscita, e lei ne ha superati ben due.

Oh ma il fuoco che e brucia dentro ora è peggio di quello caldo e denso di Little Garden, più soffocante e doloroso di quello divampato nelle prigioni di Whole Cake Island.

-Nami…-

-Solo uno: fingi che sia lei- la voce le vibra in gola, soffocata dalle fiamme che bruciano anch’essa e che divampano a ogni centimetro conquistato verso di lui, a ogni respiro. 

-... per favore- posa le mani sul petto nudo di Zoro, socchiude gli occhi, accosta le labbra.

Vuole solo un bacio.

Vuole solo sentirsi amata da Zoro per un breve, futile, ardente e caldo bacio.

Ma Zoro è un pirata.

E i pirati non concedono tali regali.

-Non posso- ripete -Non posso baciarti come bacerei Hiyori-

Il fuoco brucia la casa del cuore, e regala ceneri sugli occhi liquidi di Nami.

Si ritrae sconfitta, le mani al petto nudo, i capelli spioventi a nascondere braci di un incendio che non ha lasciato superstiti.

Si stende sul futon, non importa che le urla delle festa ora siano assordanti per quanto lontane.

Non importa del freddo che la fa tremare, nè della coperta che potrebbe giovarle: è ben altro il calore che può scaldarla, ma chi ha il potere di concederlo ha deciso di bruciarla viva.

Chiude gli occhi e ascolta in silenzio i carboni scoppiarle nel petto, ceneri di ciò che rimane.

Voleva solo essere amata.

Solo un pò.

Alimentare l’illusione che aveva preso forma nel suo petto, vederla illuminarsi, ardere, scaldarla.

Non aveva considerato che la Regina della Notte* non le avrebbe permesso un tale lusso.

Nè lei, nè Zoro, che scivola al suo fianco, la cerca con una mano, le sfiora il ventre e la scotta con le dita calde e forti.

-Non posso- porta le labbra la suo orecchio -Non voglio-

Il corpo di Nami sussulta, la fiamma zampilla lievemente per nuocerle ancora.

-Non compierò mai un gesto senza desiderarlo- l’accarezza con il Makoto** che gli scorre sulle dita, attirandola a sè, scaldandola con il respiro.

-Non voglio baciarti come se fossi un’altra. Non voglio baciare un’altra- la fa voltare, le sfiora il volto dove calde lacrime di fuoco salato scivolano.

-Voglio baciarti pensando a te- respira piano, le fronti che si sfiorano e le labbra che si cercano -Voglio baciare te-

La bocca ravviva braci sommesse e fragili.

Le fa divampare nel petto di Nami, ma non in un incendio violento ma in un tiepido focolare domestico, da accudire e amare.

Il bacio regala calore, docile affetto e mani che cercano, trovano, l’incastro perfetto dove regalare calde carezze.

Nami ora prova solo un piacevole calore, laddove prima divampava un incendio insopportabile.

È un calore nomade: ora è sulla bocca, dove Zoro la bacia, ore sulle mani, strette alle spalle del samurai, ora nell’orecchio dove il verde respira parole che nemmeno lei ha ancora trovato il coraggio di dedicargli, ma ora sa che se anche non svelate sono state capite.

È un fuoco in cammino ciò che la pervade, ma fa sempre ritorno al petto, nel cuore, che scalda e culla come le sue mani vezzeggiano il capo dello spadaccino abbandonato proprio sul centro del suo torace.

E da cui sa, Nami, non lo lascerà più sollevarsi.

Nel suo cuore Zoro, si scalderà per sempre.



















 

*Soprannome con cui Komurasaki/Hiyori è conosciuta a Wa
**Completa sincerità, uno dei sette principi del Bushido

   
 
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