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Autore: Melanto    16/02/2020    8 recensioni
[Storia scritta per la FlashChallenge: bacio del gruppo facebook 'Il Giardino di EFP']
Una squadra di calciatori all'ultimo anno di liceo, tre manager e due giorni di ritiro in solitaria come regalo del loro mister prima che gli esami li assorbano del tutto e il diploma li catapulti nel mondo degli 'adulti'.
Due giorni per godere appieno di quella adolescenza che sta per tramontare. Benvenuta maturità... o quasi.
«Siamo soli, quindi?»
«Così pare.»
«E allora direi che possiamo scatenare l'inferno!»
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kumiko Sugimoto/Susie Spencer, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Shingo Takasugi/Bob Denver, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So, kiss me - #1

Note Iniziali:

Questa storia partecipa alla Flash Challenge: Bacio indetta dal gruppo facebook ‘Il Giardino di EFP’.

Purtroppo per i personaggi ho dovuto scegliere, ma la dicitura perfetta sarebbe 'NANKATSU', perché questa è una storia corale, quindi non c'è un vero protagonista. Ma visto che non si può mettere, mi sono dovuta adattare.
Prima che qualcuno lo chieda: ho chiesto alle admin se fosse un problema che i capitoli non avessero massimo 500parole e hanno detto di no! XD Quindi metto le mani avanti!
Per tutte le altre info, ci ritroviamo nelle note finali.

 

Buona lettura. ♥

 

 

 

 

 

 

 

So, kiss me...

- I: L’ultima estate della nostra adolescenza -

(prompt #57: Mandare un bacio)

 

 

 

 

 

 

 

L’autobus ha il motore acceso, ed è già carico di tutti gli occupanti che dovrà riportare a Nankatsu.

Fuori dalle porte, mentre i kohai del primo e secondo anno fanno casino all’interno, mister Furuoya si sta raccomandando con Takasugi, Misaki e Sanae Nakazawa.

I capelli sono diventati ancora più grigi di quando tutti loro erano alle medie e gli occhi più stretti, ma ha l’espressione rilassata di chi sa di potersi fidare. Dopotutto, i suoi ragazzi presto si diplomeranno e prenderanno la loro strada. Ragazzi che gli hanno dato le soddisfazioni migliori della carriera, per questo aveva organizzato un ultimo ritiro prima che avessero lasciato il club per dedicarsi agli esami del terzo anno.

In quella struttura nella Penisola di Izu ci ha portato la Nankatsu al completo nell’ultima occasione di averla riunita, tra kohai e senpai. E per i primi tre giorni così è stato: ha visto i suoi ragazzi – quelli che ha cresciuto – prendersi cura di quelli più giovani, istruirli a dovere e farli sudare come mai in vita loro. Sono stati l’Esempio migliore che i kohai potessero avere, concentrato in settantadue ore, ma è giunto il momento che anche loro ricevano un ‘premio’ per tutto l’impegno che ci hanno sempre messo e per i traguardi che hanno raggiunto. Sono grandi, ormai, e Furuoya sa che in questi casi un grazie e una pacca sulla spalla non sono sufficienti.

Proprio per tale motivo, quegli ultimi due giorni di ritiro resteranno lì, tutto a sue spese e completamente da soli. Tra il paesino adagiato al livello del mare, il verde della foresta alle spalle della struttura sportiva situata in cima a una pittoresca salita e la tavola azzurra della Baia di Suruga c’è solo l’imbarazzo della scelta di come godere di quella piccola vacanza solitaria.

«Non prendete per sfiducia le mie ultime raccomandazioni di rito, ragazzi. So che avete tutti la testa a posto, ma non posso lasciarvi senza proprio dirvi nulla.»

Furuoya porta le mani dietro la schiena e guarda i giovani allineati che annuiscono.

«Le siamo riconoscenti di questa opportunità. Sappiamo che si fida di noi», dice Misaki e ha quel tono che lo fa sentire rinfrancato.

«So che il capitano è Ishizaki, e forse questo discorsetto dovrei farlo a lui, ma vorrei che foste voi a tenere tutti sott’occhio. Sapete… con discrezione.»

«Stia tranquillo, mister. Ishizaki non farà danni.» Centra il punto Takasugi senza girarci attorno.

«Spero che non darete troppi fastidi alle vostre manager. Vero che si prenderanno cura di voi come sempre, ma in questo momento sono in vacanza anche loro. Quindi, non tormentatele.»

«Grazie per aver permesso anche a Kumi di restare. Già sarà un po’ difficile con Ishizaki e Urabe insieme...» Sanae alza gli occhi al cielo.

«Tranquilla, eviteremo che partano per una delle loro solite discussioni.»

«Lo spero, Bear

«Sono certo che ve la caverete.» Si congeda Furuoya salendo sul bus. «Godetevela, ragazzi. Ormai state per diventare grandi. È la vostra ultima estate.»

Le porte si chiudono sull’inchino dei suoi allievi e un po’ si sente come un padre che lascia andare i figli. C’è orgoglio misto a tristezza nel suo cuore, ma mentre il bus scende dalla collina, sa che non può permettersi di pensarci troppo, perché il suo ruolo di allenatore è già ricominciato.

«E allora, laggiù? La piantiamo di fare tutta questa confusione? Kinomoto, sei sempre tu! Adesso ci mettiamo a ripassare quello che avete appreso in questi giorni!»

 

«Il bus è andato?»

«Direi di sì.»

«Allora possiamo smettere di stare inchinati?»

«Direi di sì.»

Shingo si tira su con un gesto deciso e tra i compagni svetta come una montagna. Taro e Sanae lo imitano, e tutti insieme restano a guardare per dove il bus è sparito.

«Siamo soli, quindi.» Dondola la testa in avanti, mentre Misaki abbozza.

«Così pare.»

«E allora direi che possiamo scatenare l’inferno.» Con le sue braccia lunghe e muscolose, Shingo circonda le spalle degli amici, esalando un profondo respiro soddisfatto.

«Oh, andiamo, Orso! Il mister se n’è appena andato, un minimo di dignità.»

«Ne ho avuta pure troppa in questi giorni, manager!»

Fa passare la testa dei compagni sotto le braccia, dando loro una spettinata ai capelli in un gesto affettuoso e poi avanza di qualche passo. Quando si volta, sta già sfregando le mani.

«Stabiliamo le priorità della giornata? Prima fra tutte: mettere in frigo la birra.»

«Se solo Furuoya sapesse…» Sanae scuote il capo. «Mi sento un po’ in colpa, si è tanto raccomandato a noi preoccupandosi di Ishizaki…»

«E non ha tenuto conto che potevamo essere tutti lupi in questo branco.»

«Ha sottovalutato la pericolosità di una manciata di diplomandi e un’imbucata più giovane.» Shingo incrocia le braccia al petto. «Uno al mister vuole bene, ma ormai ha una certa.»

«No, siamo noi a essere dei buoni imbroglioni.»

«Andiamo a dare la notizia agli altri», s’intromette Sanae. «Sono curiosa di vedere che fine farà il programma di allenamento che avete stilato. Ci proprio credo che lo porterete a termine.»

«Oh, ma noi avevamo stilato anche quello di emergenza. Mi sembra che il punto uno sia: imparare a stappare le bottiglie con i denti. Vero, Taro?»

«E tenere alla larga Ishizaki dalle dispense.»

«Gara di rutto libero dopo pranzo.»

«Bagno nudi nella spiaggetta privata della struttura.»

«Con annessa partitella?»

«Meglio di no. Vorrei evitare morti e feriti per tackle troppo alti e trattenute alle palle sbagliate.»

«Eddai, siete disgustosi, ve lo dico col cuore.» Sanae si passa le mani in faccia. «Scordatevi di tenerci in considerazione per queste ‘messe in libertà’

Shingo li circonda di nuovo con le braccia, mentre lentamente si avviano alla struttura. «E perdervi un momento di così solenne stupidità?»

«Non moriremo senza la mancata visione delle vostre grazie», dice Sanae in uno sbatter di ciglia. «E non sognatevi di farci lavare ancora la biancheria! Lo abbiamo fatto per il ritiro ufficiale, ma avete sentito il mister? Siamo in vacanza anche noi! Tutta vita!»

«Avreste potuto avere materiale di sfottò inesauribile, ve lo assicuro.»

«E chi ti dice che non ne abbiamo già a palate, Misaki-kun? Devo ricordarti da quanto ci conosciamo?» Sanae si sporge per scambiare con la metà – mica tanto – pacata della Golden Combi uno sguardo furbo. Poi gli manda un bacio volante, che ha lasciato sulla punta delle dita. Taro agita le mani davanti alla faccia, lo scaccia con teatralità.

«Il bacio della mantide! Pussa via, signora mia!»

«No, Misaki, mai rifiutare i baci di quella che ti lava i calzini. E, soprattutto, mai contraddirla. Parlo per esperienza.»

«Diglielo, Bear. E, giusto per restare in tema di ‘materiale’, perché non parliamo delle voci interessanti che mi sono giunte a scuola?»

«Voci? Di che tipo? Se parlano bene del sottoscritto, allora sono vere.»

«Bene? Sì, direi. Pare che qualcuna si sia fatta sfuggire che tu sia ben corazzato.» Sanae lo inquadra con la coda dell’occhio e poi fa scivolare in fretta lo sguardo in basso per un istante.

Taro si sporge, portando una mano al petto. «Nakazawa Sanae. Io potrei essere l’uccellino che canterà questa conversazione a Tsubasa, lo sai, vero?»

«Guarda che la timorata di Dio è Yukari, non la sottoscritta. E poi avete cominciato voi! Non vorrai mica passare per santo, adesso? Vuoi un altro bacetto?! Te ne mando quanti ne vuoi!» Sanae glieli lancia a raffica con entrambe le mani, mentre Taro li schiva con movimenti alla Matrix.

«Non mi centrerai mai! Sono troppo agile!»

«Ne sei convinto?! Non puoi sottrarti ai miei sbaciucchi! Ti colpiranno in nome dell’amore!» Sanae bacia l’aria e poi la schicchera via, in un immaginario lancio di missili cruiser.

«Oh, ma quanti anni avete, cazzo? La finite?» Preso nel mezzo, tra Taro che lo usa come scudo umano e Sanae che lo circonda come una scimmietta, Shingo sta ridendo a crepapelle. «Manager, se dicessi che le voci sono vere sarei di parte, ma dovresti dirmelo tu. Insomma, mi hai visto nudo più della mia ragazza.»

«Sì, ma solo dalla vita in su! Non ho i raggi-x

«E allora fai una capatina alla spiaggia. Se Ishizaki lo sapesse, sarebbe capace di mettere su una gara a chi ce l’ha più lungo, con tanto di tavolo per i giudici e passerella.»

«L’abilità speciale sarebbe chi riesce a fare meglio l’elicottero

«Adesso chi è il malizioso, Misaki?!»

«Io rispondo alle provocazioni. Volevi il trucido, hai avuto il trucido, Sanae-chan! Sappiamo fare anche di peggio.»

«Ti credo sulla parola.»

Shingo tira un lungo sospiro e poi dà una manata in testa a entrambi. «Okay, okay. Facciamo i seri, ora.»

«Ero seria quando dicevo che non vi laveremo più un solo calzino.»

«Quello lo so.»

Taro si ferma, e costringe anche loro a fare lo stesso dopo qualche passo. Porta le mani ai fianchi e osserva, a distanza, la calma piatta che sta per finire. Shingo non direbbe che sia preoccupato, quanto rassegnato.

«Siete pronti a tenere a bada una masnada di adolescenti scemi?»

«E perché noi che siamo?»

Taro lo guarda, solleva le spalle. «Quelli intelligenti?»

«Certo, e dopo la ‘gara di sbaciucchio’ ti dovrei anche credere?»

«È una tecnica di mimetizzazione! ‘Fai lo scemo in mezzo agli scemi’! Quanto ancora avete da imparare dalla vita, principianti!»

Le risate riempiono il piazzale mentre il sole brilla sull’ultima vacanza della loro adolescenza.

 

 

 

 

 

 


 

 

Note Finali: XD okay. Mi sembra di essere tornata al Writober 2019.

Allora, prima di tutto: questa storia è un esercizio.

Ho scritto sempre poco al tempo presente, perché di solito preferisco il passato, ma volevo esercitarmi a farlo e quindi ho deciso di sfruttare questa challenge per fare pratica.

In realtà, anche la lunghezza sarebbe dovuta rientrare nell’esercizio (avrei voluto scrivere massimo 500 parole per capitolo), ma era una sfida forse troppo impegnativa per la mia prolissità, quindi ho cercato comunque di contenerne la lunghezza il più possibile pur senza darmi un limite fisso.

 

La storia si comporrà di 10 capitoli, ognuno dedicato a un prompt (messo nel sottotitolo), ed essendo la challenge terminerà il 25 Febbraio, gli aggiornamenti saranno 1 o a volte anche 2 al giorno per riuscire a rientrare nei tempi.

Fino all’ultimo sono stata tentata se partecipare o meno. Mi piaceva l’idea, e avevo voglia di scrivere qualcosa di breve e di slegato, tipo raccoltina, solo che poi le cose sono un po’ cambiate ed ecco qui una piccola long ambientata nell’estate che precede il World Youth. I nostri eroi hanno 17/18 anni circa (tranne Kumi che è più piccola di due anni – quindi ne ha 15/16 – e Nitta che è più piccolo di un anno – quindi ne ha 16/17), sono giovani, sono belli e sono dei CAZZO DI ADOLESCENTI SCEMI con il patentino per le cretinate. XD

Ho scelto di restare comunque nel canon generale, ma slegandoli dalla mentalità troppo perbenista tipica degli anni ’80. Loro sono chiaramente figli del 2000. XD

 

Per quanto riguarda il rating, visto che mi mancano da scrivere dei capitoli, non ho ancora la certezza di quale sarà, quindi ho scelto il GIALLO in maniera momentanea (non è detto che non salga più avanti. Diciamo che sarà colpa di due pg in particolare e di come si comporteranno *ride*)

 

Ultimo, ma non meno importante: il titolo viene da un verso della canzone ‘Kiss me’ dei Sixpence None the Richer, che è un po’ la colonna sonora dell’intera storia :3

 

Per il resto… boh, si scoprirà solo scrivendo XD

Grazie a chiunque deciderà di leggere questa scemenza ♥

 

 

   
 
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