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Autore: Lumos and Nox    16/02/2020    3 recensioni
Non è così che Hector immaginava la sua fine. (…)
È così che l'ha immaginata: non una banale morte, no, le morti addormentate su un letto non fanno per lui, via, sono per coloro che sono annoiati dalla vita, che anelano andarsene perché null'altro hanno da fare.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hector Barbossa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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End.

Non è così che Hector immaginava la sua fine.
Dopo averne già vissuta una di fine, di capolinea, di morte- ci sono così tanti termini per indicare solo un fottuto riposo eterno- dopo aver già sperimentato la morte, dopo averla già... vissuta, è arrivato già da lungo tempo a raffigurarsi la sua fine con un incendio nella sua nave.
Un bel rogo fumante di fumo e fiamme che si mangia la sua nave, trave dopo trave, asse dopo asse, in un crepitio continuo. E lui è in mezzo alle fiamme, davanti alla porta della sua cabina o davanti al timone, e guarda attorno a sè tutta la sua nave che se ne va picco, che crolla nelle acque insieme a lui.
È così che l'ha immaginata. Non una banale morte, no, le morti addormentate su un letto non fanno per lui, via, sono per coloro che sono annoiati dalla vita, che anelano andarsene perché null'altro hanno da fare. In quanto a lui, suvvia, lui ha sempre avuto un obiettivo nuovo, qualcosa in più da conquistare, ma sa che prima o poi il suo corpo marcirà, che il tempo propizio era già giunto con un proiettile nel petto e il gusto di una mela- il succo dolciastro più affilato di una spada che gli solca la lingua, mentre il suo corpo piomba a terra. Il suo tempo era già scoccato allora, e scoccherà di nuovo, lo sa.
Ma vuole decidere lui quando, vuole essere padrone di ogni sfumatura del suo destino. E quindi la sua fine sarebbe stata sulla sua barca che cola a picco, con le fiamme che danzano sul pelo dell'acqua. Un bell'effetto, poetico, no? È quello che lui vuole, un'uscita di scena in pompa magna, un... Un monaco un tempo gli aveva parlato di un funerale vichingo. Ecco, lui vuole qualcosa del genere, ma con una pila funebre che si è costruito da sé e alla quale ha dato fuoco lui. Una pila funebre con cui ha abbordato e depredato, con cui ha fatto ciò che voleva quando voleva, una pila che è stata la sua casa sopra le sue acque e che sarà la sua tomba sotto le suddette acque.
Certo, è probabile che saranno le cannonate di una nave della Compagnia a dare fuoco alle polveri a lui e alla sua Queen's Revenge. Ma la pira ci sarà lo stesso e, bisogna ammetterlo, un bombardamento aggiungerebbe un pizzico di pathos alla scena. Si godrebbe gli sguardi sconvolti dei marinai e dei suoi presunti assassini, riderebbe gettando la testa e la sua parrucca all'indietro, tra il vento, sotto i raggi del sole o della luna o sotto l'ultimo battito della pioggia: e in quello scenario avrebbe condotto la sua nave verso le profondità marina, acqua e fuoco in confini del mondo in cui Tia Dalma non potrà più arrivare- almeno si spera.
È così che immagina- che aveva immaginato la sua fine. Ed è uno tra i pensieri, uno dei fulmini, delle scosse elettriche, che gli attraversa il cervello, in una miriade di onde, di immagini veloci come turbini di vento, che lo avvolgono mentre cade nella bocca del mare.
È un pensiero che si ritrova a inquadrare come stupido, vanaglorioso, mentre cade ad assaggiare una morte che sarà molto più semplice, una sepoltura sotto il mare. Tutto ha così poca importanza, la sua nave, le sue stupide vesti e quella parrucca elaborata, il suo essere Lord dei suoi mari... Ha tutto così poca importanza, una certezza disarmante come la posizione delle stelle. È stata Carina a suggerirgli quella rotta, è stata sua figlia, ciò che sta lasciando di buono in quel mondo, a far cambiare tutto.
Si ritrova felice ad andarsene per lei. Non sta scappando per paura di rovinare un'altra creatura- è per questo che ha lasciato davanti all'orfanotrofio quel groviglio di pianti e innocenza e coperte, vent'anni prima-, sta cadendo nell'oblio per salvarla, perché viva e respiri e rida, e osservi le stelle. Sono persone come lei che sono destinate a rendere quel mondo che lui e Sparrow e i Turner hanno rifiutato- quel mondo da cui loro tutti sono stati rifiutati- un posto migliore, sono persone come lei che meritano di vivere, di ricercare altro, di scoprire il mondo. È felice di andarsene per lei.
Non sta andando verso l'orizzonte con una pira sull'acqua, non sta morendo per un colpo di pistola in una grotta, sta per essere sepolto dall'acqua, dall'infinito peso del mare che presto gli inonderà i polmoni- sente le gocce cominciare a cadere dalle pareti di acqua attorno a loro e il bastardo spagnolo, sotto di lui, sta ancora urlando.
Non è l'unico ad avere paura, ma Hector è felice di andarsene così, di lasciare il mondo per qualcun'altro, per salvare qualcun'altro.
Le onde gli entrano dentro, forandogli i polmoni, e non vede più nulla, il sale gli fa lacrimare gli occhi. L’annegamento è crudele, dolce e veloce come può essere un’effimera amante notturna, ma lui lo ignora e continua a tenere la testa rivolta verso l’alto.
È bello morire per far brillare una stella, pensa.
Arrivederci, Carina.
  
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