Quando piove è sempre una giornata felice. 
Quando non piove è una giornata di merda. 
Quando cresci le cose non sono mai come le vorresti.
Quando pensi troppo tutto vola via facilmente...

Mi stavo cacciando in un grosso guaio. 

Uno di quelli più grandi del buco alla ciambella, delle donuts alla fragola di cui vado ghiotto. O merda, non posso dire di adorarle più dei cupcake, ma almeno non fanno pena!
Stavo per scrivere al computer qualcosa come un estratto del mio nuovo libro ma l'ispirazione proprio non arrivava...
Mi stavo cacciando in un guaio serio. Dovevo consegnare alla mia casa editrice il romanzo entro due settimane, DUE SETTIMANE DICO non due mesi, e non avevo un cavolo di idea sulla trama o sull'incipit. 
Avevo buttato giù delle cosette senza senso, e mi stavo incavolando di brutto. Come avrei fatto? Il tempo sarebbe scorso inesorabile, ed io sarei stato un fallimento... 
Il mio gatto, Balloon, mi guardava imperterrito, forse aveva capito la gravità della situazione o forse no, comunque mi dava sostegno ma allo stesso tempo mi dava fastidio.
So di essere un tipo strano, ma in quella settimana avevo saturno contro e poi non avevo rifatto la tintura e i capelli azzurri stavano diventando biondi. 
E io detestavo il biondo. 

Quando qualcosa non va come dovrebbe andare dovremmo semplicemente lasciar perdere. 

Volevo essere lo scrittore perfetto, il più ammirato e uno dei più pagati al mondo e invece stavo solo facendo schifo.
Mi stava bene, forse...

Balloon mangiò da una scatoletta, non aveva molto appettito ma io dovevo cibarmi sul serio perché in quel periodo ero piuttosto magro, e sto parlando di circa due anni fa rispetto a ora. 
Nel 2017 infatti avevo un aspetto orrendo e le ragazze non mi filavano proprio. 

Erik, ma com'era venuto in mente a mia madre di chiamarmi in questo modo? Non sarebbe stato meglio Gionny? 
Dicono che nulla avviene mai per caso, ma lasciatemelo dire, in casi come questi, forse il fato si era girato contro di me in una maniera incredibile voltandomi di proposito le spalle. 

Erik, come un ragazzo disadattato. Quello che ero, quello che sono.
Lo spazio tra me ed il cielo è solo una landa lontana, piena di insicurezze, sciagure. 
Mia madre che non mi ha mai voluto per davvero, mio padre morto troppo presto.

Come può un uomo così giovane come me, sensibile e raffinato, pieno di scrupoli e amante della vita, sopportare tutto questo? 
Un uomo sa sempre ciò che vuole ed io desideravo solo essere una storia come tante, non LA storia dannata. 

Dannata come una maledizione, come se quel grembo fosse contrario alla mia nascita, come se fossi un rifiuto e non un semplice bambino.
I bambini non hanno mai colpa di niente, non osservano la vita in modo distratto, no, i bimbi amano per davvero ciò che fanno e non dicono BUGIE. 

La vita dei grandi invece è falsa e ipocrita. 

Se non avessi potuto fare loo scrittore, avrei fatto il musicista, altro mio sogno nel cassetto. 
Ma un sogno così non segue il ritmo del tempo, non segue il senso delle stagioni, delle rose, dei profumi inebrianti...

Un sogno se non coltivato, si recide da solo, e io non volevo. 
 
Ma visto che non volevo dovevo agire, dovevo andare via da Boston ed emigrare in Inghilterra, la patria dei punk. 

Sex Pistols in love.