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Autore: Mari Lace    18/02/2020    6 recensioni
A Martina.
272 a.C.
Avviene in un attimo – un colpo alla testa, l’impatto rimbomba sordo; cadi. [...]
Battaglie inconcludenti – vittorie di Pirro, sussurrano irridenti alle tue spalle – che non ti hanno fermato.

Piccolo delirio sulla buffa (?) morte di un gran condottiero.
Genere: Generale, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità, Antichità greco/romana
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pirro

A Martina,

che si è sorbita i miei scleri deliranti per una settimana intera.

 

Fine Inattesa

 

Avviene in un attimo – un colpo alla testa, l’impatto rimbomba sordo; cadi.

Ti si annebbia la vista, ma vedi comunque – le tue glorie e cadute sfilano un’ultima volta.

Volti adoranti, poi frustrati – basileus sussurrati, folle che acclamano il loro liberatore. Soldati a terra – sterminati –, cadaveri fieri che ti deridono – come se il morto fossi tu. In effetti, hai pensato mirandoli, un’altra vittoria così e sarai perduto. Li rispetti: se avessero servito te avresti gettato in ginocchio il mondo.

Battaglie inconcludenti – vittorie di Pirro, sussurrano irridenti alle tue spalle – che non ti hanno fermato.

Sei qui, ti batti ancora; la tegola arriva, inaspettata – non ti rialzi.

Non è la fine per te: conquisterai il regno dei ciechi?

 

 

 

NdA

Ultimamente non amo inserire note nelle storie, dicendomi che un testo dovrebbe essere autosufficiente e lasciarsi comprendere da solo (più probabilmente è solo pigrizia), ma per una storia “storica” mi sembra quasi doveroso dare dei riferimenti, tanto più con una drabble che, ne sono conscia, può non risultare affatto immediata.

Preparando – delirando – l’esame di Storia Romana, uno degli eventi che più ha colpito me e una mia amica è stato quello al centro della drabble: Pirro, re dell’Epiro che per anni dà filo da torcere a Romani e Cartaginesi, finisce per morire perché una donna gli lancia una tegola dal tetto su cui si trova. Questo nel bel mezzo di una battaglia per le vie di Argo.

Sì, probabilmente il mio senso dell’umorismo non è un granché, ne sono conscia.

Comunque, l’esame è andato oggi – lasciamo perdere il come – e dopo una settimana di chiusone non vedevo l’ora di poter tornare a scrivere e recensire (così tante storie arretrate, sigh) qui, e mi ero ripromessa di partire proprio da questa drabble.

I “volti adoranti, poi frustrati” sono i Siciliani, che prima lo chiamano e accolgono come liberatore dai Cartaginesi, poi si rendono conto del suo lato tirannico e se ne pentono, ritirando il loro appoggio. I fieri soldati morti sono romani: Pirro li vince nel 280 a Eraclea e nel 279 ad Ausculum, riportando in proporzione però danni assai ingenti a sua volta. Da qui il detto “vittoria di Pirro”.

La frase finale sul conquistare il regno dei ciechi, persino da morto, mi è venuta spontanea, inaspettata, e si basa sulla sete inesauribile che Pirro mostra nella sua smania di procurarsi un regno, sia questo in Sicilia, Italia, Macedonia o altrove.

Spero che, nonostante il carattere abbastanza delirante, questo scritto vi possa essere piaciuto.

Alla prossima!

Mari

  
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