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Autore: Soly_D    19/02/2020    1 recensioni
[Questa fanfiction partecipa all'iniziativa Shining Valentine indetta dal forum Torre di Carta]
«Può essere considerata una proposta anche se non l’ho programmata, non te la sto facendo in ginocchio e non ho con me un anello?».
Il cuore di Momo fa una capriola. «Non saprei… ma so come rimediare!».

[TodoMomo♥] [Breve spin-off ambientato qualche anno dopo “Burning like ice”]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Momo Yaoyorozu, Shouto Todoroki
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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contest
Questa fanfiction partecipa all'iniziativa Shining Valentine indetta dal forum Torre di Carta.
Prompt: #44. Album di foto/Risate/Anello/Nei

The proposal


Momo adora gli album di foto. A differenza della memoria che sbiadisce con il passare del tempo, le foto sono in grado di conservare i ricordi chiari e nitidi.
Seduta sul divano con la schiena poggiata al petto ampio di Shōto che la abbraccia da dietro, Momo sfoglia delicatamente le pagine di un vecchio album, delinea con le dita i contorni delle foto, accarezza i volti a cui vuole più bene, si sofferma con lo sguardo sulle didascalie sottostanti. Alcune immagini le procurano una lacrima di nostalgia impigliata tra le ciglia, altre un sorriso appena accennato, altre ancora una risata cristallina alla quale si aggiunge quella più sommessa di Shōto.
«Te la ricordi questa, amore?».
Rilassato contro il bracciolo del divano, Shōto sporge la testa oltre la spalla di Momo per osservare meglio la foto che lei gli ha indicato. È una foto risalente al matrimonio di Jirō e Kaminari, dove i due sposini si stringono l’uno all’altro circondati dai loro più cari amici. Shōto individua prima se stesso, più giovane di qualche anno ma sempre serio e composto, così diverso dall’allegro Midoriya che gli cinge le spalle con il braccio e dall’imbronciato Bakugō che lo affianca dall’altro lato. Subito dopo, Shōto individua anche il volto sorridente di Momo, così incantevole nel suo lungo abito rosso da oscurare la bellezza di tutte le altre ragazze che compaiono nella foto.
«Certo che me ne ricordo». Shōto sorride ripensando a quanto si fosse sforzato di non apparire tremendamente impacciato mentre ballava un lento con Momo – che all’epoca per lui era solo Yaoyorozu – in mezzo a tanta gente. «Quel giorno non smettevi un attimo di fissarmi».
«Cos– Non è vero!», protesta Momo arrossendo deliziosamente sulle guance.
«Invece sì. Lo so perché anch’io ti guardavo sempre».
Quando Momo solleva gli occhi su di lui, Shōto la bacia sulle labbra dischiuse in procinto di dire chissà cosa e improvvisamente l’album di foto perde importanza per entrambi. Momo, infatti, lo chiude con un gesto veloce facendolo scivolare in fondo al divano, e poi si rigira nell’abbraccio di Shōto per poter ricambiare più comodamente il bacio. Asseconda e imita i movimenti delle sue labbra e della sua lingua, gli accarezza il viso soffermandosi con il pollice sulla pelle sensibile della cicatrice, rabbrividisce quando avverte le mani di Shōto giocare con l’orlo della maglia solleticandole la porzione di pelle nuda alla base della schiena: una mano è fredda come il suo lato più attento e riflessivo, l’altra è calda come il suo lato più acceso e passionale, ma Momo ama entrambe le mani di Shōto. Lo ama per entrambi i suoi lati.
«Momo».
«Sì…?».
«Sposiamoci anche noi».
Momo si tira istintivamente indietro e ingoia a vuoto di fronte ai profondi occhi eterocromatici di Shōto che la scrutano come se al mondo non esistesse niente di più bello.
«M-mi… mi stai facendo la proposta, Shōto?».
«Può essere considerata una proposta anche se non l’ho programmata, non te la sto facendo in ginocchio e non ho con me un anello?».
Il cuore di Momo fa una capriola. «Non saprei… ma so come rimediare!».
Svelta Momo si solleva una manica, ma ciò che viene fuori dal suo braccio non sembra proprio un anello di fidanzamento: è un cerchietto molto semplice e poco luccicante, privo di qualunque decorazione. Momo vorrebbe averlo abbellito con qualcosa di simile ad una perla o ad un diamante, ma l’emozione del momento non le ha permesso di sfruttare a pieno il suo Quirk.
Quando Momo porge l’anello a Shōto, quest’ultimo lo osserva con curiosità rigirandoselo tra le dita per poi scendere dal divano e mettersi in ginocchio con le mani giunte davanti a sé, l’anello stretto tra le dita e un sorriso stampato sul volto – uno di quelli ampi e luminosi che rivolge solo a lei.
«Vuoi sposarmi, Momo?».
E Momo, immaginandosi vestita di bianco di fronte a Shōto che le giura amore eterno, non ci pensa due volte a saltargli al collo esclamando «Oddiosì!» e stampandogli un bacio sulle labbra con tanta passione che entrambi non riescono a resistere al desiderio di stringersi e accarezzarsi e spogliarsi lungo il tragitto fino alla camera da letto per poter suggellare quella promessa nel modo più bello e umano possibile.
Più tardi, con Momo nuda e calda accoccolata al suo petto, Shōto penserà a come sarà bello poterla stringere in questo modo ogni notte per tutta la vita fino ad imparare a memoria ogni particolare del suo corpo, ogni perfezione e imperfezione, ogni linea e ogni forma e perfino l’esatta posizione di quei piccoli nei che costellano la sua schiena bianca e sinuosa e che Shōto ha sentito di amare fin dal momento in cui li ha sfiorati per la prima volta.

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