Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Giuls_breath    19/02/2020    2 recensioni
Sansa è prigioniera ad Approdo del Re, è vittima delle vessazioni dei Lannister; vorrebbe fuggire, ma non sa come: l'occasione le si presenta quando Stannis Baratheon attacca Approdo del Re e il Mastino la aiuta a fuggire...
STORIA CHE SI COLLOCA NELLA SECONDA STAGIONE DELLA SERIE TV.
TUTTAVIA NEI PRIMI DUE CAPITOLI, CITO DEI PERIODI TRATTI DAI LIBRI.
VI SEGNALO CHE USERO' UN LINGUAGGIO MOLTO COLORITO E CI SARÀ QUALCHE DESCRIZIONE CHE POTREBBE DAR FASTIDIO.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buonasera! Spero non mi stiate aspettando con i forconi,
so che aspettavate questo capitolo da tanto tanto tempo!
Le mie scuse.
Volevo dirvi, prima di lasciarsi alla lettura, che la storia sarà portata a termine, 
ma ci saranno anche dei rallentamenti a causa del lavoro e dello studio.
Voi continuate a seguirmi, per favore, detto ciò vi lascio alla lettura del nuovo capitolo.
Leggetelo e fatemi sapere se vi piace :*





 




 
Resilience




La sera giunse rapida e Sansa crollò in un sonno profondo dal quale si ridestò solo il giorno seguente quando Sandor la svegliò “Dobbiamo andare ora.” le disse mentre sellava Straniero.
Sansa sbadigliò e si rimise in piedi, era pallidissima.
“Ti senti bene?” le chiese l’uomo notando quel pallore.
“Mi fa un po’ male la testa.” gli rispose.
“E’ colpa del vento di ieri. Speriamo che tu non abbia la febbre.” disse lui per poi avvicinarsi a lei e posare una mano sulla sua guancia e poi sulla sua fronte.
Da quando avevano lasciato l’accampamento del fratello, Sandor non l’aveva più toccata né baciata, quando Sansa sentì la mano grande di lui sul suo viso, non poté fare a meno di trasalire.
“Credo tu non ce l’abbia.” sentenziò, poi notò quegli occhi blu che continuavano a fissarlo increduli “Me lo hai insegnato tu, ricordi?”
L’espressione di Sansa divenne più serena, poi le sue labbra si piegarono leggermente all’insù e rispose “Sì, lo ricordo.”
“Ne sono cambiate di cose da allora, eh?” notò lui montando su Straniero e dando di speroni.
“Sì. Hai ragione.”
“Per esempio, io parlo di più e mordo di meno, tu parli di meno e pigoli di meno.”
“Vero.” affermò lei semplicemente.
“Mi dispiace per il dolore che stai provando.” gli disse lui stupendosi delle sue stesse parole: prima di lei Sandor non aveva mai provato empatia per gli altri, che gli altri fossero felici o arrabbiati o addolorati, non era affare suo. Lui viveva per se stesso, e basta.
Viveva così, ma poi con Sansa tutto era mutato.
“Grazie.” disse lei flebilmente.
Lui posò una mano su quella di lei che era posata sul suo grembo. Fu un gesto che Sandor fece senza neanche pensarvi, un gesto di strana naturalezza e lei provò una sconosciuta elettricità a quel contatto, provò una grande confusione e ciò le diede modo di pensare a qualcos’altro, qualcosa di ben diverso dall’angoscia che l’aveva attanagliata nei giorni addietro.
Sansa non sapeva come reagire, non sapeva come rispondere alle attenzioni di un uomo. Aveva udito delle voci in merito quando era ad Approdo del Re, ma aveva udito anche cose indicibili che l’avevano messa in grande imbarazzo tanto che – ricordò – di essersi poi chiusa in camera sua a pregare gli dèi affinché un giorno trovasse qualcuno da poter amare senza dovergli fare le cose che aveva udito.
Si schiarì la voce ignorando quel gesto tanto delicato quanto intimo e continuò a guardare dritto davanti a sé: davanti a loro c’era un altro villaggio situato nella Terra dei Fiumi, le abitazioni erano quasi tutte in pietra ad eccezione delle stalle per i cavalli. Sansa guardò il Mastino che ricambiò fugacemente il suo sguardo, poi questi scese da cavallo e le disse “Copriti i capelli e tieni la testa bassa, non parlare con nessuno, non muoverti per nessuna ragione al mondo, devi aspettare il mio arrivo e basta, capito?”
Lei annuì per poi tirare su il cappuccio della sua mantella. Sansa prese ad accarezzare la criniera di Straniero e si chiese se sua madre avesse fatto la scelta giusta a farla fuggire con uno come il Mastino. Lei era tanto pura quanto ingenua, si chiese se avesse mai potuto veramente reggere un confronto con lui che invece era un uomo che aveva visto tanto e ucciso tanta gente. Sansa lo vide allontanarsi e dirigersi a passo svelto verso quella che pareva essere una locanda, l’ennesima.
 
Obbedì all’ordine ricevuto dal Mastino almeno fino a quando non udì una donna gridare aiuto, Sansa non poté fare a meno di alzare la testa e lì vide un uomo, un contadino sembrava, trascinare una bambina – forse la figlia della donna – per i capelli, Sansa allora non riuscì a trattenersi e scese di corsa dal cavallo e raggiunse i tre, “Cosa fate? Lasciatela stare.” disse parandosi dinanzi all’uomo.
“E tu chi sei? Che vuoi? Questa è una piccola ladra, mi stava rubando il pane.” protestò l’uomo stringendo i capelli della piccina la quale urlava per il dolore.
“E’ solo una bambina affamata, abbiate compassione!”
“Il pane è mio e se lo vuole deve pagarmelo, altrimenti le insegno io le buone maniere, a lei e alla madre! E tu fatti gli affari tuoi!” urlò l’uomo.
La madre prese a urlare misericordia all’uomo, ma Sansa tirò fuori una moneta d’argento “Vi basta? Datele quello che ha preso e lasciatele stare.”
L’uomo guardò con sospetto prima la ragazza che gli porgeva la moneta, poi la prese e lasciò andare la bambina con un tonfo, dopo che il primo ebbe intascato il soldo lanciò a terra il pane che probabilmente la piccola aveva rubato e andò via: la madre baciò le mani di Sansa e benedicendola si allontanò di corsa con sua figlia che aveva recuperato il pane.
 
“Allora io parlo al vento! Che cazzo ti avevo detto?” abbaiò il Mastino alle sue spalle.
“Dovevo farlo. Ho visto troppe ingiustizie per restare indifferente.” affermò per ritornare poi verso Straniero. Sandor scosse la testa “Meno male che non dovevamo attirare l’attenzione! Adesso anche i topi sapranno di quello che hai fatto!”
Sansa sorrise amaramente “Almeno non sanno chi sono.”
“Questo è un bene. O saremmo morti ancora prima di rendercene conto! Comunque ci fermiamo qui per stanotte, domani dovremmo arrivare a Seagard.”
“D’accordo, io però devo allontanarmi… ho bisogno di rinfrescarmi. Ci vediamo dentro.” lo informò per poi allontanarsi, ma Sandor la fermò posando una mano sul suo braccio.
“Tua madre ti ha affidato a me, non ti lascio andare in giro da sola e se ci sono i Lannister?”
Sansa sorrise “Ti preoccupi per me?”
 
La ragazzina lo stava rigirando proprio per bene, ah che fine che stava facendo!
 
“Ho dato la mia parola a tua madre, non verrò meno proprio ora.”
“Sei fedele.” disse lei sorridendogli dolcemente.
“Sono pur sempre un cane, ricordalo.”
“Non lo sei, Sandor.” gli disse con veemenza “Tu sei un uomo, capito? Un uomo.” fece una pausa e scosse leggermente la testa “Comunque se desideri scortarmi, vieni. A proposito dov’è il fiume?” chiese guardandosi intorno.
Il Mastino alzò gli occhi al cielo e scosse la testa “Visto! Non puoi andartene in giro senza di me.”
“Hai ragione, stai diventando indispensabile.” disse lei rivolgendogli un sorriso per poi accelerare appena il passo, in quel momento Sandor ne fu certo: la ragazzina gli piaceva e non sarebbe esistito nessun fottutissimo dio capace di fargli cambiare quello che sentiva per lei.
La seguì, ma non prima di essersi guardato attorno di nuovo e aver notato alcuni occhi osservarli curiosi, altri con sospetto, altri con paura per via del suo volto sfigurato. Avrebbe dato la vita per lei e non perché Catelyn Stark glielo aveva chiesto! L’avrebbe fatto per lei, solo per lei.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Giuls_breath