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Autore: LeoValdez00    20/02/2020    0 recensioni
- "Il mondo non capirà, ti crederanno folle e proveranno a fermarti con tutte le loro forze, ma dovrai proseguire senza guardarti indietro" -
Crebbe con la consapevolezza che un giorno le sue azioni avrebbero portato alla rinascita dell'universo, finalmente libero dall'ingombrante e velenosa presenza dell'uomo.
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mereth giaceva a terra semicosciente in una pozza di sangue, sentiva il suo odore nauseante invadergli le narici e percepiva il suo sapore acre e metallico sulle labbra martoriate.
Il panico e il dolore gli fecero mancare il fiato.
Attraverso le lacrime vide la figura sfocata di Adrivel avanzare verso di lui, la spada grondante vermiglio ancora stretta tra le mani.
Assomigliava alle raffigurazioni delle antiche divinità della guerra che aveva visto così tante volte nei suoi libri, emanava potere e sete di distruzione.
I suoi occhi scuri fiammeggiavano d'ira e nel profondo del suo animo Mereth sapeva che non avrebbe avuto nessuna possibilità di sconfiggerla.
Nella mente dello stregone risuonarono le parole della madre, le stesse parole che molti anni prima lo convinsero a seguire il proprio destino.
"Il mondo non capirà, ti crederanno folle e proveranno a fermarti con tutte le loro forze, ma dovrai proseguire senza guardarti indietro"
Il suo viaggio era giunto al termine, così vicino al compimento tanto da poterne immaginare il dolce sapore, eppure dannatamente irraggiungibile.

Adrivel posò la punta della lama sul collo di Mereth, mentre un sorriso di insana gioia le deturpava il volto.
"È finita" sussurrò la ragazza "Il tuo potere è morto".
Lo stregone chiuse gli occhi, conscio del proprio fallimento.
La magia che scorreva in lui era scomparsa, così come la benedizione degli dei maggiori.
Era un semplice umano ora, incapace di compiere il proprio destino, impotente di fronte all'orrore che sarebbe derivato dalla sua sconfitta.
Aveva perso e l'universo intero ne avrebbe subito le conseguenze.
Adrivel sollevò appena la lama, lo sguardo scintillante di follia, per poi trascinarla fino al centro del torace dello stregone.
La spada recise dapprima le vesti sottili, poi la pelle marchiata e infine si addentrò nella carne, trapassando in una lenta agonia il corpo stremato di Mereth.
Lo stregone si contorse senza fiato, la bocca aperta ad implorare aria, le labbra spaccate e grondanti sangue viscoso che mimavano una muta preghiera.

 

Gli dei non si sarebbero mai pentiti abbastanza della creazione del genere umano e Mereth li capiva.
Ogni volta che un bambino veniva rapito, una ragazza struprata, un uomo ucciso, una guerra iniziata, lo stregone si domandava come fosse possibile la presenza di una simile specie.
L'essere umano era sbagliato, non aveva futuro e con la sua superbia metteva in pericolo l'esistenza dell'intero universo.
Doveva essere estirpato, cancellato dalla stessa realtà.
Quando Kudæ, dea della vita e della pace, si era presentata davanti a lui, implorandolo di agire in sua vece, Mereth capì che sua madre aveva ragione.
Il suo destino avrebbe influenzato l'esistenza e la prosperità del Tutto.
Gli dei ricompensarono la sua lealtà donandogli il potere necessario all'annientamento del genere umano e lui crebbe con la consapevolezza che un giorno le sue azioni avrebbero portato alla rinascita dell'universo, finalmente libero dall'ingombrante e velenosa presenza dell'uomo.

 

Il cadavere dissanguato dello stregone giaceva al centro della sala.
Adrivel ritirò la spada e si allontanò di qualche passo da ciò che rimaneva dell'uomo che aveva minacciato di distruggere il genere umano.
Mereth era solo un ragazzo corrotto dalle parole maligne di dei codardi, convinto ad combattere la sua stessa specie, condannato a morte da chi gli aveva promesso ogni cosa.
Aveva voltato le spalle all'umanità, un affronto imperdonabile che gli era costato la vita.

 

Era bastato presentarsi al cospetto degli dei maggiori, le armi puntate ai loro cuori pavidi, per costringerli a revocare il loro potere dal corpo dello stregone.
Ricordava le loro suppliche, i loro pianti, i loro gemiti di terrore, come musica celestiale.
Non erano più una minaccia, ma Adrivel e il suo esercito si ritennero pienamente soddisfatti solo quando i corpi straziati degli antichi dei vennero appesi fuori dai cancelli dorati del loro piccolo regno.
Un monito, per chiunque avesse osato pensare che il genere umano potesse essere sconfitto.

 

Con soli tredici cadaveri Adrivel aveva posto fine al massacro.
Come nuova dea della guerra si ergeva dalle ceneri di divinità deboli e ingannevoli a difesa della sua specie.
L'umanità aveva vinto.



 

"The sole meaning of life is to serve humanity" 

- Leo Tolstoy

   
 
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