Film > Il gobbo di Notre Dame
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Autore: Angelica Cicatrice    20/02/2020    1 recensioni
Per chi ha seguito la mia storia " Se ci fosse qualcuno come me " allora vi annuncio che questa è una serie di momenti sfuggiti, o scene eliminate, dei vari capitoli. Alcuni riguardano i sentimenti della nostra coppietta di giullari, ma altri descrivono anche alcuni dettagli sulla tradizione gitana, sulla famiglia di Clopin e di Roxanne, e molte curiosità che di sicuro non vi dispiaceranno.
Consiglio a chi non abbia ancora letto la storia di base di recuperarla, per godersi appieno queste piccole chicche.
Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clopin, Nuovo personaggio
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                          Moments Escaped 
                                                                                         Bella come un fiore
                                                                  (Tratto dal capitolo 7 La Corte dei Miracoli)

 
- Sbrigatevi voi due, la cena è già pronta in tavola - disse la bella zingara dagli occhi color smeraldo. In quella tenda, con i veli aperti, si diffuse un profumo invitante capace di far venire l'acquolina in bocca a chiunque. Specialmente al re della Corte dei Miracoli.
- Non potevi darmi una notizia migliore, sorellina - ammise lo zingaro dal pizzetto beh disegnato, mentre si massaggiava lo stomaco. E pensare che pochi secondi prima aveva lanciato un'occhiataccia di sdegno nei confronti di Esmeralda. Il motivo era comprensibile; la zingara aveva interrotto un momento molto delicato tra suo fratello Clopin e la bella violinista Roxanne. Anche se a dirla tutta, era stata la capretta Djali a intrufolarsi per prima lì dentro, cogliendo di sorpresa i due giullari mentre si stavano scambiando sguardi ammalianti.
" Cosa sarebbe successo se Djali non fosse entrata in quel preciso momento?..." si chiedeva Roxanne " Era una mia impressione, o Clopin mi stava fissando troppo intensamente...".
Oltre a quelle domande, Roxanne avvertiva lo strano calore nelle viscere che l'aveva accompagnata nell'ultimo periodo. Da quando aveva cominciato ad approfondire l'amicizia col re dei giullari, aveva notato quanto le sue emozioni si accendessero ogni volta che si trovava in sua presenza.
"Roxanne...ma allora lui ti piace davvero?...in quel senso..." si chiese mentre usciva dalla tenda seguendo i due gitani. Nell'aria si respirava un'atmosfera gioiosa e tranquilla; da ogni angolo della Corte vi era una tenda da dove provenivano profumi di cibo e spezie aromatiche, mentre alcuni falò erano stati accesi per scaldare pentoloni o arrostire la carne, con tanto di voci e risate felici che si diffondevano nello spazio circostante.
- Prego, Modemousaille - fece a un certo punto il giullare, aprendo il velo di una grossa tenda per facilitare l'accesso alla sua amica. Roxanne abbozzò un sorriso ed entrò in quella che doveva essere la " stanza da pranzo" o comunque dove si consumavano pranzi e cene con tutta la famiglia. Un grande tavolo tondo e basso si trovava al centro della stanza, sopra un tappeto e con tanti cuscini che facevano da "sedie". La luce tenue delle candele, tutte sparse attorno, donavano un'atmosfera magica e suggestiva. Appena il re dei gitani fece la sua comparsa, qualcuno esultò un caloroso benvenuto ad alta voce. Oltre a Esmeralda, erano presenti alcuni uomini e donne, i vicini stretti ella famiglia Trouillefou. Clopin allora approfittò di quell'attenzione, e dopo essersi schiarito la voce prese la parola.
- Mi familia, questa sera abbiamo un ospite speciale che ci onorerà della sua presenza. La giullare Roxanne, mia amica e collega di piazzale -.
Subito si levò un battere di mani da parte di tutti e alcuni di loro esultarono un " Bienvenida ". Lusingata per tanto calore, Roxanne fece un inchino e lasciò che Clopin la guidasse verso la tavolata, che man mano si stava riempiendo di vari piatti e ciotole colme di cibo. Il re gitano scelse i posti e la invitò a sedersi su un cuscino viola scuro.
- Prego, cheriè, prendi posto accanto a me - disse senza indugi il giullare, e Roxanne, con velata soddisfazione, non se lo fece ripetere due volte. Intanto, erano giunti alla tenda anche Febo, di ritorno da una delle sue ronde serali, e il campanaro Quasimodo, invitato dallo stesso capitano. Roxanne fece un cenno di saluto ai nuovi arrivati e invitò subito l'amico gobbo a sedersi accanto a lei, alla sua destra. Il capitano con l'armatura dorata, invece, si sedette proprio accanto a suo cognato e a sua moglie Esme. A quel punto la cena poteva ufficialmente iniziare. Stando lì, con la luce soffusa che creava un bel gioco di sfumature e ombre, i due artisti di strada sembravano più di una semplice coppia di colleghi che condividevano lo stesso piazzale. La sintonia e il feeling che li univa era così palpabile che anche un cieco lo avrebbe notato, udendo solo il suono delle loro voci mentre si parlavano. Lui non faceva altro che mostrarle e offrirle le varie pietanze che costituivano la cena, mentre lei ammirava affascinata quella combinazione di colori e profumi. Tutti i piatti presentavano porzioni minime, ma le leccornie avevano un aspetto delizioso.
- Cos'è questa? - chiese a un certo punto lei, indicando una ciotola con un mucchio misto di cibo poco definibile. Il profumo che si espandeva sembrava quello di carne e spezie.
- E' migas - rispose Clopin, ma Esmeralda, notando la perplessità marcata negli occhi vermigli di Roxanne, aggiunse:
- E' un tipico piatto dell'Andalusia, la nostra terra d'origine. Devi sapere, mia cara, che per evitare di sprecare il pane, lo sbricioliamo e dopo averlo bagnato con acqua tiepida, lo si cuoce in un tegame con olio e aglio, aggiungendo poi spezie, fagioli e carne. Sono sicura che lo gradirai -.
La giullare, allora, assaggiò qualche boccone di quella specialità e lo trovò davvero appetitoso. Altre ciotole in terracotta erano piene di alcune zuppe e creme agli ortaggi, ma una di queste era di colore arancio pallido decorata con semini gialli. Roxanne la osservò incuriosita e Clopin afferrò un cucchiaio.
- Vuoi assaggiare? E' una crema alla zucca con semi di sesamo. Tra tutte è quella che preferisco - le spiegò lui, mentre raccoglieva un po’ di crema col cucchiaio. Roxanne, con un po’ di imbarazzo, si lasciò imboccare dal suo giullare. Si sentiva come una ragazzina, ma quelle attenzioni non le dispiacevano. La crema era soffice e tiepida, molto gustosa e aveva il tipico gusto dolce della zucca, ma con una leggera nota speziata.
- E' buonissima! Giuro che non ho mai mangiato niente del genere - affermò lei e alla fine i due si ritrovarono a dividere la pietanza, così come col pane e una bella forma di formaggio. In quello stesso frangente, Esme e Febo si scambiarono qualche occhiata d'intesa, e si bisbigliarono qualcosa tra loro.
- Come sono carini, tutte e due insieme! - fece Esme all'orecchio di suo marito - dici che tra loro c'è qualcosa? Sai, ieri Clopin non ha fatto ritorno a casa. Scommetto che ha passato la notte nel carretto con lei -.
A quell'ultima affermazione Febo incurvò le labbra in un sorriso malizioso, ma poi rispose:
- Conoscendolo ne è capace, ma credo che non si siano ancora spinti così lontano. Di sicuro c'è del tenero tra loro. Però tuo fratello deve darsi una mossa, invece di perdere tempo a ingozzarla di cibo e farle gli occhi dolci - terminò il capitano, facendo sorridere di gusto sua moglie. La cena stava procedendo alla grande, e la giullare stava scoprendo non solo dei sapori così nuovi, ma un'intera tradizione e cultura che proveniva dalla calda ed esotica Andalusia. Anche le parole che si scambiavano gli altri commensali, tutti di origine spagnola, incuriosiva la giovane franco-italiana. Nonostante fosse una lingua che non comprendeva, la trovava affascinante.
- E' difficile imparare lo spagnolo? - chiese a un certo punto la giullare a Clopin. Quella domanda inaspettata lo aveva colto di sorpresa.
- Beh, dipende. Ma se ci tieni tanto posso insegnarti qualche parola - disse lui, con un certo orgoglio nella voce.
- Sarebbe fantastico. Fammi un esempio, sono troppo curiosa - gli chiese Roxanne, mettendo da parte il boccale di vino rosso. Di comune accordo, i due giullari avevano deciso di dividersi anche quello, un po’ perché era un'antica usanza del popolo gitano, e un po’ per evitare a Clopin di ubriacarsi. A quella richiesta, il re dei gitano rimase un attimo a riflettere per scegliere le parole giuste. I suoi occhi color carbone vagarono sulla figura della violinista, e si soffermarono sui capelli lisci e corvini, impreziositi dalle rose rosse. Poi, dopo aver dato un'occhiata intorno, Clopin si avvicinò un po’ al viso di Roxanne, arrivando abbastanza all'orecchio. La giullare avvertì un piacevole brivido per via dei sussurri che seguirono.
- Tan hermosa como un flor - fece la voce di Clopin.
- Cosa vuol dire? - chiese lei, cercando di non arrossire per quella situazione.
- Bella come un fiore...-.
A quel punto, quando Clopin si ritrasse per guardarla negli occhi, la giullare si accorse che le sue dita e quelle del gitano si stavano sfiorando. Col viso in fiamme, Roxanne cercò di sorridere disinvolta, prese il boccale di vino portandoselo alle labbra e finse di guardare altrove. Dal canto suo, Clopin si morse le labbra. Forse era stata una mossa troppo azzardata, e l'aveva messa in imbarazzo.
"Complimenti, vecchio mio!" si disse fra sé, con ansia e nervosismo.
- I tuoi vecchi metodi da seduttore non danno i loro frutti? - gli disse a bassa voce Febo. Il giullare non ebbe il tempo di voltarsi che suo cognato lo afferrò per il collo con un braccio e se lo portò più vicino.
- Sei scemo?! Di cosa stai parlando? - chiese piano Clopin, per non farsi sentire dagli altri. In realtà sapeva benissimo cosa intendesse il capitano, ma non voleva ammetterlo, perché così voleva dire ammettere che la bella Roxanne aveva fatto breccia nel cuore del re dei giullari.
- Ti rispondo con questo consiglio, amico mio: ti conviene farti davvero avanti, o altri baldi giovani non perderanno l'occasione di provarci e te la porteranno via...proprio sotto il tuo nasone - disse con aria ironica Febo, lanciando un'occhiatina furba a suo cognato. Clopin, fulminandolo con lo sguardo, si divincolò e si liberò dalla presa del capitano, non sapendo però che la sua amica giullare aveva notato quella scena. Ma per fortuna, almeno per Clopin, non era riuscita a capire nulla di ciò che si erano detti. Il re gitano rimase solo con i suoi pensieri, e pian piano gli occhi si posarono in automatico sulla figura di Roxanne. Una cosa era certa: poteva mentire a tutti i presenti, negare l'evidenzia. Ma non poteva fare lo stesso con il proprio cuore. Provava qualcosa per Roxanne, che fosse attrazione, desiderio, ma era ovvio come la luce del sole. Allora qual era il problema? Forse era perché, a differenza con le altre donne che aveva corteggiato in precedenza, con quella giullare era molto diverso. Roxanne era giocosa, ma per nulla superficiale. Era matura ma si concedeva attimi esuberanti. Era forte, ma anche sensibile nei momenti di cedimento. Era bella e brava, ma non per questo se ne vantava. Inoltre, quando si trovavano in quei momenti particolari, mostrava con chiarezza le sue emozioni, ma non aveva mai ceduto, almeno non completamente alle fugaci avance di Clopin. Un'altra donna interessata a lui sarebbe caduta ai suoi piedi nell'arco di un giorno.
"Lei...mi piace sul serio...perché è così unica" affermò a se stesso il re dei giullari " Forse, ha ragione Febo...devo farmi avanti".
All'improvviso al centro della tavola fu presentata una bella torta di mele. Il dolce preferito dei due giullari.
- Clopin svegliati, o la nostra ospite d'onore ti lascerà a bocca asciutta! - disse ad alta voce Esmeralda, riportando suo fratello alla realtà. Il re dei gitani avvertì il familiare profumo di mele cotte, e vide Roxanne già intenta a tagliare il dolce con un coltello.
- Ho l'impressione che Vostra Maestà ha il pancino gonfio. Tranquillo, mi sacrificherò io - fece la giullare, canzonando divertita il gitano. Clopin spalancò gli occhi e il solo pensiero di rinunciare alla sua fetta di torta preferita, lo fece scattare in avanti, rivendicando la sua parte.
- Nina codiciosa! - esclamò con quella inconfutabile pronuncia spagnola, rivolto a Roxanne.
-...e quest'ultima cosa vuol dire? - chiese lei, con lo sguardo curioso e ammaliante al tempo stesso.
- Piccola golosa -.    
   
 
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