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Autore: _Cthylla_    21/02/2020    4 recensioni
[Sequel della fanfic del 2013 “The Specter Bros’”]
Dopo la battaglia che ha portato alla distruzione dell’Omega Lock, molte persone in entrambe gli schieramenti si sentono perse o hanno perso qualcosa -o, ancora, qualcuno.
Il ritorno di vecchie conoscenze più o meno inaspettate sarà destinato a peggiorare ulteriormente la situazione o porterà qualcosa di buono?
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Autobot, Decepticon, DJD/Decepticon Justice Division, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Specter Bros'- la serie'
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(Se il caos sfugge di mano)


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
«Resisti, Optimus, cerca di resistere ancora un po’!…»
 
«Credo che per me sia tardi… Smokescreen» disse il leader degli Autobots, stringendo i denti per trattenere un lamento.
 
Anche nelle condizioni attuali cercava di mostrare la dignità di un comandante, anche se iniziava a convincersi che non avrebbe potuto mantenere per molto quel titolo.
Smokescreen gli aveva detto di essere uscito dalla base come da piano, salvo rientrare poco dopo grazie al Phase Shifter -fortunosamente recuperato durante la battaglia per l’Omega Lock- proprio per tentare di salvarlo. Non era riuscito a evitargli l’impatto, tuttavia era riuscito a trascinarlo in una grotta sotterranea poco prima che Starscream e vari vehicons scendessero a terra proprio per verificare quanti danni avevano fatto.
 
«Finché la tua Scintilla pulsa ancora, non è tardi! Il gruppo ha bisogno di tornare insieme, tutti noi abbiamo bisogno di te. Arcee ha bisogno di te!» aggiunse poi la giovane ex guardia d’élite «Non vorrai lasciare da sola la tua compagna di vita, spero. Cerca di resistere anche per lei!»
 
Prime strinse un pugno. Certo che non voleva lasciarla sola, non avrebbe voluto lasciare solo nessuno dei suoi sottoposti e lei ancor meno. Era stata il suo primo pensiero quand’era riuscito a risvegliarsi in quella grotta, continuava a essere il suo primo pensiero anche adesso e, se mai fosse sopravvissuto, sarebbe stata il suo primo pensiero al pari dell’essere un buon leader -cosa cui dava più priorità che alla propria vita.
Era stato stupido a impedirsi di vivere i propri sentimenti per lei ed era stato anche per questo che Arcee era finita nelle mani di Spectrus Specter -Smokescreen gli aveva detto che i Decepticon lo davano per morto. Buona notizia- venendo tradita in molteplici modi, ferita in altrettanti e rovinata in modo quasi completo ma, per fortuna, non irrimediabile. Per un certo periodo l’avevano perfino ritenuta una traditrice, complice il fatto che si fosse trovata a scappare via con Airachnid e che Wheeljack avesse parlato a suo sfavore per coprire se stesso e il compagno di merende.
Ecco: il tradimento finale di Wheeljack era tra le cose che gli facevano più male in quella faccenda, perché aveva sempre pensato di saper valutare decentemente le persone nonostante la tendenza a sperare che fossero meglio di quel che erano o comunque migliorabili. Sapeva di non essere mai riuscito a guadagnarsi la sua ammirazione al punto di farlo restare nella base in pianta stabile ma c’era differenza tra essere un solitario ed essere un traditore unendosi a uno dei peggiori soggetti che avesse mai conosciuto.
 
«Cerco di farlo… Smokescreen, cerco di… voglio farlo. Però l-la mia Scintilla non reggerà… a lungo, purtroppo me ne rendo conto».
 
«I-io… sì. Capisco» disse Smokescreen, che a sua volta era perfettamente conscio delle condizioni del comandante «Però ho avuto un’idea a riguardo: nella Forgia di Solus Prime dovrebbe esserci rimasto potere a sufficienza per guarirti».
 
«Non dicevi… che i Decepticon hanno-»
 
«Al momento sì, ce l’hanno loro, però a questo si può rimediare. Il Phase Shifter ha una sua utilità quando si tratta di entrare il luoghi ben sorvegliati» sorrise l’Autobot, attivando la reliquia in questione.
 
«La Forgia… dovrebbe essere utilizzata p-per riparare l’Omega Lock. Cybertron…»
 
Un’altra cosa che gli pesava molto sulla coscienza era aver condannato il proprio pianeta a restare privo di vita, benché ritenesse di non aver potuto fare altrimenti. Se Megatron si fosse limitato a rivitalizzare Cybertron non avrebbe avuto molto da dire, sarebbe stato perfino intimamente contento, però non era andata così: se il suo ex amico aveva cercato di cyberformare il pianeta Terra e lui non aveva potuto permetterglielo. La Terra aveva accolto lui e il resto del Team Prime dando loro una base -una “casa”, quasi- i suoi soldati avevano stretto amicizia con i ragazzini e il resto dell’umanità non c’entrava alcunché con la guerra tra Autobot e Decepticon, non era giusto che finisse vittima di essa.
 
«Cybertron è morto da tempo e, se l’Omega Lock venisse risanato, al momento sarebbe un pianeta vivo ma senza popolo. Non sappiamo neppure dove siano finiti quelli che erano sull’Arca, me l’ha detto qualcuno della squadra quando sono arrivato. Tu invece sei qui, sei vivo e tale devi restare per il bene di tutti quanti, Arcee soprattutto. Riguardo l’Omega Lock e Cybertron troveremo una soluzione in futuro e sarà più facile se sarai qui a guidarci» concluse Smokescreen.
 
Era insicuro su molte cose -specie di se stesso- nonostante cercasse di mostrare il contrario, però su quello non aveva incertezze, al punto di abbandonare la grotta prima che Optimus potesse rispondergli.
Dirigendosi velocemente a Darkmount, iniziò a fare mente locale su dove potesse trovarsi la Forgia.
 
“Il posto è bello grosso, potrebbero averla messa dovunque… a meno che abbiano mantenuto l’abitudine di tenere nella Nemesis le cose veramente importanti!” pensò l’Autobot “Un posto relativamente piccolo è più facile da sorvegliare”.
 
L’aveva detta giusta, tuttavia una volta giunto a Darkmount i suoi pensieri furono distratti da ben altro: nello specifico dal suono penetrante di un allarme e quello potente di una serie di esplosioni.
 
“Ma cos… forse gli altri si sono già riuniti?” ipotizzò, riuscendo a infilarsi facilmente all’interno della fortezza grazie alla confusione totale che c’era  e iniziando ad attraversare una parete dopo l’altra con più o meno cautela, direzione Nemesis “Mi era venuto in mente che forse gli umani potessero star tentando di nuovo un assalto ma finora che io sappia non sono neanche riusciti ad avvicinarsi a-”
 
Portò le mani davanti alla bocca, riuscendo così a chiuderla contenere l’urlo che gli era venuto spontaneo nel trovarsi davanti la vera origine del caos all’interno della fortezza.
Smokescreen si era unito al Team Prime dopo un “allegro” soggiorno nelle carceri Decepticon e, benché fosse stato lì e in passato fosse stato la guardia personale di Alpha Trion, nulla del suo vissuto l’aveva preparato alla scena che aveva davanti.
 
“Ma perché?!...”
 
Orde impazzite di vehicons di molteplici tipi si stavano staccando gli arti a vicenda per poi divorarli, ciò nei casi in cui non davano l’assalto diretto ai crani altrui dilaniandoli nel tentativo di fare la stessa cosa col processore al loro interno. Al giovane Autobot sembrava di star guardando uno di quei film horror che aveva visto assieme a Jack -zombie, sangue e interiora varie in giro- però in quel caso era dal vivo e, no, non lo trovava divertente. Lo trovava terrificante, tanto da ringraziare nuovamente il cielo di aver recuperato il Phase Shifter.
 
“Meglio mantenerlo sempre attivo. Non so cos’abbia causato questo ma se resto in questo stato magari non potrà colpire anche me” fu il pensiero semplicistico, però corretto, che ebbe Smokescreen nel decidere di farsi coraggio e andare comunque avanti per la sua strada verso la Nemesis “Questo però mi sembra qualcosa che non potrebbero riuscire a fare né gli esseri umani, né i miei compagni. Allora però chi?...”
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
«Allora sei proprio tu. Mi era sembrato di riconoscere la tua voce, Wheeljack, “amico mio”».
 
«Tu?...»
 
Perfettamente in salute, col solito sguardo penetrante e il detestabile vago accenno di sorriso arrogante, Spectrus Specter sembrava perfettamente in forma, alla faccia di chi lo dava per morto e festeggiava per questo.
Le sole cose diverse rispetto a prima erano delle strane strisce di vernice bianca su alcune parti della sua corazza nera e blu, alle quali però Wheeljack non fece caso più di tanto.

 
«Tu sei… credevo fossi offline!» esclamò il demolitore «Tutti lo credevano!»
 
Dagli altoparlanti si sentì un breve rumore di statiche.
 
 
 EH! VOLEVIH! Volev- guarda che faccia! Guarda che faccia! Non se l’aspettava!...
 
 
Se udire quella voce sconosciuta -proveniente da un video presente nella primordiale rete degli esseri umani, ma Wheeljack non poteva saperlo- lasciò l’ex demolitore alquanto perplesso, la sola reazione di Spectrus fu una brevissima alzata di sopracciglio.
Evidentemente, chiunque fosse stato l’artefice di quell’intromissione non lo preoccupava… e non era Soundwave.
 
«Se davvero avete creduto che fossi morto pur non avendo trovato il mio cadavere, allora siete diventati ancor più stupidi di quanto ricordassi. Tu più di tutti. Lasci Prime e la sua squadretta, tenti di tradire anche me e ti fai perfino catturare? Allora non hai proprio imparato nulla».
 
Wheeljack tentò nuovamente di liberarsi, sempre senza successo. «Come sai-»
 
«I danni che hai riportato. A guardarti direi che sei stato coinvolto nella distruzione dell’Avamposto Omega, seppur in maniera limitata, il che è molto strano essendoti rifiutato di venire a farlo esplodere insieme a me e avendo dichiarato che saresti rimasto indietro. La sola spiegazione della tua presenza lì è quella dei ripensamenti tardivi per i quali sei già noto».
 
«Ho cercato di avvertirli perché nonostante tutto non sono ancora arrivato al tuo livello» ribatté Wheeljack, guardandolo con un certo disprezzo. Non temeva granché le possibili ripercussioni, ormai.
 
«In effetti hai ragione, sei molto più in basso, al punto di non capire che avresti fatto una figura migliore restando coerente con le tue azioni» replicò Spectrus, per nulla toccato «Invece di cercare di mettere a tacere una coscienza della quale non ti importava granché quando ti lamentavi della leadership di Optimus Prime e ti svuotavi dentro ad Airachnid. Memoria corta?»
 
«Airachnid era una nemica» borbottò l’ormai ex Autobot, pur sapendo bene che non era una giustificazione «E tu hai fatto molto di peggio».
 
«Certo che l’ho fatto. In ciò però ti ricordo che, se Airachnid era una nemica, per la cara Arcee non valeva lo stesso, eppure eri pronto a condividere anche lei. Anche oggi, un minimo di coerenza la cercherai sotto la cuccetta domani!»
 
Quando Specter tirò fuori la spada, Wheeljack pensò di essere arrivato al capolinea. Forse sarebbe stato anche giusto, pensò, finire all’altro mondo per mano della persona da cui si era lasciato rovinare. Aveva qualche dubbio che fosse tutta un’allucinazione ma avrebbe avuto presto la conferma o la smentita.
Ciò che lo teneva imprigionato venne tranciato in due dalla lama, e fu quasi per miracolo che Wheeljack riuscì a reggersi sulle ginocchia ed evitare di crollare a terra.
 
«Assodato che continui a fare schifo quanto e più prima nonostante gli pseudo rimorsi, hai ancora voglia di rinfacciarmi altro o vuoi deciderti a fare quello che fa un demolitore? Più caos si crea, più falle ci sono nella sorveglianza… e più facilmente potrò finire il lavoro uccidendo quell’ingrata invalida che condivide il mio codice genetico, oltre che il mio “caro” cognato».
 
«Allora ti può andare bene solo a metà. Soundwave è da qualche parte qui o nella Nemesis ma tua sorella se n’è andata con Dreadwing il giorno in cui sei “morto”».
 
Ci fu un breve attimo di silenzio da parte di Spectrus. «Prego?...»
 
«Spectra e Dreadwing-»
 
«Avevo capito. Sono solo indeciso se mettermi a ridere per il fatto che quella inutile deficiente abbia imparato dal sottoscritto qualcosa più di te, essendosi sposata con un mech per poi fuggire con un altro il giorno successivo, o incazzarmi perché non è qui e nessuno me l’ha detto!» sbottò nel comm-link «Bustin!»
 
«Chi sareb-»
 
«Dopo, Wheeljack. Bustin!»
 
Tutto  quel che riuscì a sentire dall’altro capo della comunicazione fu la sigla di un anime che in quelle oltre due settimane di tempo aveva imparato a conoscere fin troppo bene.
 
 
 “What is my destiny, Dragon Ball?Tu non ce lo dirai, Dragon Ball”…
 
 
«So benissimo che mi stai ascoltando» insistette Specter «Quindi dimmi perché non mi hai detto che la storpia rimbecillita non è qui!»
 
 
– Io te l’avrei detto… ma tu non me l’hai chiesto! – replicò una tranquillissima voce che era maschile, seppur un po’sottile.
 
 
«Un assistente più stronzo non potevo trovarlo!»
 
 
“Le brutte intenzioni la maleducazione, la tua brutta figura di questa se-eera/ la tua ingratitudine, la tua arroganza, fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa-”
 
 
Spectrus, dopo un breve sbuffo, chiuse la comunicazione. «Non credo che la pace durerà a lungo. Usciamo» disse, uscendo dalla stanza assieme a Wheeljack.
 
«Dove hai trovato questo “Bustin”? È un transformer?» domandò il demolitore.
 
Non era sua intenzione continuare a seguire Specter, benché questi fosse stato efficiente nel ricordargli quanto e perché lui facesse schifo nonostante tutto. Nel caso fossero riusciti a uscire da Darkmount se ne sarebbe stato da solo, quella era l’idea, e avrebbe affrontato tutto quel che sarebbe venuto poi. Nulla che non avesse già fatto in passato, del resto.
 
«Il nome non è molto da umano, ti pare? È-»
 
 
“…Certo che il caos è una forma d’arte/ ma tu sai solo spargere droga in giiiro” – si sentì dagli altoparlanti, dopo un’altra breve serie di statiche.
 
 
«Appunto, la pace non è durata a lungo».
 
 
 – “Ringrazia Primus che sei in quella fortezza/ rispetta chi ti ci ha portato dentro/ Questo sono iiio!”… e Soundwave si è appena accorto della presenza di qualcuno nel suo sistema di sorveglianza. Non mi ha ancora trovato, comunque.
 
 
«Immagino che in questo periodo sia un po’distratto» replicò Spectrus «Lui e il resto degli ufficiali Decepticon dove sono?»
 
 
Alcuni piani sopra di voi, tranne Soundwave che invece è ancora nella Nemesis e si sta “avvicinando” rapidamente a me. Immaginavo che sarebbe successo, mi avevi detto che è bravo nel suo lavoro. Se mi trovasse, e dopo averlo fatto riuscisse a tagliarmi fuori, non potrei più “nascondervi” al sistema, però in caso di necessità ho già un’idea per rallentarlo. A meno che tu abbia in mente dell’altro ancora.
 
 
Un folto gruppo di vehicons non impazziti svoltò l’angolo, iniziando a sparare contro Spectrus e Wheeljack appena li vide; non che fosse un problema, Wheeljack restava superiore a qualunque vehicon nonostante le torture subite -e non era stato neppure disarmato, dunque poté iniziare presto a far danzare le sue lame- mentre Spectrus oltre a essere un mech decisamente grosso quanto svelto era anche perfettamente in forma.
 
«Ho in mente dell’altro» confermò Spectrus «…pare che far finire la circletine mal tagliata solo in certi settori sia stata una buona idea. Savi sono ancor più facili da gestire» commentò.
 
Era quella la ragione per cui i vehicons si stavano divorando tra loro. La circletine -uno dei tanti prodotti della città Stato nota come Pettinathia- di norma non era una droga letale se assunta nelle giuste dosi: se mai si poteva iniziare a pensare di essere un drago, il nonno del proprio nonno o si credeva di aver trovato il mondo di Narnia in un armadio, o tutto insieme.
Se assunta mal tagliata per via aerea, tuttavia, causava delirio, allucinazioni, cannibalismo e rapidi danni “neurologici” irreversibili.
 
«Circletine mal tagliata?! Quella roba è quasi peggio del Tox-En che hai usato tempo fa!» esclamò Wheeljack, scagliando un vehicon addosso ad altri due «A proposito, mi pare che la strategia non sia cambiata molto rispetto alla volta nella Nemesis».
 
«Non ho dovuto nemmeno sforzarmi per inventare qualcosa di nuovo, renditi conto di come sono messi. Bustin, stando alle mappe che hai scaricato, il cannone a fusione gigantesco di questa fortezza non dovrebbe essere troppo lontano da qui, sbaglio? E una volta usciti dovrebbe esserci una pratica scalinata».
 
 
Non sbagli. È a relativamente poca distanza da dove vi trovate – fece una breve pausa – Penso di starti seguendo, anche se più di un otto su dieci per l’imitazione non potrò darti, ti manca la sigaretta. Ma riuscirò a tenere impegnato Soundwave fino a quando dovrà proprio vederti!
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
“Una sostanza dannosa liberata all’interno della struttura, il sistema di sicurezza che non rivela nulla di utile, esplosioni, caos… tutto questo mi ricorda qualcosa. Però ho provveduto personalmente alla terminazione di Specter, dunque è da escludere in modo categorico” pensò Soundwave “Per non parlare del fatto che, sì, quella volta riuscì a ingannarmi, ma non era così bravo. Immagino che gli Autobot superstiti si siano riuniti e abbiano cambiato metodi”.
 
Soundwave non aveva ancora trovato chi era penetrato nel suo sistema ma la distanza tra lui e l’hacker misterioso si accorciava a ogni nanoclick. Non aveva idea di chi potesse essere, anche se le opzioni più plausibili erano Ratchet o, forse, il ragazzino umano con gli occhiali. Non aveva mai davvero interagito con lui ma aveva dovuto ammettere a se stesso -a malincuore, trattandosi di un organico- che fosse più bravo di vari transformers che aveva conosciuto o conosceva.
 
 
Lord Megatron, il sensore che ho mosso attraverso i condotti di aerazione dei settori colpiti ha rivelato la causa del comportamento dei vehicons. Si tratta di un tipo di droga sintetica abbastanza costosa, a me conosciuta a causa di precedenti studi, reperibile in tutt’altro quadrante del cosmo rispetto a quello in cui ci troviamo – sentì dire Shockwave a chiunque fosse in ascolto – Possiamo evitarne gli effetti con un ricambio d’aria e usando dei filtri. Tuttavia saremo costretti a terminare tutti i soldati colpiti che sono ancora in vita, non esiste modo di riparare i danni.
 
–  Capisco. La sola cosa buona è che questo caos sia arginabile… Soundwave! Novità?!
 
 
«Dal sistema di sorveglianza non ho ottenuto nulla di utile ma sono vicino a trovare l’hacker» rispose.
 
“Ci sono quasi, ci so-”
 
La porta della stanza si aprì, e all’interno di essa si riversarono decine di vehicons urlanti, folli per colpa della circletine e pronti a divorarlo.
 
“L’hacker deve aver trovato il modo di aprire le porte che avevamo messo in sicurezza e li ha condotti qui!” pensò il tecnico.
 
Fu costretto a essere spietato nel respingere l’assalto di soldati che fino a prima del disastro erano stati perfettamente miti e fedeli all’autorità Decepticon. Non che fosse una battaglia particolarmente difficile per un ex gladiatore di Kaon, la sola cosa che rendesse un po’più “rognoso” il tutto era rappresentata dal fatto che i suoi avversari fossero regrediti a livelli così bestiali.
 
Strangolato con i tentacoli l’ultimo vehicon tornò rapidamente alla sua postazione di lavoro.
 
“Non so cos’hai pensato di fare spedendomi contro quei poveri disgraziati, ma ti sbagli se pensi di esserti salvato” pensò.
 
Poi i suoi recettori uditivi captarono qualcosa di strano. Qualcosa che in quel posto e soprattutto in quel frangente non avrebbe dovuto esserci affatto.
 
 
Ma cos… musica? Qualcuno sa spiegarmi questa cosa?! – si sentì esclamare Starscream.
 
Dubito che i soldati che non si stanno mangiando il modulo cerebrale a vicenda abbiano deciso all’improvviso di dare una festa, ma se anche fosse dovrei declinare – commentò Knockout.
 
 
Il sistema di sicurezza in quel caso non fallì e Soundwave trovò immediatamente l’origine di quella stranezza, sentendosi gelare.
Sulle prime si convinse che fosse una visione, uno scherzo del suo processore ossessionato dall’idea di ritrovare la sua compagna di vita e da ciò che li aveva divisi, soprattutto; e proprio ciò che li aveva divisi, ovvero Spectrus Specter, stava scendendo senza particolare fretta la scalinata che portava al cannone a fusione di Darkmount.
Ballando sotto la pioggia battente.
In passato l’aveva sentito cantare di essere un bugiardo, ballare forse era un’evoluzione naturale.
Specter si muoveva a suon di musica un gradino dopo l’altro, senza coreografia, scagliando i pugni in aria, facendo giravolte su se stesso, con l’aria arrogante e soddisfatta di chi voleva dire “Indovinate un po’chi è tornato a tormentarvi, poveri idioti?”.
 
Soundwave non seppe dire se la musica fosse davvero cambiata e il ritmo del filmato si fosse fatto davvero più lento o fosse tutto nella sua testa,  ma di fatto ebbe l’impressione di star guardando quelle scene a rallentatore e di sentire delle campane suonare a morto.
 
Forse sarebbe arrivato il giorno in cui si sarebbe sentito meno “impulsivo” se c’era di mezzo quel mostro, ma non era quello.
 
Notando a stento la propria lingua che si muoveva svelta nel comunicare a Megatron nome e posizione dell’intruso, e notando sempre a stento le sue gambe muoversi da sole per lasciare la stanza, uno dei suoi pensieri andò a Spectra. Non sul tono di “Devo farle sapere che suo fratello è ancora vivo e che quindi magari io e lei possiamo risolvere”, quanto piuttosto “Lei non è qui e lo crede morto, tanto vale fare quello di cui mi aveva giustamente accusato, stavolta per bene”.
 
Era talmente preso da non notare neppure Smokescreen, con la Forgia in mano, uscire per metà da una delle pareti del corridoio.
 
“Non so di preciso per quale miracolo non mi abbia visto, ma ringrazio Primus per questo” pensò l’Autobot.
 
Curioso come tipico dei cybertroniani della sua età, vedendo tutto incustodito si diresse verso la postazione di Soundwave per capire cosa avesse visto.
La Forgia quasi gli cadde dalle mani.
 
«È ancora vivo!» esclamò, allibito «Specter è ancora vivo!»
 
“E c’è anche Wheeljack, anche se a guardarlo non sembra messo bene” pensò, vedendo i danni del demolitore intento a sua volta a scendere le scale, ovviamente in modo normale “Ha più l’aria di chi è stato nelle mani dei Decepticon o roba simile che l’aria di chi è stato in giro come Spectrus. Lui sembra a posto”.
 
Fosse stato o meno in quel modo, era un altro buon motivo per andarsene da lì in fretta.
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
Arrivano da due direzioni diverse.
 
 
«Soundwave era nella Nemesis e gli altri sono insieme, va come avevo immaginato» disse Spectrus a Bustin via comm-link «Il mio “caro” cognato non pensa più a difendere il sistema dalla tua intrusione, vero?»
 
 
Nemmeno un pochino.
 
 
“Perfetto” pensò Specter, fermandosi su un pianerottolo.
 
Con la coda dell’ottica riuscì a catturare un movimento alla propria sinistra e, gettandosi a terra, riuscì a evitare l’impatto contro un Soundwave particolarmente vendicativo.
 
«Buonasera anche a te, cognato» lo salutò Spectrus, dopo essersi tirato su velocemente, evitando di poco un tentacolo che minacciava di strappargli un sensore ottico «Ero venuto a trovare mia sorella ma dicono che si sia già stufata di te. Ti trovo lento, immagino sia il peso delle corna».
 
Riuscì a finire la frase ma poi Soundwave, con un movimento velocissimo, riuscì ad assestargli un doppio diretto in piena faccia. L’impatto fu tale da mandarlo a sbattere contro i gradini di cybermateria, incurvandoli perfino.
 
«Rifarò il lavoro, facendo in modo che stavolta sia definitivo» disse Soundwave, con voce cupa, ingaggiando una dura lotta contro un avversario che si era già rimesso in piedi e brandiva la spada.
 
Il clangore metallico dei colpi e le scintille da essi generati erano perfettamente udibili e visibili nonostante la pioggia.
 
 
Il tuo ex collega Wheeljack si è tolto di torno – disse Bustin a Spectrus tramite comm-link – Lo ha fatto poco prima che Soundwave attaccasse, quando ha visto sgattaiolare via un altro tizio col simbolo degli Autobot che aveva in mano un martellone gigante e passava attraverso i muri. Mi è sembrato che l’alt mode fosse di un’auto sportiva.
 
 
“Andando per esclusione direi che si tratti di Smokescreen e che il martellone sia la Forgia di Solus Prime. Non che le reliquie mi interessino, non mi sono mai state di particolare utilità” pensò Spectrus, parando un colpo di Soundwave “Però avrei potuto prendere lui in ostaggio, avrei avuto qualcosa da scambiare nel caso fosse servito. Magari faccio ancora in tempo più tardi”.
 
Vide il cannone a fusione iniziare ad attivarsi, segno che il resto degli ufficiali Decepticon stava arrivando in posizione.
 
«Avresti fatto molto meglio a restare morto» disse Soundwave,  riuscendo ad avvolgere le braccia di Spectrus con due tentacoli.
 
L’ex Autobot, che nell’animo Autobot non era mai stato, fece un leggero sorriso.
 
«E tu avresti fatto molto meglio a non lasciare la tua postazione».
 
Interdetto, il Decepticon si irrigidì per un breve attimo notando solo allora che il cannone era attivo e, ormai, anche prontissimo a sparare in qualunque punto.
Inclusa, volendo, la stessa Darkmount.
 
«SPECTER!» si fece sentire nell’aria il ruggito di Lord Megatron, appena sbucato fuori insieme agli altri.
 
 
“OWARI DAAAAAAA”! – esclamò Bustin, fin troppo entusiasta, nel comm-link di Spectrus.
 
 
Il cannone, il cui raggio era stato rivolto verso il punto in cui sarebbero sbucati Megatron e gli altri, sparò.
 
«E con questo saldiamo i conti» dichiarò Spectrus, approfittando del momentaneo stupore di Soundwave per stringere i tentacoli con cui l’aveva afferrato e sfruttarli per lanciarlo contro il raggio.
 
La luminosità spaventosa generata dal colpo gli impedì di vedere se Soundwave fosse stato preso in pieno, però sapeva di aver preso bene la mira, e nonostante tutto riuscì a sentire sia lo strillo acuto e quasi femmineo di Starscream, sia quello altrettanto potente di Konckout, e vide la parte di fortezza colpita sgretolarsi e crollare sempre di più man mano che il raggio si spostava.
 
Un Ponte Terrestre si aprì dietro di lui.
Come Bustin con Soundwave lontano era riuscito a prendere il controllo del cannone, lo aveva anche del resto.

 
 
Se vuoi tentare di prendere il martellone dal tizio di prima ci puoi provare, è anche solo – disse Bustin.
 
 
«Delle reliquie non mi importa nemmeno un po’ormai, lui invece potrebbe essere utile più avanti. Andiamo» disse Spectrus, scomparendo nel portale che si chiuse immediatamente alle sue spalle.
 
«Quel dannato!» sbraitò Lord Megatron.
 
Non aveva mai perso i riflessi acquisiti nell’arena, ragion per cui era stato svelto a trasformarsi e schizzare in alto nel cielo quando il cannone aveva colpito. Aveva visto Shockwave e Knockout lanciarsi giù, mentre Starscream… non aveva visto cos’aveva fatto ma, lesto com’era il seeker a darsi alla fuga, non dubitava che stesse bene. L’unico riguardo cui aveva qualche dubbio era Soundwave.
Il suo amico storico aveva fama di essere pressoché imbattibile ed era ben meritata, in una battaglia alla pari in cui fosse stato lucido non avrebbe avuto paura per lui, tuttavia si era reso perfettamente conto che Soundwave era tutt’altro che lucido. Aveva cercato di ordinargli di non muoversi dalla sua postazione, ma lui aveva staccato il comm-link subito dopo avergli comunicato della presenza di Spectrus e la posizione, dunque purtroppo non gli era rimasto altro da fare se non correre e cercare di impedire il peggio.
 
«Soundwave!» lo chiamò, sperando di ottenere risposta «Sound-»
 
Fu costretto a volare ancora più in alto per evitare il raggio del cannone -che nel frattempo aveva continuato a demolire buona parte della fortezza- ancora attivo e controllato da, presumeva, Specter o chi per lui.
Fu grazie a quel cambio di posizione che riuscì a distinguere in basso la figura di Soundwave, danneggiato, sfrigolante, ma forse ancora vivo.
 
La decisione fu sofferta ma, ricordandosi di avere uno scienziato tra le sue fila che magari avrebbe potuto riparare i danni prima che gli umani si accorgessero dell’accaduto, il leader dei Decepticon fece una rapida manovra aerea e sparò vari colpi contro il cannone a fusione, interrompendo la sua opera distruttrice.
 
La parte di Darkmount divelta e ancora fumante era uno spettacolo straziante da osservare, tuttavia l’ex gladiatore non perse tempo a incupirsi o arrabbiarsi per la perdita -sebbene provasse entrambi i sentimenti- e volò immediatamente da Soundwave.
 
«È vivo. È vivo, per fortuna» borbottò.
 
Probabilmente, essendo un mech “aereo”, Soundwave era riuscito a prendere parzialmente il controllo della traiettoria del volo, modificandola in modo tale da essere colpito solo in maniera relativamente leggera. Specter aveva fatto un disastro ma, come l’altra volta, c’erano stati “solo” grossi danni strutturali e parecchie vittime tra i vehicons.
 
«Lord Megatron! Sta bene, signore?!»
 
“Come immaginavo, anche Starscream sta benissimo” pensò Megatron, sollevando lo sguardo e vedendo un puntolino argentato nel cielo.
 
«Affermativo».
 
«La mia corazza meno, è tutta ammaccata!» si lagnò Knockout dal basso.
 
«In considerazione dello stato attuale della fortezza ritengo che lamentarsi per i danni strutturali alla tua corazza è illogico, trattandosi solo di pochi graffi ai quali si può porre facilmente rimedio» osservò Shockwave «Ritengo opportuno anche ricevere degli aggiornamenti riguardo i nostri avversari».
 
«Li avrai» disse Megatron «È giusto che anche tu conosca tutta la storia, e nella stessa occasione mi racconterai cos’è accaduto su Cybertron nel giorno in cui abbiamo tutti creduto che fossi andato offline. Knockout, occupati di Soundwave appena puoi, necessita di cure, e vedi di farlo al massimo delle tue capacità».
 
«Sì, Lord Megatron».
 
«Non potremmo lasciar perdere la parte in cui Shockwave racconta le sue disgrazie?!» si allarmò Starscream, appena atterrato ma già desideroso di tornare di nuovo in aria, lontano dallo scienziato Decepticon «Voglio dire, ormai quella è acqua passata e abbiamo altro a cui pensare, giusto? Guardi che disastro ha fatto Specter! Guardi!» esclamò, allargando le braccia e girando su se stesso.
 
«Una cosa non esclude l'altra, Starscream, e riguardo il disastro non c’è bisogno che tu lo dica, ho le ottiche per vedere. È proprio tornato, non c’è che dire» commentò il signore dei Decepticon «Ma faremo sì che il suo divertimento duri poco. Troveremo lui, troveremo anche i suoi ex compagni, e a quel punto… a quel punto le pagheranno tutte».
 
 
Comandante Starscream, qui parla l’unità vehicon B15-123: il prigioniero Autobot noto come “Wheeljack” è scappato, non è più nella sua cella.
 
 
Un’altra doccia gelata per il seeker argentato, che in quel disastro non aveva fatto granché se non correre e strillare. «Cosa?! Come diamine ha fatto Wheeljack a… giusto, immagino che Specter abbia-»
 
«Mi stai forse dicendo che oltre a tutto questo abbiamo perso anche il nostro prigioniero, Starscream?»
 
Lo sguardo di Megatron non prometteva nulla di buono ma, fortunatamente, Starscream aveva avuto un’idea che forse poteva far sì che non fosse tutto perduto.
 
«È così. Tuttavia in questi giorni ho impiantato un segnalatore nel corpo di Wheeljack» rivelò il Decepticon «E funziona perfettamente. Ogni suo movimento sarà controllato, dunque ci risulterà più semplice trovare gli Autobot… o Specter stesso».
 
Dopo un breve attimo di tensione, Megatron annuì. Riuscì perfino a stirare le labbra in un vago sorriso. «Una buona pensata, Starscream. Se non altro non possiamo dire di essere rimasti con nulla in mano».










Chi nel capitolo precedente aveva indovinato di chi si trattava, alias Spectrus, merita un biscotto.
Quindi vado a preparare biscotti per tutti xD
Citazioni varie:

- Trash di youtube su "EH! Volevi!";
- Trash di Sanremo con brutte intenzioni e maleducazione;
- Dragonball Z e Super, dei quali Bustin è alquanto appassionato;
- Last but not least, la scena del ballo sulle scale è tratta dal film "Joker", con relativa musica (Rock and Roll part 2).

A voi i commenti e alla prossima!

_Cthylla_


 
 
   
 
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