Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: MsLucry94    21/02/2020    1 recensioni
Albion e Onore sono il nome di una daga e una spada donate a una bambina dorniana con i capelli argentati e gli occhi viola da parte di due padrini speciali: Lewyn Martel e Arthur Dayne
Questa storia parlerà di Game of thrones da prima della Ribellione di Robert alla fine della serie ma dal un punto di vista diverso. Quello di una bambina.
Si vedranno tutti gli avvenimenti principali e spero che possa piacere
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Approdo del Re, 22 anni prima… Passeggiare lungo le rive del fiume delle Acque Nere dopo la mezzanotte, uno dei pochi piaceri che riesco a ricavarmi ad Approdo del Re. Incredibile come la propria vita possa cambiare, come un semplice mantello bianco ti faccia riconsiderare tutto. Un grande onore, non c’è dubbio, ma anche un pesante compito. La Guardia Reale era sempre stato il mio sogno, vero, ma la capitale me l’aspettavo diversamente. Sporca, una cacofonia di gente, così diversa da Lancia del Sole e dai Giardini dell’Acqua a cui era abituato a Dorne. Eppure la Fortezza Rossa e tutto il suo apparato sono una cosa indissolubile, incredibile, che solo vivendola si riesce veramente a capire. Sono stato fortunato, questo non posso negarlo, ormai sono quasi due anni che vengo poco alla capitale, stanziato con il principe ereditario a Roccia del Drago, un’isola lontana da tutto quello che può comportare la capitale. Sono solo, una delle poche volte, e guardo la notte intorno a me, rilassato, non è il momento migliore della giornata, questo è vero, ma so quello che faccio. Questi momenti solo per pensare in riva al fiume sono un piacevole passatempo, un modo per staccare la spina quando, una volta al mese torniamo ad Approdo del Re al seguito del principe. Il principe, non sono mai riuscito a farmi un’idea precisa su di lui, incredibile come quel ragazzo sia cresciuto. L’ho conosciuto come un bambino di sette anni, piccolo, molto curioso di tutto tranne la cosa fondamentale: la spada. Rintanato sempre nella sua stanza con un libro, non si è fatto vedere nella piazza d’armi fino ai dieci anni. Incredibile e inconcepibile per la tradizione dorniana, ma sempre incredibile è stato come in poco tempo sia diventato un abilissimo guerriero. Fatto cavaliere a diciotto anni si è sempre dimostrato una persona squisita, con modi perfetti, da vero cavaliere. Anche troppo per il mio modo di vedere. Il suo atteggiamento è stato ancora più incredibile, pensando alla sua crescita. Io sono arrivato che lui era troppo piccolo, ma il mio ex scudiero è arrivato che Rhaegar aveva ormai 17 anni ed era un uomo. Incredibile come due persone profondamente diverse possano capirsi così bene. Rhaegar e Arthur, l’amicizia più strana a cui abbia mai assistito. Uno un principe tutto cavalleria e onore, fermamente convinto di arrivare vergine fino al matrimonio, profondamente a disagio con le donne. L’altro un vero dorniano, casanova e frequentatore di bordelli. Ho sempre pensato che fosse l’onore ad averli uniti. L’onore e il fatto che il re avesse fatto di Arthur la guardia personale del principe. Mi avvicino all’acqua, è una serata fresca, così diversa dal caldo torrenziale di Dorne, ma piacevole e meno umida rispetto a Roccia del Drago. Presto devo rientrare, domani mattina all’alba devo dare il cambio al lord comandante davanti alla porta del re, ma mi voglio ancora godere di questa pace. Quando… Una figura riversa sulla riva del torrente. Piccolissima. All’inizio penso che sia un animale, ma poi vedo meglio. Un bambino. Nudo, quasi completamente immerso nel fiume, sembra morto tanto è immobile. Cosa ci farà qui tutto solo? Mi avvicino, spada in pugno, non si sa mai che sia un trucco, ma mi rendo quasi subito conto del mio errore. Il piccolo apre gli occhi, quasi di scatto, spaventato. Incredibile quella creatura ha gli occhi viola. Ma non solo ha anche i capelli argentati. Se non fosse per la sua carnagione olivastra potrebbe essere un appartenente alla famiglia reale. Mi guarda spaventato, rannicchiandosi, lo sguardo posato unicamente sulla mia spada ancora ben in vista. La metto via, quella creatura mi fa tenerezza, sento l’impulso di aiutarla. Deve avere una famiglia da qualche parte. Un bambino così piccolo tutto solo sul fiume deve essere stato notato. Ma forse no, fondo delle pulci è pieno di orfani anche più piccoli che vanno in giro tutti soli anche sul fiume. Per la maggior parte delle volte a rubare e quindi le persone hanno imparato a stare lontani da loro. Provo ad avvicinarmi ancora, ma il bambino si ritrae. Nonostante la spada non sia più in vista, ha visibilmente paura di me. Povero piccolo, non voglio neanche sapere da cosa viene questo terrore. Non conosco di persona la terribile esperienza degli orfani, ma da quello che ho sentito, è qualcosa di spaventoso. Lasciati completamente a se stessi, con nessuno che si occupi di loro, mangiano solo quando rubano qualcosa, cosa molto pericolosa, e quando vengono beccati a rubare, la legge è terribile con loro, anche se sono solo bambini, anche piccolissimi. - Ciao, piccolino, come ti chiami? – gli chiedo, cercando di fargli togliere gli occhi dalla spada, ora nel fodero. Niente, non mi risponde. Mi guarda stralunato, come se non riuscisse neanche a capire quello che dico. Probabilmente è troppo piccolo per capire. Avrà al massimo tre anni, e forse è anche straniero. Il suo aspetto è molto eloquente. Rimangono in pochissimi con quelle caratteristiche. A parte la famiglia reale di Westeros, rimangono solo pochi abitanti di Lys che vantano i colori dell’antica Valyria e il bambino potrebbe venire da lì. Lui purtroppo non conosco le lingue delle Città Libere, parla a malapena dieci parole di alto valyriano e delle altre lingue non ne conosco neanche una parola. Continua a guardarmi, ma almeno ha tolto gli occhi dalla spada, forse inizia a fidarsi, in fondo è solo un bambino, e fa un piccolo sorriso. Magari non ha capito quello che gli ho detto ma ha deciso di fidarsi. Mi accovaccio davanti a lui e gli faccio un bel sorriso e gli accarezzo i capelli, scompigliandoli e infine mi accorgo che è una bambina non un bambino. La tiro su, piano piano, senza strattoni e cercando di non farle male, non sembra ferita, ma vorrei tanto poterla portare da un maestro per averne la certezza, ma questo è impossibile. La Guardia Reale non può avere né moglie né figli, non posso portare la bambina dentro la Fortezza Rossa senza il permesso del Re o del Principe, cosa impossibile. Non la faranno mai entrare, lei non è nessuno per loro, neanche per me in realtà. Devo farmene una ragione. Ma non ce la faccio, la sua faccina speranzosa mi fa scattare qualcosa dentro. Sento di doverla proteggere a tutti i costi, ma come fare? La copro con il mio mantello bianco, sono senza armatura, ma il mantello lo porto sempre, il freddo della sera sta diventando pungente e la bambina è bagnata fradicia. In braccio si rannicchia contro di me, e poggia la testa contro la mia spalla, con gli occhi chiusi. Mi alzo e inizio a incamminarmi verso la città. Magari non dentro la Fortezza Rossa, ma la porterò almeno in città al sicuro, in qualche modo. Il principe è partito per le rovine del castello di Sala dell’Estate con la sola compagnia di Arthur come guardia. Con il re non ho possibilità per la bambina, lui non la accetterebbe mai, ma il principe è diverso. Ha un cuore gentile, e spesso aiuta gli orfani. Magari potrebbe accettare di farla crescere alla sua corte a Roccia del Drago e farla diventare una dama di compagnia o una serva personale presso il castello. La bambina sembra tranquilla, ha gli occhi chiusi, forse si è addormentata, il suo respiro tranquillo mi rende felice. Ma all’ultimo, quando penso che sia felice nel regno dei sogni dice una cosa, una cosa incredibile. Una sola parola, ma una parola che cambierà le nostre vite per sempre. - Nymeria. – e poi chiude veramente gli occhi addormentandosi.
   
 
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