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Autore: _Almach_    22/02/2020    2 recensioni
{WangXian - Au Mulan}
Yueling cade sotto l'attacco dei burattini d'ombra, il cui mandante risulta sconosciuto. L'Imperatore manda a chiamare i figli delle nobili famiglie dei Clan più importanti affinché vengano addestrati per sventare la comune minaccia.
Wei Wuxian è di umili origini, non può prendere parte alla spedizione, ma non può accettare che Jiang Cheng rischi la vita.
Riuscirà ad infiltrarsi al campo d'addestramento per tenere d'occhio il fratello adottivo?
Soprattutto... riuscirà a mantenere la sua identità celata senza farsi scoprire?
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Lan Wangji/Lan Zhan, Lan XiChen/Lan Huan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Shaxi
 
Difficile stabilire fosse giorno oppure notte. La violenza di quelle fiamme aveva alzato una nebbia di cenere e fumo capace di colorare il cielo di varie, e sinistre, sfumature di grigio. La neve non era riuscita a resistere a quell’impatto sciogliendosi del tutto, anche se intorno al perimetro del villaggio ne era rimasta qualche chiazza, un velo di distruzione e degrado che non aveva nulla a che vedere con l’ambiente circostante che era rimasto intoccato e illibato. Tutto questo sembrava irreale, una nota fuori posto in una partitura pressoché perfetta. Dall'urgenza si era passati al puro orrore, perché questa era la guerra e si sa, la guerra non porta altro che morte e distruzione.

Nel momento in cui i soldati entrarono all’interno del villaggio, un sinistro silenzio li avvolse. Un silenzio contornato dallo schianto di pezzi di legno appartenenti a quelle case lambite da quelle fiamme in procinto di spegnersi. La conformazione di Shaxi si poteva dire simile a quella di Caiyi: un fiume divideva in due le varie sponde collegate tra loro mediante un ponte ad arco solo che, contrariamente alla seconda, quella era la parte più abitativa che commerciale e lo si poteva evincere dalle facciate delle abitazioni costruite sulle due sponde. Ma questo era solo lo spettro di quello che il borgo era una volta; di quelle case non erano rimaste che uno scheletro spoglio pronto a crollare da un momento all'altro, e il fiume trasportava macerie e… cadaveri. Di corpi senza vita, integri e non, le strade ne erano piene: uomini con ancora l'arma improvvisata che avevano usato per difendersi, donne con strette tra le braccia i loro figli in un muto e disperato tentativo di protezione. Ma degli uomini che stavano cercando non vi era traccia, forse perché si trovavano ancora più avanti rispetto a dove si trovavano loro e questo, portò tutti ad accelerare il passo. Sicuramente avrebbero richiesto l’intervento di qualcuno dell'esercito imperiale per offrire a quei poveri abitanti una doverosa e dignitosa sepoltura.

Vi era una certa angoscia mista ad agitazione nel petto di tutti e, in particolare, era difficile tenere il medesimo passo di Lan Wangji che sembrava mosso dalla disperazione verso colui che stava cercando. Il suo sguardo vagò da parte a parte fino a quando non si fermò. Le sue spalle tremarono impercettibilmente mentre si abbassò per recuperare un qualcosa, un gesto che permise a Wei Wuxian di allungare il passo è di raggiungere il fianco del capitano che, nel frattempo, era tornato ritto. In mano aveva un amuleto di giada, simile a quello che aveva attaccato alla cintura della veste, crepato e sporco di sangue privo della lucentezza di un tempo. Mordendosi il labbro inferiore e stringendo l'oggetto in una solida presa, riprese a camminare e di calmo, in lui, era rimasto decisamente ben poco.

«Xiong-zhang!?... Xiong-zhang!?»

«… Wangji?»

La voce era piuttosto flebile ma, considerando il silenzio del luogo, non fu difficile da sentire. Lan Wangji si bloccò per un solo istante per poi correre nella direzione da cui ha sentito quel richiamo e come lui, anche tutti gli altri. Non ci misero molto ad arrivare in un grande spiazzo che, a giudicare dalla conformazione, doveva essere una sorta di parco anche da come si evinse dai tronchi spezzati di quello che una volta, dovevano essere alberi piuttosto rigogliosi. Ed era proprio sopra un prezzo di tronco era seduto Lan Xichen, a petto nudo, con da un lato Jin Guangyao che stava cercando di fasciargli alla meglio una ferita sulla spalla, e dall'altra Nie Mingjue che teneva saldamente la sua sciabola come se fosse, da un momento all'altro, in procinto di sferrare un violento attacco. Tutti e tre apparivano piuttosto malconci ma, almeno, erano vivi.

«Da-ge!!!»

Piagnucolò Huaisang che si staccò velocemente dal gruppo per lanciarsi ad abbracciare la vita di suo fratello maggiore il quale, allontanò d'istinto l'arma in modo da non fare del male al suo disattento fratello. Un contatto che comunque durò una manciata di secondi prima che Mingjue poggiasse una mano sulla spalla del minore per forzarlo ad allontanarsi da lui.

«Non comportarti da ragazzina, Huaisang.»

Borbottando qualcosa a mezza voce, il ragazzo indietreggiò tirando su con il naso dando modo anche agli altri modo di avvicinarsi in particolare Lan Wangji e Wen Ning che prese subito il posto di Jin GuangYao per medicare la spalla del capitano della prima divisione in modo molto più sicuro e sterile. La ferita era profonda, sanguinava abbastanza ma, per fortuna, non era così grave da compromettere l’uso del braccio dominante.

«Abbiamo subito… perdite?»

Si azzardò a chiedere Wei Wuxian verso Jin GuangYao il quale, si lasciò sfuggire un sospiro piuttosto pesante prima di voltare il viso verso una direzione specifica, un’occhiata che il primo non fece fatica a seguire trovando alcuni commilitoni che stavano spostando dei corpi senza vita, corpi che appartenevano al gruppo proprio partito insieme a Lan Xichen pochi giorni fa. Tra di loro c’erano anche i fratelli Wen che avevano un’espressione di puro terrore dipinta sul volto insanguinato, a Wen Chao in particolare mancava metà cranio e una gamba, qualsiasi cosa si era avventata contro di lui doveva averlo fatto con una violenza mai vista e lo stesso Wei Ying voltò il viso con un verso di disgusto che non riuscì a trattenere.

«Che è successo?»

Domandò Lan Wangji abbassando lo sguardo verso suo fratello maggiore, non voleva affaticarlo considerando anche il suo pallido colorito ma, al tempo stesso, non poteva che porgli quella domanda piuttosto inevitabile. A prima vista non sembrava ma Lan Zhan era ancora arrabbiato per quanto era accaduto e Zewu-jun che lo conosceva meglio di chiunque altro se ne accorse benissimo tanto che gli rivolse un sorriso di scuse misto a dispiacere.

«Una trappola. Qualcuno ha scritto una falsa segnalazione per farci precipitare qui. Al nostro arrivo nessuno di quei poveri abitanti si aspettava di vedere qualcuno appartenente all’esercito imperiale, considerando che questo è sempre stato un villaggio pacifico e senza alcun problema. Sono stato poco attento, ho capito che qualcosa non andava nel momento stesso in cui la prima freccia infuocata ha colpito mandando tutti nel panico.»

«Una freccia infuocata? Dovrebbe essere impossibile per i burattini d’ombra scoccarla.»

Commentò Wei Wuxian togliendo le parole di bocca a tutti gli altri che, praticamente, stavano pensando la medesima cosa. Nie Mingjue si lasciò sfuggire un verso seccato e si fece avanti poggiando una mano sulla spalla sana di Zewu-jun sollevandolo dall’incarico di raccontare l’accaduto, evidentemente non voleva farlo affaticare inutilmente.

«È stato colui che li guida, infatti. Ha colpito e poi è rimasto in lontananza facendo fare il lavoro sporco al suo esercito ambulante. Non abbiamo nemmeno avuto modo di vederlo bene, quel furbo bastardo.»

«Mingjue…»

«Xichen non rompere. Quel maledetto si meriterebbe parole peggiori, e tu lo sai.»

Effettivamente quei burattini dovevano avere per forza di cose un mandante, anche se il più delle volte erano esseri senza padrone e incontrollabili, ma bastava indirizzarsi nella giusta direzione per provocare il giusto e voluto danno e quanto era successo all’interno di questo villaggio era la diretta dimostrazione. Nemmeno a Yueling vi era stata una devastazione di questo calibro ma quello, probabilmente, era un semplice assaggio di una potenza ancora maggiore e il fatto che non si conoscessero le fattezze di colui che li guidava giocava decisamente a loro svantaggio. Eppure, non si poteva stare troppo tempo a tergiversare considerando che Caiyi, e quindi Gusu, erano a pochi giorni di cammino da qui e probabilmente quel pazzo stava organizzando un attacco ai danni dell’imperatore e questo no, non potevano proprio permetterlo.  

«Xiong-zhang, da qui in avanti ci pensiamo noi.»

«Ma Wangji…»

«Tu sei ferito, e avete dei morti. Bisogna organizzare le cerimonie funebri. Prendi il tuo cavallo e torna dallo zio.»

«… Yuèbīng1 è stato ucciso.»

Le brutte notizie non erano ancora finite e questa era decisamente una pratica dimostrazione. Lan Xichen era molto legato a quel cavallo, lo aveva cresciuto lui personalmente da quando era un puledro di pochi giorni e chissà quanto si sentiva in colpa per aver permesso la sua morte per una sua disattenzione involontaria. Lan Wangji si irrigidì ma, subito dopo, dalle sue labbra emise un fischio che fece arrivare a galoppo il suo bianco destriero.

«Prendi Báiyún, serve più a te che a me.»

«Wangji… mi dispiace.»

«Non occorre, non è colpa tua.»

Affermando questo, Lan Wangji indietreggiò cominciando a incamminarsi verso il punto di quel grande spiazzo dove c’erano i cadaveri dei soldati caduti, probabilmente per organizzare il loro rientro insieme a coloro che si stavano occupando di radunarli per fare la conta effettiva. Wei Wuxian in tutto questo rimase in assoluto silenzio ma, nel momento in cui prese a seguire il capitano della seconda divisione sentì la presa della mano di qualcuno sulla spalla e voltandosi si accorse dei grandi occhi verde ambrati di Jin GuangYao che lo stavano osservando con una certa preoccupazione.

«Xuanyu, non sei obbligato a proseguire, puoi tornare insieme a noi.»

«Grazie, Yao-gege, ma voglio seguire il capitano Lan fino alla fine.»

Rivolgendo un lieve sorriso al “fratello” cominciò a incamminarsi come aveva programmato fermandosi dopo pochi metri nel momento in cui senti qualcosa di duro sotto la scarpa. Abbassando lo sguardo, si accorse di aver calpestato un piccolo arco giocattolo in legno di colore azzurro che sicuramente doveva appartenere a uno dei bambini vittima di questa guerra assurda. Si abbassò per prenderlo e, per un attimo, se lo strinse al petto ricordando che un balocco simile gli era stato regalato dallo zio Jiang al suo arrivo ad Approdo del Loto, un modo come un altro per approcciarlo all’arte del tiro con l’arco cosa che l’aveva decisamente appassionato fino ad eccellere. Chissà se anche il bambino che possedeva questo finto arco, ormai rotto, sarebbe diventato un abile arciere una volta cresciuto. Il solo pensiero lo rattristò ma lo invogliò a proseguire il cammino fino ad affiancarsi alla figura di Lan Zhan.

«Vedila così… non è morto. Vedrai che riusciremo a vincere.»

«Mh…»

Mormorò Lan Zhan poggiando una mano saldamente contro la spalla di Wei Wuxian, cosa che fece alzare lo sguardo del minore su quello di giada altrui. Si guardarono negli occhi per una manciata di secondi, come se si stessero infondendo coraggio a vicenda senza bisogno di parole, come se quegli sguardi fossero più che sufficienti.

La guerra era iniziata, faceva paura, ma bisognava vincerla.




Yuèbīng(月冰): luna di ghiaccio >>> Si... Xichen è più per i nomi filosofici.


Angolo Autrice:

Salve gente... qui vi parla una Deb molto triste. E non tanto perchè il capitolo non è di mio gradimento ma perchè, la sua stesura, ha messo a dura prova i miei condotti lacrimali ed è la prima volta che mi capita con qualcosa scritto da me. 
Il drama è ufficialmente iniziato e sotto certi aspetti questo è stato uno dei capitoli più difficili a livello personale da scrivere, anche perchè essendo impostata come una raiting arancione non sapevo fin dove potermi spingere con certe descrizioni senza doverlo alzare per forza di cose, e spero che vi abbia suscitato l'effetto di magone sperato.
Sappiate che mi sento un mostro ad aver ucciso il cavallo del nostro Er-ge, perchè io sono di quelle persone che si dispera più per la morte degli animali che degli esseri umani, di conseguenza mi sento abbastanza uno schifo. Almeno ho tralasciato i dettagli per il benessere della mia sanità mentale.
Quindi... che dire? Ci siamo, adesso siamo entrati nel vivo della storia, nonchè la parte più importante e quella che ci porterà poi verso un epilogo alquanto felice. 
So... questo era tutto quelo che avevo da dirvi, quindi... al prossimo aggiornamento <3




 
   
 
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