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Autore: queenjane    22/02/2020    4 recensioni
dal testo "....Eri piccolo, innocente, perfetto, almeno dicevano così.
I tuoi genitori ti avevano atteso per 10 anni, un erede al trono dopo quattro figlie, solo un maschio poteva ereditare per la vigente legge salica.
Aleksej Nicolaevic Romanov, il tuo nome, lo Zarevic, atamano di tutti i cosacchi e.. una infinita lista di appellativi, e responsabilità, se sopravvivevi un giorno avresti regnato su un sesto del mondo."
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Eri piccolo, innocente, perfetto, almeno dicevano così.

 I tuoi genitori ti avevano atteso per 10 anni, un erede al trono dopo quattro figlie,   solo un maschio poteva ereditare per la vigente legge  salica.

Aleksej Nicolaevic Romanov, il tuo nome,  lo Zarevic, atamano di tutti i cosacchi e.. una infinita lista di appellativi,  e responsabilità, se sopravvivevi un giorno avresti regnato su un sesto del mondo.

Sei nato il 12 agosto 1904, sotto il segno del leone, le stelle brillavano limpide sopra la tua culla.

Sovrano, di cosa? chi ci pensava, ti bastava un urto per sentire male, il sangue non coagulava,
eri afflitto da emofilia, lo chiamavano il morbo inglese, bastava  un piccolo colpo e rischiavi la morte.
Bastava una caduta per passare giorni e mesi a letto, duro, amaro, il senso di abbandono cresceva.

Ti viziavano, specie tua madre, l’imperatrice, che si affidava alle preghiere di padre Rasputin,
quello che tua sorella Olga definiva un debosciato e un libertino, santo solo in apparenza.
Maman non sapeva che fare, i medici non le offrivano alcun rimedio, la tua malattia era senza cura, 
si sentiva in colpa che te la aveva trasmessa lei.
Sorrisi inutili, oscuri..i sogni erano cessati.

Eri solo un bambino, volevi giocare, andare in bicicletta,  saltare  e ascoltare le storie di Catherine, l’amica Olga, nata nel 1895 come lei, al suo pari ti raccontava leggende e fiabe.  Ti faceva ridere e distraeva quando stavi male come a Spala, nel 1912, una crisi quasi fatale, se morivi le enunciasti di voler essere sepolto nella foresta, un piccolo monumento di pietre, non volevi stare nella buia cappella come i tuoi avi.
Non avevi paura.


Come quando è scoppiata la Grande Guerra, quando stavi con tuo padre al Quartiere Generale delle truppe a Mogilev.
Marciavi, ti allenavi, mangiavi il pane nero e la zuppa come i soldati, tagliavi i capelli corti come un cadetto, e tanto hai avuto altri attacchi, non avevi paura e danzvano le farfalle.
E non hai mollato.

Lo  stesso  quando vi è stata la Rivoluzione, tuo padre ha abdicato, lo chiamavano Nicola l’ultimo, tua madre la cagna tedesca affamata di sangue.
 

Dal  tuo diario, Alessio, senza data “… io non avrei dovuto fare nulla e avere nulla, che ero in un dato senso disgraziato, come dicevo gli altri potevano fare tutto e io nulla. E sono riuscito a ridere, mi piacevano i cavalli e le storie di Cat, l’esercito e i mirtilli.. Senza cedere”

Tu sei  la storia.
La tua storia.

L’ex zar, sua moglie e i suoi figli vennero fucilati in una notte di luglio, nel 1918,  in una buia cantina.
Once upon a time, an Empress gave birth to a little prince. You had  sapphire eyes, a precious little one.
La tua vita pareva una fiaba crudele, un sogno, invece era una morgana rovesciata. 
 

Le stelle del Leone splendevano in quella notte di luglio. 
 


 

   
 
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