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Autore: Nao Yoshikawa    22/02/2020    6 recensioni
Raccolta partecipante alla "Challenge delle sei coppie" , indetta da GiuniaPalma/Lady Palma sul forum di efp".
1 - Johnlock: Dignità, si disse.
John aveva il fiato corto, come se avesse corso. E in effetti così era stato. Raggiunse Sherlock, cercando di sistemarsi la cravatta, sperando che non volesse ucciderlo.
«Eccomi», ansimò. «Quanto ho fatto tardi?»
«Ventidue minuti, circa», rispose Sherlock, continuando a non guardarlo. «Come ti è venuto in mente di arrivare in ritardo proprio oggi?»
2 - Sherlolly: «Già di mio non vorrei essere qui. Se poi hai anche quell’espressione funebre è ancora peggio», dichiarò Sherlock Holmes con la sua solita indelicatezza.
3 - Euriarty: Lui le sfiorò il collo con le dita e respirò ancora una volta – non gli bastava mai quell’odore, mai – il profumo sui suoi capelli, il profumo di un vento pericoloso e mortale, che magari avrebbe finito con l’uccidere anche lui.
4- Adlolly: Non in molti sapevano che Irene Adler ci sapesse fare anche con le donne, oltre che con gli uomini. E quella sera aveva adocchiato la sua preda. Facendosi elegantemente spazio tra la gente, Irene si avvicinò alla ragazza seduta sul divano. Molly alzò lo sguardo, sentendosi molto poco lucida, un po’ estraniata dal mondo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Eurus Holmes, Jim Moriarty, John Watson, Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frammenti di cuore
Coppia Crack: Mycroft/John

 
Stupid mistake
 
Mycroft Holmes non avrebbe mai pensato di arrivare a cambiare così tanto. In verità erano cambiati tutti, suo fratello Sherlock per primo. E la maggior parte del merito era senza dubbio di quell’uomo, John Watson. Mycroft certe cose era in grado di capirle facilmente, se riguardavano gli altri, ma se riguardavano se stesso allora diventavano più difficili da accettare. Ma non era a lui che voleva pensare, non ai suoi sentimenti, troppo problematico, troppo tutto.
«Spero ti prenderai cura di lui, dotto Watson.»
John  aveva sollevato lo sguardo e subito dopo si era voltato. Lui e Sherlock vivevano insieme – erano tornati a vivere insieme, per la precisione a Baker Street – e avevano dato inizio a quella che si poteva definire… una relazione? In realtà non l’avevano ancora definita in nessun modo, né tanto meno ne avevano fatto parola con nessuno. Ma come sempre, Mycroft era sempre un passo davanti a chiunque.
«Io non… come fai a…?» John si ritrovò in imbarazzo, ma lui gli passò accanto, fermandosi poi all’improvviso e guardandolo in viso.
«Non bisogna essere un genio per capire quello che c’è tra voi. A dire il vero è un pezzo che ci ho fatto caso.»
John si ritrovò a sorridere e dire qualcosa come  “Avrei dovuto immaginarlo”. Non vedeva il modo in cui Mycroft lo stava guardando. Forse quest’ultimo era sempre stato bravo a nascondere i suoi veri sentimenti, un tempo. Ma adesso le cose erano nettamente diverse e Mycroft poteva giurare di odiare il fatto che tutto stesse sfuggendo al suo controllo. John Watson non era un uomo comune, questo lo aveva appreso dal loro primo incontro. A distanza di anni, ora si ritrovava ad ammette che forse lo aveva già conquistato allora. Quell’uomo aveva cambiato la vita di Sherlock, ma aveva anche cambiato la sua, al punto da portarlo a chiedere cosa fosse quel dolore lì, all’altezza del petto, che gli faceva provare nausea, che non lo faceva respirare.
Uno stupido errore, ecco cos’era. Era assurdo e non stava né in cielo né in terra. Quando aveva cominciato a provare quei sentimenti verso John? Come, perché, secondo quale logica?
Forse non sarebbe stato così terribile se non fosse stato che John vedeva solo Sherlock. Non lui, non in quel modo, almeno. Ma era giusto così.
«Ti senti bene?» domandò John ad un tratto, risvegliando dai suoi pensieri patetici. Mycroft ritornò in sé. Non era abbastanza egoista né abbastanza immaturo da mettersi in mezzo, da far soffrire il suo amato fratello.
«Assolutamente. E mi raccomando. Prendetevi cura l’uno dell’altro. Ma dopotutto  è sempre stato così, no?»
Qualcosa nella sua voce lo aveva tradito, qualcosa di cui si era accorto anche John, ma che non comprese fino in fondo.
Non aveva capito, né mai avrebbe avuto l’occasione.
 
Nota dell’autrice
Mi rendo conto che forse questa non  è la coppia più strana che potesse venirmi in mente, però per me lo è. Infatti non sapevo proprio cosa scrivere e mi sento in colpa nei confronti di Mycroft perché praticamente gli ho dato un amore a senso unico. Che comunque ce lo vedo a farsi da parte, ma mi dispiace lo stesso, non so cosa ne sia venuto fuori, ma spero qualcosa di carino. Dovevo per forza concludere la raccolta in modo così malinconico evidentemente. Spero vi sia piaciuta, questi sei capitoli sono stati per me un esercizio per scrivere su personaggi che non avrei mai nemmeno sfiorato, il bello è questo, no?
A presto risentirci :)
   
 
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