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Autore: Shikayuki    22/02/2020    1 recensioni
Lotor si appresta a lasciare Lance da solo a Troia per scendere di nuovo in battaglia contro i Greci, ma nell'accampamento nemico sembra che Shiro si stia ribellando a Zarkon.
[Iliade!AU] [LanceLot]
Genere: Angst, Fluff, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Allura, Lotor, McClain Lance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: purtroppo i personaggi e le ambientazioni non mi appartengono!

 

• Iniziativa: Questa storia partecipa al "COWT10" di Lande di fandom

• Settimana: Terza

• Missione: M2

• Prompt: Mitologia greca

• Numero Parole: 790

 

 

 

Venti di battaglia

 
Lotor osservava la schiena di lance brillare alla luce delle fiaccole, il sudore dovuto al caldo torrido dell’estate e al loro amplesso appena finito creava dei piccoli giochi di bagliori e per l’ennesima volta pensò di non aver mai visto nulla di più bello in vita sua.

Erano ormai passati anni da quando aveva perso la testa per il principe, ma non smetteva di amarlo come il primo istante in cui aveva posato gli occhi su quel corpo asciutto e baciato dal sole, gli occhi di un blu più vibrante del meraviglioso mare che lambiva le spiagge un tempo gioiose e piene di vita di Troia. Si chiedeva spesso se avesse o meno commesso un errore, soprattutto quando da sopra le mura vedeva la spiaggia tinta di rosso e i nugoli di corvi e gabbiani cibarsi dei resti di tanti suoi sudditi, eppure poi Lance gli sorrideva mentre aiutava a distribuire cibo al popolo e le parole dure di sua sorella gli ritornavano in mente, affilate come una lancia.

«Hai fatto una scelta, la responsabilità è tutta tua, ma almeno abbi il coraggio di portarla avanti. Zarkon ha solo usato questa scusa come pretesto, per lo meno fai sentire Lance come il più fortunato degli uomini e continua a camminare a testa alta.»

Lance mormorò il suo nome nel sonno, agitandosi appena e lui sorrise, accarezzandolo e sistemandogli i capelli castani arruffati. Lo avrebbe protetto ad ogni costo.

I primi chiarori dell’alba lo distrassero, riportandolo al mondo reale, era tempo di andare. Allura lo stava aspettando su una delle torri a guardia dell’imponente porta d’ingresso della città, vestita di tutto punto con la sua armatura smaltata.

«Si vocifera che Shiro e i suoi Mirmidoni non parteciperanno alla battaglia di oggi.»

«È un bene, no?»

«Potrebbe essere la nostra opportunità di ribaltare la situazione, i Greci saranno sicuramente più insicuri senza il loro Paladino in campo.»

«Eppure è lì che si allena, come ogni singola mattina.»

Lotor indicò in lontananza, dove una piccola lingua di sabbia si allungava separandosi dal resto della spiaggia, consentendo al piccolo accampamento singolare che vi aveva preso posto, di starsene per conto proprio. Le tende di un viola vibrante sembravano fremere di vita, ma il loro comandante sembrava non curarsene, mentre si allenava con il suo compagno instancabilmente, il singolare ciuffo bianco di capelli, simbolo della sua semi divinità, a renderlo ben riconoscibile mentre mulinava la lancia con maestria.

«Guarda bene, fratello, stanno ricaricando la nave.»

Lotor distolse lo sguardo dal duo in allenamento e strinse gli occhi, per vedere effettivamente i Mirmidoni affrettarsi a ricaricare la nave, mentre alcuni stavano anche smontando le tende più distanti del piccolo accampamento isolato.

«Guarda.»

Allura attirò la sua attenzione sulla parte opposta della spiaggia, dove un uomo arrancava nella sabbia, diretto verso l’agglomerato di tende viola. Lotor strinse gli occhi per cercare di distinguere chi fosse da sotto il cappuccio che portava tirato sulla testa e riuscì a carpire un guizzo di capelli color del miele.

«Matt.»

«Sembrano esserci problemi tra i greci a quanto pare. Andiamo, fratello, abbiamo cose di cui discutere.»

Lotor si voltò per seguire Allura verso la sala del concilio di guerra, ma qualcosa attirò la sua attenzione. Alzò lo sguardo e vide Lance, in piedi sul terrazzo della loro stanza, la veste blu e argento che gli aveva regalato lui appena arrivato a Troia messa alla meglio in un tentativo di coprire il corpo che il principe tanto amava stringere. Lotor gli sorrise, alzando la mano in saluto, sapeva già che se fosse tornato vivo da quella battaglia, cosa che aveva tutta l’intenzione di fare, lo aspettava una ramanzina per non averlo salutato decentemente. Lance rispose al sorriso, gli occhi che trasudavano comunque preoccupazione, per poi indicare con un dito la torre più alta delle mura.

«Ti guarderò da lì.»

Lotor non poteva sentire le parole che il suo sposo gli aveva sussurrato da lontano, ma sapeva che erano proprio quelle, proprio come ogni volta che scendeva in battaglia. Si battè un pugno sul cuore, guardandolo negli occhi blu.

«Ti porterò qui.»

Lance gli sorrise di nuovo, capendo quello che gli aveva detto, per poi voltarsi e rientrare nella loro stanza, che ancora era pregna del loro amore, e Lotor sapeva che lo faceva per non fargli vedere le lacrime che versava ogni volta e che poi a fine battaglia, tornando sporco e stanco, si prodigava ad asciugare a suon di baci. Allura lo stava aspettando seria in fondo alla passerella di legno che collegava la torre a un piano intermedio, lo guardava seria, ma non disse nulla.

«Andiamo.»

«Sono pronto.»

Ed effettivamente Lotor lo era, per Lance, per il suo popolo, per Troia e contro la maledizione che lo accompagnava dalla culla.
  
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