DISCLAIMER: purtroppo i personaggi e le ambientazioni non mi appartengono!
• Iniziativa: Questa storia partecipa al "COWT10" di Lande di fandom
• Settimana: Terza
• Missione: M3
• Prompt: Omegaverse, Ossessione, “Stop texting me weird stuff so late at night”
• Numero Parole: 910
Di puntini e gorilla
Il suono di un messaggio in arrivo risuonò acuto per la stanza buia, svegliando Hajime, che grugnì scocciato, aprendo un occhio per controllare che ore fossero. La sveglia lo giudicava dal comodino, i numeri che lampeggiavano rossi nel buio che indicavano che erano passate le tre di notte da ben sette minuti e quattordici secondi. Sbuffò scocciato e tirò fuori un braccio da sotto le coperte, allungandolo verso il comodino alla cieca, in cerca del cellulare, il cui schermo ancora lampeggiava violentemente, come ad incitarlo a sbrigarsi. Sapeva già di chi era il messaggio a quell’orario impossibile di notte, non aveva neanche il bisogno di leggere il nome sullo schermo per sapere con chi arrabbiarsi per averlo svegliato.
T: Avevo voglia di sushi e ho mangiato un nigiri… secondo te farà male al puntino?
Hajime sorrise nel leggere “puntino”, Tooru ancora rifiutava l’evidenza di essere in attesa di un bambino e in fondo, nell’ecografia di conferma che avevano fatto, la “cosa” che aveva preso possesso del suo ventre, non era propriamente distinguibile da quello, ma lo capiva, in fondo in qualche modo era ancora sotto shock anche lui.
H: Ne abbiamo già parlato con il dottore, un pezzo di sushi non farà male al BAMBINO. E smettila di mandarmi messaggi ansiosi in piena notte, qualcuno qui deve lavorare per entrambi.
T: Ma se dormo a pancia in giù lo schiaccio?
Hajime sospirò portandosi una mano sul viso, esasperato e assonnato.
H: No, possiamo anche fare sesso, figurati se dormire a pancia in giù può fargli qualcosa.
T: IWA-CHAN A COSA PENSI. Poi sono io quello che scrive cose strane in piena notte.
H: Fino a prova contraria tu hai svegliato me con l’ennesima domanda scema. Anche se questa non batte quella di ieri sui vestiti neri che bloccano la luce al bambino.
T: Magari il puntino è come una pianta che ha bisogno di luce per crescere, che ne sai.
H: Io seguivo le lezioni di biologia a scuola, tu invece?
Hajime si pentì esattamente un secondo dopo aver inviato quel messaggio, ben ricordando che Oikawa si era premurato di saltare tutte le lezioni dedicate a sesso, bambini, funzionamento degli omega e degli alfa e proprio durante quell’ultima lezione si era assentato anche lui, andandolo a recuperare in pieno attacco di panico dentro la rimessa attrezzi della palestra.
Oikawa rifiutava la sua condizione di omega, era sempre stato un cruccio per lui e Hajime non era mai riuscito a fare molto, beh, per lo meno non fino a quando Tooru lo aveva letteralmente assaltato sessualmente in pieno calore e lui si era lasciato andare e ora si ritrovavano in attesa del loro primo figlio e di sposarsi, tutto insieme, nel giro di un mese.
Hajime fissò lo schermo del cellulare, dandosi dell’idiota e chiedendosi se era il caso di scrivere di nuovo a Tooru o se magari non gli rispondeva nei soliti millesimi di secondo perché si era finalmente addormentato.
T: Ho voglia di pollo fritto.
Il messaggio fece sospirare di sollievo Hajime: crisi scampata, Tooru non lo odiava, chiusa la questione, ricordarsi di non nominare mai più quella faccenda.
H: Tu odi il cibo fritto, dici che ti rovina la pelle.
T: Ma io voglio del pollo fritto.
H: È troppo presto per avere le voglie, lo sappiamo entrambi. E poi ti lamenti che ti vengono i brufoli e io devo ascoltarti.
T: Avrò un puntino tra qualche mese e nel mentre diventerò orribile, inoltre sto per sposare un gorilla, a chi importerà più della mia bellezza ormai in decadimento.
H: Avrai un BAMBINO tra qualche mese, mica vorrai spaventarlo con una faccia brutta. E poi sei un gorilla anche tu, quindi piano con i termini.
T: Mi stai dando del gorilla??? Rude Iwa-chan, non ti sposo più, giuro!
Hajime sorrise a quel messaggio, classico di Tooru fare il drammatico.
H: Ti aspetterò comunque all’altare e se non porterai te e il BAMBINO in comune, ti verrò a prendere e ti ci trascinerò di forza.
T: È una minaccia?
H: È sempre una minaccia con te.
T: Voglio del pollo fritto.
H: Vestiti, ti porto a prenderlo, ormai non ho più sonno visto che QUALCUNO continua a disturbarmi in piena notte per dirmi cose stupide.
T: Ti amo, Iwa-chan.
H: Io no.
Hajime aveva ancora sonno, ma vedere Tooru e stringerlo a sé mentre gli carezzava il ventre appena accennato, lo allettava decisamente di più di farsi altre quattro ore di sonno, in fondo doveva abituarsi alle nottatte in bianco, altri sette mesi di gravidanza erano lunghi, e ancora più lunghi sarebbero stati gli anni seguenti. Immaginò un piccolo con gli stessi capelli impossibili di Oikawa e lo stesso carattere lunatico e spavaldo e il cuore gli fece un salto nel petto. S’infilò di corsa i primi vestiti che trovò nell’armadio e si catapultò fuori, infilandosi la giacca. Tooru lo stava già aspettando fuori dal cancello, infagottato per bene contro l’aria pungente della notte. Gli sorrise da sopra la sciarpa pesante e Hajime pensò per l’ennesima volta di non aver mai visto nulla di più bello in vita sua, pensiero che ormai lo accompagnava da ben ventitré anni, e che dalla settimana seguente tutta quella bellezza sarebbe stata solo sua e tra qualche mese sarebbe raddoppiata. Lo prese sottobraccio, baciandogli dolce una guancia, pensando di essere l’uomo più fortunato di sempre, anche se il suo futuro marito era un gorilla lamentoso che lo svegliava di notte con messaggi scemi.
22/02/2020
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