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Autore: CapitanCivettictis    23/02/2020    1 recensioni
“Invidio i comici.
Anche se non hanno voglia di ridere riescono comunque a far ridere gli altri.”
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments, Nonsense, What if? | Avvertimenti: Furry
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Wild World

-Storia di una candela-

 

Quando le nuvole sono spinte dal vento e tu le stai guardando sdraiato sull'erba, ti sembra di avvertire il movimento della terra.

Una sembrava un procione, una sembrava una pesca, una sembrava una trota. In realtà a me sembravano tutte dei cumuli di vapore bianchi sospesi in un cielo estremamente azzurro, una sembrava un fiore, una sembrava il postino .

Una sembrava un palloncino. Rosso. Mi misi a sedere e cercai la fionda nelle mie enormi tasche, ma tempo trovarla e sollevare lo sguardo ed era già volato via. 

-E quindi se n'è andata, da non credere-

-E la sua lettera era davvero scortese-

Qualcuno parlava, vicino ad una casetta poco distante dall'albero sotto cui stavo seduta. Quando mi avvicinai Melba fece un salto all'indietro per la sorpresa, Antonio mi salutò con un sorriso. 

Chiesi chi aveva lasciato il paese. 

-Non l'hai sentito neanche tu eh?- mi chiese Melba -Micia è andata in un'altra città, ha detto che non c'era niente di male in questa, ma a quanto pare c'era qualcosa che non le piaceva in me- mi porse un pezzo di carta bianchissima con dei fini ghirigori argentati nell'angolo. Micia aveva salutato Melba con poche parole aspre.

-Pensavo che le cose andassero bene tra voi- intervenne Antonio 

-Si, anch'io lo pensavo- Melba abbassò lo sguardo e mi strappò di mano la lettera. Non appena si rese conto del gesto mormorò una scusa, imbarazzata.

-Voglio dire, probabilmente è perché non ho diviso il latte al cioccolato con lei!- si corresse stupita. Preferii non indagare oltre e mi allontanai dai due.

Oltre il ponte, dall'altra parte del fiume rispetto alla casa di Melba, c'era la parte più affollata della città: i negozi, il municipio, il museo e soprattutto casa mia. Tuttavia, invece di tornare al chiuso, svoltai verso la spiaggia. Là dove era stata la casa di Micia, ora c'era solo un terreno con un cartello "Vendesi" piantato nell'erba. Feci una smorfia al vedere il disegno di una fogliolina nell'angolo del cartello, cercai di non pensare al mio mutuo.

Scesi in spiaggia, tolsi le scarpe e feci un risvolto ai pantaloni. Guardai verso l'orizzonte, ferma in piedi con l'acqua alle caviglie, il suono della risacca pigro e dolce cercava di confortarmi, ma appena mi lasciavo un po' andare l'immagine della fogliolina del marchio di Nook mi tornava alla mente facendomi storcere la bocca. Due macchioline scure guizzavano vivaci verso di me sotto il pelo dell'acqua. Preparai la canna e la lanciai verso di loro:, la prima macchiolina si stava avvicinando all'esca, la sentivo spostare esitante l'amo.

Ancora un po'.

-Hey!- Trottolo mi piombò addosso facendomi perdere l'equilibrio, e l'improvviso movimento spaventò i pesci. Lo salutai con un sospiro e misi via la canna. -Peschi? La pesca è una cosa da campioni, sai? Dovremmo fare una gara per vedere chi è il più campione- scossi la testa, e Trottolo sembrò sgonfiarsi dalla delusione.

Per cambiare argomento gli chiesi se aveva saputo di Micia.

-No, cos'è successo? Ha comprato un nuovo body da ginnastica?- Gli spiegai quello che mi aveva detto Melba, e come secondo me fosse successo qualcosa tra loro due.

-Intendi come la gara di fissaggio oculare dell'altra volta?- Sorrisi e annuii con solo un po' di pietà: Trottolo non era il più sveglio quando riguardava certe questioni.

-Pensi che ora arriverà qualcuno al posto suo?- domandò Trottolo . 

Mi strinsi nelle spalle: il cartello diceva "Vendesi", ma non era detto che ci fosse qualcuno disposto a comprarlo. Il villaggio intanto sembrava un po' più vuoto.

 

Una mattina, mentre raccoglievo della frutta da poter vendere, vidi il taxi di Remo uscire dal villaggio e le guardie chiudere i cancelli. La mia borsa era piena e pesante, ma la piazza non distava molto. 

Lungo la strada per il municipio vidi Trottolo andare nella stessa direzione, lo salutai da lontano. -Dicono che è passato Remo- disse dopo essersi avvicinato. Annuii e confermai di averlo visto mentre ero nel frutteto. -Allora hanno comprato il terreno!- 

Alla piazza c'erano quasi tutti. Melba e Felidia chiacchieravano animatamente, rosse in volto, Antonio era esploso in un monologo e Mike lo ascoltava a braccia conserte. Non appena mi vide Felidia mi assalì prendendomi entrambe le mani. -l'avete perso per un pelo!- 

-Chi abbiamo perso?- chiese Trottolo con un broncio infastidito. 

-Quello nuovo!- si intromise Antonio. Mike dietro di lui si rilassò e alzò gli occhi al cielo. 

-Dice che si è trasferito qui per allenarsi; i muscoli hanno bisogno di un certo ambiente, e ha detto che l'aria qui sembrava emanare energia. Abbiamo già programmato una sessione di allenamento intensivo-

-Ed è carino!- interruppe Felidia -Ha un taglio incredibilmente alla moda, e devi vedere come portava i suoi vestiti! Scommetto quello che vuoi che è modadipendente, Filomena avrà un gran da fare-

Melba si unì al coro -È così sicuro di sé! E i suoi capelli sembravano così morbidi, e si vede che è forte e scattante...-

Presto tutti finirono per parlare l'uno sopra l'altro, Trottolo ascoltava imbronciato e in silenzio, nemmeno io parlai.

Mentre gli altri riprendevano a scambiarsi commenti sul nuovo arrivato sentii Trottolo mormorare qualcosa, ma non riuscii a sentire. 

Chiesi di ripetere.

-È solo che non capisco cosa ci sia di così straordinario- disse, e poi stette di nuovo in silenzio.

Mike ci si avvicinò, era stato l'unico a non parlare. -È già andato a svuotare gli scatoloni, l'avete davvero perso per un soffio-

Chiesi se aveva preso il terreno di Micia.

-No, ha costruito una casetta vicino al torrente, qualcosa che c'entrava con la pesca credo- Storse la bocca. -Magari potete fargli una visita-

Trottolo sbuffò -Se vorrà presentarsi verrà fuori, sarà impegnato a riordinare i pesi adesso-. Anch'io scossi la testa: la borsa cominciava ad essere troppo pesante per me, anche se quello che sentivo era il peso dell'oro.

Ci separammo: Trottolo parlò di allenamenti e tornei di pesca con Melba, Mike riprese a parlare con Antonio, io mi avviai verso il negozio prima di tornare al frutteto.

Il crepuscolo arrivò rapidamente e qualcosa cambiò distintamente nell'aria; il vento suonava una musica dolce e rilassata, e il cielo era di un arancione tanto acceso che il bordo delle foglie secche vi si confondeva, e gli alberi si univano alle nuvole.

 Seduta sulla riva del fiume vicino a casa di Trottolo, aspettavo che qualcosa abboccasse; ma i pesci ignoravano l'esca e passavano oltre, e io non avevo voglia di inseguirli. Forse un pesce aveva mangiato l'esca mentre ero distratta, cominciai a ritirare la canna per ispezionare l'amo. Alle mie spalle una porta sbatté, e qualcuno cominciò a tossire.

Dalla nuova casetta era uscita una nuvola di polvere che stava lasciando cadere di fronte all'entrata due paia di guantoni da boxe, tre tappetini arrotolati, e due bande elastiche colorate.

Quando la nuvola di polvere si posò vidi il nuovo arrivato, lo salutai da lontano, lui mi salutò. Dopo che ebbe sistemato l'attrezzatura poggiò la schiena contro la porta, e il suo sguardo cominciò presto ad infastidirmi.

-Come ti chiami?- Chiese.

Dissi il mio nome guardandolo brevemente negli occhi, poi tornai alla mia pesca. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo, forse era il neo sotto l'occhio sinistro che lo rendeva quasi ammaliante. O forse ero solo timida con gli sconosciuti. 

-Io sono Genji- disse, e sembrava voler aggiungere altro, ma non parlò. Invece tornò dentro casa e ci fu un gran rumore di nastro adesivo e cartone strappati, e di spostamenti continui. Pensai fosse tornato al suo trasloco, quindi tornai alla mia pesca. Almeno era un coniglietto efficiente.

Un pesce stava venendo verso la mia direzione, trascinato dalla corrente, ma ignorò completamente la mia esca e passò avanti. Ai miei tempi i pesci non erano così schizzinosi.

-Devi assecondarli, sai?- 

Vidi un amo volare a pochi centimetri dalla mia faccia ed affondare in acqua giusto davanti al muso del pesce che mi aveva ignorato. Genji maneggiava la canna da pesca con grande maestria, o con grande fortuna dal momento che la mia faccia era salva.

Tuttavia il pesce cominciò ad avvicinarsi alla sua esca quasi subito, e dopo una breve esitazione abboccò. Genji strattonò forte, lottando contro la forza del pesce che cercava di liberarsi, ma infine vinse e riuscì a far balzare fuori dall'acqua un grassissimo barbo. Per riflesso applaudii, ma un barbo non valeva niente al mercato. Se avesse pescato un koi, magari…

Gli chiesi se anche lui doveva pagare il mutuo a Tom Nook.

-Certo!- rispose lui -Ma con la mia tecnica avrò finito in meno di un mese!-

Avevo detto così anch'io al mio primo mutuo, ma non era il caso di distruggere subito i sogni del nuovo arrivato.

Per buona misura mi dimostrò un altro lancio con la canna da pesca, piegandosi all'indietro e poi slanciandosi in avanti con tutto il busto. Quasi subito ritirò la canna con un grosso boccalone all'amo.

-Ahah, c'è cascato ancora!

Sorrisi cortesemente mentre lui rideva sempre più forte, ma aveva dei polmoni incredibili e non smetteva più. Dovevo farmi passare il suo regime di cardio.

Siccome non sembrava voler smettere, dissi che era quasi l'orario di chiusura del negozio e che dovevo ancora portare un po' di paccottiglia al signor Nook. Dopo un po' da lontano sentii che la risata si affievoliva, mi girai e vidi Genji che mi salutava con la mano, e lo salutai anch'io.

 

La mattina dopo pioveva, tutti passeggiavano per il villaggio sfoggiando gli ombrelli di Ago e Filo. Io invece prima di uscire a raccogliere un po' di frutta mi ero svuotata le tasche, così da farcene stare il più possibile, e mi stavo inzuppando. 

Mangiai una pesca un po' pestata mentre mi incamminavo verso il municipio. A Pelly non dispiaceva che frugassi un po' tra la spazzatura ogni tanto, sapeva quanto fosse difficile pagare il debito al signor Nook. Quando giunsi in piazza vidi che c'era un nuovo messaggio anonimo nella bacheca:

“Invidio i comici.

Anche se non hanno voglia di ridere riescono comunque a far ridere gli altri.”

 

 

  
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