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Autore: lmpaoli94    23/02/2020    0 recensioni
Sybil Crawley, fuggita da Downton Abbey per inseguire il sogno di diventare una scrittrice di grande successo, arriva nella vicina Irlanda grazie all’aiuto di alcuni agganci sconosciuti della sua famiglia.
A Dublino, nella capitale irlandese, conosce un gruppo di amici letterari che l’aiuteranno a scoprire il vero significato della vita e i valori letterari di cui gli abitanti del posto ne andavano fieri.
Ma cosa sarebbe successo se qualcuno avesse scoperto che Sybil proveniva da una ricca famiglia inglese?
Chi l’avrebbe potuta proteggere?
Non vi resta altro che scoprirlo in questa storia dove i segreti verranno mischiati all’amore.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mary Crawley, Sybil Crawley-Branson, Tom Branson
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sybil non era mai stata una giovane ragazza piena di sogni irraggiungibili.
Il suo più grande desiderio era di diventare una scrittrice e di formare una famiglia.
La giovane ragazza, di anni 24, trascorreva le sue giornate insieme alle sue amiche irlandesi stando molto attenta ogni volta a non far sapere a nessuno che la sua vera identità poteva costargli la vita.
< Li vedi quei tizi, Sybil? Sono inglesi. Inglesi che si trovano nelle nostre terre. Non ti si rivolta il sangue? >
Pr non disprezzare la sua madre patria, Sybil trovava ogni espediente per parlare di qualcos’altro.
< Cerco sempre di non pensarci, Mary. Io sono un’irlandese fiera come voi. Non penso mai al nemico. >
< Quei dannati ci vogliono distruggere! Dobbiamo coalizzarci con l’Ira e con Phli Collins. È lui che guida la rivolta contro questi invasori. >
< Mary, noi non siamo fatte per andare in guerra. È troppo pericoloso. >
< Rischierei la mia vita per vedere il mio paese libero… Non posso ancora dimenticare le rivolte di Belfast di qualche settimana fa. Sono morte centinaia di persone per cosa? perché non si volevano piegare alla corona inglese. È inaudito. >
< Adesso però basta parlare dei nostri invasori. Potrebbero sentirci. >
< Non me ne frega un fico secco di quello che pensano di noi, anzi. >
Ma inavvertitamente, la giovane compagna di Sybil si era fatta sentire proprio da un ufficiale inglese che pattugliava proprio i dintorni.
< Signorina, non vorrei aver sentito male, ma voi siete una di quelle tante rivoluzionari che vogliono farci la guerra? >
< E se anche fosse? Vi stupirebbe il contrario? >
< La vostra amica ha ragione: non vi conviene mettervi con ro di noi. Sarebbe un vero peccato se due visi angelici come i vostri finissero in qualche prigione squallida > replicò l’ufficiale toccando la guancia della giovane Mary.
< Non provate mai più a sfiorarmi! > gridò inviperita la donna.
< Mantenete un contegno degno di voi, se avete il coraggio. O volete finire in guai seri? >
< Gli unici che finiranno in guai seri siete voi inglesi. >
Non sopportando un simile affronto, alla fine l’ufficiale inglese si ribellò dandogli un sonoro ciaffone spaccandogli metà labbro.
< Ma cosa fate?! Siete impazzito?! > urlò Sybil.
< Adesso voi due mi avete stancato… O giurate fedeltà alla bandiera britannica, oppure sarò costretto ad arrestarvi. >
< Preferirei morire > replicò Mary a denti stretti < Lunga vita all’Irlanda! Non ci ruberete mai il nostro futuro. >
Prima che la situazione degenerasse irrimediabilmente, Ci volle l’aiuto di un giovane choffeur irlandese per fermare tutto questo.
< Voi chi siete? >
< Il marito di questa donna > replicò frettolosamente l’uomo.
< E con ciò? Non aveva nessun diritto di offendere noi inglesi. >
< Vi prego di perdonarla, ma certe volte come ora non sa cosa dice. >
< Voi per caso siete irlandese? > domandò l’ufficiale.
< Io? Certo che no. Sono inglese come voi al cento per cento. >
< A quale famiglia inglese siete imparentato? >
< Ad un umile famiglia di contadini londinesi… Sono un giovane ragazzo che studia qui a Dublino per diventare un giornalista affermato. >
< Perchè diventare giornalista qui a Dublino? >
< Perché ci sono molte più opportunità qui a Dublino che a Londra… E poi mi piace viaggiare molto. Vengo qui a Dublino ogni anno in questo periodo di primavera. >
< Capisco… Tornando a sua moglie, sarebbe bene che la prossima volta non inneggi alla rivolta, altrimenti non andrò tanto per il sottile. >
< Vedo con i miei occhi che le avete messo le mani addosso. >
< Se l’è meritato. >
< Ah davvero? Voglio proprio vedere che cosa ne penserà il vostro superiore Bray quando gli racconterò di questo fatto. >
< Come? Voi conoscete il mio superiore? >
< Certo che sì. Ho avuto il piacere d’intervistarlo la settimana scorsa riguardo alla rivolta di Belfast. Sono contento di aver incontrato il primo inglese invasore che sta dalla parte dei giusti irlandesi e che farebbe qualsiasi cosa per fermare tutta questa pazzia. >
< L’Irlanda è terra inglese. E sarebbe meglio che questa gente se ne renda conto al più presto. Compresa sua moglie. >
< Private a torcere un altro capello a mia moglie e sarete voi a finire in guai seri. >
< Osate minacciarmi? >
< Esatto. Perché so di avere le spalle coperte. >
Rammentando la conoscenza che l’uomo misterioso aveva con il suo superiore, l’ufficiale inglese decise di chiedere alla fine umilmente scusa per l’accaduto.
< Se vostra moglie ha bisogno d’aiuto… >
< Sto bene. Non ho bisogno di voi > rispose Mary adirata.
< Come credete. Buona giornata > disse infine l’ufficiale tornando alle sue mansioni.
Vedendo come l’individuo misterioso era riuscito a risolvere la situazione, Sybil si congratulò con lui.
< L’ho fatto con piacere, signorina. >
< Mary, tu non lo ringrazi? >
< Perché dovrei farlo? ha fatto quello che potevo benissimo fare io insieme a te: difendermi a spada tratta rivendicando i miei diritti da irlandese quale sono. >
< Sì, ma la contrario di me, voi sareste finite in prigione. >
< Non sarebbe la prima volta, sapete? E poi, chi vi ha dato il diritto per spacciarvi come mio marito? >
< Dovevo trovare una storia abbastanza credibile e la parte di vostro marito calzava a pennello. >
< IO non sono sposata! Per fortuna che quell’idiota inglese non si è accorto che non avevo la fede al dito, altrimenti sarebbero stati guai. >
< Quell’idiota inglese come lo dipingete voi si è bevuto la storia che io conoscevo il suo maggiore. >
< E non è così? > domandò Sybil.
< Assolutamente no. So chi era il suo superiore, ma mica lo conosco di persona. >
< Comunque siete stato davvero credibile. I miei complimenti. >
< Vi ringrazio, signorina… >
< Sybil Crawley. E voi siete? >
< Tom Branson. Per servirvi. >
< Grazie, ma l’avete già fatto > rispose Mary pungente. >
< E voi chi siete, se posso domandare? >
< Il mio nome è Mary. >
< Mary di cognome? >
< Ha forse importanza? >
< Per me sì… >
< Non oserei rivelarvi il mio cognome per nessuna cosa al mondo. >
< E perché se posso chiedere? >
< Perché non mi fido di voi. Semplice. >
< Ma se vi ho appena salvato la vita! >
< Ve lo forse chiesto io? >
< Mary! Adesso stai esagerando facendo la maleducata. >
< Lasciamo stare… Facciamo finta che io abbia tirato fuori da un brutto impiccio la vostra amica Sybil. >
< Pensate quello che volete. Non m’importa un accidente di voi. >
Sybil non riusciva a credere perché la sua amica si comportava in maniera così schietta e rude, difendendo come poteva il giovane salvatore.
< Mary, adesso basta. >
Una volta averla fatta chetare, Sybil volle sapere più cose della sua nuova amicizia.
< Sono solo un umile giornalista che si guadagna da vivere facendo qualche intervista qua e là… E voi? >
< Io, insieme alla mia amica maleducata, siamo un gruppo di giovani donne attiviste che appoggiano ‘Ira e nuove idee letterarie. >
< Davvero? Molto interessante. >
< Se volete possiamo portarvi nel nostro “piccolo mondo”. >
< Che cosa?! non se ne parla nemmeno! > protestò Mary.
< Perché scusa? ci ha salvato la vita. Un minimo di riconoscenza. >
< Non fa parte del nostro gruppo, Sybil. E di conseguenza non ha nessun diritto di entrare nel nostro circolo privato. >
< La vostra amica ha ragione, Sybil. Non posso far parte del vostro mondo… Anche se abbiamo molte cose in comune. >
< E’ per questo che volevo che voi ci accompagnavate. Mi avrebbe fatto un sacco piacere. >
< Io veramente… >
< Vi prego. Non posso farmi sfuggire questa occasione. >
Per non farcela rimanere male, alla fine il giovane Tom accettò la sua proposta nonostante la riluttanza della sua amica.
< Splendido! Venite con noi. Non è molto lontano. >
< Vi seguo a ruota > disse infine l’uomo senza pensare a cosa sarebbe successo da lì a poco.
   
 
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