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Autore: Pontomedusa    23/02/2020    0 recensioni
"Tutto il dolore scompare, è la natura dei miei circuiti. Soffoca tutto quel che sento, non posso sfuggire a questa mia nuova coscienza."
Molto liberamente ispirata alla canzone "The becoming" dei Nine Inch Nails, quindi immagino che potremmo definirla una songfic.
Genere: Horror, Science-fiction, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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5. Connivenza

 

“Come ti è venuto in mente di accettare una cosa del genere, senza nemmeno parlarmene prima?” strilla Annie.

È la prima volta che litigano, dal giorno dell'incidente. A dire il vero, è uno dei primi litigi da quando stanno insieme; Annie in genere è una persona paziente, e anche Tyrone preferisce evitare i conflitti, ogni volta che è possibile.

“Il fatto è che...non mi hanno dato molto tempo per pensarci, e non volevo perdere questa possibilità. È un'occasione unica, capisci? Pagheranno tutto loro, e...”

“Questo perché è una sperimentazione,” lo interrompe Annie, con una nota di esasperazione nella voce. “Non sanno cosa accadrà. Lo fanno su di te proprio per scoprire quali possano essere i problemi, gli effetti collaterali...”

“Be', ormai è fatta,” dice Tyrone. “L'intervento sarà lunedì prossimo. Ti avevo chiamata per chiederti di venire. Vorrei che fossi qui, quando...”

Tyrone si interrompe. Sa che, in realtà, Annie ha ragione.

“...Ho paura, Annie. Dimmi che sarai qui quando entrerò lì dentro...e quando mi sveglierò.”

Se mi sveglierò.

Il silenzio che arriva dall'altra parte della linea telefonica riempie Tyrone di ansia, e il dolore al braccio che non c'è più si risveglia, prepotente.

“Certo che ci sarò,” dice Annie, finalmente, con voce più calma. “Ci vediamo lunedì mattina. Ti amo.”

“Ti amo,” risponde Tyrone, sollevato.

 

Ronzio.

Un dannato ronzio che sembra provenire dal suo stesso cranio.

E fili.

Fili rossi e blu che partono dal suo cervello e si diramano per tutto il suo corpo, lungo gli arti, fino alla punta delle dita, al posto di vene e arterie ormai inutili.

Tyrone si preme la mano

(La mano destra)

sul petto, e non sente alcun battito. Solo un sordo rollio, come quello di un motore.

Tyrone cerca di fare un respiro profondo, ma si rende conto di non respirare più.

Non ne ha più bisogno, perché i suoi polmoni sono stati sostituiti da pistoni d'acciaio.

 

Tyrone spalanca gli occhi, e impiega qualche secondo per rendersi conto che l'urlo terrorizzato che sta sentendo sta uscendo dalla sua bocca.

Solo quando smette di gridare, si accorge della mano di Annie sulla sua fronte, e del viso di lei sopra di lui.

“Tyrone, amore...”

“Scusa, Annie, sto bene...sto bene. È stato solo un incubo.”

“Pensavo stessi urlando di dolore, per via dell'operazione.”

“L'operazione...?”

Solo adesso la mente di Tyrone inizia a schiarirsi, e i dettagli dell'incubo cominciano a sfumare, mentre i ricordi delle ultime ore si fanno più definiti.

Non stava semplicemente dormendo; si è appena svegliato dall'anestesia.

“Allora...è fatta? È andata bene?”

Annie, finalmente, sorride.

“Guarda tu stesso.”

A Tyrone viene naturale alzare il braccio destro...e incredibilmente, il braccio si solleva, fino ad arrivare all'altezza dei suoi occhi. Un braccio di lucido metallo, ma così simile a un arto umano da dare più l'idea di un guanto cromato.

Tyrone prova a muovere le dita, timidamente, e gli sfugge un'imprecazione quando il guanto metallico esegue.

“Va tutto bene?” chiede Annie, preoccupata.

“Benissimo,” dice Tyrone, ora quasi euforico. Tende la nuova mano verso il viso di Annie e glielo sfiora. Sotto i polpastrelli cromati, la pelle della sua guancia è morbida e calda.

“Riesco a sentirti, Annie! Perfettamente. È come riavere la mia mano! È come...”

Annie è a bocca aperta.

“Davvero? Di già? Pensavo avresti dovuto fare della fisioterapia...”

“Il recupero è immediato...è uno dei vantaggi di questa tecnica,” dice il dottor Rust, entrando nella stanza. “Allora, Tyrone,” continua, con un sorriso bonario, “mi sembra di vederti molto bene.”

“Direi!” esclama lui. “È perfetto. È così naturale. È...”

“Bene, mi fa piacere. Ad ogni modo, ti terremo qui in ospedale per qualche giorno, in osservazione. Poi, potrai tornare a casa e venire qui solo per i controlli. All'inizio saranno più frequenti, poi, se tutto va bene...”

Tyrone smette di ascoltare, troppo concentrato sul miracolo che gli è stato appena concesso, e la voce del dottore si riduce a un piacevole ronzio, mentre usa la sua nuova mano per prendere quella di Annie e portarsela alle labbra.

 

   
 
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