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Autore: aurora giacomini    24/02/2020    1 recensioni
ATTENZIONE: Questa è la seconda parte di "Per un Bacio" la storia segue un ordine temporale preciso.
Dal Testo:
"Ciao, Amico Lettore,
Uh? Cos'è quella faccia? Cos'è, ti eri dimenticato di me? Mi spezzi il cuore...
Quanti anni sono passati....? Fammi pensare... è l'Ottobre 2029... nove anni... wow...!
Ah, ora capisco cos'è quell'espressione... pensavi forse che non sarei rimasta ad osservare chi, fra i mille passanti, avrebbe infine raccolto il mio quaderno...?"
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Per un Bacio'
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7

Unici e Irripetibili?

 

 

Non volevo, ma ci pensai, ci pensai davvero...

Le domande rivolte da qualcuno di esterno sono diverse... ti fanno sentire più... non saprei... importante... può essere?

Fra le cose che capii, una mi ferii molto: stavo perdendo me stessa.

Sì, fu una consapevolezza che penetrò nel mio cervello alla stregua di un proiettile... forse mi sorprese come ora sorprende te... da un rigo all'altro... senza preavviso alcuno.

Mi ero lasciata sopraffare dalle mie emozioni... dalla mia ignoranza... dalla mia incapacità di riconoscermi ignorante...

Ho peccato di superbia...

Ho pensato di esserne immune... questo fa di me un ignorante di infima categoria...

Ti ho preso in giro... mi sono presa gioco di me stessa!

Prima non ero migliore, ma ero me stessa... ora... non lo so... paio solo una folle che rincorre il tempo. L'epilogo non è lontano, ma davvero questo è il ricordo che intendo lasciare di me?

Non te lo nascondo... ho paura, ora ho più paura che mai...

Ora sono consapevole della mia stupidità... la rabbia sta lentamente affiancandosi al dolore e alla paura... e questo senso di vuoto e d'impotenza non fa che aumentare... lento, ma inesorabile come le lancette che fisso quando, per pensare e ricordare, distolgo gli occhi dal foglio.

Ho sprecato la cosa più preziosa che avevo... che mai avrò: il tempo.

Il pensiero è stato scatenato dagli occhi della mia compagna... te l'ho detto: è stato come un proiettile... l'ho guardata negli occhi e ci ho visto il mio riflesso... ho visto la mia miseria...

Mi ha sorriso... un sorriso incerto e morbido e, molto semplicemente, tutto è stato chiaro... ha fatto una male tremendo.

Le ho preso il viso fra le mani, ho studiato il mio riflesso quasi in preda ad una psicosi... ma i miei occhi nei suoi non facevano che biasimarmi e deridermi...

E allora le ho chiesto perdono... le ho chiesto perdono per quello che non le ho dato... per il valore che non le ho mai riconosciuto... le ho chiesto perdono perché nei suoi occhi non la vedevo più, vedevo solo me stessa... forse ho sempre e solo visto me stessa...

Lei, dolce come il succo di una fragola selvatica, mi ha sorriso... mi ha sorriso anche se non mi comprendeva... non poteva farlo. Ma l'amo non per il suo cervello, ma per la sua umanità... per la sua incredibile capacità di empatizzare. E' una versione perfetta di una delle mie capacità, una forma di intelligenza a cui non posso neppure ambiare a toccare, non davvero. Lei mi capisce senza doverlo fare davvero.

Avevo bisogno di annullarmi e di elevare lei... avevo bisogno di sentirmi ed apparirle fragile e sconfitta, in modo che lei si sentisse potente... in modo da chiederle perdono per essermi sempre sentita superiore a lei... così mi sono lasciata cadere sulle ginocchia e, cingendole i fianchi con le braccia, ho appoggiato la guancia al suo ventre. Volevo comunicarle, forse con i miei modi perversi, che se voleva... che se voleva poteva farmi qualsiasi cosa... poteva anche privarmi della vita... ero totalmente priva di difese.

Il pensiero di supplicarla di picchiarmi mi ha attraversato la mente così tante volte da farmi girare la testa... volevo sentire dolore... volevo che ad infliggermelo fosse lei: la donna a cui non ho mai fatto del male e mai ho desiderato fargliene... la donna che non sopporto di veder soffrire... la donna che se non sorride... non lo so... tutto è sbagliato e triste... come una lenta agonia che può solo sfociare nella morte del mio Io.

Volevo che mi percepisse vulnerabile e patetica...

Ma la parola sarebbe stata una manifestazione del mio essere, il mio pensiero e desiderio... un ordine... ed io non potevo essere e non potevo desiderare... non era giusto... ero solo un sacco di carne e ossa... qualcosa che doveva essere privo di vita.

Lei, ovviamente, non ha fatto nulla per nuocermi... anzi: ha preso a carezzarmi la nuca... in silenzio... sapeva che anche una parola avrebbe potuto mandarmi in pezzi.

E ho provato dolore... tanto dolore nel sentirmi carezzare con tanta dolcezza... mi ha consolata senza chiedermi il perché stessi agendo in quel modo. Ho provato dolore perché ero fra le braccia di qualcuno che non merito... di qualcuno che, a volte, mi domando se ho conquistato con l'inganno... non le ho mai nascosto la mia natura, ma ho l'impressione che se le dessi tutta me stessa... tutta la mia luce e la mia oscurità... non lo so... le farei del male... ed io, lo giuro, non potrei mai trarre giovamento dal suo dolore... preferirei ingoiare dell'acido...

Ma allo stesso tempo, mi domando se lei non meriti di vedermi nella mia interezza... se non spetti a lei la decisione di soffrire o meno per me... ma ho paura, non lo nego, di perderla... non potrei sopportare un istante della mia vita senza di lei... non ora che conosco il suo odore; il suo calore; il suo sapore; il suono della sua voce; il colore, in ogni sua sfumatura, dei suoi occhi; la sensazione della sua energia vitale quando si fonde alla mia... non potrei continuare ad esistere...

Ma so di essere egoista... sono umana.

Prima che giunga la fine lo farò... le dimostrerò quanto il mio amore sia grande... merda... un'altra manifestazione di egoismo... il suo libero arbitrio contro i miei sensi di colpa... qua dov'è il confine fra bene e male? Non riesco a vederlo...

Certo, te l'ho già detto che non credo al bene e al male... ma sono comodi, quindi per convenzione li utilizzerò...

Il problema sono io... non il fatto che non riesca a vedere un confine che neppure ho la certezza che esista... sono sempre e solo io il problema... se non fossi come sono... forse...

Non lo so... potrei impazzire dietro questo ragionamento...

Forse non lascerò niente dietro di me... niente di buono... magari solo un flebile ricordo destinato a morire ancor prima di esistere davvero... ma ho il desiderio di lasciare una traccia del mio passaggio su questa terra... una testimonianza su ciò che infinite miliardi di possibilità, fattori, casualità, istanti e tutto ciò che può essere inserito nel calcolo delle probabilità ha dato vita all'autore di queste lettere... questa persona... io. Io fra i miliardi di miliardi che sono esistiti e che esisteranno ancora nei millenni avvenire... io che come te sono unica e irripetibile... esisteranno e sono esistite copie di te e me... ma non eravamo e non saremo noi... qualcosa ci differenzia... fosse un neo sull'altro lato del collo o una singola molecola... un pensiero leggermente diverso... non esisteremo mai più come esistiamo ora... neppure il riflesso nello specchio è noi... c'è sempre qualcosa di diverso... cose piccole piccole, tipo la luce o anche solo la nostra percezione... ma quello che vediamo non siamo davvero noi... siamo unici, nel bene e nel male... siamo frutto di troppi fattori, ambientali, sociali, genetici... troppi, davvero troppi perché si possano ripetere... dettagli come un starnuto o il battito d'ali di una farfalla... nessun momento è uguale ad un'altro... ciò rende le variabili infinite e noi unici.

Ti ho regalato, ti regalo e ti regalerò parte di quello che ho nella testa... non ha importanza se ciò che affermo sia giusto o sbagliato, logico o illogico, utile o inutile... non me ne frega niente se ci trarrai degli spunti per riflettere o se lo leggerai passivamente... non m'importa. Io sono parte di ciò che ti do, e tu sei gli occhi che vedranno ancora e ancora la luce di una stella morta. Sei testimone della mia esistenza, sei una prolunga della mia vita, di ciò che sono stata, che sono e che, se non mi dimenticherai, continuerò ad essere.

Ti ho mostrato parte della mia umanità, parte di frammenti di casualità che, come pezzi di un mosaico, hanno formato ciò che sono, qualcosa, lo ripeto, di unico e irripetibile.

E tu, tu sei d'accordo con ciò che affermo o hai una teoria diversa, o ancora, non te ne frega un mazza di queste cose?

A prescindere, sappi che per me tu sei unico e irripetibile... di te ho un viso e degli occhi curiosi, qualcosa che in combinazione esisterà ancora, ma che non sarai mai più tu... sono felice di aver visto e capito di aver visto, qualcosa di unico e irripetibile.

Forse non ti aspettavi questo tipo di lettera, ma io avevo bisogno di scrivertela... avevo bisogno di darti un altro pezzettino di me...

A presto, Amico Lettore.

  
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